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Autore: Aitch    08/04/2012    3 recensioni
“Shhh…” mi sussurrò vicino all’orecchio e cominciò a baciarmi il collo. Con le braccia mi aggrappai alla sua schiena, mentre il suo viso si era spostato, le mie labbra danzavano con le sue, la sua lingua, ormai padrona, abbracciava la mia. Sentivo una leggera e piacevole pressione del suo bacino sul mio. In quel preciso istante non ero più Cora, non ero più un essere umano, ero semplicemente un’anima in balia di quell’angelo riccio. Non mi importava della gente che avevamo attorno a noi, forse avrebbero potuto perfino denunciarci. Sicuramente un luogo con così tanti bambini non era adatto per scambiarsi certe effusioni, ma tra le sue braccia nulla aveva più importanza. Il vocio della gente presente era scomparso, così come la musica di sottofondo. Eravamo solo io, lui e i nostri respiri leggermente affannosi. Restammo legati così per molto tempo, anche se sapevo che mai sarebbe stato abbastanza.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Image and video hosting by TinyPic Chiusi gli occhi e pensai solo a lui, a quell’angelo che si stava prendendo cura di me, a quel ragazzo che stava diventando troppo importante, a quell’Harry che non avrebbe mai finito di stupirmi. Ci addormentammo così, l’uno tra le braccia dell’altra, sul divano, con la tv ancora accesa.

--La mattina seguente

La luce del mattino filtrava dalle finestre. La tv era spenta. La casa era silenziosa. Mi accorsi che Harry non era più steso vicino a me, probabilmente si era già svegliato. Aprii prima un occhio, dopo l’altro e mi misi a sedere sul divano. Fin da quando mi ero svegliata non avevo potuto fare a meno di inebriarmi di quel profumo a me fin troppo noto e ben presto mi resi conto del perché sentissi quell’aroma così chiaramente: avevo addosso una felpa di jack willis viola. La sua felpa. Quell’indumento sapeva di buono, sapeva di Harry. Cercai di ricostruire quanto era successo la sera prima, ma proprio non riuscivo a capire come quella felpa potesse essere arrivata fino a me. Decisi di alzarmi. Diedi un’occhiata al cellulare: una chiamata persa e un paio di messaggi, probabilmente di Aurora: li avrei letti più tardi. Rimasi in silenzio ancora per qualche minuto, fino a quando non sentii dei passi alle mie spalle e voltandomi venni assalita da due braccia forti che mi cinsero il corpo. Il mio volto sbatté contro un petto caldo. Dopo aver ricambiato l’abbraccio,
“Ben svegliata Cora, in cucina c’è la colazione, serviti pure, io arrivo in due minuti” disse Harry. Il riccio si staccò da me e solo allora realizzai che il ragazzo doveva essere appena uscito dalla doccia perché non aveva niente altro che un piccolo asciugamano legato in vita e i ricci umidi e scompigliati. Arrossii leggermente per l’imbarazzo e Harry accorgendosene, tornò al piano di sopra ridacchiando.
In cucina era tutto apparecchiato per la colazione, Harry doveva averla già fatta visto che c’era solo una tazza. Mi versai un po’ di latte nel quale affogai dei cereali al cioccolato e presi del pane tostato spalmandoci sopra burro e marmellata di fragole. Mentre addentavo l’ultima fetta di pane, arrivò anche Harry con addosso nient’altro che un paio di pantaloni della tuta. Prese dal frigorifero un cartone con del succo e se lo versò in un bicchiere. Poi si voltò verso di me e sorrise,
“Ti dona, sai?” mi disse divertito,
“Oh, a proposito – dissi osservando il mio strano abbigliamento – come mai ho addosso una tua felpa?”
“Non te lo ricordi?” mi chiese poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo,
“No…” ammisi con aria imbarazzata,
“Questa notte tremavi dal freddo, così sono andato a recuperare dall’armadio di camera mia una felpa e ti ho aiutato a metterla…effettivamente avevi gli occhi chiusi, forse sei mezza sonnambula!” mi spiegò ridendo.
“Non mi ricordo assolutamente niente, – gli dissi con aria sorpresa – comunque grazie” Cavolo, addirittura non mi ricordavo di aver messo una sua felpa nel cuore della notte? Quanto ancora avrebbe potuto drogarmi di se quel ragazzo?
“E oggi che si fa Styles?” gli chiesi cambiando discorso,
“Oggi c’è la seconda ed ultima uscita con la band, per le 15.00 dobbiamo essere nella hall dell’albergo per recuperarvi...si, per recuperare le altre intendo” rispose ammiccando,
“E dove andiamo?”
“Sorpresa…!”
“Ufff, sono curiosa! Vabeh, che ore sono?”
“Appena le 11.00, corro a vestirmi e poi andiamo a fare due passi? Vado e torno!” Harry mi stampò un bacio sulla fronte e fuggì a cambiarsi. Lo guardai salire le scale e poi mi tornai a sedere a tavola. Mi venne in mente che poco prima avevo completamente ignorato il mio cellulare, così ne approfittai per leggere i messaggi e controllare la chiamata persa, che era di mia mamma.
*Tuuu tuuu tuuu*
“Cora! Per fortuna mi hai richiamata! Ho una notizia da darti, intanto come sta andando? Ti trovi bene all’albergo? Ti stai divertendo?” la voce di mia mamma era squillante,
“Ciao mamma, si stai tranquilla, sto bene: io e Auri ci stiamo divertendo tantissimo. Dimmi tutto…”
“Allora, è una cosa abbastanza importante, sei seduta?”
“Dai mamma, non tenermi in ansia, dimmi!” le chiesi impaziente e leggermente agitata,
“Questa mattina come al solito sono uscita a fare la spesa e tornando a casa ho preso la posta e controllandola ho notato che c’era una lettera per te e…Cora non ho resistito, l’ho aperta!”
“Mamma! Lo sai che mi da fastidio!” la rimproverai seccata,
“Ma Cora, questa era una lettera importante…ok, non ce la faccio più, sei stata accettata all’università lì a Londra!” mi disse urlando. Silenzio.
“Cora? Cora ci sei? Tesoro, non sei contenta?” continuò lei. Silenzio.
“Amore dimmi qualcosa, non farmi preoccupare!”
“Si mamma, sono qui…è una notizia, sconvolgente!” riuscii a farfugliare.
“Pensavo ti saresti messa a saltare di gioia! Però lo sai che non sei obbligata ad andarci, loro ti hanno accettata ma se hai cambiato idea…”
“No, no io voglio andarci. Devo solo realizzare l’idea”
“Ah, tutto ok allora. Senti, già che c’ero ho chiamato in segreteria e ho detto che sei lì in città. A loro farebbe molto piacere conoscerti, dopo tutto sei una delle poche studentesse italiane. Se hai tempo facci un salto. Ora scusami ma devo proprio andare, ci sentiamo presto, un bacio!” riattaccò. Cavolo. Ero rimasta spiazzata. Qualche mese prima avevo mandato la domanda d’iscrizione per quella famosa università, non mi aspettavo di ricevere una notizia del genere in quel momento. Ero felicissima, un sogno che si realizza, però dovevo veramente metabolizzare la cosa. Prenderne coscienza un po’ alla volta. Decisi di leggere i messaggi.
“Co, dove sei finita? Cosa mi combini? Scrivimi appena Harry libera le tue labbra per lasciarti respirare! ;)”
Il primo era di Aurora, e subito le risposi,
“Auri, ho dormito da Harry, non pensare male! Tutto bene, ho una notizia da darti! A dopo, xox”
E uno era fatto. Aprii il secondo,
“Ciao piccola, qui hanno appeso i nomi dei nuovi iscritti e con molto piacere ho notato anche il tuo. Non vedo l’ora di rivederti, soprattutto dopo il nostro ultimo incontro. Quando torni a trovarmi? Ti aspetto xxx.”
il numero era sconosciuto, ma chi poteva essere se non Matt? Avevo eliminato il suo numero, non che servisse a qualcosa perché lo sapevo a memoria, ma a seguito di quell’azione, già mi ero sentita più libera dopo la nostra rottura. Ora quelle cifre erano tornate a battere nella mia testa. Ero rimasta immobilizzata difronte a quel messaggio. Solo l’idea di doverlo incontrare ancora mi terrorizzava.
“Eccomi, sono pronto!” Non avevo sentito che Harry nel frattempo stava scendendo, così lui notò subito la mia espressione preoccupata e si sedette sul bordo del tavolo aspettando una mia spiegazione guardandomi dall’alto. Visto che dalla mia bocca non usciva il minimo suono, mi chiese,
“E’ successo qualcosa?” Io mi limitai a porgergli il cellulare. Lui lesse il messaggio molto attentamente, dopo di che disse,
“E’ lui vero?” e dopo un mio movimento di capo in segno affermativo continuò,
“Cora, ti hanno presa, è questo che conta. Il che significa che se deciderai di venire sul serio a frequentare quest’università, io sarò con te, ti accompagnerò e ti verrò a prendere ogni giorno se ti farà stare più tranquilla, te lo prometto!” A quelle parole non potei fare a meno di guardarlo speranzosa negli occhi. Qualcosa di nuovo era nato dentro di me, qualcosa di delicato, prezioso, raro. Qualcosa che solo per merito sue era sbocciato. Qualcosa che lui aveva creato e posato delicatamente dentro di me, senza che me ne rendessi conto. Solo in quel momento mi accorsi di come, proprio quel qualcosa, stesse crescendo sempre più. La vista cominciò ad annebbiarsi, così senza dire niente mi alzai e mi buttai tra le sue braccia. Harry probabilmente non se l’aspettava perché perse l’equilibrio e finimmo stesi sopra il tavolo della cucina. Cominciammo a ridere mentre lo zucchero si rovesciava, il latte gocciolava sul pavimento e i cucchiaini tintinnavano per terra. Le sue braccia mi strinsero al suo petto fino a quando non mi avvicinò al suo viso. Le nostre labbra si incontrarono, le nostre lingue si abbracciarono. Harry mi tirò maggiormente sopra il suo corpo prendendo tra le sue mani la parte posteriore delle mie cosce. Una scarica elettrica attraversò tutto il mio corpo. Ci baciammo così, io sopra, lui sotto, con passione e desiderio per molto tempo fino a quando non suonarono al campanello. Staccai le mie labbra dalle sue,
“Lou?” gli chiesi,
“Suppongo di si, però ha le chiavi, questo è stato una specie di avvertimento”
“Capito”. Velocemente mi tolsi dal suo corpo e cominciai a ripulire lo zucchero che si era sparpagliato per tutto il tavolo mentre Harry aveva tirato su i cucchiaini e cominciava a pulire il latte. Sentimmo la serratura della porta scricchiolare e poi aprirsi,
“Sono a casaaa!” Louis urlava,
“Siamo in cucina Tommo!” gli rispose Harry. Non appena il ragazzo mi vide cominciò,
“Fermi tutti, mi sono perso qualcosa: Hazza ti sei accorto che quella ragazza ha la tua felpa preferita, si?”
“Certo Tommo, dai non fare il gelosone, lo sai che io amo solo te!” gli rispose il riccio ammiccando, facendo ridere l’amico che dopo avermi salutato con un abbraccio mi sussurrò,
“Sta meglio a te che a lui!” regalandomi un magico sorriso dei suoi,
“Ti ho sentito Tomlinson!” esclamò Harry mentre cominciò a rincorrere Louis che scappò al piano di sopra rifugiandosi nella sua camera. Battuto in velocità, Harry tornò da me e mi propose di uscire. Gli chiesi di portarmi un secondo all’albergo, volevo cambiarmi e darmi una sistemata veloce. Ne approfittai per salutare Aurora e raccontarle velocemente quanto era accaduto per poi precipitarmi di nuovo da Harry,
“La felpa te la lavo e te la porto domani!” gli dissi,
“Non era necessario Cora! Comunque, io avevo pensato che potremmo mangiare qualcosa di veloce e poi andare all’università come mi dicevi che ti aveva consigliato tua mamma…ti va?”
“Non, non lo so…” farfugliai,
“Avanti, ci sono io con te, non hai niente da temere!” mi rassicurò alzandomi il viso, facendomi sprofondare nel suo sguardo verde smeraldo. Improvvisamente mi sentii protetta, quella luce nei suoi occhi sapeva penetrarmi a fondo ogni volta, infondendomi coraggio e speranza.
“E va bene” gli dissi sorridendo. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo. Affrontare Matt.

 

Salve.
Bene, anche l’undicesimo è andato. Cosa ne dite? Forse è un pò corto, allora facciamo che mi impegnerò a mettere presto il prossimo e fare quello un pò più lungo, ok?
Cora è stata accettata all’università, Matt la vuole rivedere, Harry è tanto dolce. Vi piace come situazione?
Fatemi sapere :)
Much love,
Fe.

 
  
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