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Autore: lipstick2    04/11/2006    5 recensioni
Scusate il titolo, ma non mi è venuto in mente niente di meglio.
Cinque anni dopo la guerra e la sconfitta di Voldemort i nostri eroi hanno preso delle strade diverse, chi è in coma, chi ha fatto fortuna nel mondo babbano e chi è semplicemente scomparso.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cinqua anni dopo - capitolo 4
4

Parlare con Hermione Granger non era facile.
Dopo un'ora di attesa in una sala d'aspetto affollata da maghi con le affezioni magiche più disparate, a Ron venne detto di attendere ancora un po' in quanto la dottoressa Granger, con l'enfasi sulla dottoressa, doveva prima visitare i pazienti ricoverati, poi, forse avrete avuto tempo per lui.
Ron non si stupì affatto di questo trattamento.
Tanto erano stati amici ai tempi della scuola, tanto, adesso, erano diventati più che estranei.
Non era stato invitato al matrimonio, e comunque lui non ci sarebbe andato di certo. Venire a sapere che la propria migliore amica si sposa dalle pagine di un giornale non era proprio una bella cosa.
A dirla tutta, Ron, ormai sapeva di cosa faceva Hermione solo dai giornali. Il suo lavoro come medimago, le sue ricerche nel campo della licantropia, qualche pettegolezzo su scappatelle più o meno vere. In fondo un po' tutti loro erano delle celebrità.
Gli amici di Harry Potter, il giovane mago che aveva sconfitto lord Voldemort, non era di certo raro che il loro nome comparisse su quello o su questo giornale, senza contare che, nei rispettivi campi si erano fatti anche un certo nome.
Alla fine, comunque, dopo altre due ore di attesa, una giovane strega lo condusse nello studio di Hermione.
- Non ho molto tempo – lo accolse freddamente – e se sei qui per farmi perdere tempo puoi anche andartene subito, non faccio favore in ricordo dei vecchi tempi -
- Mi ha chiesto di venire un nostro vecchio amico comune – le disse sforzandosi di rimanere calmo.
- Non siamo amici - gli ricordò prendendo a scartabellare in un mucchio di pergamene.
- Hermione, ho visto Harry, e gli serve il nostro aiuto - buttò tutto fuori - in questi cinque anni è stato in giro per il mondo alla ricerca di un'artefatto per... -
- Per fare cosa? - sbottò lei lasciando perdere le pergamene e rivoltandoglisi contro - Per trovare qualcosa che lo possa far tornare sulla bocca di tutti? Un nuovo nemico da combattere? No grazie, ho già dato e mi è bastato! -
- Sa dove si trova un artefatto magico per far svegliare Ginny - le disse infine - In questi cinque anni è andato alla ricerca di questo oggetto e adesso, sa dove si trova, ma non può andare a prenderlo da solo -
- Cazzate! - urlò. Ron rimase quasi di stucco. Hermione che parlava in quel modo! Era davvero cambiata molto, forse troppo. E forse andare li alla ricerca del suo aiuto era davvero inutile.
- Tua sorella ha il cervello bruciato, lo vuoi capire! - continuò cercando di far più male possibile al mago - Cotto, rosolato a puntino! Potrà anche non avere danni fisici ma dentro, la sua psiche è andata, completamente! - poi, quasi con un malcelato godimento - Stiamo parlando di un vegetale che si limita solo a farsela addosso! E non c'è nulla, nel mondo magico o nel mondo babbano che possa farla tornare indietro! -
Un calcio nello stomaco non avrebbe avuto effetto peggiore su Ron. Quasi si accartocciò su se stesso sentendo quelle parole.
Ed Hermione parve accorgersene.
Abbassando la testa mormorò qualcosa che poteva sembrare una scusa poi, tornando altera come prima lo invitò ad andarsene. Non aveva tempo da perdere con le favole per bambini e anche lui era ora che crescesse e smettesse di credere al grande Harry Potter.
- Io voglio provare! - sussurrò riprendendosi lentamente - E' mia sorella, e mi fa troppo male vederla in quel letto, pensare a lei e, con te, o senza di te io andrò a cercare questo oggetto! - poi, raccogliendo le ultime forze - Siamo diventati tutti dei bastardi, ma a quanto pare, almeno io, un po' di cuore l'ho conservato mentre tu devi averlo buttato nel cesso! -
- Cuore? - esplose improvvisamente la furia della donna - Mi parli tu di cuore? Io ti amavo, e tu non pensavi a me neanche per sbaglio, vi ho seguiti perché avevo paura che ti cacciassi in qualche guaio più grande di te, perché mi preoccupavo per te stupido idiota, ti ho seguito anche quel maledetto giorno e quando ho avuto bisogno del tuo aiuto tu sei rimasto fermo come un sacco di zucche! Il cuore che dici che non ho l'ho lasciato sul pavimento di quella stanza, mentre tu eri troppo spaventato anche solo per cercare di fare qualcosa! -
- E adesso vattene, per favore - concluse tornando a guardare nel mucchio delle pergamene e impedendo a Ron qualsiasi replica.

Cinque anni prima.
La guerra contro il signore oscuro era giunta ormai al suo apice. I mangiamorte avevano sferrato i loro attacchi più micidiali al cuore del mondo magico. Il ministero era stato devastato e decine di maghi avevano perso la vita. Fu li che Tonks e Lupin morirono insieme, dilaniati dall'esplosione di un'arma babbana che il padre di Ron aveva suggerito di usare contro i mangiamorte e che il ministro aveva accettato di provare. La maggior parte degli auror era impegnata in decine di scaramucce e non rimanevano molti maghi in grado di tenere testa a Voldemort e ai suoi mangiamorte e quell'idea, per quanto balzana, era piaciuta.
In fondo, un mago è pur sempre un uomo e qualche chilo di quella roba molliccia che i babbani usavano per far saltare la roccia nelle miniere qualcosa avrebbe pur fatto.
Ma si sa, i maghi non sono molto ferrati con le cose babbane e l'unico risultato era stato che l'esplosione aveva aperto un bel buco dentro il ministero ed aveva sparpagliato i pezzi dei due maghi per svariate centinaia di metri.
Solo Hogwarts resisteva tenacemente con i suoi studenti impegnati in quella che sarebbe stata la battaglia più epica dopo l'invasione dei troll norvegesi del milleduecentododici, quando un manipolo di studenti protesse le mura della scuola per dieci giorni.
Ma alla fine, anche le difese della scuola caddero e Voldemort ed i suoi vi sciamarono dentro uccidendo tutti quelli che non riuscirono a scappare usando le passaporte di emergenza che la McGranitt aveva predisposto.
Alla fine solo pochi professori e qualche studente rimasero a tenere testa ai maghi oscuri, ed ovviamente Harry, Ron, Ginny ed Hermione furono tra questi.

- Ma quando torna quell'idiota! - bofonchiò Draco rimanendo nascosto nell'ombra vicino alla casa di Ron insieme a Piton.
Erano appena arrivati quando videro il rosso andare via.
Aveva pregustato l'idea di ammazzarli tutti e due insieme e il vederlo andar via lo aveva messo di cattivo umore, ma poi, si era detto, sarebbe solo bastato aspettarne il ritorno ed allora avrebbe potuto fare ciò che aveva programmato.
Tuttavia stava iniziando a perdere la pazienza.
Erano passate alcune ore da quando se ne era andato e ancora non era tornato, e Piton stava iniziando a ritrovare la sua lucidità.
Senza poteri non è che sarebbe stato un avversario troppo difficile, ma non voleva correre più rischi di quanti ne erano necessari, senza contare che, comunque, anche senza poteri Piton non era un soggetto da sottovalutare. Per anni aveva insegnato pozioni e non credeva che sotto quei vestiti non nascondesse qualche trucchetto in grado di impensierirlo.
C'erano pozioni delle quali bastava anche solo una goccia per farti sciogliere un braccio come cera.
Le aveva usate per torturare qualche suo nemico prima di ucciderlo con una maledizione senza perdono e gliele aveva insegnate proprio lui e, per prepararle non serviva di certo avere dei poteri magici.
Anche un babbano, con la giusta ricetta e gli ingredienti poteva prepararle.
No, non poteva correre rischi. Avrebbe aspettato ancora un po' e poi sarebbe entrato, avrebbe ucciso Potter e poi Piton e, per quanto riguardava Ron, beh, ci avrebbe pensato un'altra volta.
Un colpo di gomito ad un fianco lo fece voltare di scatto, giusto in tempo per vedere il rosso entrare guardingo nel portone di casa.
Il momento era giunto.
Con un cenno di intesa diede il via a Piton che, rapidamente attraversò la stretta stradina seguito a ruota da lui, la mano già sotto il mantello con le dita che sfioravano la bacchetta.

- Cosa ti ha detto? - domandò ansiosamente Harry vedendo l'amico rientrare a casa.
- E' stata molto contenta di vedermi - ironizzò gettandosi a sedere su di una poltrona - pensa che voleva invitarmi a cena -
- Verrà? - gli chiese poi.
- Certo che no! Maledizione Harry! - latrò - Le cose sono cambiate, non siamo più quelli di una volta che, bastava dire andiamo, e si partiva senza pensare a quello che sarebbe potuto accadere -
- Devi convincerla! - mormorò - ci serve! -
- E allora vai tu a parlarle! - urlò - E dopo che ti avrà ridotto a brandelli ed avrà sputato su quello che rimane di te torna pure qui a dirmi come ti senti! -
- L'hai punta? - gli domandò poi.
- Non mi ha fatto quasi neanche avvicinare - rispose ricordandosi solo in quel momento dello spillone e di quello che gli aveva chiesto l'amico.
- Non le avrai detto dove sono, spero - disse poi guardandolo esasperato. Si stava pentendo di aver provato a chiedere aiuto a lui. Idiota era e idiota era rimasto, accidenti a lui.
- Non mi ha quasi dato modo di parlare - sibilò esausto - figuriamoci se sono riuscito a dirle che ti trovi a casa mia -
Non è che si ricordasse di preciso proprio tutto quello che le aveva detto, ma non pensava comunque di aver detto qualcosa su dove aveva incontrato Harry e comunque ormai non aveva nessuna importanza se glielo aveva detto o meno.
Harry doveva andarsene da li.
Amico o non amico la sua presenza lo stava infastidendo.
- Senti Harry - provò a dirgli.
- Ma guarda chi abbiamo qui - lo interruppe l'esplosione della porta che venne scaraventata contro un muro, poi la figura di Draco Malfoy fece il suo ingresso trionfale accompagnata da quella meno trionfale di Piton - lo sfregiato e il suo amichetto del cuore, ma che quadretto romantico! -
- Fermi con le bacchette! - gridò poi Draco tirando fuori la sua e puntandola contro Harry che, intanto, aveva già messo mano alla sua - Lasciatele cadere a terra e state fermi, e nessuno si farà male -
- Draco Malfoy! - esclamò Ron vedendolo. Erano anni che non lo vedeva di persona ma la sua faccia lo aveva perseguitato dai giornali e l'idea che tutti i giorni andasse a trovare la sua sorellina lo faceva star male.
- Stai fermo dove sei - lo ammonì di nuovo - non vorrei dover dire alla tua sorellina che suo fratello è finito ammazzato insieme ad un criminale ricercato per omicidio - poi, dopo aver chiamato a se le bacchette dei due maghi con un incantesimo - ed il bello sai quale sarebbe? Che nessuno penserebbe che ho goduto nell'ammazzarti, ed io reciterei la parte dell'afflitto che ha dovuto uccidere il fratello della donna che amo per difendersi -
- Non osare parlare di Ginny! - sbraitò Harry - Se sta cosi è per colpa di tuo padre e dei suoi degni scagnozzi! O ti sei dimenticato che io ero li? -
- Ma mio padre era quello che era - sorrise - ed io invece sono un mago rispettato da tutti, con un triste passato ed un amore infelice per una ragazza addormentata alla quale però sono tanto fedele, avrete letto gli articoli della Skeeter spero - poi, con un ghigno - anzi, vi do anche una notizia in anteprima, tra qualche giorno uscirà un articolo in cui dico che voglio sposarla e portarla nella mia villa dove sarà accudita amorevolmente -
- Tu non farai nulla di tutto questo! - gridò Ron avventandoglisi contro ma finendo respinto da una maledizione cruciatus che lo fece finire a terra tra atroci dolori.
- Proprio come mi aspettavo - rise lanciandogli contro un'altra cruciatus.
- Espelliarmus -
Un raggio luminoso colpì la sua bacchetta facendogliela volare via mentre una figura dai capelli lunghi e ricci faceva il suo ingresso attraverso l'uscio sventrato.
- Hermione! - gridò sorpreso Harry vedendo la donna entrare e mettersi tra Draco e Ron.
- Non sono qui per te o per questo idiota! - urlò tenendo sotto la minaccia della bacchetta Draco - Ma per sapere se davvero hai la possibilità di risvegliare Ginny! -
- Ce l'ho! - si limitò a risponderle.
- Bene, allora riprendi la bacchetta e questo sacco di zucche e muoviamoci - ordinò repentinamente scagliando, poi, una petrificus contro Draco e Piton.

- Dannata puttana mezzosangue! - urlò Draco non appena in grado di muoversi - Se pensano di scappare hanno commesso davvero un grosso errore - poi si chinò a raccogliere ciò che rimaneva della sua bacchetta, prima di andar via Hermione l'aveva spezzata in due - li troverò e, prima di ammazzarli gli mostrerò qualche giochetto davvero molto interessante -

Ciao.
Grazie darklily e evanescense, so che posso contare sempre su di voi.

Lipstick
  
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