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Autore: _muffin    13/04/2012    1 recensioni
Odio, amore, amicizia.
Gli ingredienti della vita di ogni adolescente, che sia un mago o meno. Ma la vita è imprevedibile e Leila Andersen infatti dovrà spogliarsi di tutte le sue certezze, del carattere duro e forte, tipico di una serpeverde, e scoprirà di essere in realtà molto più sensibile agli avvenimenti passati, ma soprattutto presenti della sua vita. È una corazza quella di Leila che verrà consumata dalla forza imponente dell'amore, da una malattia che piano piano le toglierà tutto e dal suo rifiutarsi di accettare le cose per come stanno. Insieme a lei però anche qualcun'altro scoprirà di essere come non avrebbe mai immaginato di poter essere. La forza dell'amore infatti li avvicinerà, li farà maturare e distruggerà ciò che erano stati prima di trovarsi l'un l'altro.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-CAP 2. Lui
 
Il giorno dopo mi sentivo già meglio. Avrei anche potuto alzarmi per fare una bella passeggiata di cui avevo proprio il bisogno. Volevo sentire il vento invernale sulla mia pelle ed assaporare l'aria fredda, invece mi ritrovavo costretta a stare a letto in attesa di una guarigione lontana.
«Buongiorno Madama Chips, le spiace dirmi la soluzione di cui mi ha accennato ieri?» Madama Chips era appena arrivata e notai che si era portata dietro un uomo, quest'ultimo aveva un'aria rigida e severa.
«Ma certamente! Prima però voglio presentarti il signor Bob!» Scoppiai a ridere, aveva il nome di un cane! Sarebbe stato ancora più divertente scoprire che aveva una sorella di nome Cat.
«ahaha meow! -non riuscivo a smettere di ridere -Per caso ha una sorella? ahaha immagino che andiate d'accordo come cane e gatto! » Feci delle battute pessime, ma ne ridevo con gusto, era una bellissima sensazione poter ridere in quel modo così naturale e spontaneo.
«Non sono venuto qui per farmi prendere in giro da una ragazzina! -si girò verso la porta pronto per andare via - » La sua voce mi fece ridere ancora di più, era forte come quella di un cane di dimensioni medie che abbaiava.
«Aspetti signor Bob, solitamente Leila Andersen non è così maleducata! È sicuramente un effetto causato dalla malattia. -poi si girò verso di me- Leila chiedi subito scusa al signor Bob -lo disse come se stesse parlando ad una bambina di tre anni- , vuole solo aiutarti!» Mi alzai in piedi pienamente cosciente delle mie azioni, andai fino alla porta e un attimo prima di uscire guardai Bob.
«Mi spiace, ma non sono qui per essere tratta come una bambina. Sono cresciuta da un pezzo!» Poi, senza essere fermata andai a fare la mia passeggiata invernale.
Non avevo mai provato un piacere tanto grande a stare all'aria aperta. Sentire il vento sulla pelle, essere circondata dalla neve mi faceva sentire libera, libera da qualsiasi preoccupazione, libera dai pensieri, dai ricordi. Volevo restare lì per sempre, immobile ad assaporare il freddo e la bellissima sensazione di purezza che provavo in quel momento. Poi, all'improvviso, nel modo più crudele che si possa immaginare il mio stato di assoluto benessere lasciò il posto ad emozioni di rabbia ed irritazione. Tutto ciò a causa della SUA voce.
«Ma ciao!» Era Lui, il mio incubo peggiore.
«Sto forse sognando?!»
«No cara, so di fare quest’ effetto ma tu sei molto più fortunata: puoi avermi in carne ed ossa. Comunque piccola, ho saputo che stavi male e ho pensato di aiutarti in qualche modo. Devo dire però che.. sapevo di non trovarti in splendida forma ma addirittura così, in questo stato così poco elegante.»
«Smettila. Sai solo ferire le persone e non fai altro che nasconderti dietro quest'aria da sbruffone, ma in realtà sei poco o niente mio caro Draco Malfoy.» Avrei voluto urlare, disperarmi e piangere, non capivo nemmeno da dove veniva quel finto autocontrollo. Non potevo crederci. Era davvero lì, davanti a me, che sorrideva soddisfatto.
«Non è stato facile, vero? Eppure Ali hai sempre sostenuto di essere forte. Dov'è la tua forza in questo momento? Pensi di essere forte solo perché riesci a trattenere le lacrime e le urla? Ti sbagli di grosso e lo sai.»
«Non chiamarmi mai più in quel modo. Non ne hai alcun diritto. E puoi stare tranquillo che sono molto più forte di quanto pensi.» Stavo mentendo e alla grande direi. In quel momento ero arrabbiata, delusa e terribilmente debole. Avevo sempre immaginato il suo ritorno ma in un modo molto meno doloroso e forse... irreale.
«Invece ho tutti i diritti di chiamarti Ali e lo sai bene. Sai che sono stato io a pensare a un soprannome che prendesse le ultime tre lettere del tuo nome lette al contrario.» 
«Cosa vuoi Draco? Perché sei qui?» Chiesi con un tono dolorante.
«Mi avevano detto che ti avrebbero spiegato tutto loro, invece devo farlo io. Bella fregatura! -prese una pausa- Allora, in breve... io e te diventeremo -ci pensò su - una coppia.» rispose lui tranquillo come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Ma sei scemo? No, perché quello che stai dicendo è del tutto senza senso.» urlai incredula. Era una cosa assurda, lui non poteva farmi una cosa del genere.
«Senti, sta calma! E che ne dici di andare in un posto più tranquillo e caldo?» Sottolineò l'ultima parola, caldo.
«NO. Spiegami ora e qui cosa sta succedendo!» Lì, circondata dal freddo mi sentivo al sicuro, mi sentivo forte, non volevo andare al caldo.
«Allora. Ho saputo che stai molto male e voglio starti vicino, o meglio devo starti vicino. Potresti svenire da un momento all'altro mentre stai in classe o mentre fai colazione o ancora, in mezzo al corridoio. Ti immagini lo scandalo? Le voci che potrebberò nascere? -si fermò ed aspettò una mia risposta, io annuii semplicemente- La nostra scuola vuole evitare tutto ciò per il tuo bene e per quello degli altri. E quale soluzione è meglio di un finto fidanzamento? Potrei sempre starti accanto e controllare che tu stia continuamente bene senza dare nell'occhio. Questa storia non richiederà alcun bacio o contatto troppo intimo, almeno che tu non lo voglia -sorrise malizioso per poi ritornare serio- Dovrai solo passare molto del tuo tempo con me.» Ci pensai un momento su. Non era una cattiva idea ma avevo paura di passare troppo tempo con lui. Non avevo del tutto superato le emozioni provate una volta . Draco, invece sembra non solo aversi lasciato tutto alle spalle ma addirittura aver dimenticato qualsiasi emozione provata per me.
«Davvero non ci sarà niente tra noi oltre che passare tanto tempo insieme? Perché siamo realisti Draco, chi potrebbe crederci?» Forse cercavo solo una scusa per avvicinarmi a lui e forse volevo che lui lo capisse.
«Vuoi essere baciata?» mi guardò negli occhi avvicinandosi con il viso talmente tanto che riuscii a sentire il suo respiro come fosse il mio. Poi, quello che successe dopo accadde in un modo tanto veloce che non mi resi conto di ciò stavo facendo. Un attimo prima le nostre labbra erano ad un centimetro di distanza e poco dopo la distanza era sparita. Mi aveva baciata, anzi, ero stata io a prendere l'iniziativa, l'avevo baciato.
All'improvviso cercai di spostarmi bruscamente, ma nel frattempo lui mi aveva circondata la vite e mi aveva avvicinata a lui tenendomi stretta. Staccai le labbra e sussurrai.
«Perché?»
«Dovrei chiedertelo io. Sei stata tu a baciare me.» Mi lasciò andare e io mi allontanai un po' da lui.
«Sono stata solo un passatempo per te?» abbassai la testa delusa ancor prima di ricevere una risposta ma poi arrivò il suo forte "No." Era forse vero?
«Sei stata importante così come lo sono ora io ancora per te. Ti chiedi se adesso lo sei ancora? È cambiato tutto Ali però io sono qui per te, per farti un favore che può andare oltre ad una stupida finta relazione. Mi vuoi? Fammi tuo. Sono qui.» Non usò alcuna emozione nel suo tono.
«Non posso.»
«Ascoltami Ali! Per una volta vuoi smetterla di pensare alle conseguenze?» Urlò e per la prima volta diede una vera espressione alla sua voce.
«No se è una cosa che mi porterà solo sofferenza!» cercai di trattenere la rabbia, era facile per lui parlare.
«Non posso prometterti che non sarà così.» Ritornò alla sua voce normale e al suo sorriso.
«Allora riportami in infermeria. Sono scappata!»
«Ma sei matta? Andiamo subito.» Mi prese per un braccio e mi trascinò per un po', poi si ricordò che dovevamo sembrare una coppia e mi strinse a sé conducendomi verso l'infermeria. Io ero assente con la mente, ero paralizzata da ciò che mi aveva detto quel giorno, rimasi immobile e mi lasciai portare dovunque volesse.

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Spazio autrice:
Hei, eccomi qui con il secondo capitolo U.U Puntuale come un orologio svizzero, sì, ma solo perchè i primi capitoli li avevo già pronti *shhh, ma che fai, riveli così i tuoi segreti?!* -Eh?! Shh a te coscienza-
Bene dopo questa discussione interiore, torniamo a noi. Che ne dite di queste numerose parole? XD

   
 
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