***
Era
da poco sorto il sole e Konoha aveva placidamente ripreso la sua tranquilla
vita di paese turistico e storico. Anche l’Hokage era a lavoro, precisamente
aveva fatto convocare alcuni ninja che ora erano di fronte a lei, impassibili.
Tsunade
li osservò tutti uno per uno, poi parlò.
-
Conoscete la missione, trovate Izuma Momochi e portatelo qui. In caso di
difficoltà, siete autorizzati ad usare le maniere forti. - Tutti annuirono decisi.
Ad
un tratto nell’ufficio fece irruzione Naruto, gridando: - Fermi tutti! Tsunade
Baa-chan mi faccia andare con loro! –
I
presenti, soprattutto Sakura, compresero il suo stato d’animo in quei momenti
ma non erano affatto convinti che il ragazzo avrebbe ricevuto un facile lascia
passare a quella missione.
Tsunade
assunse uno sguardo truce che avrebbe potuto infiammare un blocco di ghiaccio
ma Naruto non si scompose più di tanto e attese comunque una risposta.
-
Sai già che le tue condizioni non sono del tutto ristabilite, saresti solo di
intralcio alla missione. - Quella era
una specie di invito a non insistere oltre e lo compresero tutti, tranne
Naruto.
-
Non se ne parla! Questa storia mi riguarda in prima persona ed io devo
prenderne parte!
-
Per farti ammazzare questa volta?! -
Tuonò l’Hokage sbattendo violentemente un pugno sul tavolo che fece
sobbalzare i presenti. Sakura si interpose un momento tra loro.
-
Si calmi per favore Shisho, e anche tu Naruto. Vieni un momento con me. - E detto questo lo trascinò fuori
dall’ufficio, chiudendosi la porta alle spalle.
-
Sakura io non cambio idea, deve farmi partecipare e se non lo farà andrò lo
stesso anche senza il suo permesso!
-
Cos’è, hai perso la tua intelligenza? Sai bene che così facendo rischi di
finire agli arresti.
-
Quella cosa dell’intelligenza si è ridotta, adesso sono parecchio sotto a Shikamaru.
Ad ogni modo preferisco rischiare la prigione piuttosto che rimanere qui e non
fare nulla.
-
Ma non hai sentito L’Hokage? Vuole che lo portiamo qui, quindi in un modo o
nell’altro te lo ritroverai faccia a faccia, anzi quel giorno sarai anche più
in forma di adesso e, in caso di necessità, potrai batterti adeguatamente!
Naruto
aprì bocca pronto a ribattere, ma assimilate quelle parole dovette riconoscere,
seppur con fatica, di avere torto. Abbassò lo sguardo infastidito.
Sakura
lo guardò con un mezzo sorriso, sapeva che quella situazione non gli piaceva
affatto ma dovevano accontentarsi tutti.
-
E se doveste ingaggiare uno scontro? Io potrei esservi d’aiuto - cercò un’ultima scappatoia per avere ragione,
ma anche quella fu presto smentita.
-
Siamo già una squadra di tre elementi, e poi ti ricordo che questo tipo è un
marionettista e, modestia a parte, credo di avere più esperienza di te contro
quel tipo di avversario. Ho sconfitto Sasori no? - disse presuntuosa, facendo un occhiolino.
Naruto s’imbronciò ancora di più. Poi sospirò rassegnato.
-
Hai vinto…
-
Dai stai tranquillo, andrà bene. Ora, se fossi in te, chiederei scusa
all’Hokage per il comportamento - lo
ammonì, ricordando come si era comportato poco fa.
-
Sì d’accordo, più tardi però.
Sakura
lo prese per un orecchio e lo trascinò in ufficio, dove gli sguardi confusi e
dei loro compagni non tardarono ad apparire.
-
Adesso! - urlò Sakura, quasi strappando
l’orecchio al compagno di squadra che per il dolore, ripeteva più volte di
lasciarlo andare; lo mollò davanti la scrivania mentre con la manica si
asciugava i lacrimoni.
Tsunade
lo osservò con una velata vena di compassione, però non la do a vedere.
-
Tsunade Baa-chan, mi dispiace per prima… -
disse spostando lo sguardo altrove per l’imbarazzo, oltretutto era stato
convinto a farlo in pubblico e quello non gli piaceva poi molto.
A
Tsunade spuntò un piccolo e sereno sorriso, era difficile che Naruto si
scusasse con lei ma forse aveva compreso quanto fosse preoccupata per lui.
-
Sei perdonato Naruto. Ad ogni modo non parteciperai a questa missione, va bene?
- Il ragazzo annuì appena, ancora
leggermente infastidito per quella scelta.
-
Molto bene, e voi, Sakura, Shikamaru e Shino, potete partire subito.
I
tre annuirono, dopodiché uscirono dall’ufficio.
-
Ciao Naruto, torneremo presto! - disse
Sakura prima di richiudersi la porta alle spalle.
Ed
ecco quel che Naruto aveva sentito per diversi giorni nella sua stanza
d’ospedale: il silenzio.
Erano
rimasti solo lui e Tsunade a riempire quel piccolo spazio vuoto, colmo solo di
pile e pile di documenti.
Naruto
strinse i pugni; non aveva smesso di osservare il vuoto con viso contratto
dalla frustrazione, non lo sopportava.
-
Sei preoccupato per loro? Ti assicuro che tutti e tre insieme riuscirebbero a
sconfiggerti nelle tue attuali condizioni. Non sei indispensabile sai?
-
Non è questo il punto… - sussurrò.
-
Per una questione di principio?
-
Diciamo che era una faccenda personale, e avrei preferito essere in prima linea.
-
Quante sciocchezze. Lascia stare l’orgoglio, l’importante è prendere il
colpevole, per il resto potresti anche controllarti no?
Sapeva
di avere dei torti, ma d’altronde se non sono i principi a mandare un uomo
avanti, cos’è? Tutta quella storia gira intorno a lui e gli viene vietato di
prendervi parte? A chi non darebbe fastidio?
Senza
dire niente uscì dall’ufficio.
Rimase
qualche secondo poggiato con le spalle alla porta, a dire la verità un po’
preoccupato era, in fondo non conoscevano ogni dettaglio è un minimo margine di
rischio c’era sempre. Non perse tempo e, con uno scatto, si diresse all’uscita
del villaggio.
***
-
Allora, siamo pronti?
Shino
e Sakura annuirono convinti. Quella si prospettava come una missione
interessante e per nulla impegnativa propensa a imprevisti, d’altronde se ci
sarebbe stato da combattere, avrebbero combattuto. Sono ninja addestrati no?
-
Allora via.
-
Aspettate!
Tutti
si bloccarono per poi voltarsi. Era Naruto che, correndo a perdifiato, l’aveva
raggiunti ed ora era davanti a loro piegato sulle ginocchia che riprendeva
fiato.
-
Cosa c’è? Non dirmi che l’Hokage ti ha dato il permesso di venire perché non ci
credo! - affermò sospettosa Sakura
guardando male il ragazzo.
-
No per niente, volevo solo parlarvi.
Osservò
uno ad uno i suoi amici, quasi come a cercare di capire i loro pensieri o
impressioni; l’unica che però capì fu Sakura. Il suo sguardo esprimeva sempre
quella nota di perplessità che ormai Naruto aveva imparato a riconoscere, e non
solo quella, della sua compagna di squadra poteva capire tutto, o quasi.
-
Mi raccomando Sakura, porta qui quel tipo, ci conto - disse con un mezzo sorriso, disturbato però
da un leggero velo di preoccupazione.
Per
Sakura fu come rivedere una scena già vista, un dejà vu.
Già,
ma questa volta le parti erano invertite. Lei partiva e lui rimaneva al
villaggio, che ricordi.
Alzò
lentamente un braccio, fino a mostrargli un pollice alzato unito a un ampio
sorriso sfottente, proprio come quello di tanti anni fa.
-
Tranquillo Naruto, vedrai che lo riporterò qui!
-
Questa scena l’ho già vista… - sussurrò
Shikamaru a Shino che, per tutta risposta scrollò le spalle.
Anche
Naruto parve ricordare quella scena, la sua espressione si illuminò come quando
ci si ricorda qualcosa, poi fece un sorriso, che presto divenne una risata a
cui si unì anche Sakura. Già, ridere in quel momento era la cosa migliore del
mondo.
Naruto
rimase lì ancora un po’, anche quando le figure dei suoi amici scomparvero
altre i rami e la boscaglia, finché anche i loro salti divennero troppo flebili
da poter essere uditi.
Osservava
il cielo e le nuvole, chissà come doveva essere la vita di una nuvola che
leggera, vaga per il mondo spinta dal vento senza, anche solo per un momento,
preoccuparsi di dove andrà a finire.
Per
un momento pensò anche a come potesse essere volare. Da lassù, tutto diverrebbe
piccolo e quelli che prima potevano essere ostacoli insormontabili diventano
preoccupazioni senza senso. Gli esseri umani si credono grandi ma in verità
sono piccoli e se si entra in quest’ottica possiamo valutare i nostri problemi
per quello che sono.
-“Deve
essermi rimasta un po’ di intelligenza, ma guarda che vado a pensare” - sorrise alle sue sciocchezze per poi voltarsi
e incamminarsi. Non doveva preoccuparsi, sarebbe andato tutto bene.
-
Naruto? - si fermò improvvisamente al
richiamo del suo nome per poi voltarsi e vedere chi l’avesse chiamato. Sorrise.
-
Buongiorno Hinata, è qualche giorno che non ci vediamo. - disse gentilmente per poi avvicinarsi alla
ragazza che per tutta reazione sembrò rannicchiarsi ancor più in se stessa.
-
G-già, mi avevano affidato una missione e sono tornata solo ieri s-sera.
-
Capisco, hai fatto colazione? – Sobbalzò
leggermente Hinata a quella domanda, ma comunque rispose.
-
V-veramente no.
-
Nemmeno io, ti va di farmi compagnia? -
A quella domanda, Hinata sbarrò gli occhi e, lentamente, tirò su la
testa fino ad incontrare l’espressione sorridente di Naruto che attendeva una
risposta.
Mi sta invitando a fare colazione
insieme a lui?! Svelta digli di sì!
- M-ma
certo! - il viso di Naruto si illuminò
ancora di più e, senza farsi problemi, prese per un braccio la povera Hinata
che a quel contatto credette di ritrovarsi il cuore in gola. Il suo viso si
accese come una lampadina rossa da quanto era agitata ma in cuor suo sapeva quanto
quel contatto gli facesse piacere. Era un gesto semplice ma che però gli
procurava una gioia immensa e non facilmente manifestabile.
Era
sempre così, quando Naruto diceva o faceva qualcosa, lei finiva dritta in paradiso,
o al contrario finiva all’inferno. Erano anni che non faceva altro che stare a
guardare, forse qualcosa anche lei poteva farla, d’altronde era una ninja a
tutti gli effetti addestrata a combattere e in caso di necessità, a uccidere
senza ripensamenti, non poteva però ritrovarsi sempre così vulnerabile davanti
a lui.
Questi
veloci pensieri si fecero largo nella sua mente in pochi secondi, giusto il
tempo per qualche passo dove la mano di Naruto non si era staccata un momento
dal suo braccio; doveva reagire.
Con
un movimento lento ma calcolato, si liberò, a malincuore, dalla presa del
ragazzo. Quest’ultimo non fece in tempo a formulare una qualche domanda di
spiegazioni che Hinata gli mostrò un dolce sorriso che lo bloccò. Acquisita
abbastanza fiducia in se stessa, prese lei a braccetto lui, che dopo un istante
di incredulità, cominciò a tirarlo al suo fianco mentre quella che era una
candida risata riempiva lo spazio tutto per loro.
Sento il mio cuore battere così
forte, e questo batticuore… mi piace!
Hinata,
seppur rossa e agitata, sentiva di essere improvvisamente più leggera del
solito, così questo si provava a non rimanere chiusi in se stessi? Se quella
era la sensazione, non voleva più farne a meno.
-
Ehi Hinata, dove andiamo? - Naruto era
perplesso, incredulo e, sì, anche un po’ imbarazzato. Una ragazza che si
comportava in quel modo con lui era molto rara, però non gli dispiaceva.
-
Ti porto in una piccola tavola calda a fare colazione, dai non avevi fame?
Oddio non ho balbettato! Che bella
sensazione essere così naturale!
E
un’altra risata cristallina si poté udire senza che Naruto riuscisse ad aprire
bocca. Poi parlò.
-
Certo che devi avere proprio fame, allora andiamo più veloce, ti va? - E senza aspettare risposta toccò a lui ridere
mentre con un gesto fulmineo afferrò la mano di Hinata, tornando a tirarla come
agli inizi
Hinata
sentì un’altra piacevole fitta al cuore, ma decise di non svenire. Se lo
impose. Quello era sicuramente il suo giorno fortunato, e quel giorno lo
avrebbe riempito della sua felicità. Strinse quella mano troppo grande per la
sua e smise di farsi tirare, perché presero a correre l’uno affianco all’altra,
ridendo.
Angolo autore:
Salve! ^^
Dunque,
questo cap è diviso in tre parti precise: Pre-missione, saluti e svago =)
Non so
voi, ma la parte finale è quella che mi è piaciuta di più ^^
Ringrazio:
JunoEFP, TheCristopher94, NaruHina4ever e Ernesto507. Ma dove siete finiti
tutti? Forse il cap è stato noioso =/
Comunque
questo è più carino dai ^^
Ciao!