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Autore: Circe    09/04/2012    8 recensioni
La battaglia non va per il verso giusto, gli Horcrux sono stati distrutti e la bacchetta di Sambuco non funziona a dovere. Il Signore Oscuro improvvisa quindi una ritirata tattica per non venire definitivamente sconfitto. Insieme a lui solo Bellatrix, la persecuzione dell'amore, un problema da affrontare e il potere da riconquistare.
E la storia ... si ripeterà.
Seguito di “Sgáth, che significa oscurità”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di luna: l'oscurità totale'
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Può esistere l’amore?: Bella

Fu davvero strano, qualcosa di inaspettato e improvviso, veloce e fugace, poteva quasi sembrare un’illusione ottica. Se non fossi stata tanto vicina avrei dubitato di ciò che avevo visto.

Nell’attimo in cui padre e figlio si sfiorarono appena, un lampo oscuro si sprigionò dalle loro mani, una sorta di fiamma nera che subito dopo si dissolse in un’intensa folata di vento. Un vento intenso, ma impalpabile, che scompigliò visibilmente i miei capelli e quelli di Sgath.

Per pochi istanti a seguire più nulla. Silenzio e attesa; poi il rumore di uno sbattere lento d’ali iniziò a farsi strada tutt’intorno.

Io subito guardai verso il mio Signore: era ancora concentrato e attento verso il piccolo, non accennava a staccare la sua mano pallida e magra, elegante nella sua spettralità, da quella paffuta e prepotente di Sgath; i suoi occhi di fuoco erano fermi sul punto di contatto, spostandosi solo talvolta verso quelli del piccolo che tenevo ancora in braccio.

Sgath a modo suo giocava, picchiettava il palmo di quella mano sconosciuta con un sorriso soddisfatto e contento, ogni contatto faceva scaturire fiammate oscure sempre più potenti e calorose che si disperdevano nell’aria attorno a noi. Erano sempre più visibili ed intense dopo la prima volta.

Sentivo che la fenice si stava avvicinando, disegnava cerchi, arabeschi e rune nell’aria col suo volo lento ed elegante. Era richiamata da quella strana oscurità che emanava l’erede ogni qual volta otteneva ciò che più desiderava.

Il suo volere più grande era dunque quello di sfiorare suo padre, di creare un contatto con lui. Probabilmente desiderava di più, molto di più, ma non avrebbe ottenuto nulla, il Signore Oscuro non è un padre come tutti gli altri e aveva già concesso a sufficienza. Questo pensavo, guardandoli in silenzio, anche se non potevo saperlo con certezza: stavano succedendo innumerevoli avvenimenti e cambiamenti in quel periodo, come se l’impossibile stesse lentamente e impercettibilmente diventando possibile.

Come se i sogni più arditi e irrealizzabili potessero improvvisamente diventare realtà.

Sentii improvvisamente il cuore impazzire a quel pensiero, sentii i battiti moltiplicarsi nel petto fin quasi a farmi male, l’anima iniziò a muoversi come in un vortice di passione ed incredulità mai sentito né percepito prima di allora.

L’impossibile stava davvero diventando possibile e io me ne stavo rendendo conto davvero solo in quel momento. Lentamente, senza capire realmente come e perché.

E quando.

E l’amore? Poteva esistere l’amore?

Fra i capelli che mi ricadevano sul viso, osai alzare lo sguardo sulle labbra sottili e taglienti del Signore Oscuro, poi guardai i suoi occhi, il suo viso.

Restare sempre con lui, solo con lui, parlargli, sentirmi posseduta completamente, mente e corpo, ogni attimo della nostra vita. Così mi sento davvero viva, davvero felice e potente, in grado di fare qualsiasi impresa lui voglia, in grado di compiere qualsiasi magia io desideri.

Solo quello era il mio desiderio e lo sarebbe stato per sempre. È questo che davvero non esiste?

L’amore.

Lo guardavo così intensamente che nel momento in cui l’ho visto alzare anche il suo sguardo verso di me, non ho potuto fare a meno di mantenere gli occhi fermi, attenti. Il fuoco dei suoi catturò il mio sguardo in pochi secondi senza permettermi nulla se non lasciarmi leggere tutto… la mente, l’anima, il corpo, il desiderio.

Ancora una volta poteva sapere tutto di me, senza difese.

Non ho fatto nemmeno in tempo a pensare che l’amore non esiste.

Non so se fu grazie a Sgath, per un segno del destino, o della magia, ma in quell’attimo e per quel pensiero non riuscì punirmi, né rimproverarmi minimamente: la fenice giunse a lui posandosi sul polso sinistro, la cui mano era ancora ferma a sfiorare suo figlio, e lo distrasse totalmente da quel momento magico che stavamo vivendo noi due.

Lo vidi scambiare un’occhiata fugace col figlio, per poi concentrarsi immediatamente sulla fenice, accarezzare con cupidigia le sue penne e piume.

In quel momento sembrava solamente accarezzare quel manto di un nero lucido e intenso, poi capii che stava sondando, col tocco, la penna più adatta, stava godendosi l’attimo della ricerca finale, della vittoria, del trionfo della magia oscura.

Era bellissimo in quel momento, erano splendidi quei suoi occhi pieni di gioia trionfale.

Lo guardai estasiata ed adorante per diversi istanti.

Poco dopo, Sgath tornò a dimenarsi fra le mie braccia, perdendo ogni interesse verso il padre e acquistandolo invece per i miei capelli lunghi e liberi su spalle e schiena.

Sorrisi quasi dolcemente a Sgath distogliendo anch’io lo sguardo dal Signore Oscuro e dalla fenice: avevo paura che se mi avesse guardato di nuovo, stavolta avrebbe percepito troppo fortemente l’amore e mi avrebbe punita peggio che mai.

Poi, improvvisamente, sentii chiamare il mio nome dal mio Signore e fu come un lampo nel cuore.

Tutta la mia attenzione tornò su di lui:

“Abbiamo la piuma di fenice, ora tocca a te, mia strega, mia Bella, ottenere la bacchetta più potente.” disse guardandomi dall’altro, con sguardo fiero, folle di cupa felicità, mostrandomi fra le sue dita la piuma nera, grande, bella e splendente; contrastava violenta nel bianco pallore delle sue mani.

Nella mia mente echeggiava soltanto “Mia Bella”: le parole che più mi rendevano felice in quell’istante che ci avrebbe cambiato la vita.

Allungai la mia mano verso la sua per afferrare la penna, non appena la toccai, sfiorando anche le sue dita fredde, mi strinse forte la mano, tirandomi a sé con violenza e desiderio, con un trasporto che non avevo ancora percepito prima di allora. Taceva e stringeva forte la mia mano, tanto che iniziavo a sentire male, e lui non faceva che forzare sempre più.

Mi avvicinava a sé, guardandomi le labbra intensamente. Le socchiusi leggermente pregandolo con quell’atto.

Ero certa che lo avrebbe fatto, mi avrebbe baciata, a lungo e con violenza. Mi guardava e non si scostava, anzi, mi avvicinava a sé.

Allora era vero: l’impossibile poteva diventare possibile, l’amore poteva esistere. Lo voleva anche lui e lo sentivo.

Sorridevo quasi nella sicurezza che percepivo chiaramente in me.

Nell’istante più splendido ed intenso però, qualcosa andò totalmente storto, qualcosa di inaspettato, di improvviso e tremendo: Sgath iniziò a strillare come un matto, rovinando completamente quell’istante di puro desiderio e insperato amore.

Piangeva urlando come non mai, fra le mie braccia al centro di quel momento di fuoco.

Avevo già desiderato tante volte uccidere mio figlio, ma non riuscii inaspettatamente a desiderarlo ancora una volta, quella volta in particolare.

Il Signore Oscuro mi guardò mordendosi forte le labbra inequivocabilmente, distolse velocemente lo sguardo e lo portò verso l’uccello nero. Lasciò la mia mano e allungò delicatamente il polso con l’animale appollaiato sopra, in direzione del piccolo erede piangente e strillante.

Fu gentile, forse perché sapeva benissimo che era grazie al piccolo se ora aveva la sua piuma, porse la fenice vicino a Sgath con delicatezza.

Non appena le piume morbide della testa andarono a sfiorare la guancia di Sgath accarezzandola, l’erede si calmò leggermente, mantenendo solo lo sguardo leggermente cupo.

Si arrabbiava facilmente il piccolo, esternando una rabbia focosa e improvvisa come un incendio che poi tendeva a spegnarsi velocemente.

Lo appoggiai sul letto col suo nuovo animale magico tornato a fargli compagnia e mi scordai presto del suo pianto: il Signore Oscuro si era avvicinato di nuovo, stringendomi tutta e mordendo lentamente, ma sempre fortemente, la base del mio collo, sfiorandomi sempre più intensamente il seno. Quei morsi creavano in me, per la prima volta, un’intensa serie di reazioni fra brividi e dolori che riuscì ben presto a mandarmi in estasi.

Infilai la piuma così preziosa nella tasca della mia veste e chiusi tutto il mondo fuori dalla mia mente e dai miei sensi.

Mi sdraiai sul letto, sotto di lui, sapevo che quel bacio sarebbe arrivato presto o tardi, ma ora il piacere che faceva incendiare in me iniziava a sconvolgere tutto il mio corpo e i miei sensi facendomi perdere completamente in altri pensieri estranei anche ai baci.

Guardai per l’ultimo attimo Sgath, impegnato a giocare poco lontano da noi, rotolandosi sul letto per afferrare le piume lunghe e morbide della coda della fenice, lui ormai era tranquillo; era riuscito a rovinare tutto ed era tornato comunque sereno: degno figlio di suo padre.

Poi distolsi definitivamente lo sguardo e l‘interesse, lo abbassai sorridendo sul mio seno, dove sentivo e guardavo, con un piacere fuori dall’ordinario, il mio Signore succhiare con passione i miei capezzoli turgidi, l’uno e l’altro, insaziabile come sempre.

Lo adoravo, adoravo quando mi faceva così, lo trovavo irresistibile e vedevo come a lui per primo piaceva e si eccitava.

Erano quelli i momenti in cui il mondo non esisteva e tutto per noi diventava possibile.

Anche l’amore.

……………………………..........

Note:

Finalmente ho avuto voglia di scrivere! Mi sono costretta un po’ ma ecco il parto… è un po’ romantico lo so, ma è un momento in cui tutto va bene ai due protagonisti per cui l’odio e la rabbia che si portano sempre dietro doveva calare almeno in parte (almeno, io la penso così), tanto più che i piani di conquista e il regno della magia oscura ecc vengono mantenuti senza ombra di dubbio.

Bella comunque inizia ad intravedere che l’amore possa esistere… bisogna vedere lui cosa ne pensa ovviamente… non intende mettere in dubbio i dettami del suo Signore ovviamente, ma lo vede cambiare e questo la fa guardare a ciò che lei realmente pensa.

Pochi giorni fa mi erano venuti in mente un paio di particolari per la trama, ma ora li ho scordati!!! Spero mi ritornino in mente perché mi piacevano molto.

A tal proposito ringrazio moltissimo Cubo, Erodiade e Latis Lensherr perché con le loro recensioni all’ultimo capitolo in particolare, mi hanno dato l’analisi che mi occorreva (o che volevo sentire…) e gli spunti giusti per andare avanti! Un grazie davvero speciale!

Ovviamente grazie anche a tutte le altre che mi seguono e che mi recensiscono perché ogni commento per me è bello e utile!

Agli ultimi risponderò entro sera! Ora aggiorno perché vi ho fatto aspettare molto.

Alla prossima

Circe

   
 
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