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Autore: enyghte    06/04/2012    0 recensioni
Spock si risveglia su una spiaggia, è riuscito a sfuggire ad un naufragio. Incontra la dottoressa Adrien, infermiera dell'Enterprise. Entrambi dovranno tentare di cavarsela e capire esattamente cosa sia accaduto. Perchè, nonostante il resto dell'equipaggio sia andato perduto, Spock sente la presenza dei suoi amici terresti e c'è qualcosa di davvero strano in questo pianeta.
Genere: Drammatico, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Spock, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il vulcaniano s’era fintamente ritratto. Aveva chiuso lo sguardo.
“Mi scusi” aveva detto lei. Improvvisamente la terra aveva cominciato a mancarle sotto i piedi.
Spock aveva scosso la testa e inspirato: “Non è colpa sua tenente” aveva ammesso e, molto lentamente, le si era riavvicinato, quasi, a quel punto, fosse una scelta ponderata e logica.
Lei aveva portato una mano ad accarezzargli il viso, ormai a pochi centimetri di distananza
“Lei sa che io la amo?” gli aveva chiesto. Non avrebbe più potuto trattenersi, non ancora. La brace oscura dentro lo sguardo del vulcaniano stava facendola impazzire:
“Sarà più facile per lei allora...” aveva asserito lui sommessamente.
Adrian non poteva realmente credere a quello che era emerso dalla bocca del primo ufficiale, tanto che non riuscì a trattenere lo sconcerto e l’indignazione. C’era qualcosa di enormente insolito in tutto quello stava accadendo: “Cosa?” aveva domandato la donna stentando le silalbe
Spock chiuse ancora gli occhi e deglutì, poi tornò a fissarla, quasi fosse una preda: “Non me lo chieda tenente... non ora” le disse.
Cominciò a passarle due dita sulle labbra, che poi presero a scorrere sulla pelle gelida del viso dell’aliena.
Avrebbe dovuto conososcere i motivi di quello che stava avvenendo, eppure, era dennatamente sicura che Spock non le avrebbe mai fatto del male ed era tanto attraente che le fu impossibile credere davvero di potergli resistere.
Sentì i polpastrelli roventi trascinarsi sul collo e solo quel semplice tocco stava attraendola come una calamita. Non sapeva esattamente in che modo comportarsi, fosse stato per lei, gli si sarebbe gettata addosso, ma era totalmente ipnotizzata dallo sguardo del suo ufficiale superiore. Cominciò ad avvertire l’uniforme cedere al contatto e a quel punto anche lei si posizionò ad spezionare il corpo dell’uomo, togliendo via quel che restava del vestiario. I vulcaniani erano rinomati per avere tutti  sensi più sviluppati di quanto alte specie potessero vantare, ma per quanto la riguardasse, anche il suo popolo possedeva un enorme sensibilità tattile. Sentire quel longilineo corpo rovente sulle dita era paurosamente piacevole e fu quando lui le si avvicinò e cominciò a coricare il fisico di lei sulla spiaggia che avvertì tutto il peso bruciante della sua pelle.
Aveva chiuso gli occhi ed inspirato. Come poteva una creatura così perfetta essere tanto gelida ogni giorno della sua vita? Aveva un profumo avvolgente e naturale. Si sentì le braccia di lui attorno. La sua bellezza era nella sua graziosa forza. Era incredibile quanto fosse evidente la differenza di pressione d’un abbraccio tra Spock ed un umanoide della sua razza. I vulcaniani erano forti ed eleganti come ghepardi. Così, stesa sulla spiaggia ricevette il primo meraviglioso bacio dell’uomo che amava. Aveva continuato ad osservarla. Non si era ma concesso il coinvolgimento e, per quanto fosse presa, continuava a chiedersi  il motivo di quell’incontro così fisico.
“Avanti vulcaniano” aveva interrotto una voce terribilmente rauc muovendo su di lui un bastone.
Adrian non aveva potuto far a meno che torcere il collo e guardare con la coda dell’occhio dietro di se.
Due enormi piedi neri stavano proprio al ridosso della nuca.
Lei si voltò ad osservare sconcertata Spock che la degnò d’uno sguardo rapido, ma non disse nulla.
Cominciò anzi ad tirare via le gambe da se. A quel punto l’istinto di Adrian fu quello di proteggere il corpo, chiudendo le gambe, ma la cosa ebbe davvero poco conto.  
-Che diavolo stava succedendo?-  una paura senza fine stava totalmente rapendola, tanto che i suoi occhi non seppero più trattenere le lacrime. Stava mugulando e piangendo, eppure si rendeva conto di non poter reagire. Sentì dapprima sollevare la parte inferiore del corpo e poi l’inizio di una penetrazione, seguita da una sempre più tesa contrazione delle pareti del proprio corpo. Passarono più di due ore prima che il vulcaniano terminasse la prestazione e probabilemente sarebbe durata in eterno se la guardia non fosse stata sicura che lui avesse adempiuto al compito. Quando Spock si fu staccato da lei, il suo viso era stato, come al solito, imperturbabile.
Adrian si era destata non perfettamente in forma e si era voltata ad osservare l’omone scuro che aveva decretato la fine andarsene.
Si era, a quel punto, depositata sul vulcaniano che non stava dandole altro che sguardi fuggenti, probabilmente rapito dall’imbarazzo.
“Cosa succede?” gli aveva chiesto.
Spock si era alzato, aveva raccattato tutti i vestiti sparsi e aveva porto l’uniforme a lei, poi aveva pensato a se. L’alieno aveva scosso la testa pensoso: “Adrian, siamo ostaggio degli abitanti del pianeta Atien... ho incontrato la sacerdotessa romulana appena ci siamo separati.”
La ragazza aveva preso ad osservare gli indumenti logori “I romulani?”
Spock aveva preso a sollevare un sopracciglio “Non lo so.... so che lei... lo è.”
“E gli altri? I nostri compagni?”
“In ostaggio... non so ancora cosa vogliano fare con noi, ma avrebbero ucciso gli altri se mi fossi sottratto al ricatto... e te.... se avessi deciso di non tornare indietro” ammettendo questo le fiorò la guancia con le dita “mi dispiace” le disse.
  
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