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Autore: DelenaVampire    07/04/2012    1 recensioni
E se nella famiglia Salvatore ci fosse stata una sorella? Forse lei avrebbe impedito ai due fratelli di dividersi e di freddare così i loro rapporti?! Come può essere di no.
Ecco l'intera storia riscritta, però camibata. Con l'infanzia di Damon, Stefan e Lexi. (la sorella).
La vita... dopo 145 anni i tre fratelli si rincontreranno...
Lo so, è una pazzia, ma dovevo scriverla spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I come back!
Scusate, lo so il ritardo è imperdonabile.
Sommate a tutti i problemi anche una mancanza di idee e avete centrato il punto.
SCUSATE ancora.
Spero vogliate perdonarmi
Baci ;)
Abito indossato da Alexandra:



La vita e l'infanzia dei tre fratelli Salvatore!

 

Capitolo o3: Compleanno! (1o ottobre 1861)


Pov. Lexi

Aprii lentamente gli occhi e, la prima cosa che feci, fu richiamare alla mente che giorno fosse. Ricordato quello, guardai l'orologio. Erano le 7:oo. Scivolai fuori dalle coperte calde e andai in bagno. Lavata e vestita, scesi in cucina e preparai la colazione, salutando la domestica che mi avrebbe aiutato a preparare il vassoio. Salii le scale, facendo attenzione a non far cadere il vassoio. Mi avvicinai alla stanza di mio fratello e aprii la porta. Come previsto, stava ancora dormendo. Appoggiai il vassoio sul comodino e mi avvicinai alla finestra. Aprii le tende e, ovviamente, mio fratello si girò dall'altra parte, mormorando qualcosa di incomprensibile con voce assonnata.
"Dam...Dam, svegliati! Sai che giorno è oggi?" sussurrai piano al suo orecchio. Vedendo che ancora non mi rispondeva e continuava a dormire, decisi di provare in un altro modo.
"E' il giorno in cui nostro padre deciderà chi è il miglior partito da farmi sposare in futuro" dissi cercando malamente di nascondere le risate.
Come previsto, Damon spalancò gli occhi azzurri che tanto mi piacevano, perchè mi ricordavano quelli della mamma. Scoppiai a ridergli in faccia e riuscii a malapena a dire tra le risate:
"Dovresti vedere la tua faccia in questo momento" 

"Strega" sibilò contrariato, mentre sbadigliava "Come mai mi hai svegliato così presto?" domandò assonnato. Feci una faccia sconcertata del tipo: 'mi prendi in giro?'.
"C'è tu veramente non ti ricordi che giorno è oggi?" chiesi dopo il breve momento di shock. "Ma se sono mesi che non vedevi l'ora di compiere la maggiore età, così da avere un maggior controllo sulla tua vita e poter scegliere quali famiglie e compagnie frequentare" continuai.
"Ah già, oggi è il 10 ottobre" disse piatto, come se il fatto di essere maggiorenne non lo toccasse minimamente, o almeno non più.
"Be comunque sia....auguri fratellino" mormorai triste.
"Ehi Lexi, non è colpa tua. Sai perchè questo compleanno non è tra i più felici che abbia avuto. Ma basta non piangiamoci addosso ancora. Adesso facciamo colazione e dopo ci prepariamo, ricordati che papà ha organizzato un ricevimento con tutte le famiglie più in vista della società per il compleanno del sottoscritto" disse sorridendo.
"Cos'è per caso ti senti importante?!" replicai stuzzicandolo.
"Non sai quanto" ribbattè lui a sua volta.
Mi alzai a prendere la colazione dal commodino e lui fissandomi disse:
"Miglior partito per il futuro eh?"
Scoppiai a ridere quando finse un broncio e gli diedi un buffetto affettuoso sulla guancia.
Finita la colazione decisi di andare in camera a prepararmi, fino a quando....
"Ah quasi dimenticavo" dissi avvicinandomi al suo commodino, nel quale, quando avevo appoggiato il vassoio sulla superficie, avevo nascosto nel cassetto una cosa per lui.
"Questo è per te" dissi dandogli un pacchetto di carta blu.
Incuriosito, lo scartò e vi trovò un anello blu, maschile ovviamente, con sopra lo stemma di famiglia e una 'D' di Damon.
"Grazie tesoro, ma perchè ci hai fatto intagliare una 'D'? Nel caso non mi ricordi l'iniziale del mio nome?" domandò sarcasticamente.
Sorvolai sulla sua ironia e risposi con tutta calma: "Perchè ho intenzione di regalarne uno identico a Stefan quando compirà la maggior età, penso che adesso gli andrebbe troppo grande"
"Decisamente grande" concordò lui.  
Il resto della giornata lo trascorremmo tranuillamente in giardino, tra risate e giochi con Stefan che aveva voluto panzare fuori. Verso le 19.00, quando oramai il sole stava tramontando lasciando liberi nel cielo colori rosastri e facendo spazio ad una fresca ebrezza nottura, decidemmo di rientrare.
Tornati nella villa, decisi di concedermi la pace dei sensi con un bagno caldo e profumato. Non appena uscii dall'acqua mi misi un asciugamano. Tornata in camera, trovai la mia cameriera che mi aveva preparato il bagno e che adesso mi avrebbe aiutato ad infilare il complicato corsetto e il bellissimo vestito da principessa.
Finito di aggiusatrmi mi ammirai allo specchio e non potei non ammettere che Rose mi aveva preparato veramente bene.
L'abito era di un bianco panna coperto interamente da un velo ricamato di pizzi di un colore leggermente più chiaro di quello dell'ametista.
Mentre finivo di aggiustarmi i boccoli, sentii la musica di un lento espandersi nell'aria. Capendo che il ricevimento per i 18 anni di mio fratello era iniziato, decisi, da brava padrona di casa, di iniziare a scendere le scale. Tutti gli sguardi si posarono su di me, guardandomi estasiati come se invece di camminare alleggiassi come una fata nell'aria. Con paso elegante e composto, come mi era stato insegnato fin da piccolina, scesi gli ultimi scalini che mi dividevano da mio fratello che mi attendeva a scalinata.
Mi porse il suo braccio ed io appoggiai delicatamente la mano nell'incavo. Percorremmo tutta la sala per poi arrivare al centro della sala e ballare sulle note di 'All I Need', canzone che amavo, ballando il tradizionale ballo.
Finito di eseguire il ballo fratello-sorella tutti ci applaudirono, facendoci gli applausi e complimentandosi su quanto fossimo complici e quanto si vedesse chiaramente il nostro rapporto fraterno.
Più tardi, dopo aver messo a letto con la balia Stefan, aver sopportato giovani ubriachi e non farmi la corte, minacciati a distanza da Damon ed aver lasciato quest'ultimo a bere dello champagne con gli amici, decisi di uscire a prendere una boccata d'aria in giardino.
Uscita cercai di allontanarmi il più possibile dalla musica, pur rimanendo ugualmente dentro alla villa. Sapevo i rischi che si correvano, tra i quali i Vampiri che in quel periodo stavano attaccando più frequentemente.
Mi fermai nei pressi del lago nel giardino, osservando come la luna risplendesse nitida nel riflesso sull'acqua e luminosa e sovrana nel cielo.
Mi soffermai a guardarla a lungo, domandandomi se mia madre, come la luna, ogni notte fosse lì a brillare nel cielo osservando tutti sulla terra ferma, se guardasse anche me.
Una frase che mia madre mi diceva spesso era: "Tesoro ricordati che aver paura è umano, ma se siamo accompagnati dalle persone che amiamo e di cui ci fidiamo, siamo più forti. Perciò quando ti sveglierai per aver fatto un incubo volgi lo sguardo alla luna e ricordati che siamo sotto lo stesso magnifico cielo incantato e che io sarò sempre con te"
La frase negli anni era cambiata, durante gli ultimi giorni di vita era cambiata; infatti sua madre diceva: "Tesoro ricordati che aver paura è umano, ma se siamo accompagnati dalle persone che amiamo e di cui ci fidiamo, siamo forti. Perciò, quando io sarò andata via e penserai che ti avrò abbandonata, voglio che nei momenti in cui ti sveglierai per aver fatto un incubo volgerai lo sguardo alla luna e ricorderai che io sarò lì in cielo, con te. Che la luna, sarà l'unica amica di cui potrai fidarti perchè, proprio come me, per te ci sarà sempre anche nelle notti più nebbiose lei splenderà nel firmamento per ricordarti che nessuno va via troppo a lungo senza tornare, prima o poi tutti tornano. Prima o poi ci ricongiungeremo e ti prometto che giocheremo con gli angeli"
Con questa frase aveva lentamente visto spegnersi sua madre, mentre era nel letto tra le sue braccia. Ricordò persino quando aveva sentito il suo cuore smettere di battere improvvisamente contro il suo orecchio, appoggiata al petto della donna. Ricordò quando toccando, in preda alla disperazione, la mano della madre aveva sentito solo freddo; glaciale freddo, da brividi.
Si accorse di aver versato una lacrima che andò a mischiarsi con l'acqua dolce del lago, solo quando dovette asciugarsi gli occhi riscossa da una voce estranea.
"Le belle signorire non dovrebbero passeggiare da sole a quest'ora di notte" disse un uomo uscendo da dietro ai cespugli.
"Mi scusi signore ma lei chi è?" domandò leggermente ansiosa la giovane.
"Un amico di suo padre" mentì spudoratamente l'uomo, per mettere a proprio agio la ragazza.
Non seppe il perchè, ma non voleva spaventarla e provare piacere nel morderla. Girando lì vicino aveva sentito il dolce e caldo profumo di sangue pompare nelle vene di un collo, il profumo nell'aria era così soave che non aveva potuto fare a meno di seguire la scia.
"Oh be, salve" disse più tranquilla la ragazza inchinandosi. Sapeva che suo padre non si circondava di cattive persone, specie con i tempi che giravano.
"Usare tutta questa formalità e ricordarsi di dare sempre del Lei deve essere veramente una tortuta per una giovane fanciulla come voi immagino, dammi del tu. Il mio nome è Elijah e voi siete...?" domandò dopo essersi presentato l'uomo.
"Alexandra Salvatore" rispose educatamente la ragazza "Naturalmente puoi darmi del tu" si affrettò ad aggiungere la giovane che proprio non sopportava la formalità che era solita usare e ricevere da sempre, persino da suo padre.
"E' un piacere fare la tua conoscenza, incantato" mormorò sorridendo sghembo prima di fare un baciamano da galantuomo alla bionda.
"Lexi dove siete?" urlò la cameriera uscendo in giardino e cercandola. La bionda distolse lo sguardo da quello magnetico del giovane e si voltò, sperando che il buio avesse coperto il suo rossore.
"Sono qui Rose, stavo parlando con il sign..." rispose per poi voltarsi e notare che del ragazzo non c'era più traccia.
"Oh ti ho trovato, forza è il taglio della torta" disse la domestica, trascinando in casa una confusa Lexi.
Dopo aver brindato con tutta la sala, ballato, mangiato la torta e ballato di nuovo, si concesse di pensare che la serata stesse volgendo al termine almeno fino a quando suo padre non decise di fare un discorso. Un discorso che proprio avrebbe preferito non sentire...


 


Il Il re 

  
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