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Autore: evenstar    02/11/2006    12 recensioni
La sede dell'Ordine dela Fenice deve essere cambiata, ma se qualcosa nel modo di contattare i membri dell'Ordine andasse storto? E se qualcuno non ricevesse l'indirizzo corretto? Partita come una storia breve su un incidente di percorso questa ff si sta trasformando in qualcosa di molto più complicato in cui i colpi di scena non mancheranno! Tra i protagonisti ci sono anche i membri dell'Ordine della Fenice in generale, ma non sapevo come metterli tra i personaggi non volendo elencarli tutti.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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E siamo alla fine.

Nonostante questa storia mi abbia fatto impazzire, mi sia dovuta fermare due volte con il blocco dello scrittore, mi sia arrampicata sui vetri per fare quadrare le cose, mi dispiace essere arrivata alla fine. Mi ero così abituata a scriverla che mi mancherà, con le sue trame, i suoi complotti e la sua bella dose di sfiga… povero Remus, gliene sono capitate di tutti colori, mi sento quasi in colpa per lui.

I ringraziamenti adesso sono d’obbligo, per cui un grazie immenso a : Alektos, CUCCIOLA_83, eilantha, Lu, Nonna Minerva, Luna92, Evan88, lilistar, AleLupin, Slytherin Nikla, fennec, HermioneCH, Bj90, dany, Shining soul91, tonkseremus4ever, DarkElectra, muriel, Mixky, Shiri Malfoy, gilmore86, Rue Meridien, ginny16, Carillon che, chi più chi meno, hanno commentato e mi hanno dato dei suggerimenti importanti per mantenere una certa obiettività e analizzare con distacco (per quanto questo sia possibile) la storia.

Un grazie anche ai lettori silenziosi che, per un motivo o per un altro, non hanno mai commentato… almeno alla fine un commentino per dirmi se  la storia vi è piaciuta me lo lasiciate?

Ciao e alla prossima storia.

Evenstar

 

 

CAPITOLO 25

 

Mentre procedevano per la strada un fuoco d’artificio esplose nel cielo, il gruppetto davanti a loro fece qualche apprezzamento a voce alta mentre Dora si voltò a guardare Remus, sicura che avrebbe sbuffato sul modo troppo plateale di festeggiare che metteva in pericolo la segretezza del mondo magico.

Il mago, sentendo lo sguardo penetrante della moglie su di sé, si voltò e le sorrise. – Stai tranquilla, oggi non mi sento per niente polemico, - disse chinandosi e dandole un bacio sulle labbra socchiuse.

- Guarda, siamo arrivati! – disse eccitata Tonks qualche minuto dopo, riuscendo a scorgere un campanello di maghi e streghe che sostavano davanti al Paiolo Magico, in attesa che la coda per entrare nel locale e poi a Diagon Alley si smaltisse. Anche loro due si misero in fila, aspettando qualche minuto fermi sul marciapiede per poi entrare nel locale: il Paiolo era letteralmente stipato di persone, chi era arrivato prima era riuscito a sedersi ma molti altri erano in piedi, con in mano boccali di Burrobirra, bicchieri colmi di Whisky Incendiario e altri liquori più o meno legali. Tutti stavano parlando con tutti, tutti festeggiavano, brindavano, ridevano e inneggiavano all’eroe Harry Potter Colui-che-ha-ucciso-Voldemort.

- Hai sentito? – chiese Tonks a Remus.

- Cosa in particolare? – chiese a sua volta il mago, assordato dall’ennesimo brindisi.

- Il nome che hanno dato a Harry.

- Sì, pare che dare soprannomi sia diventata una moda, ormai.

- No, cioè sì. Ma a parte quello… Voldemort. Lo hanno chiamato Voldemort! – disse la giovane sconvolta.

- Ormai non fa più paura, non so cosa possa aver detto Minerva per ottenere un successo così immediato e un’accettazione così totale della realtà delle cose, - rispose Remus.

- L’altra volta non fu così.

- No, tant’è che Voldemort rimase Colui-che-non-deve-essere-nominato.

- Non trovi che sia strano? – chiese Dora.

- No, le persone sono stanche di avere paura, credo che debbano per forza cedere che sia finita per poter andare avanti.

- Non si può vivere nella paura, - ammise la giovane lanciando uno sguardo eloquente al marito.

- No, non si può. E io l’ho capito grazie a te.

Dora sorrise e riuscì a procedere verso il retro del locale, diretta verso l’ingresso di Diagon Alley. Il muro che portava alla più famosa strada magica di Londra era stato lasciato aperto, consentendo il flusso continuo di maghi e streghe che entravano e uscivano. Lupin e Tonks si insinuarono nel flusso e riuscirono ad entrare: lo spettacolo che si parò loro davanti li lasciò a bocca aperta.

I negozi erano stati decorati, gran parte delle decorazioni provenivano dal negozio di scherzi dei gemelli Weasley: il cielo sopra la via era illuminato a giorno da fuochi d’artificio di tutti i colori, molti dei quali sguisciavano anche tra la folla, lasciando scie brillanti. Le vetrine dei negozi erano state dipinte con colori accesi che rappresentavano allegorie di Voldemort e ritratti di Harry, lanterne luminose erano state appese alle porte e la facciata della Gringott era stata decorata con miriadi di candele scintillanti.

- E’ bellissimo, vero? – chiese Tonks.

Remus era rimasto a bocca aperta, fissando stupito tutto quello che vedeva: non si era aspettato davvero qualcosa di simile. – Vero! E’ incredibile.

I due fecero un giro, godendosi i festeggiamenti e le risate che aleggiavano per la via affollata, tenendosi per mano e avanzando a fatica.

Fu Remus, dopo quasi un’ora, a parlare. – Ti dispiace se torniamo alla Tana?

- No, certo, - rispose la giovane, preoccupata dal fatto che Remus si fosse stancato troppo. – Sei stanco?

- No ma mi manca qualcosa, o meglio, mi manca qualcuno, per poter festeggiare al meglio, - rispose il mago, leggermente imbarazzato.

Tonks sorrise. – D’accordo, andiamo a recuperare il nostro marmocchietto.

Si Smaterializzarono per ricomparire fuori dalla Tana, tutte le luci all’interno erano ancora accese e dalla casa provenivano risate e voci di persone che parlavano e scherzavano. I due entrarono, cercando di farsi sentire sopra il rumore di tutta la piccola folla radunata nella casa; vennero accolti con sonore pacche sulle spalle e strette di mano e, Remus in particolare, venne acclamato da tutti. Infine riuscirono a identificare la chioma fluente di Fleur e le si avvicinarono.

- Ciao, Fleur, - disse Tonks, richiamando la sua attenzione.

- Oh, ciao, - li salutò anche lei, girandosi per parlare con loro seguita da mormorii di disapprovazione dei due Auror con cui stava discutendo fino a pochi istanti prima.

- Come è andata con Elija? Vi ha dato problemi? – chiese Lupin, preoccupato di non vedere il bimbo.

- No, è stato bravissimo. Lo abbiamo messo nella stanza di Bill a riposare, con tutta questa confusione si stava agitando. Bill è andato giusto adesso a vedere come va. Eccolo, - disse indicando il marito che stava avanzando verso di loro.

- Ciao.

- Ciao, arrivo adesso da Elija. Dorme tranquillo, siete sicuri di non volerlo lasciare qui? Potete rimanere anche voi a festeggiare, mamma ha rinunciato già da qualche ora a mandare via tutti e farci andare a letto, - disse il maggiore dei figli Weasley.

- No, ti ringrazio ma io preferirei andare a casa, - rispose Remus guardando Dora che annuì, dicendosi d’accordo con lui.

- Va bene, allora. Vado a prendere il giovanotto, poi vi consiglierei di scappare senza salutare o rimarrete incastrati qui per tutta la notte, - disse il ragazzo avviandosi da dove era appena arrivato e tornando qualche minuto dopo con in braccio Elija, che nel frattempo si era svegliato e osservava con sguardo assonnato il trambusto che lo circondava. Bill diede il bimbo a Tonks che lo prese e cominciò ad avvolgerlo in tutte le copertine che avevano portato da casa. Salutarono Fleur e Bill e poi si diressero verso la porta, passando accanto a decine di Auror e membri dell’Ordine della Fenice non più molto sobri.

Uscirono nella notte e inforcarono le scope, decollando nella notte illuminata da continui scoppi di colore; durante il volo incontrarono moltissimi gufi di ogni forma e dimensione che passavano loro accanto, diretti verso i destinatari delle missive che portavano legate alle zampe. Arrivarono a casa decisamente più intirizziti di quanto non fossero stati quel pomeriggio nel volo d’andata ma Elija, al contrario, si era di nuovo addormentato e continuò a dormire anche quando Lupin lo mise nella sua culla, portando però poi il lettino nella sua camera da letto.

- Basta coccolare lui, adesso, - brontolò Dora svestendosi e infilandosi sotto il piumone caldo.

- Sei gelosa? – domandò Lupin sorridendole e andando a stendersi accano a lei, stringendola e cercando di scaldarla.

- Certo che sono gelosa.

- Allora devo assolutamente fare qualcosa, - rispose il mago sfiorandole le labbra con le proprie e assaporando il suo profumo.

- Sì, devi assolutamente…- rispose la giovane chiudendo gli occhi e passandogli le mani tra i capelli per poi cingergli il collo.

Remus scese a baciarle il collo e poi si stese di fianco a lei, Dora si spostò in modo da appoggiare la testa sull’incavo del collo del marito e passò una mano sul suo torace, abbracciandolo e stringendosi a lui, socchiudendo gli occhi e sospirando di piacere.

- Sto bene così, sto davvero bene, - mormorò strusciando la testa contro il petto di Remus e sentendo una delle sue mani che le si appoggiava tra i capelli, giocando tra le ciocche rosa.

- Adoro quando hai i capelli rosa.

- Come mai ti piace tanto questo colore?

- Perché è quello che avevi quando ti ho conosciuto, - rispose posandole un bacio tra le ciocche arruffate. - Ed è quello che tieni quando sei felice e tranquilla. E se sei felice tu lo sono anche io.

- D’ora in poi staremo insieme, noi tre. Non permetterò a nessun altro, mago o strega che sia, di separarci. Ho bisogno di voi due, - mormorò la giovane chiudendo gli occhi e rabbrividendo di piacere quando le mani di Remus scesero fino alla sua schiena, disegnando dei piccoli cerchi sulla sua pelle.

- Anche io ho bisogno di voi. Ti amo, Dora.

- Ti amo anche io, Remus.

Si addormentarono così, uno nelle braccia dell’altro, finalmente tranquilli.

 

 

Fine

  
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