Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    08/04/2012    3 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jenny, ti sono talmente tanto riconoscente per quello che hai fatto per me che voglio dedicarti il capitolo.

 

Sì. Mille e mille volte sì

< Robert Thomas Pattinson, porta immediatamente il tuo culo qui! > urlai a pieni polmoni mentre osservavo quella gigantesca chiazza sul mio divano.
Ero incazzata? Sì, parecchio.
Lo avrei infamato? Quello era ovvio.
L'avrebbe pagata? Assolutamente.
La porta del bagno si aprì dopo trenta secondi e Robert mi si affiancò.
< Cosa c'è, amore mio? >
< Amore mio 'sti cazzi > ribattei trucidandolo con lo sguardo < da dove diavolo viene fuori questa? > chiesi, mentre gli indicavo l'enorme macchia d'olio sul cuscino del divano che lui, per non farmela scoprire, aveva girato.
< Ricordi il mese scorso, quando sei andata quel fine settimana a trovare tuo padre? >
< Sì >
< Ecco >
< E come diavolo…? >
< Cibo cinese > ribatté interrompendomi.
Buttai lo straccio sul divano e lo guardai malissimo.
< Ho una voglia assurda posare le mie esili dita attorno al tuo collo e di stringere finché non so per certa che non arrivi più aria nei polmoni >
Robert mi sorrise sghembo e mi si avvicinò, appoggiando le mani sui miei fianchi.
< Lo sai che sei sexy quando ti arrabbi? > chiese baciandomi il lobo e mi scansai.
< Allora devo essere davvero davvero sexy, perché in questo momento sono davvero davvero incazzata >
Quello stupido rise e mi baciò sulle labbra, ma non appena ci sfiorammo lo allontanai con una spinta.
< Sei così arrabbiata? > domandò con disappunto.
< Hai mangiato cibo cinese sul divano e l'hai macchiato. Quella chiazza è lì da un mese ed ora so per certo che non andrà più via. È ovvio che lo sia > risposi enfatizzando l'ultima parte, ma lui non si diede per vinto e mi accarezzò la schiena e come sempre mi rilassai, sospirando compiaciuta < ti odio >
< Bugiarda > ribatté baciandomi una seconda volta e ricambiai il gesto.
< Continuo ad essere furibonda >
< Mi farò perdonare >
< Me la pagherai >
< Non vedo l'ora, piccola Michelle >
Mi scostai dalle sue braccia e lo guardai stupita. Aveva riesumato davvero quel nome?
< Come mi hai chiamato? >
< Piccola Michelle > continuò senza smettere di sorridere.
< Era da una vita che non mi chiamavi così >
< Da prima che iniziassimo a frequentarci >
< Bei ricordi > constatai abbracciandolo.
< Già >
< Saranno passati…sei anni? >
< Decisamente troppi > disse mentre mi accarezzava la schiena e chiusi gli occhi, beandomi di quel gesto < che ne dici se ci riappacificassimo con un po' di sesso? > chiese sussurrandomelo all'orecchio e, ghignando, feci di no con la testa, consapevole che se lo guardassi negli occhi a quest'ora mi troverei già senza vestiti.
< Ora vai a comprare un'altra fodera per il divano e guai a te se torni a casa a mani vuote >
Robert sbuffò e mi allontanò quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi. Inclinò la testa di lato e sporse il labbro inferiore.
< Vieni con me? >
Dovetti lottare cntro me stessa per non saltargli addosso e non mangiarmi quelle labbra; e chissà come mai ce la feci.
< Assolutamente no. Ho una casa da pulire e poi devo studiare. Coraggio! > esclamai tirandogli una pacca sul suo perfetto sedere < Vattene! >
Robert rise e, scuotendo la testa, uscì da casa con le fodere in una sporta.
La mezz'ora successiva la impiegai nella profonda pulizia del bagno e del suo, ma un po' anche mio, studio e infine mi dedicai a quella che ormai era diventata la nostra camera da letto.
Sorrisi e mi misi a sedere sul bordo del letto, lasciando riaffiorare i ricordi alla mente: ricordavo come se fosse stato ieri quando era venuto in ospedale con un gigantesco orso in peluche e mi aveva chiesto di riprovarci, lo stesso che ora si trovava sullo sgabello accanto alla finestra…sì, Robert sapeva decisamente come convincermi.
Cambiai le lenzuola, diedi una spolverata in qua e in là e quando finii mi gettai sul materasso, stanca morta. La mia mente mi diceva di studiare, ma ero talmente stanca da non poter muovere nemmeno un muscolo.
Chiusi gli occhi promettendomi che mi sarei riposata solo per qualche minuto, ma quando li riaprii mi ritrovai tra le braccia del mio Robert.
< Quanto ho dormito? >
< Dipende da quando ti sei addormentata > ribatté mentre mi accarezzava i capelli.
< Da quanto sei qui? >
< Ormai un'ora >
Sbuffai contrariata e mi sistemai meglio tra le sue braccia.
< Hai trovato tutto? >
< Sì > disse annuendo < e ho anche cambiato le fodere. Mi dispiace >
Sorrisi e cercai le sue labbra.
< Ti perdono. Ma la prossima volta vedi di mangiare sul tavolo >
< Perché tu puoi mangiare sul divano ed io no? >
< Perché io sono una donna e la mia mente è talmente superiore da impedirmi di sbrodolare, a differenza tua > risposi prendendolo in giro.
< Continui ad essere sempre testarda. Non credo cambierai mai >
< Infatti, mai >
Mi strinse nel suo abbraccio e mi baciò il collo, ma lo squillo del telefono ci interruppe.
< Vado io > disse sciogliendo l'abbraccio e corse nell'altra stanza per rispondere.
Mi alzai dal letto a mia volta e mi stiracchiai, facendo così scrocchiare le ossa.
< Mitchie, devo andare >
< Dove? > domandai curiosa e mi guardò come se fossi pazza.
< A prendere Jeremy e Kelly in aeroporto >
< Oh giusto! Vengo con te >
< Non serve, tu riposati >
Gli sorrisi e lo baciai, e mentre lui usciva di nuovo da casa io presi dalla libreria nello studio il mio testo di genetica, mi sedetti sulla poltrona e iniziai a studiare. Mi era rimasto solo l'esame di genetica e poi mi sarei laureata. Un solo esame, dopodiché mi aspettava il mio lavoro fisso all'Hills come psichiatra. Il tirocinio mi aveva affascinato talmente tanto da abbandonare la mia idea di diventare chirurgo. Ovviamente avrei dovuto sostenere alcuni esami di specialistica, ma potevo benissimo studiare da casa e andare a Yale all'occorrenza.
Ero talmente immersa nello studio che non sentii nemmeno la porta; mi accorsi solo della presenza dei miei amici quando Kelly mi prese il libro dalle mani.
< Basta studiare, secchiona! > esclamò sorridendomi e mi catapultai su di lei.
< Kelly, Kelly, Kelly! Non hai idea di quanto tu mi sia mancata! >
La mia amica rise e mi strinse a sé.
< Mai quanto tu a me. Non è lo stesso non averti in camera. E poi la mia nuova compagna non mi piace, è…stupida >
< Sì, posso confermarlo > di intromise Jeremy strappandomi dalle braccia della sua ragazza < Michelle, sono così felice di vederti >
< Anche io, Jer > replicai stringendomi nell'abbraccio e ci staccammo solo quando Robert emise un finto colpo di tosse.
< Troppo intimi, ragazzi > disse incitandoci ad allontanarci, ma nel momento in cui mi avvicinai a lui col sorriso sulle labbra mi baciò.
< Troppo disgustosi > replicò Kelly e scoppiammo tutti a ridere.
< Restate a cena qui? > domandai sorridendo, ma Jeremy scosse la testa.
< La porto a conoscere i miei genitori >
Guardai Kelly sconvolta.
< Non fare quella faccia! > esclamò imbronciandosi e scoppiai a ridere.
< I suoi genitori sono delle persone meravigliose, non avrai problemi > la rassicurai abbracciandola e lei ricambiò la stretta.
< Tu sì che sei un'amica…non come qualche stronzo che per tutto il tragitto non ha fatto altro che terrorizzarmi! > esclamò mentre lanciava un'occhiataccia a Robert.
Sorrisi mentre lo guardavo. Il mio stronzo.
< E dove alloggerete? >
< Sempre dai miei >
< Io volevo stare in un albergo, ma lui ha detto di no > replicò Kelly per niente contenta.
< Quanto starete qui? > domandò Robert.
< Cinque giorni >
< Ah! Quei famosi cinque giorni senza fare sesso > replicai mentre li guardavo ghignando.
< Ma i miei genitori non staranno in casa tutto il giorno >
< Beh, io in casa dei tuoi genitori non faccio sesso! > esclamò Kelly incrociando le braccia al petto e l'espressione di Jeremy fu talmente buffa che non potei non ridergli in faccia.
< Li accompagno a posare i loro bagagli > mi disse Robert mentre mi posava un bacio sulla fronte < ci vediamo tra mezz'ora >
< A più tardi > risposi sorridendogli < e noi, ragazzi, ci vediamo domani? >
< Certo! > esclamarono abbracciandomi e quando fui sola ricominciai a studiare.
Dopo un'ora la vibrazione del mio telefonino mi fece chiudere definitivamente il testo di genetica. Il messaggio che mi era arrivato era da parte di Robert.
Puoi raggiungermi sul tetto dove andavamo a vedere il tramonto? Dovrei parlarti ed è abbastanza urgente
Il suo messaggio mi stupì, ma ad ogni modo gli scrissi che sarei andata subito da lui e arrivai al nostro luogo d'incontro dopo venti minuti. Il portiere, che ormai mi conosceva, non appena mi vide mi sorrise e mi aprii la porta, dicendomi che Robert mi stava aspettando e con il battito accelerato raggiunsi il tetto. Robert era lì, che mi dava le spalle, appoggiato alla ringhiera e bello come non mai.
< Robert? > lo chiamai mentre mi avvicinavo a piccoli passi e quando lui si voltò mi sorrise sghembo.
Il mio cuore perse un battito.
< Devo essere onesto, Mitchie, non è stato facile > disse mentre compiva alcuni piccoli passi verso di me.
< Fare cosa? > chiesi confusa.
< Avevo pensato ad un concerto, ma Liam Wood mi ha preceduto come abbiamo potuto vedere, o ad partita di basket, ma è scontato. Ho addirittura pensato ad una classica cena a lume di candela e a base di caviale e fiumi di champagne nei ristoranti più costosi sulla faccia della terra, ma una voce dentro di me si è fatta sentire dicendo che tu meriteresti qualcosa di meglio di tutto questo. E allora mi sono chiesto: perché non sulla terrazza? Perché non qui, dove ho realizzato quanto realmente tenessi a te? Ma questo non è da me, io non sono portato per queste cose. Mi conosci, io sono goffo. Io sono il goffo Pattinson > canzonò, facendomi tornare in mente il motivetto che i bambini della scuola elementare gli cantavano da piccolo.
< Sono più confusa di prima > ammisi mentre mi stringevo le spalle.
Robert rise e scosse la testa.
< Vediamo se così riesco a rendertelo più chiaro > mi disse e tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans un anello che teneva tra l'indice e il medio < Mitchie, mi sposi? >
Spalancai la bocca e sgranai gli occhi, incapace addirittura di respirare. Il vento si stava alzando ed io iniziavo ad avere la pelle d'oca, ma non mi importava. Non riuscivo a fare altro che fissare la mano di Robert reggere il mio anello, finché…finché non mi imposi di muovermi e mi catapultai tra le sue braccia, che ricambiò la stretta ridendo.
< Robert, io… >
< Shh! > mi intimò posando l'indice della mano libera sulle mie labbra e senza smettere di sorridere si inginocchiò < Michelle Christina Waldorf, mi vuoi sposare? >
Dalle mie labbra nacque un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro.
< Sì. Mille e mille volte sì >
Ricambiò il sorriso e mi infilò con estrema calma l'anello nell'anulare sinistro, poi tornò in posizione eretta e prima ancora che potesse avvicinare il mio viso al suo, io mi ero attaccata a lui in stile koala e lo stavo riempiendo di baci.
< E questa è andata > disse tra un bacio e l'altro.
< Ti amo > gli dissi con gli occhi lucidi.
< Ti amo che io, Mitchie >
Mi allontanai dalle sue labbra e fissai quella meraviglia con occhi sognanti: il diamante al centro era incolore e in entrambi lati dell'anello vi erano tre piccoli diamantini.
< Oh, forse vorrai la scatola > disse porgendomi una scatola azzurra e con il fiocco sfatto.
Sulla scatolina c'era scritto Tiffany&co.
Quel cretino aveva speso un sacco di soldi per questo fantastico anello.

 

****

< Quando ti vuoi sposare? > domandai stretta al suo petto e sotto le coperte del nostro letto, dove ci eravamo diretti non appena rientrati in casa.
< Mitchie, decidi tu. Fosse per me ti porterei a Las Vegas e ti sposerei ora >
< Eh no, signorino! > esclamai fulminandolo con lo sguardo < Non provarci nemmeno! >
< A fare cosa? > domandò senza capire.
< A far decidere unicamente me. È il nostro matrimonio e non mi importa se alla fine io avrò l'ultima parola…tu collaborerai! Sono stata abbastanza chiara? >
< Cristallina, amore mio > replicò e in quel momento Bear saltò sul letto.
< Bear! > lo sgridammo all'unisono entrambi, ma quell'adorabile bestiolina non ne volle sapere di schiodarsi da lì e si stese ai piedi del letto.
< Credo sia ora della passeggiata > dissi mentre mi mettevo a sedere e recuperavo il mio reggiseno dal pavimento, dove si trovavano tutti i nostri vestiti.
< Vado io, tu chiama le tue amiche e dai loro la notizia. Immagino tu voglia farlo >
Scossi la testa e tornai a prestare attenzione al mio fidanzato.
< Le devo incontrare domani sera, al locale racconterò loro tutto. Porto io la bestia fuori > dissi mentre mi rivestivo e poi guardai Bear, che ricambiava lo sguardo scodinzolando e con la lingua fuori < piccolo, andiamo a fare una passeggiata? >
Bear, al sentire la parola passeggiata, iniziò a scodinzolare come un matto e abbaiò per mettermi fretta, gesto che però mi irritò parecchio.
< Ti sta dicendo di muoverti > disse Robert alzandosi dal letto e anche lui si rivestì < Bear, ti va di uscire anche con me oltre che con Michelle? >
Sorrisi e dopo aver preso il guinzaglio Bear corse a perdifiato verso la porta e uscimmo tutti e tre da casa. La mia mano destra reggeva il guinzaglio, mentre la sinistra era intrecciata a quella del mio fidanzato.
< Io voglio una cerimonia semplice > disse Robert ad un certo punto < e non voglio sposarmi sulla spiaggia. La adoro, ma sono tradizionalista e preferisco la chiesa >
< Non potrei che essere più d'accordo > asserii sorridendo e, come sempre, ignorammo il paparazzo che ci stava fotografando.
< Niente accordi prematrimoniali >
< Cosa? > domandai guardandolo sorpresa.
< Mi hai sentito >
< Ma…perché? >
< Perché, tu lo vuoi? >
Bear si fermò ad annusare l'albero, quindi potei voltarmi per guardarlo in faccia.
< Io ero convinta che fosse scontato. Insomma, se non dovesse funzionare… >
< Parti già con questo presupposto ancora prima di sposarci? Bene, avrai il tuo stupido contratto prematrimoniale >
Robert fece dietrofront e rientrò in casa, mentre io lo guardavo sconvolta. Se solo mi avesse lasciato parlare, avrebbe capito che avevo delle buone intenzioni. Mi abbassai verso Bear e gli accarezzai la testa.
< Piccolo, a quanto pare siamo rimasti solo tu ed io >
Ritornammo a casa mezz'ora più tardi e una volta varcata la sogna di casa Bear si precipitò alla ricerca disperata del suo padrone.
Restammo in giro per mezz'ora e quando rientrammo in casa Bear si precipitò in sala alla ricerca del suo padrone.
< Hey, Bear > lo salutò Robert e seguii la voce, trovandolo seduto sul divano con un copione accanto a lui.
< Sei pronto a parlare? > domandai inginocchiandomi davanti a lui.
< Ti ascolto >
< Io ti amo e ti giuro che tutto ciò che voglio è sposarti e restare sempre con te. Ma nessuno sa cosa ci riserva la vita. Sai perché voglio un accordo prematrimoniale? >
< No > ribatté guardandomi negli occhi.
< Perché se un domani dovessimo divorziare io non voglio assumere un avvocato per cercare di portarti via tutto > ammisi con gli occhi lucidi < non voglio commettere lo stesso errore di Bianca >
< Cosa centra tua madre? >
< Sistemando gli ultimi scatoloni della soffitta ho trovato un fascicolo con dentro le pratiche di divorzio dei miei, e…Bianca l'aveva ridotto al lastrico >
Lui mi prese tra le sue braccia e mi baciò la tempia.
< Come tu desideri > sussurrò al mio orecchio e sorrisi contenta, poi spostò le sue labbra sulle mie e quando mi morse il labbro inferiore mugugnai di piacere < non mi tentare >
< Sei tu che lo stai facendo, Rob >
< Vuoi che ti porti a cena fuori e al cinema o preferisci restare a casa a fare del sesso? >
< Cena e cinema, cena e cinema, cena e cinema! > esclamai iniziando a saltellare.
< Ti ringrazio, tesoro > replicò offeso.
< Dai, quello dopo quando torniamo. Cosa andiamo a vedere? >
< Non so quello che danno al cinema >
< Mi porti a vedere un cartoni animato? >
< Prego? > domandò ghignando < Michelle, hai venticinque anni >
< E con questo? Mia zia del Michigan ne ha quaranta e li guarda ancora. Ti prego! Ti prego! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego! >
< Se ti dico di sì chiuderai la bocca? >
< Chiudimela tu > risposi sfacciata, ma lo sguardo di Robert mi fece arrossire.
< Non desidero altro, miss Waldorf > replicò baciandomi e di lì a poco ci stendemmo sul divano.
Erano ormai le otto quando ci alzammo, ci rivestimmo e uscimmo di casa per andare a mangiare fuori. Dal momento che il cinema era saltato, Robert aveva detto di volermi portare a Malibù nella migliore paninoteca della West Coast.
< Non credevo che un hot dog potesse essere così buono! > esclamai mentre mi mettevo a sedere sulla panchina sul molo.
< Me l'ha fatto conoscere Kr…ellan >
< Krellan? > ribattei divertita.
< Okay, okay. Kristen. Ma prima ancora che ci rimettessimo insieme! >
Risi e bevvi la coca cola dalla cannuccia.
< Beh, per una volta devo farle i complimenti >
Posai le gambe sulle sue e la testa sulla sua spalla, poi chiusi gli occhi.
< R-Robert? > disse una voce davanti a noi e subito dopo sentii delle risatine giulive.
Addio pace.
< Possiamo fare una foto insieme? > chiese una seconda ragazza mentre mi porgeva la sua macchina fotografica.
Posai il mio panino e la bevanda e scattai la foto; gliela porsi, ma non andava bene, quindi dovetti fare altri quattro scatti prima che quelle ragazze se ne andassero. Ma siccome la sua copertura era ormai saltata fummo costretti a rientrare in macchina e guidare fino a casa.
< È stato bello finché è durato > disse chinandosi per accarezzare Bear, che come sempre era ai nostri piedi per farci la festa.
< La prossima volta ti faccio indossare un passamontagna nero >
< Così darò ancora di più nell'occhio >
< Hai ragione…molto meglio una barba di Babbo Natale >
Mi prese tra le sue braccia e posò una mano sul mio fianco, mentre l'altra aveva preso la mia.
< Sai ballare o al matrimonio mi farai fare una figuraccia? >
< Mi dispiace per te, caro, ma so ballare > ribattei con superiorità e iniziai a muovermi al ritmo di una musica inesistente.
Robert mi fece fare la giravolta, ma a causa dei tacchi vertiginosi persi l'equilibrio e cascammo per terra.
< Al ricevimento, niente giravolte > disse ridendo e risi con lui, accettando l'aiuto che mi stava offrendo.

 

 

******

 

Alla facciaccia di chi mi plagia, io sono ancora qua!
Per prima cosa: buona Pasqua a tutte! Spero abbiate passato una giornata serena in compagnia delle vostre famiglie e che abbiate mangiato tanta cioccolata.
Ci stiamo avvicinando alla fine, anzi…direi che siamo praticamente arrivate alla fine! I prossimi capitoli saranno leggeri, ve lo assicuro :P
Grazie perché continuate a seguirla, a recensire e a sopportare i miei ritardi nella pubblicazione.
Al prossimo aggiornamento

Giulls

   
 
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