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Autore: DumbledoreFan    08/04/2012    11 recensioni
Blaine è giovane, troppo giovane per fare il supplente nel temibile liceo pubblico di Lima, ma da qualche parte deve pur iniziare, e così si imbarca in questa sua nuova impresa...nel suo primo lavoro. Kurt è all'ultimo anno e i suoi occhi sono ogni giorno più spenti, più stanchi, i suoi vestiti sempre più macchiati, e le cose che lo rendono felice non sono mai abbastanza. Sarà un giovane supplente a riportare il sorriso sul suo volto, mentre lui, senza neanche accorgersene, insegnerà al nuovo professore la lezione più difficile della vita: gli insegnerà ad amare.
{Teacher!BlainexStudent!Kurt}
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera miei amati! Quante vi scuse vi devo per questo immane ritardo? Millemila. Mi dispiace davvero, ma credetemi, questi ultimi mesi di scuola mi distruggono sempre, ed sono appena cominciati! Questi tre giorni di vacanza sono stata al mare con la mia migliore amica ed altre amiche ed è stato bellissimo, abbiamo solo dormito, mangiato e bevuto, esattamente quello che mi ci voleva, riposo assoluto senza pensare a nulla ** Ero esausta, ma vi giuro che mi impegnerò a fare meglio...anche perchè, appena comincia ad avvicinarsi l'estate, l'ispirazione sale! Pensate che è proprio in questi giorni che l'anno scorso ho scritto la mia prima CrissColfer, You smell delicious ** Adesso però, visto che avete aspettato tanto, vi lascio al capitolo!
Enjoy!










Questo capitolo, come tutto quello che pubblico, scrivo e creo, è dedicato all'amore della mia vita, Jessika.
Lei è la mia musa, è la mia ispirazione, è tutto ciò che c'è di bello in questo sporco mondo,
è un dono che non riesco a capire perchè mi sia stato fatto, perchè lo merito.
E' una delle cose migliori che mi sia capitata nella vita ed è merito suo se ultimamente sono più splendente e raggiante.
Grazie di tutto questo, grazie di essere la mia soulmate, grazie di esserci.
Ti amo <3








 




Senza che se ne accorgessero, Kurt e Blaine passarono quasi due ore in quella caffetteria, persi nelle parole e nei ricordi, e per quanto alcuni di questi potessero essere duri o dolorosi, entrambi avevano acquistato un nuovo senso di serenità.
In realtà, Kurt parlò molto poco, si limitò ad ascoltare le parole di Blaine, assetato dei suoi racconti, sia di quelli piacevoli che di quelli amari, visto che a raccontarli era lui in persona, e quindi poteva trarne solo coraggio e speranza.

Lo studente non riusciva a trattenersi dal guardarlo affascinato e dall’ascoltarlo con la massima attenzione; da anni ormai si era dato per vinto, credendo che non avrebbe trovato nessuno come lui finché non se ne sarebbe andato da Lima, e che per questo, come gli aveva detto suo padre, si sarebbe dovuto abituare ad andare avanti da solo. In quel momento però, quella crudele certezza si era sbriciolata davanti a lui, facendo posto al suo professore d’Inglese e alla sua mano tesa per aiutarlo.

Blaine gli raccontò praticamente tutta la sua vita, incoraggiato dallo sguardo quasi bramoso e incantato del ragazzo, senza lasciarsi angosciare dal suo silenzio. Gli raccontò di tutto il bullismo che aveva subito, fino al picco toccato quando dei bulli lo avevano pestato a sangue facendolo finire in ospedale; gli raccontò di tutti i problemi con la sua famiglia e con la scuola a causa di questo e della violenta lotta interiore con cui dovette convivere quando gli si presentò davanti la possibilità di trasferirsi alla Dalton. Gli raccontò di come aveva dovuto convivere con il rimpianto e la vergogna di essere fuggito per i primi tempi, e poi, finalmente, gli raccontò di come invece era riuscito a trovare un po’ di felicità.

Gli parlò della sua scuola con occhi incantati, di come era stata bella la sensazione di poter camminare sereno nei corridoi sapendo che nessuno lo avrebbe additato come diverso o gli avrebbe urlato contro qualche crudele insulto, di come era stato bello sapere che le persone lo giudicavano per quello che valeva davvero, e non per i suoi gusti. Gli raccontò di come presto, da cagnolino impaurito e tremolante si era fatto strada nel Glee Club ed era riuscito a diventarne il leader, a farsi degli amici veri e a trovare anche un po’ d’amore. A come, nonostante tutto, la sua vita era diventata degna di quel nome.

Kurt dopo tutto questo si sentì letteralmente inondato di informazioni e pensieri, rendendosi conto che aveva un martellante bisogno di rinchiudersi in camera sua, da solo, e di riflettere, riordinare le idee e capire che cosa avrebbe dovuto fare, o prima ancora, pensare. Lanciò un’occhiata al suo orologio da polso e si accorse del tempo che era passato, imitato immediatamente da Blaine, che sobbalzò sulla sedia.

“Oddio, ma è tardissimo! Scusa, non volevo trattenerti tanto.” disse il giovane professore con tono sinceramente desolato, facendo scuotere il capo a Kurt.

“Si figuri, anzi…” replicò il ragazzo alzandosi in piedi, imitato dall’altro che gli rivolse l’ennesimo sorriso cortese, prima che si avviassero insieme verso il parcheggio della caffetteria, dove avevano lasciato le macchine. Prima di montare ognuno sulla rispettiva auto e andarsene, si fermarono e rimasero per qualche istante l’uno di fronte all’altro in silenzio, a fissarsi come se improvvisamente non sapessero cosa dirsi. Fu Blaine, di nuovo, a rompere il silenzio e il momentaneo imbarazzo, poggiando una mano sul braccio di Kurt.

“Per qualunque cosa…io ci sono,” disse semplicemente il giovane insegnante, guardando il ragazzo dritto negli occhi azzurri. Questo socchiuse appena le labbra per dire qualcosa, ma rimase ancora una volta senza parole, incerto, non sapendo bene come rispondere. Blaine però non sembrò notarlo più di tanto, alzando di scatto gli occhi al cielo con fare pensieroso, per poi cominciare a tastarsi le tasche della giacca.

“Hai un foglietto?” domandò estraendo una penna, mentre Kurt scuoteva lievemente il capo e faceva spallucce, porgendogli poi il dorso della mano.

“Questo è il mio numero di telefono… Per qualunque cosa, di qualunque cosa tu abbia bisogno, anche solo parlare, chiamami, a qualsiasi ora del giorno e della notte…” continuò Blaine scrivendo sulla sua pelle il proprio cellulare. Kurt osservò attentamente il moro mentre in quelle parole metteva tutta la sua convinzione, e non riuscì proprio a trattenere quella domanda appena sussurrata con una nota di scetticismo e incredulità.

“Perché fa tutto questo per me?”

Blaine rimase qualche istante pietrificato di fronte alle parole di Kurt, agghiacciato dal suo tono disincantato e dallo sguardo spento. Fu praticamente una pugnalata al cuore rendersi conto che per Kurt era impossibile da credere che qualcuno volesse semplicemente aiutarlo senza chiedere niente in cambio, che si impegnasse tanto per farlo e si preoccupasse di lui, e soprattutto, che non fosse davvero destinato a cavarsela da solo. Fu una pugnalata perché anche lui si era sentito così, anche lui aveva guardato con diffidenza la Dalton come se dietro l’angolo si fosse nascosto l’ennesimo dolore, l’ennesimo abuso, l’ennesima umiliazione.

“Perché anche io avrei voluto che qualcuno mi tendesse la mano. Perché so perfettamente quello che provi e ne soffro al solo pensiero… Nessuno dovrebbe passare quello che ho passato io” rispose incrociando con forza lo sguardo di Kurt, il quale sussultò appena e si ritrovò di nuovo a boccheggiare. Poi finalmente, abbassò lo sguardo e sospirò ampiamente, torturandosi le mani.

“Io… Prof… Insomma… Grazie.” mormorò stringendo poi le labbra con forza.

Perché gli era tornata quella sferzante e irresistibile voglia di piangere? Forse perché non desiderava altro che tirare tutto fuori, forse perché per una volta sentiva di potersi finalmente concedere di apparire debole, o forse perché, semplicemente, dopo settimane si sentiva davvero meglio, in un modo indecifrabile, ma sapeva di stare meglio.

Blaine in tutta risposta si abbassò quanto bastava per incrociare lo sguardo del ragazzo e rivolgergli un grande sorriso.

“Ehi, ti ho appena raccontato tutta la mia vita, anche le cose più imbarazzanti, e sei tu a fare il timido? Sono io che dovrei sotterrarmi.” gli disse con tono scherzoso il giovane insegnante, strappando finalmente a Kurt una risata, e rimanendo qualche istante ad osservarlo affascinato.

Quelle brevi risa gli avevano illuminato tutto il volto facendogli risplendere gli occhi di una luce propria che sembrava appartenergli ma aver perso da un po’, e Blaine non si rese nemmeno conto di pensare a quanto fosse bello il ragazzo con quell’espressione splendente, anche se si ripromise inconsciamente di farlo sorridere più spesso.

“Ci vediamo domani, ok?” gli disse e Kurt annuì vigorosamente con il capo.

“Certo, a domani.” lo salutò con un sorriso sincero che diede un po’ di sollievo al cuore indolenzito di Blaine.

Dopo un ultimo sguardo entrambi salirono in macchina, mettendo in moto e salutandosi con un ultimo cenno della mano.

Una volta arrivato a casa, Kurt filò dritto in camera sua portandosi dietro un paio di toast, ma non riuscì a dormire.

Si rigirò per ore nel letto ripensando ad ogni singola parola del professor Anderson, e quando si accorse che i racconti che più lo avevano colpito erano quelli della Dalton, scattò a sedere, colpito da una fulminea idea che non credeva avrebbe mai contemplato. Iniziò a fare avanti e indietro per la stanza improvvisamente su di giri, preda di un gran vortice emotivo, finché non si batté una mano sulla fronte e non si decise a darsi una calmata, ammonendosi sottovoce. Si sedette di nuovo sul letto e buttò indietro la schiena, ritrovandosi faccia a faccia con il soffitto e tirando l’ennesimo sospiro pensieroso.

Doveva parlare di nuovo con il professor Anderson.

*
 
Per tutta la mattina successiva Kurt rimase prigioniero dei suoi pensieri, era tanto distratto che per attirare la sua attenzione doveva essere richiamato almeno tre volte, non prestò davvero ascolto a neanche una misera lezione, e rischiò di andare a sbattere contro un paio di colonne (si sarebbe ritrovato con un bernoccolo gigante a fine giornata, ne era certo).

Tutti si accorsero che c’era qualcosa di diverso in lui e che in effetti si comportava in modo un po’ strano, ma Kurt non fece che negare e sviare il discorso, liquidando tutti il più velocemente possibile per poter riflettere e rimuginare in pace, convincendosi con crescente fermezza di avere un lancinante e impellente bisogno di parlare con il suo supplente di Inglese, scalpitando sempre di più mano a mano che si avvicinava la pausa pranzo. Quel giorno Kurt non aveva lezione con lui né le prove del Glee Club, perciò non incrociò il professor Anderson per tutta la mattina e si arrese all’idea che, se avesse voluto parlargli, sarebbe dovuto andare a cercarlo nel pomeriggio; così, con una scusa molto vaga, lasciò Rachel in biblioteca con Tina e si avviò verso la sua aula d’inglese. Arrivato lì bussò leggermente alla porta della classe e aspettò che venisse invitato ad entrare prima di affacciarsi e incrociare gli occhi cangianti del giovane supplente, il quale appena lo vide, sussultò appena.

“Kurt” lo chiamò alzandosi in piedi da dietro la scrivania, e il ragazzo entrò nell’aula chiudendosi la porta alle spalle.

“Volevo…vorrei parlarle, se non ha da fare” rispose Kurt con voce flebile, e Blaine annuì immediatamente, indicandogli con una mano di mettersi a sedere.

“Certo…è successo qualcosa?” domandò il professore con una nota preoccupata, mentre prendeva una sedia e si spostava vicino al ragazzo per fronteggiarlo, mentre a dividerli c’era solo lo spigolo del banco.

Kurt prese un ampio respiro e abbassò lo sguardo verso le sue dita intrecciate, le quali si stavano muovendo scompostamente, strusciandosi tra di loro come degli agitati serpenti in gabbia.

“No, non è successo niente…” rispose prima di fermarsi e restare qualche secondo in silenzio, riflettendo visibilmente su cosa dire, o meglio, su come dirlo. Blaine aspettò paziente che il ragazzo riprendesse a parlare, e quando lui si decise a farlo, riuscì anche ad incrociare i suoi occhi.

“E’ possibile trasferirsi alla Dalton ad anno iniziato?”

Di tutte le cose che poteva aspettarsi di sentirsi chiedere da Kurt, per quel poco che lo conosceva, quella fu per Blaine un vero e proprio fulmine a ciel sereno, tanto che  si ritrovò a fissare il ragazzo con gli occhi sgranati senza preoccuparsi di mascherare lo sconcerto.

“Dalton?” chiese come se non avesse sentito bene, quando in realtà aveva sentito benissimo. Kurt annuì timidamente e distolse di nuovo lo sguardo con espressione quasi imbarazzata.

“Ho pensato molto a quello che mi ha detto ieri, professore. Sinceramente, c’ho pensato tutta la notte, non ho chiuso occhio, e dopo tutto quel rimuginare, mi sono reso conto di essermi perso a fantasticare sul… Trasferirmi. A come sarebbe svegliarmi la mattina senza il pungolo della paura, andare in una scuola con serenità, non dovendo guardarmi le spalle ogni dieci secondi… Smettere di sobbalzare come un gatto spaurito ogni volta che qualcuno chiude un armadietto. E a quel punto mi sono detto, perché no? Io… Io non merito tutto questo.” cominciò a spiegare lo studente, il tono piano piano sempre più traballante.

“Voglio solo stare tranquillo.” confessò esausto, scuotendo appena il capo e tirando su con il naso, mentre le lacrime tornavano a pungergli gli angoli degli occhi.

“Sono anni, anni che vivo in queste condizioni, e nell’ultimo periodo è puro terrore. A scuola non faccio vita, vengo umiliato in ogni modo possibile, ed è così dalla prima.. Ho combattuto da solo per tutto questo tempo, senza che nessuno si preoccupasse di me o si accorgesse di quello che stavo passando. Qui è l’inferno, e l’ho sopportato per troppo” si sfogò Kurt con semplicità, esternando la sua sofferenza e la sua frustrazione, giustificandosi quando non ce n’era bisogno.
Blaine rimase ad ascoltarlo attentamente e ad osservarlo senza dire niente per almeno un minuto, trovandosi seriamente in difficoltà su cosa rispondere, per poi decidere che la strada giusta poteva e doveva essere solo quella dell’onestà.

Perciò sospirò ampiamente e si sporse quanto bastava verso l’altro, ritrovando i suoi occhi.

“Sono stato assolutamente sincero con te Kurt, in tutto quello che ti ho detto, e non voglio che questo cambi, anche se potrei sembrarti… Beh, forte” disse Blaine poggiando a sua volta le mani sul banco.

“Io ero felice alla Dalton, lo ero davvero… Ma non c’è stato giorno in cui non abbia fatto i conti con il rimpianto. A volte era solo una flebile eco, a volte era un allarme martellante, ma non mi ha mai abbandonato. Perciò, prima di scegliere, devi decidere se ne vale la pena. Tu… Tu ce l’hai quasi fatta Kurt. Sei ad un passo dall’averli battuti, dal dimostrargli che non possono cambiarti e non possono sconfiggerti. Tu sei forte, sei più forte di loro, e sei più forte di me…” continuò il giovane insegnante, percependo chiaramente dentro di sé quanto fosse forte la stima per quel ragazzo e per tutto quello rappresentava. Quanto avrebbe voluto essere come lui al liceo…

“NON E’ VERO!”

L’urlo di Kurt arrivò tanto inaspettatamente che Blaine saltò sulla sedia e guardò il ragazzo incredulo mentre questo stringeva i pugni sul banco e le guance gli si imporporavano di rossa rabbia.

“Io non sono forte! E SONO STANCO DI PROVARCI! Io lotto, e lotto, e stringo i denti, e il mondo non mi da niente in cambio! Non ne posso più! Voglio vivere una vita normale, voglio smettere di aver paura, voglio che la gente smetta di farmi sentire sbagliato quando non c’è niente che non vada in me! Voglio solo essere felice”

Il tono di Kurt passò da rasentare le grida al ridursi ad un singulto strozzato, e alla fine scoppiò a piangere. Cominciò a singhiozzare violentemente e a versare tutte le lacrime che si era imposto di trattenere, tentando di buttare fuori tutto il dolore che lo stava avvelenando e lasciando crollare tutte le sue barriere.

Blaine rimase spiazzato solo per un secondo, poi senza esitazione eliminò ogni distanza che c’era fra lui e Kurt e lo abbracciò, stringendolo a lui e accarezzandogli le spalle mentre il ragazzo, dopo un attimo di smarrimento, affondava il viso nell’incavo della sua spalla e si aggrappava a lui. Il giovane supplente si sporse per avvicinare la labbra al suo orecchio e sussurrargli un rassicurante “sssh”, cercando di farlo calmare, senza smettere di stringerlo con forza. Dopo diversi minuti i singhiozzi di Kurt si fecero più flebili e le sue lacrime più sporadiche, finché finalmente il pianto non terminò e il ragazzo si lasciò andare ad un grande sospiro, beandosi di quell’abbraccio che era riuscito a tranquillizzarlo. Blaine a quel punto si allontanò il minimo necessario per guardare il ragazzo negli occhi, e con il pollice gli asciugò le sue ultime lacrime, sorridendogli appena.

“Andrà tutto bene Kurt, te l’ho promesso” gli disse a bassa voce, lasciando che l’oro dei suoi occhi si mescolasse con l’azzurro di quelli del ragazzo, finché questo non accennò ad un debole sorriso. Blaine gli fece un’ultima carezza sulla guancia e poi si staccò del tutto, rassettandosi la camicia e rivolgendogli un sorriso incoraggiante.

“Forza, andiamo via da qui. Ti porto in un posto che sono certo ti tirerà su il morale.” gli disse dandogli una pacca sulla spalla e facendogli con il capo un cenno verso la porta. Kurt si asciugò gli occhi e lo guardò curioso.

“Dove?”

Blaine gli fece l’occhiolino.

“Sorpresa.”





 

Spazio dell'Autrice.
 


Bene, prima di tutto voglio dirvi questo: scrivere questo capitolo è stato UN PARTO. Credo per la stanchezza, perchè in realtà ce l'avevo bello chiaro in testa, però non so...vi giuro che tutte le volte che lo rileggevo mi faceva sempre più schifo, e non lo dico per sentirmi dire "no, ma che diciii", perchè io sono sempre onesta con me stessa. Quando una cosa che scrivo mi piace, lo dico, quando non mi piace, lo dico, e così era per questo. Infatti c'ho messo tantissimo a buttarlo giù, e spero che dopo l'ultima stesura vi piaccia. Ho fatto il massimo che potevo, credetemi (siete liberi di tirarmi i pomodori xD).

Questo capitolo è solo Kurt e Blaine, ed è anche bello carico, da entrambi i punti di vista. Blaine racconta tutto, tutto di lui a Kurt, e questo alla fine sbotta davanti a lui, si mostra per quello che è, lascia cadere le barriere e si sfoga. E' una cosa molto importante, perchè è qui che comincia il loro rapporto. Iniziano a conoscersi, e nel prossimo vedrete che ci sarà una sorta di equilibrio...i ruoli cominceranno a livellarsi, perchè questa secondo me è un'altra delle cose fondamentali in una relazione: l'equilibrio. Non esiste un rapporto di amore se uno è inferiore o superiore all'altro. Certo pareggiare i livelli non sarà semplice, e vedrete che ci sarà uno dei due che sarà abbastanza remissivo a farlo.

Un'altra cosa abbastanza importante per l'inizio della loro storia: quando Kurt sorride, Blaine pensa che sia bello, bello davvero, non come lo aveva pensato nel primo capitolo, e d'ora in poi la cosa gli sarà sempre più evidente.

Altra cosuccia direttamente dal testo: ho paragonato Blaine ad un cagnolino e Kurt ad un gattino *w* Avete presente le adorabili gif di Tumblr con loro versione cane e gatto? Ci sono ossessionata AHAHAHA li disegno ovunque xD

E alla fine abbiamo Blaine che vuole portare Kurt in un posto. Non indovinerete MAI xDD Non perchè dubiti delle vostre doti da Sherlock Holmes, ma perchè è un posto che non c'entra niente nè con Blaine nè con Kurt, mi è venuto in mente guardando un'altra cosa che spiegherà direttamente Kurt nel capitolo, quindi è praticamente impossibile da collegare xDD Però si accettano scommesse, magari se sapete entrare bene nella mia testa (tanto c'è poco) ci riuscite xD

Ok, adesso ci do un taglio e vi saluto!

Ringrazio caldamente e con tutto il mio cuore Jessika, aka Chemical Lady, che mi ha betato il capitolo è che è fottutamente perfetta per me **

Ringrazio con amore colfersdietcoke, kiamilachan (ODDIO ERANO ANNI CHE NON SCRIVEVO IL TUO NOME çOç <3), fairynight95, Livia_vitty, Carolina110411, GiNeVrA_21, Sirymcgregor, crocky, Estel84, saechan e MartyYeppa per aver recensito il capitolo ** Vi amo!!

E naturalmente grazie a tutti quelli che hanno letto! SIETE TUTTO PER ME <3

Buona notte e buona Pasqua! (o quello che ne rimane xDD)



 

   
 
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