And it’s breaking
over me,
A thousand miles down to the sea bed,
I found the place to rest my head.
Never let me go,
never let me go.
Never let me go, never let me go.
Never let me go –
Florence and the Machine
Camminavamo già da un po’, la riserva era lontana. E
la casa dei Cullen era anche fuori città, come se si trattasse di qualcosa
fuori dal mondo. Ma nel mondo c’era eccome, e stava rovinando il mio.
«… Allora?»
L’avevo baciata, per un tempo che non ero riuscito a definire. Poi si era staccata da me quasi subito. Avevo cercato di
prenderle la mano ma lei si era scostata, veloce, come se l’avessi potuta
scottare.
Brucia,
ti scortica la pelle.
«Combatto, Liz.»
«Bene. » Scalciò un sassolino incontrato nel
percorso senza trattenere uno sbuffo. «Scusami se penso alla tua vita, oltre
che alla mia.»
«Anch’io penso alla tua vita, e ci penso prima della
mia.»
«Non potete consegnarmi direttamente?»
«Smettila.»
«Lo scopriranno comunque. Potresti scappare con
Bella con una delle loro macchine costose. A lei farebbe piacere.»
Ti
sta scorticando la pelle fino in fondo.
«Non me ne frega niente.»
«Già, peccato che si veda da chilometri come ti
guarda.»
«E come mi guarda, secondo te?»
«Come se ti amasse da morire.»
Da
morire.
Forse mettermi a ridere non era proprio la mossa
giusta da fare, soprattutto se la risata aveva quel sapore così amaro. Il punto
era che sentivo dolore per ogni cosa che decidessi di fare, senza limiti.
«Figuriamoci, c'è ancora questo?»
Capelli
rossi. Bambina. Le braccia bianche di Bella.
Continuò a camminare, senza fermarsi un attimo. Se
ci stava provando, non riuscì a trattenere il rossore che le andò a colorare le
guance.
«Proprio quello che volevo sentire.»
«Che ti prende? »
«Perché dovrei dirtelo se non mi dici che cosa
prende a te?»
I suoi passi erano spediti, lo sguardo alto e le braccia
conserte. Era tutta colpa mia, lo sapevo. Perché non ero mai capace di fare
qualcosa in un modo decente. Avrei dovuto parlarle prima di quello che avevo
intenzione di fare, e invece avevo alzato la voce davanti a tutti come se
quella fosse stata la cosa più naturale del mondo. Combattere con i miei
fratelli, e lo era. Lo sarebbe sempre stata. Ma questo Liz non lo sapeva.
«Liz, sono questo. Non posso cambiarlo.» sospirai.
«Credimi, vorrei. Non puoi immaginare quanto.»
«Non so se l’avevi capito, ma io ci tengo a te. Non
ti voglio perdere. È così sbagliato?»
«No che non lo è.» Prese a camminare più lentamente,
i capelli che le ondeggiavano sulle spalle. Mi avvicinai a lei e riuscii a
cingerle i fianchi con le mie braccia.
«Non dire che è sbagliato.»
«Forse sono solo un intralcio nella tua vita.»,
tentò di allontanarsi, ma io la tenni ferma, a sfiorarle la pancia.
«Questa era la perla di saggezza del giorno?»
«La verità soltanto.»
«Ma Liz… »
«Lei è bellissima.»
Alzò il viso verso di me, il venticello a farle
cadere qualche ciocca sul volto.
«Forse.»
Deglutii.
«Senza forse.»
Distolse lo sguardo, si mise a guardare verso il
bosco, dietro di noi.
«Liz, può essere miss Mondo, non me ne faccio
niente.» fiatai.
«Se Bella non c’entra più… e non so ancora se
crederci… Non andare a combattere. Non devi amarmi fino a morire, non letteralmente, non a questo punto, quello non è
amore. Io non ti condanno a fare niente.»
Lei
non ti condanna.
«Non posso.»
«Jake. »
«È quello che sono. »
«Ma… »
«Trasformarmi in lupo, Liz. Correre, essere un
animale, combattere, proteggere. Sono questo… »
Sospirò.
«Per favore, Jake… io… lo so che sei così e non
voglio che tu… faccia qualcosa che non vuoi. Ho solo paura che…»
«Non devi avere paura.»
«Non ci andare.»
«Non posso.»
«E se io…»
«Liz, se si fosse trattato della ragazza di Jared o
Embry ci sarei dovuto andare comunque.»
«Ma non ce la farei… »
« Sono io quello che si fa sotto per la fifa di non
poter più stare con te, non lo capisci?!» sbraitai.
Cazzo.
Un respiro profondo.
Cazzo.
Mi voltai a guardarla, veloce.
«… P-perché? »
Ho
avuto l’imprinting.
Gola
secca.
Aria
che non c’è.
«N-niente. »
Respira.
«Non ci credo.»
Non
smettere di respirare.
«Niente.»
«Non è vero.»
Colpi.
Colpi su colpi.
Cuore
che si è fermato.
«Jake, ho capito che qualcosa non va…»
Non
parlare.
«Che ti succede?»
Niente.
Aprii la bocca, per parlare.
Ho
avuto l’imprinting.
Sentii una fitta al cuore.
Renesmee.
«Liz…»
«Che succede?»
Renesmee
Cullen ha i capelli lunghi e rossi, come sua madre una volta, quando aveva quei
riflessi al sole. Corre nella foresta, sorride. È bellissima, non è mia. Non
posso essere suo, ma mi ha preso lo stesso.
«Non ti voglio perdere per niente al mondo.»
Lasciò cadere le braccia sui fianchi, come se fosse
stanca. Poi si passò una mano fra i capelli.
«Che cosa c’è?» Fece qualche passo, questa volta fui
io a continuare a camminare.
Non la dovevo
guardare.
Renesmee
Cullen ha il viso perfetto, il naso diritto, piccolo, le labbra carnose – sei
tu, Bella – alta, slanciata, ha gli occhi scuri che brillano, sono dello stesso
marrone della cioccolata calda – sei tu, Bella – , Renesmee corre e ride e le
si infiammano le guance… ed è Bella.
È
uguale a lei.
Sentii il rumore dei suoi passi seguirmi.
Non
farmi parlare, Liz. Non rovinare tutto. Io devo resistere, tu devi resistere,
lo sto facendo per noi, lo sto facendo per te. Manca poco, cazzo. Voglio
tornare a Seattle, sentire i ragazzi al telefono, farli venire in città a fare
i cretini, fare l’amore con te di nascosto perché lì siamo ancora i ragazzini
dell’ultimo anno che sono ancora troppo fuori di testa per capire che sono
innamorati pazzi e riconoscerlo sul serio. Non lo fare, per favore. Voglio
passare tutta la vita così, anche se non più di nascosto. Nel garage, a casa
mia, in una casa nostra, ti puoi portare il gatto che ti ha regalato tua zia a
marzo e dipingere le stanze come ti piace, e prendermi per il culo quanto vuoi
per qualunque cosa e io ti amo, cristo. E so che quando lo saprai mi odierai
per sempre, e non posso lasciare che succeda, perché lo sto facendo per noi.
Perché noi è l’unica cosa buona che ho ancora fra le mani e tutto mi sta
scivolando via.
«Non restare zitto, Jacob.»
«Mi dispiace.»
Non
dire più niente, per favore. Torniamo a casa. Te ne vuoi andare da qualche
parte? Vuoi fare qualche impresa folle? Va bene, va benissimo così. Se solo non
ci fossero quei vampiri di merda a rompere il cazzo lo avrei detto per prima.
Non chiedere, Liz, perché lo saprai, mi amerai ancora e non sarà mai più come
prima. Sono tuo anche se la magia mi tira da un’altra parte. Lo capiresti? So
solo che sei la persona più importante della mia vita e se restare zitto ti
terrà qui con me…
Mi
mordo la lingua, Liz. Non posso parlare.
«Dimmelo, Jake.»
Ho
avuto l’imprinting.
Il
lupo è un nemico, poi una salvezza e poi un assassino. Lo sto odiando perché ti
amo e sarà sempre così.
Mi passai una mano sul viso. Non lo potevo fare.
Avevo resistito tutti quei giorni… l’aria era pesante, anche la terra, sembrava
che mi trascinasse giù…
Il
cuore comincia a graffiarti i timpani oltre la carne, ti grida addosso perché
il momento non doveva essere questo. Perché il lupo può avere tutto di te, ma
non il cuore.
Il
lupo, ora, ti dice di staccarti.
Il
lupo, ora, è vicino a farti fuori.
Non ora. Freddo, ghiaccio, sulla lingua, intorno al
petto, le catene, il sangue…
La
parte umana è sempre più debole, gli umani lo sono sempre. Una volta poteva
essere il momento giusto per dirlo, adesso no. Adesso tutti i momenti sono
sbagliati.
«Ti prego, Liz.»
Presi un respiro profondo.
Diglielo.
Mi raggiunse e sentii le sua mani salirmi sulle
spalle, arrivarmi al viso, toccarmi, niente più delicatezza, niente più
dolcezza. Solo lei.
Diglielo.
«Dimmelo.»
Sei
bellissima, amore mio. Anche ora che sei la persona più coraggiosa che io
potrei mai conoscere, perché non sai niente. Perché mi stai toccando e ho caldo
e muoio di freddo se tu non ci sei. Me l’hai detto tu, ti ricordi? “Non avremo
più freddo, Jake, non ne avremo più.”
Non c’era più aria da respirare. Tutta la roba
tossica del pianeta era lì, nell’atmosfera.
Ho
avuto l’imprinting.
«Liz.»
Ho
avuto l’imprinting.
«Parla. »
Renesmee.
Imprinting.
Renesmee.
«… Io…»
Diglielo.
Basta
promesse, basta sogni, basta futuro.
Non
lo vedi che tutto sta scomparendo sotto i tuoi occhi?
«Jacob… »
«Non volevo… Liz, io non volevo che succedesse… sono
giorni… sono pochi… per favore…»
E questa volta gli occhi lucidi le luccicavano sul
serio e non avevano niente a che vedere con i vampiri di casa Cullen, con la
pelle traslucida e gli occhi del materiale dei gioielli.
Le accarezzai il viso, una sua lacrima mi bagnò la
pelle. Una sola. L’unica.
«Io... non... non voglio lasciarti.»
Ti
amo.
«Non voglio sentirlo.» tremò e sciolse l’abbraccio.
Eravamo vicino casa mia, ora. Si vedevano le luci accese da lontano. «Non dire
che mancano pochi giorni, non è la fine. Hai diciotto anni, non parlare così.»
Ti
amo.
«Non ci andare. O dimmi che farai di tutto per
tornare vivo, promettilo, giuralo. Non voglio sentire nient’altro.»
Non
vuole sentirlo.
Le gambe erano pesanti, i piedi dolevano, e ora si
era fatta sera. Una di quelle sere in cui guardi il cielo e ci sono i nuvoloni
e solo a guardarli ti scazzi, soprattutto d’estate.
Ma se sei con la persona più importante della tua
vita non importa più.
«Io… io te lo giuro. Ma ricordati che… » cominciai a
dire, le parole mi morirono in bocca.
Occhi lucidi. Voce che non parla, passi veloci.
Evitava anche solo di sfiorarmi. Avrebbe dato un
saluto veloce e un sorriso a Billy, sarebbe sembrato sempre e comunque
splendido, poi sarebbe corsa in camera sua…
Perché la voce mi moriva in gola?
Perché
è uno sbaglio.
Ebbi l’impulso di dare un calcio a qualcosa.
È
quello che sento.
Cercai di riprendermi.
Respiro.
Respiro profondo.
Avevo visto piangere Liz per motivi seri e per
debolezza, frustrazione. Lei cercava di andare da qualche parte da sola, ma io
ero sempre abbastanza veloce da abbracciarla prima che mi chiudesse la porta in
faccia. Non lo doveva fare. No.
Respiro profondo.
Sei
l’unica cosa che sento, Liz.
Catene.
Acciaio.
«Ricordati. »
Cavi.
Corde.
Tirano,
tirano, tirano forte.
«Ricordati che ti amo.»
Trovai la sua mano, gliela strinsi, il sangue che
fluiva era denso, faceva male. Adesso graffiava anche quello.
«E può succedere… qualunque cosa. Rapimenti,
cazzate, problemi seri, vampiri italiani. Ricordati questo.»
E
posso avere tutta la paura del mondo, può esserci Renesmee Cullen, Bella Swan,
Bella Cullen… devi ricordarti di questo, perché sto lottando. Lo sto facendo a
mani nude contro armi che pungono e tagliano ma tu ricordati di questo.
Ne
ho bisogno.
***
Era mezzanotte quando ricevetti la chiamata.
I Volturi sarebbero arrivati entro quarantotto ore,
l’avevano deciso. Nella visione, diceva Alice, la luce era debole, del primo
pomeriggio, e il vento soffiava verso di noi.
Glielo dissi la mattina dopo, presto. Non avevo
dormito e Liz se ne accorse subito. C’erano troppe cose che non andavano bene e
lei non era stupida, non lo era mai stata.
Cercò di disegnare qualcosa ma le tremava la mano,
le scivolava la matita dalle dita, non parlava.
Poi la abbracciavo e dicevo :“Andrà tutto bene,
vedrai”.
Non
lo vedrai mai.
Non avevo paura di combattere né di morire. L’unica
cosa che riusciva a rubarmi il sonno era che qualcosa – quel qualcosa – potesse spezzarci completamente. Ed era sul punto
di farlo.
La cucina era deserta, la televisione accesa solo
come sottofondo; lei era seduta sulla sedia, ma ormai aveva rinunciato a
mettere su carta qualunque pensiero. Fissava lo schermo, il mento appoggiato
alla mano.
Era uno di quei momenti in cui avrei voluto gridare
e correre e fuggire solo per provare a
soffocare tutti i pensieri. A soffocare quel pensiero.
Spensi la televisione, la abbracciai di nuovo, con
le stesse parole e altre nuove, sembravano sempre le stesse, sembravano non
avere più voce.
Si
avvicina a me, mi prende la mano. Ha quel profumo che inalo quando passo dalla
profumeria vicino scuola, mi impedisce di respirare.
"Tu
non te ne vai, vero?"
Alzo
lo sguardo. Bella ha gli occhi gialli, vuoti. Le hanno tolto tutto il
cioccolato.
"No,
Renesmee. Non me ne vado."
Liz aveva i capelli sciolti, una frontiera in testa.
Gli occhi più belli del mondo. Non volevo ricordarla così. Non volevo ricordarla e basta. Volevo che restasse
sempre con me.
"Meglio
il viola o il blu, Jake?" Renesmee volteggia davanti allo specchio, si guarda
prima di scegliere il suo vestito per il ballo dell’ultimo anno. Non sa ancora
con chi andare, per lei è troppo difficile.
"Sei
sempre bellissima."
Viola
come il vestito di Liz al ballo di dicembre. Blu come il vestito di Bella,
quando era andata a ballare con Edward.
"Va
bene viola. Tanto, mamma, tu hai un sacco di vestiti blu, non posso somigliarti
sempre."
Tremore, paura. Non potevo crederci. Io volevo
restare con Liz, solo con lei. Amavo lei e non c’era più tempo. Il tempo stava
per scadere.
La baciai, di nuovo. Le sue labbra morbide sulle
mie, le sua mani frenetiche fra i miei capelli.
Calore, strisce di fumo.
Bruciature.
Cicatrici.
Il mio corpo che non riusciva mai a contenersi,
perché non c’era più tempo, non ne avevamo più. La baciavo, ancora. E non c’era
più tempo. Un continuo rumore nelle orecchie. L’orologio sul mobiletto accanto
al divano. Dopo l’incidente di mio padre avevamo tolto quello appeso al muro e
adesso c’era solo quello. Secondi, minuti, il tempo ci stava lasciando.
Mi allontanai e mi accorsi di quanto potessi essere
lento. Avevo ancora il sapore di Liz in bocca, sulla lingua, la sua voce che
diceva poco quanto niente. Perché lei non ci credeva, lei aveva paura della
morte, io di qualcosa che mi sembrava anche peggio di quella. Tolsi le pile
dall’orologio, il rumore della plastica bianca sotto le mie dita. Di nuovo,
così. Niente più rumore. Niente secondi, minuti. Adesso eravamo solo noi.
Socchiusi le labbra sulle sue, la cercai di nuovo.
Ora non c’era nessun suono a parte il nostro respiro. Il nostro riflesso da
qualche parte, l’ombra, il fiato che se ne andava. E poi i battiti del cuore,
ancora le uniche cose che potevo distinguere senza avere paura dei numeri.
«Domani.»
«Sì.»
Mi ero intrufolato nella sua stanza, in silenzio.
Perché eravamo ancora i ragazzini dell’ultimo anno che si credono abbastanza
grandi per innamorarsi davvero. Il lenzuolo non mi serviva, ma lei sembrava
sempre sul punto di battere i denti per il gelo.
La strinsi a me. Odore di vita, di lei, di cose che
non avevo ancora visto.
«Non fare brutti sogni.»
«Mi vuoi manipolare la testa?» Cercò di ridere, ma
la sua voce si inclinò. Cominciarono a cadermi addosso le puntine di metallo
che erano tutti i giorni passati da quando avevo deciso di non dirle niente.
«Lo devi fare, fallo per me.» Lasciai scivolare la
mia bocca sulla sua guancia, era fresca. Si era solo sciacquata il viso con l’acqua,
sì, le sue mani davano di sapone, il profumo di quei fiori che si usano sempre
per quelle cose.
Liz.
«Piccola…»
Sei
il mio cuore che batte, il lupo non ti può portare via.
Si girò, il fruscio delle coperte contro le mie
gambe. Poggiò la testa sulla mia spalla, mentre io mi voltavo verso di lei. Le
cadde una ciocca di capelli sul viso, vicino al naso, gliela spostai con le
dita. Aveva gli occhi lucidi che brillavano.
«Sono qui.» sussurrai.
Ero vicino alla tempesta.
Sono
qui, Liz.
Le accarezzai i capelli, una mano a stringerla sul
fianco. Avevo finito il tempo, le ore che mi separavano dal giorno stavano
incendiando tutto.
Non doveva succedere, lo sapevo. Perché così
sembrava che stessi andando a morire e che quella fosse la nostra ultima notte.
Le sfilai i pantaloncini che indossava per dormire, mi feci strada. Non c'era più tempo, io avevo bisogno di lei.
Le sue mani, le mie. Le sue labbra, le mie.
Trovai rifugio.
Sospiri.
Renesmee.
Io non sentivo altro che sangue, e catene, e la
pelle di Liz, e la bocca, e… quello che volevo.
La ragazza che amavo.
Poi sarebbe ritornato l’acciaio, sarebbe ritornato
il buio.
E il sangue, e il dolore, e le fitte, e le parole incastrate
nella gola…
Sono
qui, Liz.
«Resta con me.»
La guardai, e mi sembrò che il tempo si potesse fermare davvero.
Sono qui.
*
*
*
*
Ciao <3
Sapete cosa spero? Che leggiate la storia fino alla fine. Magari adesso mi odiate, e forse mi odierete, e mi forse odierete ancora. Però per dire veramente che mi odiate, magari leggete tutto :D Ormai ho capito. L'unica cosa che devo fare è scrivere. C'è un'amica che sa una cosa importante che succederà, un'altra che crede di sapere tutto e in realtà non sa niente, quindi... leggete :D io spero di riuscire a scrivere... a scrivere bene. E di regalarvi tante emozioni con Jacob, Liz, Bella, e tutti gli altri <3
La scorsa settimana ho pubblicato un missing moment su Liz, si chiama Curved Line, mi farebbe piacere se andaste a darci un'occhiata. Ah, e sto anche continuando la pubblicazione della long JacobxBella September ends. Vi ringrazio tanto, per tutto. Ringrazio chi recensisce, e chi mette la storia fra preferite, ricordate e seguite <3 E ringrazio tanto tutte le persone che mi sono vicine <3 Tanti auguri di buona Pasqua :)
Grazie davvero.
Ania