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Autore: harold styles    06/04/2012    7 recensioni
Una ragazza di nome Hannah è follemente innamorata di un ragazzo, il popolare Harry Styles, amato da tutte nella loro scuola. Ma c'è un problema: lui è il suo migliore amico. Riusciranno i due a stare insieme, cercando di superare ogni difficoltà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

Sono Hannah Marie Jones, frequento il quarto anno alla Holmes Chapel Comprensive School. Sono di origini italiane per via dei miei nonni e di mia madre,mentre mio padre è nato in Inghilterra..
Cosa posso dirvi di me?
Beh ho i capelli rossi, ho gli occhi color nocciola e... ah sì, sono una sfigata.
Nella mia scuola mi sono trovata subito malissimo: cheerlader galline che ti squadrano dalla testa ai piedi per vedere se sei una "giusta", come dicono loro, oppure ci sono i giocatori di football. Degli ignorantoni assurdi, sono tutto muscoli e niente cervello. Pensano solo alle ragazze con tette e culo, per poi portarsele a letto, ovviamente.
Solo perchè non ho un fisico da urlo e non la do al primo che passa vengo ignorata da tutto e tutti. L'unico che mi sta accanto è il mio migliore amico, Harry Edward Styles, ma io lo chiamavo Harold, il mio Harold. Sì beh... ho una cotta per lui dalle elementari, da quando un giorno caddi per terra mentre facevamo insieme una gara di corsa e lui venne da
me e mi disse "scusami, ti fa male?" e poi mi baciò sulle mie guanciotte rosse. Può sembrare una stupidaggine, ma sono innamorata di lui solo per un semplice bacio dato all'età di 8 anni.
Peccato lui fosse quello "giusto" nella scuola, quello popolare, quello che aveva tutte le ragazze ai suoi piedi.
Questo mi faceva male, sì, da quando i genitori avevano divorziato lui era cambiato in peggio purtroppo. Salta le lezioni, prende brutti voti e viene richiamato dai professori sempre.
Mi fa male vederlo così, vorrei ritornare indietro nel tempo, a quando eravamo felici entrambi, senza preoccuparci dei problemi famigliari, quando l'unica preoccupazione era quella di non macchiare le robe di cioccolato o di non mettere in disordine la casa. Voglio il mio vecchio Harold.



"Rock my world into the sunlight
Make this dream the best I’ve ever known
Dirty dancing in the moonlight
Take me down like I’m a domino
Every second is a highlight
When we touch don’t ever let me go
Dirty dancing in the moonlight
Take me down like I’m a domino."

Ogni mattina mi sveglio così, con le note di Jessie J.
Odiavo con tutta me stessa andare a scuola, sì ero secchiona e avevo dei voti abbastanza positivi, ma questo non era niente in confronto ad avere degli amici con qui parlare,scherzare e divertirsi. Poi io ero molto timida e facevo fatica per stringere dei buoni rapporti con una persona.
Feci colazione, mi lavai e mi preparaii per andare in quella prigione soprannominata 'scuola'. Salutai mia madre con un bacio e mi diressi verso il grande edificio rosso non molto lontano da casa.
Entrai e, come ogni giorno, venivo spinta di qua e di là da i giocatori di football e dalle loro belle gallinette. Ormai mi ci ero abituata a questa situazione, non ho mai detto nulla nè ai miei genitori, nè al preside, nè ai professori. Mi tenevo tutto dentro, ma ero sicura che un giorno avrei mandato a fanculo tutta questa gentaglia.
Mi fermai davanti all'armadietto per lasciare dei libri, mi girai e vidi che da lontano stava arrivando un ragazzo, un meraviglioso ragazzo, con un meraviglioso sorriso e dei meravigliosi occhi. Harry.
Si avvicinò a me e sentii già le mie gambe tremare.

«Hey Marie! » urlò. Io lo salutai con un semplice gesto di mano.
«Pronto per il compito di chimica?» subito lo vidi con quegli occhi spalancati che mi fissano. «Non hai studiato.» gli dissi.
«Ma come hai indovinato?» scherzò. «E ora come faccio? Se prendo un'altra insufficienza mia madre mi ammazza, le avevo promesso che avrei studiato» sapevo già dove voleva arrivare con quella spiegazione.
«Non ti preoccupare, ti aiuto io!» non potevo resistere a quel faccino da cucciolo che si ritrovava. «...però poi voglio qualcosa in cambio» lui mi sorrise e mi abbracciò. Io sentivo il battito del mio cuore che aumentava sempre di più.
Come poteva, un ragazzo così, farmi impazzire in questo modo? Solo quando mi avvicinavo a lui sentivo le farfalle nello stomaco, e quando mi abbracciava tremavo come una foglia. Harry con un semplice sguardo era in grado di farmi sciogliere. Con un sorriso faceva sorridere anche me.

«Sei la migliore!» mi disse. Sì, certo. Ero la migliore solo quando faccevo i compiti a qualcun altro, ma per lui avrei fatto questo ed altro. «Allora... vieni alla mia festa di compleanno la settimana prossima?» chiese staccandosi dal mio corpicino.
«Ehmm.. si certo, non posso mancare al compleanno del mio migliore amico.» Purtroppo era solo il mio migliore amico.
«Fantastico! Vieni venerdì alle 7.30 pm» annuii. Poi sentimmo una voce, anzi, uno squittìo: la simpaticissima ragazza di Hazza. La vidi da lontano che si sbracciava per farsi notare dal suo fidanzato. Più la guardavo e più pensavo che fosse davvero bella: alta, magra, bionda, occhi azzurri, con una carnagione nè troppo chiara nè troppo scura. Insomma... la ragazza perfetta. Peccato che fosse un pochino stupida. Per pochino intendevo che era davvero stupida. A volte mi ritrovavo a domandarmi se aveva un cervello o era come Homer Simpson, con la scimmietta che suona i piatti nella sua testolina. Quella lì era brava solo nelle camere da letto, oppure negli spogliatoi con i giocatori di football. Felicity -così si chiama- tradiva il mio amico da mesi, e quante volte avevo provato a dirgli la verità, ma avevo sempre paura di fargli del male, già soffriva per tanti problemi famigliari, non volevo aggiungere altre preoccupazioni. Così la lasciavo libera, libera di fare le corna ad Harry.
«Ciao amoruccio mio!» lo prese per la camicia e cominciò a baciarlo con foga. Io mi girai dall'altra parte per non assistere a quello schifo. Detestavo molte ragazze della mia scuola, ma Felicity era di sicuro la più odiosa di tutte. Non solo perchè tradiva il mio migliore amico, ma anche per il modo da vestire -sembrava la Nicki Minaj bianca- e per il comportamento da snob. Si accorse che c'ero anch'io al loro fianco e mi guardò con aria schifata dalla testa ai piedi. «Ma sempre con questa tipa stai? A volte penso che ti piaccia più lei che io.» era proprio senza peli sulla lingua, diceva cose del genere come se io fossi invisibile.
«Non dire così Felicity, lei è mia amica e potrebbe diventare anche la tua» dice Harry. Io amica di quella? Ahah si certo. Solo a guardarla mi veniva la nausea, sicuramente lo stesso valeva per lei. Cominciò a ridere con quella vocina stridula -mi veniva voglia di strangolarla.-
«Io e tu non saremo mai amiche.» mi dice con uno sguardo minaccioso.
«Oh ma guarda un pò, per una volta hai detto qualcosa con un senso logico su cui sono d'accordo.» risposi. Vidi Hazza ridere sotto i baffi, mentre la sua ragazza cerca di impaurirmi con quegli occhi stra-colmi di mascara e eyeliner. Cazzo guardi troia?
Suona la campanella, chiudo l'armadietto e entro in classe. Harry rimase nell'ingresso a salutare la sua simpatica ragazza, poi mi raggiunse all'ultimo banco perchè lo dovevo aiutare al compito.

«Mi dispiace per il comportamento di Felicity, è solo che...»
«E' che non sono abbastanza popolare come voi, lo so.» completai la frase. Triste ma vero. Lui mi guardava dispiaciuto.
«Non sarai popolare ma sarai sempre la mia migliore amica.»
"Cazzo, io non voglio essere tua amica, io voglio essere la tua ragazza, la ragione del tuo sorriso, voglio farti felice, voglio trattarti come un principe, il mio principe" mi ripetevo nella mente. Non avrei mai avuto le palle di dirgli ciò che provavo veramente.
Arriva il professor McGraw e ci porta per ogni banco il compito di chimica. Sapevo tutto, avevo studiato per ore il giorno prima. Finito in mezz'ora il compito presi il mio foglio per darlo a Harry, e lui mi diede il suo per poi completare anche quello. Passò un'ora e il prof. raccolse tutti i compiti. Poi suonò la campanella e uscimmo tutti.
Ora avevo educazione fisica, la mia materia preferita. Sì, in confronto alle altre ragazze amavo sudare, avere i vestiti bagnati; la mia passione era la pallavolo. Sarei rimasta un'altra ora con il mio Harold, anzi, l'Harold di Felicity, ma io lo consideravo sempre mio.
Entrai negli spogliatoi, indossai un pinocchietto nero, una cannottiera viola e raccolsi i miei capelli in una coda di cavallo. In palestra c'era l'intera classe in riga, pronta per fare riscaldamento. Ovviamente chi poteva stare in panchina? Le puttanelle che se si spezzavano un'unghia morivano... che tristezza che mi facevano. C'era anche Hazza -aveva dimenticato la tuta- e il suo amico Louis Tomlinson. Non lo conoscevo bene, ma da come me ne parlava Harry, sembrava un ragazzo simpatico.


HARRY.
Mi sedetti sulla panchina insieme a Tommo e ad altre ragazze che cercavano di farci la corte. Sapevo di essere irresistibile, ma queste qui non mi lasciavano un secondo respirare. Il resto della classe faceva pallavolo, anche Hannah.
Hannah mi era sempre piaciuta per la sua semplicità, preferiva un paio di converse alle scarpe coi tacchi, un jeans ad una gonna, una felpa ad un mini vestitino super scollato. Lei poteva essere la mia ragazza ideale, ma io non le piacevo, era evidente. A lei non piacevano i ragazzi popolari, non le piaceva la popolarità in generale. Odiava stare al centro dell'attenzione, ma nonostante tutto ero attratto da lei.
"Aspetta Harry... tu sei fidanzato!" una vocina continuava a dirmi questo nella mia mente, ma in realtà io non amavo Felicity, la usavo solo come passatempo, non provavo nulla nei suoi confronti. Mi aveva sempre affascinato una sola ragazza e quella era Hannah Marie. Non riuscivo proprio a dimenticarla, lei mi era sempre stata vicina nei momenti difficili, soprattutto quando i miei genitori divorziarono.
L'unica cosa che volevo era restare al suo fianco, renderla felice per una volta.
Ma ormai sapevo di non avere nessuna speranza.

  
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