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Autore: JackPortiero    06/04/2012    1 recensioni
Fic REVISIONATA in data 27/10/2023. E se TOBI IS HINATA? - by JackPortiero, l'ideatore della pazza teoria. QUARTA SAGA. Siamo sotto Izanagi. Ma in questa Illusione/Sogno di Tobi, che altri non è che Hinata dalla vera realtà, tutto finora va come era andato nella vera realtà. Per ora, quindi, la FIC è una pucciosissima NaruHina, Naruto e Hinata sono due bambini che si sperano amici, due anime legate dal filo rosso del destino. Anzi, il filo rosso del chakra di Kyuubi. Perché Hinata, è il Jinchuuriki segreto dello Yin!... E, in quanto jinchuuriki, i due sono dunque tenuti a distanza per esigenze interne e politiche, nonostante soffrano per la loro disperata solitudine, e non sapendo ancora di essere, entrambi, i Jinchuuriki della Volpe a Nove Code. Ma non è, solo questo... chi sono veramente, Naruto e Hinata? qual è il loro destino?... Mentre i due bambini stanno ormai per entrare in Accademia, qualcosa in più verrà svelato e il Novecode farà la sua comparsa a cospetto del padre di Hinata, per svelare chi è veramente sua Figlia, e l'antico Legeme di "fratellanza spirituale", che lega tra di loro Hinata e Naruto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hagoromo Otsutsuki, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Kurama, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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SULL'ORLO DEL BARATRO... (part - 1)



"Con che occhi di fuoco mi guardi, sorella. Non posso tradirti sul serio... non posso..."




*****



Hinata correva disperatamente. Era finita. La sua vita era finita senza rimedio.
Il padre l'aveva avvertita, che non doveva perdere assolutamente... Invece aveva fallito come immaginava bene sarebbe successo. E come sempre si sarebbe ripetuto.

Recitò bene, la sua parte. Parve quasi un vero scontro. Un'inetta battuta dalla sorella con molto più talento. Ko infatti sembrò cascarci.
Ma il padre, che conosceva il reale potenziale delle figlie, dopo aver scosso la testa uscì lentamente chiudendosi la porta alle spalle. Senza dir nulla nemmeno ad Hanabi, che lo guardò aspettando invano un suo riconoscimento. Ma Hiashi Hyuga non aveva nulla dire, e sembrava parecchio contrariato...

E in effetti lo era, con se stesso... Aveva sbagliato di nuovo, pensando che se avesse messo alle strette la figlia maggiore, per spirito di sopravvivenza ne sarebbe infine uscita fuori.
Doveva, venirne fuori. Assolutamente. Perché tra pochi giorni sarebbe iniziata l'Accademia, dove a fronte dei primi fallimenti e prese in giro sarebbe potuto sopraggiungere per Hinata un blocco psicologico totale. Mentre la sorellina minore, pur perdendo, avrebbe sempre lottato per raggiungerla. Infatti il padre intendeva rincuorarla a fondo per la sconfitta.

Questa era la linea guida di Hiashi. Ma Hinata, no... aveva scombussolato tutto mettendo in primo piano la sopravvivenza della sorella. Ed era stata una farsa, per quanto ben congegnata.
Non era così, che doveva andare! Con una primogenita fallita e una secondogenita già arrivata.
Che risultato aveva ottenuto, da tutto ciò? Nulla. E non prevedendo un risvolto del genere, aveva dunque sbagliato come al solito, non comprendendo fino in fondo la sensibilità e la profondità di Hinata, e avendo dunque spezzato il legame tra le sue figlie senza che nessuna delle due ne ricavasse un reale vantaggio per la crescita.

E ora quelli della casata cadetta avrebbero saputo, e ricominciato con le loro stupide e capricciose pressioni.....


(.....)



Ma dove sto correndo!?

Che male allo stomaco... sorella. Quanto bene sono stata colpita. Ma perchè fa così male?

No... non è il calcio che mi hai dato in volo che fa male.
Non è l'essere stata sbattuta a terra, che fa male.
Non è la spalla... che mi fa male.

Ma le occhiatacce che mi date sempre al volo te e papà... Quelle... fanno male.
E' il sentirmi così a terra, che fa male.
Il non avere una spalla su cui poggiare... che fa così male.

Quanto bene sono colpita allo stomaco. Ma non è dolore, questo... E' vuoto.
Voglio sparire!... è il vuoto che mi ha lasciato la mamma che si allarga e risucchia ogni cosa!
Perché deve essere così chiaro? Perché non posso dimenticare? Perché non posso riempirlo?

Io voglio dimenticare tutto, mamma. Gli sto dando il mio corpo... perché Kurama non mi ascolta e non mi fa sparire!?
Io voglio ritrovarti, voglio ritrovare il tuo sorriso. Voglio trovare una persona che mi sorrida...

Quanto vorrei esistesse una persona in grado di sorridermi come te... Qualcuno in grado di sostituirti.
Quanto vorrei trovare una persona... che mi salvi da tutto sorridendomi.

Ma DOVE sto correndo!? Perché sto andando verso l'Accademia? CHI spero di incontrare?




(.....)


La piccola Hinata, nel correre a più non posso, si scontrò accidentalmente con tre ragazzini poco più grandi di lei.
Stavano facendo merenda, e a causa del violento scontro il gelato di quello fra loro in sovrappeso era volato irrimediabilmente a terra, immangiabile.

La bambina sapeva, che era colpa sua, e li guardava vaga senza sapere che dire; comunque tutto sommato sembrava dispiaciuta, e anche un po' impaurita dalla situazione.
Tuttavia, i tre maschi, dopo un attimo di incertezza sul da farsi, non fecero alcun caso "al dispiaciuta", e vedendola così intimorita se ne approfittarono, non avendo alcuna intenzione di fargliela passare liscia.



(.....)


I tre bulletti la afferrarono e la portarono velocemente in un posto nascosto lì vicino. E anche se si trovavano di fronte all'Accademia, tra tutti quegli alberi non avrebbe visto mai nessuno.
 
Il più magro dei tre, uno sdentato che nonostante la bassa statura si sentiva il capo, iniziò a cantargliele.
"Ehi tu!" - le rimbombò a pochi centimetri dall'orecchio, con fare intimidatorio.

L'introversa corvina cercò di risolvere con pacifismo la situazione, dicendo finalmente qualcosa.
"M-mi... mi dispiace..." - provò a dire sinceramente. Ma a loro non interessava. Il piccolo grande capo osservò con stupore misto a irritazione:
"Ehi, ma è una del clan Hyuga!"
 
Un altro dei tre, quello più alto e dalla faccia da cavallo, confermò: "Sì, guarda gli occhi! Sembra cieca!"
Il terzo, quello in carne che aveva perduto il gelato, concluse: "E' dalla casata principale. Deve essere la cugina di Neji."
Lo sdentato sistemandosi il berrettino riprese la parola, e formulò quindi la sua sentenza: "Non ci guarda nemmeno in faccia. E' senza dubbio presuntuosa come lui."
Allorché quello di prima specificò: "Tsk! Crede di essere migliore di noi per le capacità della sua famiglia!"


La piccola si sentì turbata, non era vero per niente, e provò a sostenere piano e timidamente: "I-io... i-io non sono così..."
Dopodiché cercò di approfittare di un attimo di distrazione per fuggire via, ma il tappetto l'afferrò subito per un braccio e strattonandola la riportò in mezzo al cerchio.
Ed il bullo che era stato danneggiato dalla grave perdita del gelato, la accusò: "Cerchi di scappare senza nemmeno chiederci scusa? Che stupida che sei!"
"Non facciamogliela passare liscia!" - stabilì perciò lo spilungone.

E il boss che poco prima l'aveva tirata in mezzo, le mise bene una mano sopra la nuca, spingendo con forza la testa verso il basso, e costringendo Hinata a inginocchiarsi riducendola infine carponi.
La piccola fu così completamente sottomessa sotto ogni punto di vista, fisico e psicologico, nonostante avrebbe potuto stenderli in breve col Juken, se solo avesse voluto.

I tre ragazzacci le intimarono, uno dopo l'altro:

"Tu, fantasma, chiedici scusa!"
"Chiedici scusa come si deve!"
"Di che ti dispiace! Devi dirlo con più convinzione capito!?"


 
*****




Uno Hyuga deve sempre mostrare con dignità chi è! Uno Hyuga non deve chiedere scusa, se non ne ha motivo.
"Io non devo chiedere perdono nemmeno a mio padre, se non serve."
Così mi ha detto mio padre.(1)

Allora perché lo sto facendo, due, tre, quattro volte? Perché non mi rifiuto? Perché mi sto annientando da sola a questo modo!?
E sto subendo l'umiliazione più grande della mia vita, senza aver fatto nulla?

Perché non mi ribello a tutto questo?... Bastava minacciare che mi sarei messa a urlare. Bastava urlare di piantarla. Probabilmente l'avrebbero fatto.

E io... volevo essere Hokage!? Ma chi volevo prendere in giro!? Se mio padre mi vedesse in questo momento... credo che...
Altro che Hokage! Io... senza dubbio... riceverò il SIGILLO CROCIATO. Sarò... il fallimento del clan Hyuga... lo zimbello del Villaggio.

Mi sono arresa, mamma. Non ho più voce, la mia dignità è finita. Il mio Sogno, è finito. Per me... è finita.
Mi sento morire. Ma io però... io non volevo morire. IO VOLEVO VIVERE!

Non è giusto... non è giusto, però! Kurama io volevo solo qualcuno che mi dicesse che potevo tutto! Volevo solo qualcuno che mi incoraggiasse sempre!

Perché nessuno mi sorride e mi tiene per mano!? Perché nessuno mi insegna come ci si ribella!?
Eppure... sono sicura che ce l'avrei fatta...
Era troppo, chiedere che qualcuno ti indicasse la via?
Era troppo... chiedere di avere un amico? Quanto lo volevo... un amico, prima di diventare un fantasma.

Quanto lo volevo, un esempio da seguire. Io... io non volevo svanire...












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(1) - Ovviamente nella FF. Nella 2° Saga della Serie, capitolo 4 (Doveri, Amore e Libertà. Sogno Irrealizzabile?).
  
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