Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: oOSophieOo    04/11/2006    0 recensioni
1832 - Clarisse, una giovane fanciulla dell'alta società, decide di dare una drastica svolta alla sua triste esistenza, ma non sa ancora ciò che l'aspetta....
Genere: Romantico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cercami e in sogno trovami.

Terra martoriata sotto i miei passi,

lenti e pesanti.

Tocco di fata,

baci di luna,

carezze di stelle.

Chi sei?

Tingo di blu la mia pelle etera,

delicata e spenta.

Vita appassita.

Unghie deformi su scudi d’acciaio,

urlano folli il loro grido di battaglia.

Gomitoli intrecciati di fili scomposti,

offuscano invadenti la vista.

Vento arrogante,

con il suo possente corpo,

tutto travolge.

- Amélie?!? Amélie?!? –

- …Sì…!...?...!... –

- Sei proprio come tua madre…anche lei non riusciva a concentrarsi davanti a queste cose. –

- Perdonatemi, ma sto ancora pensando a quel sogno. –

- I sogni sono ingannatori mia cara, chi ti dice che tu non stia ancora sognando? L’uomo è presuntoso per definizione poiché deve trovare una spiegazione a qualunque cosa, anche a quelle che non una spiegazione non ce l’hanno. –

- Ma come è possibile? Io ora sono sveglia, non sto sognando! –

- Ne sei certa? –

- Sì! Bhè…Credo… -

- Rimandiamo questa lezione ad un’altra volta. Ora sei libera di andare a scorazzare per i boschi.-

- Vi ringrazio zia Leila! Vi prometto che la prossima volta sarò più attenta! –

- Dicono sempre così…-

Gli anni erano passati velocemente al castello e la piccola Amélie era cresciuta rapidamente. Ormai era una donna.

Che fosse davvero cresciuta non lo metteva in dubbio nessuno, ma nel suo piccolo conservava ancora quelle abitudini che le erano care fin da quando era bambina.

Era una calda mattina di agosto e Amélie decise di andare al lago a rinfrescarsi le idee, ancora angosciate da quell’insolito sogno.

Una volta giunta in cima alla montagna dove si trovava il lago, si spogliò e fece un lungo e rinfrescante bagno. Le piaceva molto stare in acqua con la quale aveva ormai instaurato un rapporto a dir poco simbiotico. Dopo quasi un ora di bagno decise che per quel giorno era sufficiente e, asciugatasi al sole, raccolse le proprie cose e si avviò verso casa. Rendendosi conto di aver dimenticato di raccogliere le pregiate bacche che crescevano solo sulle sponde del lago, fu costretta a ritornare indietro dopo poco. Chinata dietro il cespuglio intenta nel suo compito, notò qualcosa che colse immediatamente la sua attenzione. Un giovane spuntato dal nulla, infatti, stava nuotando nel suo piccolo angolo di paradiso. Era tutta intenta ad andare a reclamare il suo diritto di proprietà di quel luogo quando il giovane si alzò e uscì dall’acqua. Amélie non aveva mai visto un ragazzo CoSì NuDo. Ogni tanto le era capitato, nella bella stagione, di vedere il figlio del ciabattino senza la camicia o con i calzoni arrotolati fino al ginocchio. Inutile dire che rimase scioccata a quella visione; tanto scioccata che perse l’equilibrio e scivolò in acqua facendo un gran tonfo. Il ragazzo spaventato corse nel punto da cui era giunto quel rumore puntando la spada verso l’acqua in attesa che il suo assassino uscisse fuori. Tante piccole bacche rosse vennero a galla, ma dell’assassino non c’era traccia. Amélie avrebbe voluto restare nascosta sott’acqua per sempre, ma l’aria le venne presto a mancare e fu così costretta a risalire. Emerse prima solo con gli occhi e il naso e poi, vista la spada anche con il resto della testa.

- Una fanciulla? –

- No guardate…avete frainteso. Io stavo solo innocentemente raccogliendo delle bacche…e poi questo è il mio lago! –

- Il vostro lago? Ma se ci vengo da quando sono nato! –

- Sì da il caso che lo abbia scoperto prima io! –

- Mentite! Fui io il primo a scoprirlo! –

- Sì, sì…della proprietà del lago potremmo discuterne anche dopo, ma se ora mi faceste il favore di posare la spada e di rivestirvi io potrei uscire dall’acqua. –

- Ah già…perdonatemi… –

Il giovane si coprì con il fagotto di vestiti che aveva lasciato per terra. Amélie, aggrappandosi prima ad una poi all’altra roccia riuscì ad uscire dal lago.

- Dovreste togliervi gli abiti… -

- Come osate?!? –

- Volevo solo consigliarvi di evitare una polmonite, ma siete libera di fare come volete. –

- Lo so benissimo che rischio una polmonite! Stavo appunto per toglierli… -

Si tolse il vestito restando, imbarazzata, in biancheria. Amélie ebbe modo di guardare meglio il ragazzo che ora le sedeva accanto. Era alto, altissimo. Non aveva niente di speciale nel senso che i suoi lineamenti erano quelli tipici del luogo (capelli castani, occhi scuri…). Aveva però un espressione che Amélie avrebbe definito "impertinente". Insomma proprio non le piaceva.

Al contrario lui era affascinato da tanta bellezza. Non aveva mai visto una ragazza simile. Come Clarisse, lei riusciva a contenere in se contemporaneamente sensualità e dolcezza, aggressività e delicatezza, anche se era totalmente diversa dalla madre. I suoi capelli infatti erano lunghi, lisci e neri proprio come i suoi occhi. Era alta ed il suo corpo non era affatto timido, anzi sembrava essere sbocciato dal nulla come un fiore nel deserto. Inoltre aveva un carattere decisamente opposto rispetto a quello di Clarisse, era impulsiva e combattiva, di animo molto forte.

- Come vi chiamate? –

- Voi? –

- Ve l’ho chiesto prima io! –

- E io ve l’ho ridomandato. Insomma si può sapere come vi chiamate o no? –

- Magloire…e voi? –

- Amélie… -

- Dunque, Amélie, vogliate essere così gentile da spiegarmi per quale motivo mi stavate spiando... –

- Quanto siete arrogante! Io non ho assolutamente alcun interesse a spiare voi! Come vi ho già detto stavo soltanto raccogliendo delle bacche, non mi sono accorta che ci fosse qualcuno (NuDo) nel lago. Poi…devo aver perso l’equilibrio…e sono caduta. Sì, sì deve essere andata proprio così. –

- Capisco. Perdonatemi. Mi sento in colpa per avervi causato questo tipo di disagio. Posso fare qualcosa per voi? –

- Potreste cominciare smettendo di fare il bagno nel mio lago… -

- Mi spiace contraddirvi, ma questo è il MIO lago! Sono nato e cresciuto in questi luoghi! -

- Vi consiglio vivamente, SiGnOrE, di non tornare più qui, altrimenti dovrete vedervela con…con me! –

- Mi state forse sfidando a duello? –

- Ebbene sì, perché? Avete paura? –

- Non c’è dubbio! Non ho paura di una ragazzina (impertinente) né di nient’altro. –

A queste parole Amélie si alzò in piedi furente.

- Impertinente a chi? –

- Vedete qualcun altro qui con noi? –

- No, a parte un giovanotto arrogante non vedo nessun altro. –

- Sono impaziente di vedere se siete altrettanto brava e pungente in duello quanto lo siete a parole. –

- Vi conviene incominciare ad allenarvi o temo che rischierete di farvi molto male. –

- Vi ringrazio per la vostra apprensione nei miei confronti, ma so badare a me stesso. Non temete, A ME, non accadrà proprio nulla… -

- Vedremo…vedremo. Il duello si terrà in questo luogo tra due giorni, all’alba. –

- Perfetto…e chi vincerà sarà ufficialmente proprietario del lago, siete d’accordo? –

- Certamente, era sottointeso. –

- Molto bene. –

- Bene. –

- Avete intenzione di andarvene via così? In biancheria? –

- Perché? C’è qualche problema? Dovreste pensare a voi che non avete addosso neanche quella, invece di preoccuparvi di ciò che faccio o non faccio. Arrivederci! –

- Arrivederci! – rispose lui sorridendo.

Amélie raccolse i suoi abiti e si avviò correndo verso il bosco e poi giù per la collina. Prima di tornare al castello si rivestì. Di quell’incontro non ne fece parola con nessuno.

I giorni seguenti si allenò duramente per il duello in vista. Seguendo la sua forte inclinazione amazzone, decise che avrebbe utilizzato l’arco come arma, anche perché l’unica spada che aveva visto in vita sua era proprio quella di Magloire.

Giunse finalmente il tanto atteso giorno del duello. Amélie si alzò che era ancora buio pesto, si legò i capelli come le vergini della congrega di Leila le avevano insegnato, indossò un vestito molto corto, che utilizzava solitamente per andare a cavallo e uscì silenziosamente dal castello. Prese il suo purosangue dalla scuderia e partì al galoppo per il lago che raggiunse dopo circa venti minuti.

Il sole spuntò da dietro una cima ad est ed illuminò lentamente con i suoi raggi tutta la zona.

Infine, arrivò anche Magloire.

- Siete in ritardo. –

- Siete arrivata in anticipo. –

- Bando alle ciance! Vogliamo iniziare questo duello o volete rimandare ancora per molto? –

- Io sono pronto. –

- Bene! –

- Bene. –

Amélie tirò fuori dalla faretra una freccia e tese l’arco.

- E quello cosa sarebbe? –

- E’ un arco. E’ la mia arma. Non vi va bene? –

- Non potete usare un arco! –

- E per quale astruso motivo? –

- Perché…perché non si può! –

- E come volete che io combatta allora? –

- Non avete portato una spada con voi? –

- Noi amazzoni non usiamo simili arnesi. –

- Amazzoni? –

- Sì, avete capito bene. –

- Potremmo affrontarci corpo a corpo. Siete sempre in tempo a ritirarvi se non ve la sentite. –

- Per me non c’è assolutamente nessun problema. –

- Bene, allora spostiamoci nella zona argillosa del lago, in modo da attutire le cadute. –

- Quanto la fate lunga… - rispose Amélie mentre si spostava insieme al suo avversario.

- Siete pronta? –

- Prontissima! –

Amélie esplose in un colossale urlo di battaglia e corse in contro a Magloire. Lui si lanciò in avanti e, afferrandola per le gambe la fece cadere all’indietro. Cercava invano di immobilizzarla con il peso del suo corpo, ma lei, agile e veloce, gli sfuggiva in continuazione riempiendolo di calci, pugni e graffi. Si rotolavano nel fango, cadevano e si risollevavano. Entrambi avevano scioccamente sottovalutato il proprio avversario. Amélie sembrava avere la meglio, ma alla fine, bloccandole mani e piedi, vinse inevitabilmente Magloire.

- Ebbene, vi arrendente? – le chiese lui perfidamente spingendole la faccia verso il fango.

- Giammai! – rispose lei, convinta che non lo avrebbe mai fatto.

- Vi arrendete? – insistette lui.

- Siete sordo? Vi ho già risposto. –

Detto ciò, Magloire spinse con maggior forza il volto di Amélie verso il fango fino ad immergerlo. Poi, contento della sua vittoria, lasciò andare la sua prenda e si alzò.

- Allora…siete soddisfatta? –

- Non finisce qui… -

- Volete la rivincita? –

- Potete contarci! –

- Siete proprio testarda! Comunque, fino a che non mi batterete, il lago sarà mio. –

- Lo so…lo so. –

Amélie era afflitta e sconvolta da quella perdita del tutto inaspettata. Troppo orgogliosa, non poteva accettare una tale umiliazione. Perciò, cercando di mantenere la calma, raccolse le sue cose, montò a cavallo e disse, avviandosi verso il castello:

- Ci rivedremo! –

- Non vedo l’ora! – rispose lui facendole un gran sorriso, decisamente sincero.

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: oOSophieOo