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Autore: JackPortiero    06/04/2012    2 recensioni
Fic REVISIONATA in data 27/10/2023. E se TOBI IS HINATA? - by JackPortiero, l'ideatore della pazza teoria. QUARTA SAGA. Siamo sotto Izanagi. Ma in questa Illusione/Sogno di Tobi, che altri non è che Hinata dalla vera realtà, tutto finora va come era andato nella vera realtà. Per ora, quindi, la FIC è una pucciosissima NaruHina, Naruto e Hinata sono due bambini che si sperano amici, due anime legate dal filo rosso del destino. Anzi, il filo rosso del chakra di Kyuubi. Perché Hinata, è il Jinchuuriki segreto dello Yin!... E, in quanto jinchuuriki, i due sono dunque tenuti a distanza per esigenze interne e politiche, nonostante soffrano per la loro disperata solitudine, e non sapendo ancora di essere, entrambi, i Jinchuuriki della Volpe a Nove Code. Ma non è, solo questo... chi sono veramente, Naruto e Hinata? qual è il loro destino?... Mentre i due bambini stanno ormai per entrare in Accademia, qualcosa in più verrà svelato e il Novecode farà la sua comparsa a cospetto del padre di Hinata, per svelare chi è veramente sua Figlia, e l'antico Legeme di "fratellanza spirituale", che lega tra di loro Hinata e Naruto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hagoromo Otsutsuki, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Kurama, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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UNA SCONFITTA SEGNATA



Una sconfitta a tavolino.
Come la tua, nel giorno del destino.




*****



Svezzandosi un paio di ore al giorno, gli Hyuga venivano indirizzati nella via del ninja fin dai tre anni. Così fu per Hinata.
Come pure per Hanabi, che di anni ne aveva ormai compiuti cinque, età in cui si stabiliva di passare a 4 ore di un allenamento più mirato, e dai ritmi ben più estenuanti.
Ora ovvio quindi, vista la nuova situazione, che non si poteva più pretendere di allenare separatamente le due... contendenti.

Di conseguenza, se il training mattutino per Hinata era rimasto solitario, quello pomeridiano era ormai vissuto in coppia con la sorella minore, anche se ciò non prevedeva generalmente alcuno scontro.
Un allenamento separato, avrebbe in pratica sortito lo stesso effetto. Ma per praticità il padre le allenava assieme, per seguirle meglio entrambe e abituarle quanto prima al loro eterno confronto.

Un'acerrima contrapposizione, per meglio dire, privata preliminarmente di qualsiasi sentimento e alcunchè di familiare, e brutalmente impostata in tal senso dal padre. In definitiva, per entrambe le figlie, una simulazione di totale disinteresse l'una per l'altra, e una lotta psicologica a distanza zero tra due ninja estranei e indipendenti.
Poiché dissimulare i propri progetti e i sentimenti, e sfruttare la psicologia dell'avversario per poterlo anticipare e prevederne le reazioni e gli intenti, sono due vere abilità di ogni ninja che si rispetti.

Una recita totale per entrambe le figlie, quindi, condotta tra l'altro bene da Hinata, ma vissuta come una vera tortura. Poichè, rispettando l'obbligo di non curarsi in alcun modo della sorellina più piccola, dovette assistere al suo radicale cambiamento La metamorfosi di una graziosa bambina in un perfettissimo automa, dal ben chiaro obiettivo e scevro di qualsiasi esitazione in vista del suo compimento.

Sopravvivenza, questione di vita o morte. Questo era. E pur senza comprenderne il motivo, la piccola Hanabi afferrò chiaro e tondo che si trattava di una costante lotta per non svanire, da combattere contro la sorella maggiore, la persona che aveva mentito di volerle bene. Poiché capì che in effetti era vero: era stata abbandonata da lei, "perché erano nemiche e solo una di loro sarebbe potuta essere la preferita di papà".

E, a quanto pare, la preferita per ora era Hinata, visto che il padre si rivolgeva quasi esclusivamente a lei, cercando spesso di correggere gli errori della sorella traditrice, e consigliandola su come fare.
Così, ad ogni volta che il padre si rivolgeva a quella specie di sciacquetta, l'odio della piccola Hanabi cresceva.
Si sentiva totalmente esclusa dal mondo. Ed era sicuramente l'odio a tenerla al passo con la sorella primogenita, non solo il talento.
Perché per quanto la seconda figlia di Hiashi mostrasse più talento di quanto ne avesse la maggiore alla stessa età, non poteva di certo competere con una kunoichi avanti di quasi cinque anni.


Ma da domani, le cose sarebbero cambiate. Domani si sarebbe scontrata con lei e avrebbe vinto, perché Hinata era cattiva. E perché invece lei era forte. Perché la odiava con tutte le sue forze.
Non era... l'istinto di sopravvivenza. Un nitido odio faceva andare avanti Hanabi, e la spingeva a non tentennare mai e rialzarsi sempre, superando i suoi limiti.

Mentre Hinata, la Jinchuuriki segreta del Kyuubi, al contrario, ogniqualvolta cadeva crollava del tutto, sentendosi come se si stesse osservando da sola da fuori. Le pareva di vivere un incubo. Toccava sempre con mano, proprio nel momento in cui si sarebbe dovuta rialzare, il disprezzo del padre, l'odio della sorella e... l'assenza della defunta madre. Si vedeva dunque vivere, ed era un pessimo spettacolo.

Come poteva cambiare determinate situazioni? Certe logiche? Non aveva alcun legame. Né il clan, né una famiglia. Nessuno che credesse in lei e nel suo cuore di vetro andato in frantumi.
E, non confidando nessuno in lei, ed essendo stato già stabilito che non valesse nulla... che senso aveva raccogliere i pezzi dell'anima e lottare unicamente per se stessi? Dove l'avrebbe portata tutto questo?
All'usare Kurama come uno strumento per far innamorare Naruto, e ottenere un legame fasullo e coatto? Oppure... per sparire lontano e sfuggire al disprezzo, la vergogna e il disonore?


Casata principale, casata cadetta, sigillo crociato. La piccola Hinata sapeva bene cosa erano queste tre cose, la sua educazione era comprensiva delle linee generali della storia del suo clan.
Comprendeva perciò bene, cosa c'era in ballo: secoli di sacrifici per una continuità di sangue ufficialmente riposta su di lei; la lenta conquista di un clan nell'essere reputato nobile e pacifico; la possibilità di poter vivere stabilmente al Villaggio di Konoha senza essere temuti o emarginati come gli Uchiha per l'abilità oculare. Tutti equilibri precari, questi, facilmente compromettibili.

Ma per quanto la corvina sapesse, non comprendeva fino in fondo il senso di tutto questo... 
IL MOTIVO vero, per il quale il clan era così convinto che proprio lei avrebbe rovinato tutto. E il perchè, dalla morte della madre, dovesse sentirsi così oppressa da tutto questo, perchè dovesse essere unicamente sulle sue spalle, e il come ogni cosa che avveniva nella sua vita la conducesse al sentirsi così inadeguata. 

Regole, passato, futuro. In tutto questo non c'era un briciolo di vita presente. Qualcosa per se stessa per la quale valesse la pena proseguire. Un motivo per combattere scelto liberamente, un Sogno, un'ancora a cui aggrapparsi. E, alla vigilia del fondamentale scontro con la sorella, per la prima volta nel suo futuro Hinata non vide altro che questa immutabile e tetra continuità. Un'infinita spirale. Come prevedibile e già scritta.
INFATTI... si rese perfettamente conto che l'indomani avrebbe perso irrimediabilmente. Il padre le aveva dato un ultimatum che avrebbe fallito e rifallito ogni due settimane. E avrebbe perso ogni volta perché era uno scontro impari, senza alcuna possibilità di vittoria. Con che coraggio infatti poteva colpire la sorellina più piccola che aveva tradito, e tanto aveva ragione ad odiarla? Con che ardire poteva segnare lentamente la sua condanna?

 
Dopo averla disillusa sul loro legame, tutto il mondo di Hanabi ruotava ora esclusivamente sul dover primeggiare, per poter almeno confermare la sua esistenza senza sparire del tutto.

E mentre Hanabi ancora non sapeva del Sigillo Crociato, Hinata era invece ben consapevole,
che una di loro sarebbe stata MARCHIATA e relegata nella casata cadetta, come un uccello in gabbia tarpato per sempre delle proprie ali.
E la corvina, che già con largo anticipo conosceva bene questo senso di impotenza, non voleva che lo assaporasse anche la sorella.
Questo destino indelebile, ci sarebbe comunque stato. Inevitabilmente. Se era dunque il suo come sembrava, e come loro della cadetta volevano, tanto valeva deciderlo, e farsene carico.

E infatti, aveva stabilito. Aveva stabilito che sarebbe stata lei a perdere.
Non per paura, né per rinuncia, ma per scelta. Quasi lucida. Disperata. Consapevole.

Perché questa maledetta croce in fronte, qualcuno l'avrebbe dovuta pur portare.
E passare questo calice alla sorella più piccola che doveva proteggere, sarebbe voluto dire una sola cosa: tradirla davvero, rinnegando se stessa.




*****






Hai idea della sofferenza che comporta vivere una vita priva di Sogni e di qualcuno che abbia bisogno di te?
Intuire con nitidezza la propria vita come inutile?

A volte, mi sento un'ombra. Eppure... sono un'ombra che adombra e stritola la vita di qualcun altro...
Come può, un'ombra, fare del male ed essere odiata così tanto?

Forse... mi sto sbagliando. Non sono io... il vero fantasma di questo mondo.

Io un traguardo da conseguire, in fondo, ce l'ho... E di me, tutto sommato, si parla.
Domani potrei avvicinarmi al mio Sogno, renderlo un pochino più tangibile.

Ma se lo facessi, tu Hanabi ti accorgeresti come a un tratto di trovarti in un Incubo senza via d'uscita.
E io non voglio, che tu mi consideri il tuo Incubo. 

Perché tu... tu fai parte del mio Sogno. Ne sei la Chiave. L'ultima parte.

Sei il Sogno stesso... lasciato in eredità e che si ripete.
  
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