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Autore: hugmelovato    07/04/2012    5 recensioni
"ho scelto te nel silenzio della notte.
ho scelto te nel calore dei tuoi baci.
ho scelto te perché nei tuoi occhi ho scoperto quante meraviglie nasconde il mare.
ho scelto te e la tua filosofica pazzia.
ho scelto te che non hai pregiudizi e ipocrisie.
ho scelto te che quando danzi,diventi la danza stessa.
ho scelto te che sei una poesia da leggere ad alta voce.
ho scelto te che mi hai colpito per quello che sei.
ho scelto te per quello che sono io quando sono accanto a te.
ho scelto te per il tuo modo di essere dolce,di regalare affetto,per il tuo modo di ridere ed arrabbiarti.
per i tuoi pregi e i tuoi difetti io sceglierei sempre te"
(c).
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non so come, non mi ricordo in che modo mi ritrovai in camera con gli occhi gonfi, e rossi, rossissimi. Lanciai violentemente il borsone in un angolo della stanza e mi misi seduta sulla scrivania, accesi il computer e pregai tutti i santi che qualcuno, dall'altra parte del mondo, mi ascoltasse solamente per un istante. « PORCA PUTTANA RISPONDI, RISPONDI SANTO CIELO! » Urlavo, urlavo accompagnata da una voce rotta da un piato isterico. In Inghilterra era notte fonda, ed io non sapevo cosa fare. Avevo bisogno di qualcuno.

Dopo dieci minuti buoni di calci alle sedie e pugni sulla tastiera qualcuno rispose alla mia videochiamata di skype. Megan.

« Ma che cazzo, ti sembra per caso l'ora? » Alzò lo sguardo e per un attimo vidi il suo viso sbiancarsi. « OH, OH. CHE C'E'? » Iniziò ad alterarsi, piangevo a singhiozzi e non riuscivo a parlare. « H-ho visto... merda. » Strinsi i pugni, feci un lungo respiro e finalmente mi calmai. « Ero a lezione di danza contemporanea, e il mio insegnate... è... è mio padre, Megan. Mio padre. » Dissi quella frase con tutta la fragilità esistente sulla faccia della terra, mi sentivo incompleta. Mi sentivo a disagio. Non potevo crederci. « Senti Ronnie, sono le tre del mattino e non ho propio voglia di scherzare.. e questo è uno scherzo di pessimo gusto, fattelo dire. » Vidi Megan piegarsi per prendere una coperta, non capiva, ed era impossibile non biasimarla. « Megan ti prego.. sei la mia migliore amica, non farei mai una cosa del genere... sopratutto se riguarda mio pa... quel mostro. » Ingoiai la troppa saliva e ricominciai a piangere, ricordando le immagini di pochi minuti prima. « Merda Vero, mi stai spaventando.. ti prego, dimmi che ti sei confusa. E' impossibile. » Sentivo il mio cuore rallentare ogni minuto sempre più, sarei morta sul colpo, seriamente. « No, cazzo. Me lo ricordo benissimo. Ha le mie stesse fossette, stessa corporatura... e si chiama Mark, Mark Sparks. Sono forse coincidenze Megan, eh? » 
« MERDA. » Urlò la bionda dall'altra parte dello schermo, notai le sue mani tremare mentre cercava di pigiare i numeri sul cellulare. « A chi stai chiamando? » Chiesi con voce bassa, stringendomi nella mia felpa. « A tua madre Ronnie. » Annuii già più rilassata, avevo bisogno di mia madre, esatto. « Senti Rò, non risponde.. ora vado a casa tua e le spiego tutto, tu fatti una bella dormita, tua madre è capace anche di venire a New York, quindi preparati al peggio. » Disse ridendo appena. L'amavo quella ragazza, era straordinaria. Riusciva a tirarmi su di morale in qualsiasi circostanza. 
Spensi il computer e mi misi a letto, ma non riuscii a chiudere occhio. Ogni santa volta che provavo ad addormentarmi vedevo "mio padre" che mi sorrideva, era assurdo. Quella era la realtà, non poteva che tra tutti i posti del mondo MIO PADRE insegnava proprio in quella scuola, no.

Mi girai sul lato destro e mandai un sms veloce a Zayn, mi rispose subito, a quanto pare Megan già gli aveva raccontato tutto.

"Sto facendo le valige, spero per te che ci sia un posto in più nella tua stanza o dormirai per terra ;)"

Involontariamente risi, lo risposi con la stessa rapidità del primo messaggio dandogli del matto, e neanche due secondi contati mi arrivò una sua chiamata. « Non sto scherzando Ron, io e tua madre domani partiamo.. » Mi disse tranquillo, sentii la chiusura di una cerneria e giuro di aver smesso di respirare per ben cinque secondi. « Ma voi siete pazzi. Non muovetevi da lì o vi faccio sequestrare! » Risposi seria, anche se di serio in quella situazione c'era ben poco. « Fammi capire una cosa.. la mia ragazza si trova a non so quanti kilometri di distanza da me, ha appena ritrovato suo padre da circa otto anni ed io dovrei starmene con le mani in mano? Certo che di cazzate ne dici a palate eh. » Mi scappò un'innocua risata, tutto ad un tratto mi sentivo... meglio. « Mi gira la testa, ci vediamo domani... Dio, fra strano dirlo. Ciao idiota! » Aggiunsi scoppiando a ridere, riagganciai il cellulare e mi misi a letto, fissando un punto indefinito sul soffitto.

Era davvero quella la verità?
Era davvero quello mio padre?
Era completamente assurdo. Qualsiasi persona mi avrebbe preso per pazza, qualsiasi.
Ed avevano ragione.

Era irreale, ed io non ci potevo credere, non ci volevo credere. Avevo dato l'anima per allontanare Mark dalla mia vita, e all'improvviso sbuca dal nulla. Non era possibile.
E non importa quante volte l'abbia già detto, se sarà sufficiente lo dirò altre tremila volte. Non era possibile, non era la realtà.




I'M BACK.
lo so, lo so che sono una stronza e che vi ho fatto aspettare tanto, troppo. mi dispiace ç___ç
i love you, bye. <3

  
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