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Autore: _muffin    06/04/2012    3 recensioni
Odio, amore, amicizia.
Gli ingredienti della vita di ogni adolescente, che sia un mago o meno. Ma la vita è imprevedibile e Leila Andersen infatti dovrà spogliarsi di tutte le sue certezze, del carattere duro e forte, tipico di una serpeverde, e scoprirà di essere in realtà molto più sensibile agli avvenimenti passati, ma soprattutto presenti della sua vita. È una corazza quella di Leila che verrà consumata dalla forza imponente dell'amore, da una malattia che piano piano le toglierà tutto e dal suo rifiutarsi di accettare le cose per come stanno. Insieme a lei però anche qualcun'altro scoprirà di essere come non avrebbe mai immaginato di poter essere. La forza dell'amore infatti li avvicinerà, li farà maturare e distruggerà ciò che erano stati prima di trovarsi l'un l'altro.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-CAP.1 Primo Gennaio.

Lunedì primo Gennaio 1996.
Era questa la data che segnava l'inizio di una nuova settimana, l'inizio di un nuovo mese e in fine l'inizio di un nuovo anno. La data tanto attesa da ogni studente di Hogwarts e devo ammettere, attesa anche da me.
Girava voce che il primo giorno del 1996 avrebbe segnato tutti i successivi giorni dell'anno e io, come una stupida, volevo sperarci. D'altronde, avevo una specie di appuntamento con Theodore Nott, o meglio, con il mio migliore amico, perciò non era niente male come inizio anno. Ci eravamo messi d'accordo di vederci in biblioteca, alla fine delle lezioni. Disse che doveva mostrarmi un libro di persona, speravo almeno che non fosse uno dei pochi libri che avevo già letto. Non amavo molto leggere, ma mi lasciavo sempre consigliare qualcosa, mi dava tanto l'aria di "ragazza intelligente".
Sì, lo so. Era infantile e stupido da parte mia pensare a ciò che sarebbe successo durante la giornata invece di cercare un modo per alzarmi da quel maledetto letto. Volevo solo nascondermi dietro ad una vita normale e almeno sognare doveva essermi concesso. Fosse stato diversamente sarei morta prima per lo stress che a causa di ciò che mi faceva restare a letto. Era una malattia la causa, una malattia davvero bastarda. A volte mi lasciava tranquilla e mi regalava giorni sereni, altre volte invece mi faceva disperare a tal punto da farmi superare ogni limite e portarmi a tentare il suicidio diverse volte. Con il tempo ero riuscita a farla diventare una parte di me, le davo ascolto e quando voleva tenermi a letto non mi sottraevo con la forza però lei non mi ascoltava mai perché se così fosse stato, mi avrebbe lasciata libera almeno per il primo giorno dell'anno. Feci un lungo respiro per calmarmi e non lasciai cadere le lacrime che sentii arrivare. Troppe ne avevo versate e ormai non ne valeva più la pena. Ero destinata ad essere controllata da una parte di me che mi sarei portata nella tomba. Io senza di lei non avevo più il permesso di vivere e lei con me non sarebbe vissuta a lungo.
Affondai la faccia nel cuscino e cominciai a piangere per l'ennesima volta anche se ciò significava dare la piena soddisfazione a quella bastarda. Mi aveva distrutta completamente con il tempo, aveva fatto arrivare il mio orgoglio sotto i piedi, non mi sentivo più Leila, no, la vera Leila non esisteva più. Ciò che ne era rimasto non era altro che l'aspetto, anch'esso ormai sciupato. Piansi interrottamente per molto tempo fin quando non sentii una voce gridare il mio nome.
«Leila. Leila, dove sei?» Era Nott.  Mi stava cercando, ma preferivo non farmi  vedere in quello stato da lui.
«Non puoi entrare! Leila non vuole!» Era la voce della Pansy, la mia compagna di stanza. Una ragazza non proprio simpatica ma almeno sembrava mi desse ascolto.
«E tu che ne sai?» Il mio migliore amico era davvero testardo, quella volta però aveva trovato una valida avversaria.
«Quando non si alza dal letto significa che sta male e che di conseguenza non vuole nessuno tra i piedi!»
Effettivamente non mi stava ad ascoltare nemmeno lei. Le avevo chiesto di dire semplicemente che non volevo ricevere ospiti, ma mai il reale motivo per cui non mi alzavo.
«Levati Pansy, non ho tempo da perdere con te.» Poi sentii il rumore dei suoi passi avvicinarsi e diventare sempre più forte. Theodore aveva un modo di fare che adoravo alla follia ed era proprio quello uno dei motivi per cui avevo deciso di dargli una possibilità e lasciarlo diventare il mio migliore amico.
«Come stai?» Era già arrivato accanto al mio letto, ma prima di sentirlo parlare non mi ero accorta dalla sua presenza, eppure era strano, il suo profumo ormai si sentiva bene già da un pezzo nella stanza.
«Sdraiata!» Risposi divertita, Theo però non sembrava esserlo affatto. Aveva una faccia minacciosa che faceva seriamente paura.
«Andiamo Leila! Dico sul serio.» Che  faceva sul serio si era capito, io però non avevo alcuna voglia di fare la seria.
«Non ti incazzare. Vorrei tanto venire con te ma il lettino poi si sentirebbe solo.» La sua espressione seria lasciò il posto ad un leggero sorriso inquietante.
«Mmh. Quindi se non puoi rinunciare alla tua serata di sesso selvaggio con il letto, presumo che dovrò restare qui e rovinarti tutti i piani per stasera!» Mi prese alla sprovvista. Speravo che prendendolo in giro lo avrei fatto incazzare e poi sarebbe andato via, purtroppo però successe il contrario: lui si mise seduto sul letto e con il suo sorriso inquietante cominciò a fissarmi.
«Theo, stai scherzando vero?»
«Niente affatto. Resterò qui fin quando non ti deciderai a dirmi cosa cazzo ti succede Leila.» Non l'avevo mai sentito usare quel tono con me. Di certo però non mi metteva paura e non avevo alcuna voglia di fargli sapere una qualsiasi cosa in quel momento.
«Facciamo che ti spiego tutto domani, quando starò meglio. Promesso!»
«Sarà meglio per te che domani tu mi dia tutti i dettagli. - si alzò dal letto e mi sorrise sincero - Ciao tesoro!» Mi salutò e se ne andò via.
Avevo promesso di raccontargli tutto ed ero seriamente intenzionata a farlo ma i miei piani cambiarono senza avvertirmi.
Quella stessa sera mi portarono in infermeria priva di conoscenza. Era stata Pansy ad avvertire gli insegnanti che stavo male, forse perché era preoccupata o forse solo perché aveva trovato la giusta occasione per gridare a tutta Hogwarts che Leila Andersen stava male già da tempo.

Al mio risveglio, non sapevo ancora le mie condizioni e per quanto tempo avevo dormito.
«Mmmh.» Mormorai involontariamente quando cercai di muovere un braccio, era un dolore nuovo e insopportabile.
«Leila Andersen, ben svegliata. Dormito bene in questi giorni?» Madama Chips mi parlò con una dolcezza unica, decisamente strano.
«Scusi, ha detto giorni? Quanto ho dormito?» Più che parole le mie, sembravano suoni leggeri ed incomprensibili.
«Oggi è il 13 gennaio, signorina. – andò a cercare qualche pozione o non so cosa e poco dopo ritornò - Prendi questa, ti aiuterà a parlare meglio.» Era una pozione per niente invitante dal colore rossiccio, ma Madama Chips mi aveva consigliato di prenderla ed era meglio ascoltarla in quelle condizioni.
«Ora sei in grado di sostenere una conversazione perciò ti chiedo gentilmente di spiegarmi la tua situazione. Voglio sapere ogni cosa dall'inizio, altrimenti non posso aiutarti.» Era più decisa di Theodore a sapere la verità e forse era arrivato il momento di raccontarne almeno un po'.
«Non è nulla di speciale Madame Chips. Semplicemente ho una malattia particolare di cui nemmeno io so molto e spero che lei possa dirmi di più. L'unica cosa importante da sapere è che probabilmente non ho più molto tempo da trascorrere nel mondo dei vivi.» La voce era già molto più chiara e non rivelava nessuna emozione in più di quelle che volevo trasmettere.
«Leila, non stai certo per morire, tranquilla. Almeno non succederà molto presto. Sei molto malata e avrai bisogno di un lungo periodo di cura per stare meglio, ma non posso comunque garantirti la totale guarigione perché purtroppo la malattia è ad uno stato molto avanzato. I sintomi che hai avuto fino ad ora sono stati leggeri in confronto a quelli che avrai in futuro. Sicura di essere pronta?» No, non ero pronta, ero delusa. L'idea di continuare a soffrire così a lungo non era proprio piacevole, tuttavia annuii .
«Quando potrò tornare alla mia vita normale?» Normale non lo era da un pezzo, ma la preferivo al passare le mie giornate in infermeria.
«Molto presto. È questione di giorni la tua presenza qui. Hogwarts ha pensato ad una soluzione per la tua prolungata cura senza dare nell'occhio.»
«Che soluzione?» Chiesi sorpresa e allo stesso tempo leggermente spaventata.
«Saprai tutto quando sarà il momento»


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Spazio autrice:
Salve, prima di tutto grazie per aver letto, secondo fatemi sapere cosa ne pensate e terzo spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, è una mia vecchia fanfic riscritta da zero XD Ora vi saluto e sappiate (ancora) che mi farebbe davvero piacere sapere se vi piace o meno, altrimenti pace e alla prossima U.U

   
 
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