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Autore: TheSwagGirl    06/04/2012    13 recensioni
Nome? Jey.
Cognome? Bieber.
Sesso? Spesso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Twelve.     Must   Be   Love.
 
 
 
 



 
                          I'm looking for a lover not a friend 
                             Somebody who can be there when I need someone to talk to 
                                I'm looking for someone who won't pretend 
                                   Somebody not afraid to say the way they feel about you.
 
 
 
 
 




 
 
Avevamo appena finito di pranzare.
Diane e Justin stavano in cucina a mettere a posto e lavare i piatti mentre io facevo avanti e indietro sparecchiando la tavola e portando loro tutta la roba.
Bruce era in soggiorno seduto comodamente sulla poltrona ed ero sicura che entro qualche minuto si sarebbe lasciato andare ad un riposino pomeridiano.
Io e Justin quella mattina c’eravamo svegliati tardi e quindi non avevamo fatto gran che.
Ma aveva grandi programmi per quel pomeriggio.
O almeno così aveva detto.
Afferrai un’altra manciata di piatti pronta a tornare in cucina.
Ma mi bloccai prima di entrare sentendo Justin e Diane parlare.
Lei ti piace vero?” Chiese la donna.
Nonna!” Rispose Justin evidentemente imbarazzato.
Potevo quasi immaginarmelo arrossire mentre Diane si lasciava andare ad un risatina.
Avanti, a me puoi dirlo.” Disse lei dolcemente.
Siamo amici nonna.” Rispose lui ancora imbarazzato.
Ma ti piace. Una nonna sa certe cose.” Riprese lei.
Quella donna non si arrendeva facilmente.
Justin rispose qualcosa che non riuscii a capire e Diane rise leggermente.
Aspettai ancora qualche secondo di silenzio e poi entrai facendo finta di nulla e ricevendo un bellissimo sorriso da Justin.
 



 
 
                                 And I'm looking for someone who understands how I feel, 
                                     Someone who can keep it real and who knows the way. 
 
 





 
Venti minuti dopo io e Justin eravamo fuori in giardino a costruire quello che doveva sembrare un pupazzo di neve.
Ebbene si, a Stratford c’era la neve e rendeva tutto magico.
Ma la costruzione del pupazzo non andò a buon fine.
Iniziammo presto a tirarci palle di neve e farci i dispetti.
Presa!” Esultò Justin dopo avermi rincorso per tutto il giardino ed essere riuscito a farmi cadere nella neve.
Afferrai una manciata di neve e gliela tirai in faccia costringendolo ad assumere un’espressione buffissima.
Scoppiai a ridere.
Adesso sarà meglio andare a prepararci.” Disse lui sorridendomi.
Ma non si tolse da sopra il mio corpo.
Dove andiamo?” Chiesi io felice.
Devo portarti in un posto.” Rispose.
Avrei voluto sbuffare. Come la faceva lunga.
Che posto?” Domandai io curiosa.
Un posto.” Disse sorridendo.
Poi si chinò su di me e mi baciò dolcemente.
Una bacio veloce e assolutamente casto, come se mi stesse baciando una guancia.
Ne avevo veramente abbastanza di questi suoi baci casti.
Ma prima che potessi dire qualsiasi cosa lui si era già alzato e mi stava allungando le mani per fare lo stesso.
Io ero ancora mezza rintontita dal bacio ma gli afferrai la mano.
Tornammo in casa ed iniziammo ad asciugarci i capelli dopo esserci cambiati.
Più guardavo il suo sorriso più mi sembrava irreale.
Era così vero.
Così familiare.
 
 




 
                               The way... I like to have it my way 
                                  And I'm looking for someone who takes me there, 
                                     Wants to share, shows he cares 
                                        Thinking you're the one that I've been waiting for.
 
 





 
Qualche ora dopo Justin mi aveva costretta nuovamente ad uscire di casa per questa sua sorpresa.
Così mi ero messa un paio di jeans e un bel maglione pronta ad affrontare la neve fuori casa.
All’inizio credevo che saremmo andati con l’auto.
Ma le mie credenze si rivelarono errate.
E così ci ritrovammo a girare a piedi per Stratford.
Non era freddo ma il sole stava calando e a terra c’era già parecchia neve.
Ma nonostante tutto ero felice di essere li con lui, quel posto gli piaceva e si vedeva.
Ne andava fiero, mi mostrava tutto, anche la più piccola sciocchezza raccontandomi le cose che gli tornavano in mente.
Vederlo sorridere per quei ricordi era la cosa più bella di sempre.
Per strada non c’era molta gente, si stava bene e solo pochi fermarono Justin per un autografo.
Ad un tratto mentre camminavamo si fermò improvvisamente, così guardai alla mia destra.
L’edificio, esattamene come gli altri, mi era sconosciuto.
Questo è l’Avon Theatre. È su quei gradini che suonavo la chitarra da piccolo.” Disse.
La sua voce sembrava fiera e i suoi occhi splendevano.
Potevo solo provare ad immaginare quanti ricordi contenevano quei gradini.
È meraviglioso, come il resto della città, la tua città.” Dissi sincera.
Lui sorrise e mi circondò le spalle con un braccio tirandomi a se.
Mi strinsi a lui per un attimo poi mi staccai e salii i gradini.
Poggiai la fronte sulla porta di vetro per cercare di vedere qualcosa, ma dentro le luci erano spente.
Che peccato, è chiuso.” Dissi e sono sicura che lui sentì la nota di malinconia nella mia voce.
Vieni dai.” Disse lui per niente dispiaciuto.
Si avvicinò ad una porta secondaria li accanto.
Justin ma non possiamo!” Dissi sconcertata.
A quel punto lui mi sorrise.
Io posso.” Disse tirando fuori una chiave dalla tasca dei pantaloni.
Non potei fare a meno di sorridere mentre mi portava dentro quel paradiso.
Il teatro era piccolo, ma perfetto.
C’erano svariate file di poltroncine rosse dall’aria comodissima.
Ero estasiata.
Ti piace?” Chiese mentre io mi guardavo in giro.
È anche meglio di come lo immaginavo.”  Dissi sincera.
Poi il mio occhio si posò su una cosa che non avrebbe dovuto esserci.
Circa a metà della platea, in mezzo al piccolo stacco tra le file di poltrone c’era un tavolino.
Un tavolino apparecchiato per due dall’aria parecchio romantica.
Mi avvicinai cauta.
E questo?” Chiesi come una stupida.
Non avevo solo parole, riuscivo solo a sorridere.
Justin si avvicinò posizionandosi dietro di me, mise una mano sul mio fianco e poggiò la testa sulla mia spalla abbassandosi appena al mio livello.
L’altra sua mano si allungò ad afferrare la rosa posata sul tavolino e me la porse.
Beh, è ora di cena.” Disse gentilmente.
E ho pensato di farti una sorpresa.” Continuò sempre con tono dolce.
Sentire il suo fiato solleticarmi il collo mi dava i brividi.
Poggiò la testa contro la mia e rimanemmo fermi in quell’abbraccio cullandoci a vicenda, dolcemente.
Afferrai la rosa e voltai appena il viso nella sua direzione.
Non so che dire, è perfetto Justin.” Non riuscivo a smettere di sorridere.
E non è ancora finita” Disse lui sorridendo.
Mi baciò la guancia e poi sciolse l’abbraccio.
Siediti, io arrivo subito!” Disse poi iniziando ad allontanarsi saltellando quasi.
Risi da sola e poi mi accomodai.
Effettivamente iniziavo ad avere fame, e sembrava tutto delizioso.
Mi meritavo davvero tutto questo? Justin era perfetto.
Ad un tratto la luce si spense sorprendendomi e un proiettore illuminò la parete fondale del palco.
Capii subito che stava iniziando un film, ne ero sorpresa ma anche felice.
Sentii Justin sedersi accanto a me.
Mi piace vederti sorridere, sai” Disse lui.
Effettivamente avevo un sorriso da ebete in faccia.
Io non credo di meritare tutto questo.” Ammisi sincera.
Certo che lo meriti Jey! Meriti questo e molto altro.” 
Non risposi.
Non sapevo che dire.
Stavo per chiedergli quale film avremmo visto ma il titolo apparve sullo schermo anticipandomi.
Era A walk to remember.
Amavo quel film.
Justin accese la candela posta sul tavolino e mangiammo guardando il film.
Io non mangiai quasi nulla, il film mi prendeva troppo e tutte quelle emozioni mi avevano fatto chiudere lo stomaco.
E alla fine, come al solito, mi ero ritrovata a piangere come una fontana tanto che Justin aveva dovuto consolarmi.
Ma aveva detto di farlo con piacere, quindi non mi sentivo in colpa.
Questa serata era sempre più perfetta.





 
 
                                             I'm looking for someone to share my pain.
                                                 Someone who I can run to, 
                                                    who will stay with me when it rains.
 
 
 
 



 
Mentre uscivamo dall’Avon richiudendo tutto un fiocco di neve mi si poggiò sul naso.
Alzai il viso verso il cielo, stava iniziando a nevicare.
Justin si avvicinò e, dopo avermi baciato una guancia, mi prese la mano.
Intrecciò le mie dita con le sue e prese a camminare.
Lo seguii finchè non arrivammo in centro.
La cittadina pululava di vita.
C’era una specie di mercatino davvero grazioso e nella piazza c’era la musica.
Era pieno di coppie di signori più o meno anziani che ballavano canzoni popolari.
Era tutto bellissimo e illuminato dai lampioni in un modo quasi suggestivo.
Sembravano tutti così.. Felici.
Non avevo mai visto una cosa del genere prima, era splendido.
Sai, dovrebbero esserci anche i miei nonni qui in giro.” Disse lui distraendomi dai miei pensieri.
Fanno bene a divertirsi.” Risposi io.
Vieni dai!” Disse lui.
Mi trascinò in piazza in mezzo alle coppie di vecchietti.
Iniziammo a ballare come due stupidi, a differenza delle altre coppie noi volteggiavamo in modo completamente
scoordinato cercando di stare dietro al ritmo allegro della canzone.
Teoricamente avrei dovuto vergognarmi, eravamo sotto gli occhi di tutti e molti ci fissavano,
senza contare che sembravamo due cretini e che tutti conoscevano Justin.
Ma non mi impostava, io ero con lui e questo mi bastava.
Alla fine scoppiammo a ridere e lui mi riafferrò la mano tirandomi via di li.
Finimmo in un vicolo accanto alla piazza.
Ci appoggiammo contro una parete cercando di riprendere fiato per la corsa e le risate.
Successivamente lui mi afferrò sollevandomi e facendoci girare su noi stessi.
Ci fermammo dopo qualche giro.
Dovevo far calmare il mio cuore, batteva all’impazzata.
Mi resi conto dopo qualche secondo che la musica era cambiata, ora era lenta.
Justin mi lanciò un’occhiata e capii subito, senza bisogno di parole.
Si avvicinò ulteriormente al mio corpo ed iniziammo ad ondeggiare assieme.
Eravamo in un vicolo, faceva freddo e stava iniziando a nevicare più forte, ma a me sembrava il momento più magico di sempre.
Mi ricordava quel giorno sul set, solo che questa volta era tutto più vero, persino la neve.
Non ti sembra di essere ritornati sul set?” Disse lui quasi mi leggesse nel pensiero.
Stavo pensando la stessa cosa.” Ammisi.
E lui sorrise.
Mi fece fare un giro su me stessa e poi riportò il suo corpo vicino al mio, riprendendo la danza.
Quella volta hanno interrotto il nostro momento magico.” Disse lui, sentivo una leggera malinconia.
Io annuii semplicemente.
Non so come, ma ora il suo viso era molto più vicino al mio.
Ora non lo faranno.” Sussurrò solleticandomi le labbra.
Poi posò le sue labbra sulle mie annullando la distanza e io mi sentii completa.
Il modo in cui le sue labbra si adattavano alle mie era una cosa da togliere il fiato.
La sua lingua sfiorò il mio labbro inferiore chiedendomi l’accesso.
Dischiusi le labbra e la feci entrare.
Aveva un sapore tremendamente dolce e per un attimo, mentre una delle sue mani mi sfiorava il viso, ebbi paura che le gambe non mi reggessero.
Quel bacio era semplicemente perfetto.
E finì troppo presto.
Quando le nostre labbra ci allontanarono lui mi guardò regalandomi un sorriso mozzafiato.
Stai tremando. Vieni, andiamo a casa al caldo.” Disse qualche secondo dopo.
Così lasciai che mi prendesse la mano e mi conducesse verso casa.
Perché ammettere che tremavo per il contatto con la sua bocca e non per il freddo, era davvero imbarazzante.




 
 
                                   Someone who I can cry with through the night 
                                      Someone who I can trust who's heart is right 
                                         And I'm looking for someone.
 





 
Mezzora dopo eravamo a casa, ed era davvero più caldo.
I nonni di Justin non erano ancora tornati, nonostante ormai fosse quasi mezzanotte.
Grazie per questa serata Justin, è stata bellissima.” Dissi mentre entravamo in camera e ci toglievamo i giubbotti.
Justin afferrò il mio gettandolo sulla sedia e mi venne vicino.
Mi ritrovai con la schiena attaccata al muro mentre lui posava entrambe le mani sul mio viso.
I suoi occhi incontrarono i miei spiazzandomi completamente.
So che tutto questo è strano, per la nostra somiglianza, per il lavoro, per Usher, è strano e basta.
Ma tu mi piaci Jey e non posso negarlo, non voglio rinunciare a te.
” Disse.
Prima che potessi rispondere le sue labbra erano nuovamente sulle mie.
Le dischiudemmo entrambi poco dopo dando vita ad un bacio passionale.
Spinse il suo corpo contro il mio ed io infilai le dita tra i suoi capelli, artigliandoli.
Una nuova sensazione di calore si impossessò di me invadendomi completamente.
Quasi senza pensarci tolsi le mani dai suoi capelli per infilarle sotto la sua maglietta, fino a sfiorargli il petto, che adesso era bollente.
In risposta lui spinse il bacino contro il mio facendomi sentire la sua reazione al suo tocco.
Quasi non mi sfuggì un gemito dalle labbra al solo pensiero.
Lo spinsi fino ad arrivare al letto dove lo feci sdraiare.
Lui mi tenne a se in modo da non staccarci neanche un attimo, le sue mani vagavano sul mio corpo fino a fermarsi sul sedere.
Questo mi fece venire voglia di sentire il suo corpo più vicino al mio.
Afferra la sua maglia e la sollevai, lui capì il mio intento e mi aiutò a toglierla.
Invertì le posizioni mettendosi sopra di me, allargai le gambe per farlo posizionare nel mezzo
e lui prese a lasciarmi una scia di baci bollenti sul collo mandandomi in estasi.
Feci in modo che le posizioni si invertissero ancora, volevo farlo impazzire.
Iniziai a dargli dei baci sulla mandibola, scendendo fino al collo.
Scesi ancora baciando il petto, gli addominali e scesi ancora più giù.
Lo sentii irrigidirsi mentre baciavo la parte di pelle posta sopra l’elastico delle mutande, proprio accanto al tatuaggio.
Tatuaggio?
Aspetta un secondo.
Allontanai il mio viso dal suo corpo per guardarlo meglio, lui mi restituì uno sguardo confuso.
Io l’avevo già visto quel tatuaggio.
Avevo paura, paura di ammetterlo, paura persino di pensarlo.
Ma non potevo negare l’evidenza.
Ehi, va tutto bene?” Mi chiese lui non capendo cosa non andava.
Spostai il mio viso sul suo costato, sapevo già cosa avrei visto.
Ed infatti eccolo li, il tatuaggio.
Mi si annodò lo stomaco, tutto questo non era possibile.
Eppure non ero impazzita.
Si, io.. Aspetta un secondo, devo.. Devo andare al bagno.” Cercai di dire, ma non so cosa ne venne fuori.
Mi alzai ed afferrai il mio cellulare uscendo dalla porta.
Mi poggiai alla parete fredda, mi sembrava di andare a fuoco e il mio cuore stava per esplodere.
Con le dita tremanti composi il numero che ormai sapevo a memoria e pregai di non sentire nessun suono.
E invece qualche secondo dopo eccolo li, un cellulare dentro la stanza di Justin stava suonando, e il mio squillava nel mio orecchio.
Alaska?
Mi sentii morire quando qualcuno rispose.
Rispose sia nelle mie orecchie che dentro la stanza.
Allora tornai in camera, ero sconvolta.
Justin mi vide e un’espressione stupita prese possesso anche del suo volto.
Allontanai il telefono all’orecchio e guardai il ragazzo davanti a me.
Avevo le labbra secche e non sapevo se sarei stata in grado di parlare, ma dovevo farlo.
Stefan.” Dissi semplicemente.
La mia voce uscì come una specie di gracchio.
Il viso di Justin era irriconoscibile dalla sorpresa.
Tu.. Era.. Era tutta una finzione.” Continuai io.
Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime.
Lo Stefan delle mie estati, era davanti a me proprio adesso.
Che stupida.
Tu mi hai mentito! È stata tutta una finzione, la tua.” Gli gridai contro.
Ero felice che fossimo soli in casa.
Non sono l’unico che si è messo una parrucca. Non sono l’unico che ha mentito qui, Alaska.” Disse calcando la voce sul nome.
Sbattei le palpebre più volte come se mi avesse appena dato uno schiaffo.
Avevo un turbinio di emozioni che mi si agitavano dentro.
Scossai la testa velocemente.
“Non è la stessa cosa Justin! Io non ho mai finto di essere qualcun altro.
La mia vita era esattamente come te l’avevo mostrata.
È vero, avevo una parrucca e le lenti a contatto ma tolte quelle ero comunque me stessa,
non diventavo improvvisamente una pop star ammirata da milioni di ragazze!
” Continuai io più arrabbiata che mai.
Lui rimase in silenzio qualche secondo, analizzando le mie parole.
Jey non fare così, io..” Disse facendo un passo verso di me.
Io indietreggiai bruscamente.
Non avvicinarti, non voglio avere niente a che fare con i bugiardi.” Dissi.
Afferrai velocemente il giubbotto e la borsa prima di fiondarmi fuori dalla stanza, giù per le scale, fuori di casa.
Mente Justin chiamava il mio nome.
 
 






 
 
Mi sembrava di morire.
Dovevo smetterla di tremare, eppure sembrava impossibile.
L’aeroporto era deserto e io avrei aspettato li, in attesa del primo volo disponibile per Atlanta.
Fortunatamente avevo con me il mio portafoglio.
Ma la mia valigia era rimasta a casa Bieber.
Tutto era rimasto in quella casa.
Il giorno più bello della mia vita.
Era appena diventato il più brutto.
 
 



 
 
 
                                     Is it you? is it you? 
                                        Maybe you're the one I've been waiting for 
                                           Could you be the one for me? 
                                              Could you be the one I need?
 
 
 
 
 




 
 
If you got eyes look at me now, Bitch.


 
 
Alzi la mano chi è arrabbiato con me?
*Distesa di mani alzate*
Ora alzi la mano chi mi ha dimenticata?
*Distesa di mani alzate*
Beh inizio col dire che mi dispiace moltissimo per questo ritardo.
Non mi era permesso usare il computer.
Chiedo perdono.
Che poi alla fine voi non ve ne fate nulla delle mie scuse, ma vabbè.
Ora eccomi qui con il nuovo capitolo.
Spero che dopo questa enorme attesa vi sia piaciuto.
Grazie mille a chi ha recensito e spero che non mi abbandonerete anche se me lo meriterei u.u
Detto questo, ho finito.
Il capitolo non finisce bene, mi spiace u.u
Vi amo.
 
 
    #Peace.    I’m Out.
  
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