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Autore: buffy46    06/04/2012    11 recensioni
“ Amicizia significa essere stupidi insieme ”
Questo è il motto di due ragazze : Cathy e Sierra. Sognano Londra, sognano una vita diversa. Due attori - Joseph Morgan e Ian Somerhalder- , un volo sbagliato, uno scontro fortuito, cambieranno la loro vita senza che le due protagoniste se ne accorgano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cathy pov.

 

Io avevo appena ballato con Ian Somerhalder. Capiamoci, Ian Somerhalder.

No, peggio io avevo appena ballato con lui e poi Joseph Morgan mi aveva stretta a se.

Ah, e ora ero di nuovo fra le braccia di Ian.

Oh, e che braccia.

Mi fece roteare su me stessa un paio di volte, prima di fermarsi con la bocca ad un passo dal mio orecchio. Perché lo faceva? Voleva farmi morire per caso? No perché ci stava riuscendo benissimo.

Non riuscivo a ragionare se lui mi alitava sul collo in quella maniera così indecente.

Credevo di stare la-la per morire solo sentendo il suo corpo incollato al mio, ed invece no. Il fondo lo toccai quando lui posò un bacio nell'incavo del mio collo e mi sussurrò queste esatte parole : « C'è troppa gente, usciamo fuori. Voglio stare solo con te » Non esitai nemmeno un attimo; gli dissi sì, e uscimmo sulla balconata che c'era all'esterno.

Ci incamminammo veloci verso il balcone, lui mi teneva la mano. Quando fummo arrivati a quel pezzo di ferro, Ian portò una mia mano alla sua bocca, baciandola delicatamente: wow.

Lo guardai negli occhi non capendo cosa stesse facendo, lui fece lo stesso ma nel suo sguardo c'era altro.

« Posso fare una cosa? » Annuii, anche senza sapere cosa volesse fare.

Ma in un attimo lo capìi.

Si avvicinò a me, in maniera quasi troppo lenta.

Le sue labbra si posarono sulle mie, che presero a muoversi con quelle di lui dolcemente e poi sempre in modo più passionale.

Era un incontro di lingue, di sapori, di aromi, di denti.

Era bello perché mi faceva sentire bene.

Mi dava alla testa.

La sua bocca si modellava alla mia in maniera quasi innaturale. Sapeva di menta e rum.

Cercai di prendergli i capelli, ma lui non me lo permise. Prese le mie mani fra le sue e le strinse forte.

Si staccò da me troppo presto.

Ero ansante; sembrava che avessi appena fatto sesso. 

« Sei bellissima questa sera Cathy » disse lui sensuale e con voce roca.

« Anche tu mica scherzi » lui sorrise.

« Me lo dicono spesso » scherzò.

« Non faccio fatica a crederlo » Rise in maniera sguaiata. Sembrava che si stesse divertendo.

« Sai, se l'avessi detto alla tua amica lei mi avrebbe riempito di insulti » Oooook.

Parlava di Sierra mentre stava con me? No, così non va.

Lo guardai scocciata.

« Mi hai appena baciato e pensi a Sierra? »  Lui scosse la testa in maniera decisa.

« No, no. Non fraintendermi, dico solo che siete diverse. » Questo non migliorava la situazione. Infatti mi indispettii.

« Sì, e quindi? »

« Preferisco te. Lei è troppo complicata, tu sei più dolce. »  Disse, accarezzandomi i riccioli mori.

O mio Dio.

Preferiva me.

WOW.

ME.

« Non credevo ci fosse in atto una gara. » Voltai la testa verso la voce di Sierra, che era ferma a pochi metri da noi, con le braccia conserte e la faccia offesa.

Ian sorrise in maniera indecente.

« Sapevi che non si origlia? » Chiese lui, mentre Sierra non si scompose un attimo.

« E tu sapevi che non è carino dare della complicata a qualcuna? »

« E tu sap »

« Sì, so che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. » Lui smise di sorridere; indossò una strana maschera sul volto. Non capivo perchè quello scambio di battute mi dava così fastidio.

Ah sì, forse perché per me stavano flirtando.

« Come hai fatto a capire che stavo per dirti quello? »

« Ahhhh al diavolo! Cathy ero venuta qui per dirti che io torno in Hotel. A dopo, o domani o quel che è. » Si voltò ed andò via, ma prima di chiudere la porta rispose ad Ian.

« Sei scontato,ecco perché l'ho indovinato. » .

Si allontanò da noi velocemente, e quando ebbe chiuso la porta sentii la rabbia crescere a dismisura.

Sierra aveva rovinato il mio momento magico.

Due volte, tra l'altro.

Guardai Ian, cercando qualche segno di arrabbiatura sul suo volto, ma non ne trovai. Sembrava sorpreso, forse frustrato. Ancora non lo conoscevo bene, quindi per me le sue emozioni erano ancora indecifrabili.

« Scusa Sierra, quando ha mal di testa è sempre intrattabile. » Gli dissi e lui fece un mezzo sorriso che ti metteva ko.

« Aveva mal di testa? » Sembrò pensarci sopra.

« Sì. » Affermai, non proprio sicura del fatto che quello fosse la verità.

« Oh, e allora perché è venuta? » Ci pensai un attimo e non seppi darmi una risposta.

Scrollai le spalle, in segno di diniego.

« Tu perché mi hai portato qui? E perché mi hai baciato? » gli chiesi senza timori.

Lui mi guardò malizioso, e poi mi attirò di nuovo a se dolcemente.

« Sarò schietto con te Cathy. Mi piaci e molto anche. »

Boom

Boom

Boom

Quello era il mio cuore che non smetteva di battere in maniera anormale.

Il suo profumo mi inondava le radici, mi drogava, mi faceva ridere.

Mi rendeva intraprendente, visto che prima che lo facesse lui, incollai le mie labbra alle sue in un bacio che non lasciava spazio a dubbi, pensieri, aria. Solo bocca, lingua e saliva.

Che poi detta così, era pure brutto ... Ma cavolo!

Quelle labbra baciavano troppo bene.

Quella lingua sapeva di buono.

Ian, era perfetto. Così come lo era quel bacio.

 

Quando si staccò da me, mi sorrise ancora in quel modo tutto suo, ed io gli accarezzai il petto. Volevo afferrare i suoi capelli e stringerli fra le mie dita, ma a lui non faceva piacere a quanto pare.

Beh, mi ' accontentavo ' dei pettorali.

Appoggiò la sua fronte sulla mia, fino a che i nostri respiri non tornarono normali.

« Mi sa che devi tornare in Hotel. » Disse lui e beh quella non era decisamente l'opzione migliore.

« Devo? »

« La tua amica sta male no? Meglio se vai da lei. Per il resto, c'è tempo. » .

 

C'è tempo.

C'è tempo.

 

Cavolo.

 

Sorrisi come un 'ebete, pensando all'eventualità che la nostra conoscenza poteva non fermarsi ad un bacio.

Ma infondo tra di noi la chimica c'era, ed era innegabile.

Quando eravamo vicini, c'erano brividi. C'era fuoco.

 

Annuii a lui, alle sue parole, ed ai miei pensieri.

« Sì, certo. »

Mi allontanai, ma prima che me ne andassi Ian mi portò di nuovo accanto a se, prese le mie labbra tra le sue in ultimo bacio sussurrato, sfiorato.

Ci staccammo dopo poco.

« Ora, puoi andare. » Sorrise, ed io con lui.

 

Sierra pov.

 

Le luci erano troppo forti, così come la musica e la voce di Steven.

Tutto sembrava essere contro di me quella sera.

Il mal di testa mi stava uccidendo e non scherzavo.

Appoggiai la testa sullo schienale morbido del divanetto, sperando che il dolore passasse un po'. Sbagliavo, ovviamente.

Chiusi gli occhi e quando li riaprii la faccia di Joseph mi si piazzò davanti, causandomi la morte cerebrale.

Gli ormoni invece, quelli erano belli che vivi.

Saltavano quasi.

Che qualcuno faccia qualcosa.

« Hai una brutta cera, se vuoi ti riaccompagno io.  »

 

Ahahahahahah. Io e lui, stessa auto. AHAHAHAHAHAH. Joseph caro, se ci tieni alla tua salute mentale e fisica non ti conviene restare solo con me.

 

Quello avrei dovuto dirgli.

Ma, feci la persona razionale e gli dissi semplicemente : « Sì, forse sarebbe meglio » .

Cretina? Sì di sicuro.

Credo che però la mia reputazione fu salva.

 

Lui sorrise, facendomi morire un poco. Le sue labbra rosse come fragole mature, mi chiamavano a gran voce.

 

Baciami Sierra ” .. le sentite anche voi, vero? 

 

«  Vado ad avvertire Cathy. » Lui annuii.

« Ti aspetto fuori, fai con comodo. » Tesoro, fare con comodo mentre tu sei lì fuori che mi aspetti? Va bene che sono stupida, ma non fino a quel punto.

 

Presi il cellulare dalla tasca dei pantaloni, cercando il numero di Cathy così da non doverla disturbare; sicuramente era con Ian, facendo chissà che...

Premetti il tasto della chiamata, ma c'era la segreteria telefonica.

Ah, quanto amo la Tim.

 

Salii le scale che portavano al terrazzo, dove ero sicura si trovassero. Ed infatti fu lì che li trovai.

Aprii la porta, ma loro erano così presi l’uno dall'altra che non mi sentirono arrivare.

 

 “ Preferisco te. Lei è troppo complicata, tu sei più dolce. ” . Gli sentii dire.

Stronzo.

 

Chi era lui per dirmi quelle cose? Sì, potevo esserlo, ma a lui non doveva importare.

Che ne sapeva dei miei difetti?

Che ne sapeva dei miei pregi?

Delle paure?

Delle fobie?

 

Niente.

 

Lui non sapeva niente.

 

Prendemmo a battibeccare, mentre notai che Cathy mi guardava male: Al diavolo, pure lei.

 

Andai via, non prima però di aver avuto l'ultima parola. Mi girai verso di loro, incollando il mio sguardo a quello di Ian.

 

“ Sei scontato,ecco perché l'ho indovinato” Dissi, riferendomi alla sua pessima battuta che non gli avevo lasciato finire di dire.

 

Uscii da quel posto, lasciandomi indietro i lacrimoni che avevo agli occhi, il mal di testa, Ian ed Atlanta.

 

Volevo stare a Londra.

Volevo rendere fiero di me mio padre.

Volevo troppe cose, che forse domani avrei ottenuto.

 

Varcai il portone che portava all'esterno e quando vidi Joseph appoggiato al cofano dell'auto mi venne una vampata di calore.

 

Meno pausa in anticipo, o gravidanza stile Vergine Maria -  effetto Joseph Morgan.

 

« Vieni, sali in auto così ti accompagno. Non per essere scortese, ma seriamente non sembri in forma. » Gli sorrisi per niente offesa.

« Tranquillo, ne sono consapevole. » Gli dissi, salendo nella sua auto.

Auto che lui, aveva già aperto.

Chiuse lo sportello, con galanteria.

 

SPOSAMI! Adesso. No, anzi aspettiamo il 22 Maggio onorando l'Inter... magari celebra la Plec, il collarino bianco gli starebbe da Dio... 

 

Quando anche Joseph entrò in macchina e chiuse anche il suo sportello, il suo profumo di dopobarba riempì l'abitacolo. Mi impediva di respirare  normalmente.

 

La testa martellava, ma non me ne importava un fico secco in questo momento.

« Devi girare a destra » Lui annuì.

Ero un pò in imbarazzo. Non sapevo come comportarmi, certo... quella sensazione era praticamente la storia della mia vita, ma ora era peggio.

« Allora, come ti sembra Atlanta? » Aggrottai le sopracciglia, non sapendo cosa rispondergli.

« Mhh, non saprei. Non abbiamo girato molto, siamo state sul set e poi al locale e cose così » Mi guardò un attimo prima di tornare a guardare la strada.

« Hai rapito il cuore di Steven, eh? » ammiccò nella mia direzione, ed io avvampai.

Presi a giocare con le pellicine del mio indice sinistro, e a mordicchiarmi il labbro inferiore.

« Sì no ecco. A quanto pare, sì » Risi nervosamente, in effetti non ero a mio agio con quella domanda.

« A volte quel ragazzo ha la delicatezza di un elefante » scosse la testa divertito.

« Però è simpatico. Mi piace, almeno non è uno spocchioso arrogante come qualcun altro » L'ultima parte la sussurrai.

« Io mica sono quello arrogante? »

« No, tranquillo. Per il momento sei quello migliore » Gli dissi sorridendo.

« Speravo la pensassi così » Mi sorrise mentre lo diceva.

 

Cuore mio batti meno forte, altrimenti qui rischiamo l'infarto.

 

Purtroppo arrivammo subito in Hotel.

 

Perché fanno le auto così veloci? Joseph mi aveva scortato fino all'ingresso dell'albergo, poi andò via lasciandomi un lieve bacio sulla mano.

Awww.

Entrai in stanza e mi buttai sul letto a peso morto: lontano da Joseph, il mal di testa era tornato prepotente.

 

 

Qualche ora dopo, - poche ad essere sincera -, aprii gli occhi ed accanto a me non trovai Cathy.

Sapevo per certo che la sera prima era rientrata, perché mi aveva chiesto come stessi, prima di addormentarsi anche lei accanto a me.

Oggi ero di buon umore.

Andai in bagno, appoggiai sulle casse il mio iPod nero, e sparai una playlist a caso.

Con la musica di Glee in sottofondo mi feci una doccia liberatoria.

Dieci minuti dopo - ok, facciamo pure venti -, avevo asciugato alla meglio i capelli, lasciandoli ancora umidi. Presi lo spazzolino e cominciai a spazzolarmi i denti.

Questo finché Kurt Hummel non cominciò a cantare una delle canzoni che più mi gasavano.

 

« It doesn’t matter if you love him, or capital H-I-M » Cominciai a cantare, usando lo spazzolino a mò di microfono.

« just put your paws up ’cause you were born this way, baby » Cantai tutta la strofa gasandomi come poche volte nella vita.

Non sapevo perché ma oggi mi sentivo bene. Forse era stato Joseph, forse il fatto che sapevo che avrei realizzato i miei sogni o forse ero semplicemente lunatica.

« don’t be a drag -just be a queen, don’t be a drag -just be a queen » Sentii la porta aprirsi, segno che Cathy era tornata.

Andai ad accoglierla cantando.

« Don't be a drag .. canta con me Cath»  lo spazzolino si fermò a mezz'aria.

Quella davanti a me non era Cathy.

« Just be a queen? » Disse lui sorridendo.

 

Idiota.

 

« Che ci fai qui? » Cercai di calarmi la camicia lungo le cosce scoperte. Ero in culotte e camicia - quella che lui aveva macchiato -, ed ero poco presentabile. Se poi mettiamo anche il fatto che dalla camicia azzurra, si intravedeva anche il reggiseno, capirete che ero in imbarazzo.

« Cathy ed io siamo andati a fare colazione, e siccome le si è rotto un tacco ero venuto a prenderle un paio di scarpe. » Disse lui, tranquillamente.

In effetti non c'era nulla di strano.

« Mh.. aspetta, ti prendo un paio di sandali » Andai alla sua valigia, e presi le prime scarpe che vidi, facendo attenzione a non abbassarmi troppo... insomma, non volevo mica mostrargli il mio sedere!

Sentivo il suo sguardo che seguiva la mia figura, e questo mi diede un leggero brivido.

Di fastidio, ovviamente.

« Ecco, tieni » Lui sorrise

« Vedo che poi la camicia è tornata come nuova » ammiccò lui nella direzione del mio seno.

 

Porco.

 

« Beh, non grazie a te. » gli dissi acida.

« Vero. »

« Beh... allora... »  lo invitai ad uscire - non molto gentilmente - e lui rise.

« Vado, vado. »

« Ecco »  Si avvicinò alla porta e mi diede le spalle. Poi si girò

« Per la cronaca, il complicato di ieri, non era una cosa negativa. Ah, e quelle culotte ti stanno molto, mooolto bene »

Presi un cuscino e glielo tirai dietro, colpendo la porta visto che lui era già andato via.

 

Ah, Dio Zanetti, aiutami tu.

 

 

 

Eccoci a questo 3 capitolo ebbene si volevo farvi un regalino per pasqua e così spero che vi piaccia!!!! XDXDXD

Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli e che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite, ma ovviamente anche a quelle ragazze che leggono e basta!!!!

Spero di riuscire ad aggiornare più spesso visto che l’altra ragazza con cui collaboro è finalmente tornata all’attacco sia con questa che con la sua storia che per chi non lo sapesse è questa qui: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=877487

Per chi non lo sapesse è su Ian/nuovo personaggio ma al suo interno c’è sia il cast di Supernatural che quello di The Vampire Diaries ve la consiglio è fantastica!!!! XDXDXD

Che dire auguro a tutte voi di passare una Buona Pasqua con la vostra famiglia e vi faccio i miei migliori auguri!!!! XDXDXD a presto con il nuovo capitolo!!!! XDXDXD un bacione a tutte voi!!!!

 

 

 

 

 

   
 
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