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Autore: giu840    04/11/2006    6 recensioni
Un giovane giapponese scompare all'improvviso da Washington. Riuscirà una studentessa, sua connazionale, a ritrovarlo solo con l'aiuto dei sogni? Attenzione: questa fanfic è basata sul telefilm "Missing".
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tengo a precisare nuovamente che Serena e Darien non sono Usagi e Mamoru ma due personaggi di mia invenzione che non c

Tengo a precisare nuovamente che Serena e Darien non sono Usagi e Mamoru ma due personaggi di mia invenzione che non c’entrano nulla con loro. Avrei potuto chiamarli in un altro modo e sarebbe stata la stessa cosa. Ho usato quei nomi solo come piccolo omaggio alla versione americana!! Quindi per chi se lo è chiesto, Serena non è Usagi, ma un’agente FBI che nulla ha a che vedere con la nostra eroina dalla testa buffa!! E lo stesso vale per Darien!!

 

 

 

 

 

 

Una nuova collega

 

 

 

Natsumi guardava l’ufficio con aria stranita. Quel posto era davvero impersonale, quasi freddo; certo non si aspettava foto di famiglia od oggettini privati dei due agenti, ma sperava almeno di poter capire qualcosa di più su quelle persone. Da quando aveva cominciato a fare quei sogni premonitori, aveva imparato a guardare ogni cosa più a fondo, si era resa conto che le immagini potevano descrivere molti più particolari di quanto potesse pensare.

Scrutò a fondo la donna che l’aveva contattata: Serena aveva lunghi capelli ramati legati in una treccia e due splendidi occhi verdi che sembravano penetrarla ogni qual volta le rivolgeva una domanda; non doveva essere molto alta ma di sicuro aveva un fisico asciutto e scolpito da anni di palestra e allenamenti. Indossava un tailleur molto elegante sui toni del grigio che le dava un’aria distinta ed elegante, mostrandole un’immagine diversa da quella che aveva formato nella sua mente prima di vederla.

L’altro agente, Darien, era davvero molto bello: i suoi occhi azzurri e i capelli biondissimi le facevano pensare che fosse di un’altra nazionalità, aveva tratti che lei aveva sempre associato alle persone dei paesi più freddi. Notò che anche lui indossava abiti simili alla collega e si chiese se non fosse scomodo per loro lavorare vestiti come se dovessero partecipare ad una serata di gala.

La giovane giapponese aveva notato fin dal suo ingresso nella stanza che tra i due c’era un grandissimo affiatamento ma che, fondamentalmente, quello che tirava le redini del gioco era sicuramente l’uomo. Si notava dalla sua sicurezza nel parlare e dal fatto che lei lo guardava sempre, quasi a cercare una conferma delle sue azioni.

Ringraziò mentalmente se stessa per aver deciso di studiare l’americano fin da piccola: con la sua esperienza accumulata negli anni non trovava difficile comprendere ciò che le dicevano i suoi due interlocutori, anche se alcune volte aveva chiesto loro di parlare più lentamente.

Natsumi prese dalle mani dell’agente il dossier del caso su cui avrebbe dovuto indagare. Si era resa conto che, per sognare le persone scomparse, le serviva solamente vedere una loro foto e fissarla per qualche istante. Sapeva che ai più sarebbe sembrato strano, ma i suoi sogni potevano quasi essere comandati.

Rovistò tra i vari fogli e trovò finalmente quello cercava: Mamoru Chiba era decisamente un gran bel ragazzo, alto e muscoloso. Aveva due splendidi occhi azzurro cielo, talmente magnetici che si era soffermata per lungo tempo a guardarli. Possedeva un viso regale, incorniciato da lucenti capelli neri come l’ebano, e una bocca perfettamente proporzionata che però, in quell’immagine, sembrava non aver nessuna espressione. Natsumi capì che la foto era stata scattata ad una festa che, probabilmente, si era svolta lì vicino, dal momento che c’erano altre persone in secondo piano, ma nessuna aveva tratti orientali. Collocò mentalmente la sua età tra i 25 e i 30 anni e cominciò a scrutare le sue mani in cerca di un particolare che era curiosa di sapere: si, il giovane sconosciuto era sposato, o almeno cosi pareva a giudicare dalla fede che portava all’anulare sinistro. Pensò alla moglie e al dolore che sicuramente stava provando in quel momento; pur senza conoscerla provò pietà per lei, perché probabilmente adesso si sentiva sola, proprio come lei.

Natsumi non riusciva a smettere di rimuginare sullo sguardo assente di Mamoru ma il filo dei suoi pensieri venne interrotto da Serena, che parve leggerle la mente.

“E’ un ragazzo molto strano, vero? Sembra quasi apatico.”

“Già.”. La ragazza non amava molto parlare, specie con gente che non conosceva. In genere si limitava ad annuire o a fare piccoli cenni con il capo; per lei non era normale dare confidenza agli estranei, era una persona molto chiusa e ciò le aveva creato alcuni problemi al suo arrivo negli Stati Uniti.

“Noi abbiamo bisogno di te per risolvere questo caso. Dimmi solo cosa ti serve per poter aiutarci e noi la faremo.”. Darien la fissava intensamente, quasi a volerla studiare. La giovane abbassò lo sguardo imbarazzata dal comportamento dell’agente e rispose guardandosi le nocche delle mani.

“Io avrei bisogno di una sua foto, in modo da poter memorizzare il suo volto. Purtroppo i miei sogni non sono mai molto chiari ed io ho bisogno di riconoscerlo tra tutte le immagini che mi si presentano.”.

“Ok. Intanto Serena, per favore, fai un breve riassunto di tutto ciò che sappiamo dello scomparso alla signorina Natsumi. Credo che possa esserle utile conoscere quanti più dettagli possibili.”

La donna si accomodò meglio nella poltrona di pelle, aprì un secondo dossier e cominciò a snocciolare le informazioni di cui era in possesso.

“ Allora, vediamo. Mamoru Chiba, anni 29, chirurgo plastico del “Juban Hospital” a Tokyo. È sposato da quattro anni con tale Usagi Tsukino. A quanto pare è scomparso nel nulla da due giorni, senza lasciare lettere o spiegazioni. Inoltre, non ci sono fattori che facciano pensare ad un rapimento o peggio: diciamo pure che stiamo brancolando nel buio.”

Natsumi mosse le labbra per formulare una domanda, ma si bloccò temendo di fare una brutta figura con i due agenti. Darien, resosi conto del suo imbarazzo, le toccò una spalla amichevolmente.

“Signorina Suzuki, anzi Natsumi. Dal momento che ora sei a tutti gli effetti una nostra collega un po’ speciale forse è meglio che ci diamo del tu. Non avere paura di farci domande o di chiederci consigli, noi siamo qui per questo. Forse è meglio che ti dia qualche dritta su come si svolge il nostro lavoro. Devi sapere che in questo ufficio non ci sono orari, non esiste il pranzo, la cena o l’ora per andare a dormire. Siamo operativi 24 ore su 24 perché abbiamo delle priorità. Queste priorità sono le persone scomparse: dovrai imparare a gestire prima i loro bisogni e poi i tuoi. Siamo una squadra ben assortita: oltre a me e Serena, conoscerai presto Karen, la nostra agente tuttofare. È una maga di internet, riesce a trovare qualsiasi cosa le si chieda, per cui non esitare porle domande o affidarle ricerche. Poi, purtroppo per tutti noi, dovremmo presentarti anche il vicedirettore Gurio: sicuramente ti farà una cattiva impressione, è davvero un pallone gonfiato, ma, grazie al cielo, abbiamo imparato ad eluderlo e a fare di testa nostra. Immagino che tu voglia sapere cosa ci faceva qui Mamoru. Bene, lascio a Sere il compito di risponderti.”.

Natsumi si sorprese del tono pacato e accondiscendente dell’agente e, in parte, ne fu quasi offesa poiché le sembrava di essere trattata come una scolaretta. Si stupì anche del fatto che l’uomo sembrava averle letto nel pensiero perché era proprio quella la domanda che avrebbe voluto fargli. Cercò di liberare la mente dai pensieri e si preparò ad ascoltare la storia.

Mamoru Chiba si era recato negli Stati Uniti per seguire un corso d’aggiornamento presso il Washington Hospital Center accompagnato da un collega; terminato il corso, esattamente due giorni prima, aveva partecipato ad una festa organizzata dall’ospedale per ringraziare tutti i medici per la loro partecipazione. Proprio alla fine di quella serata si erano perse le sue tracce; l’ultima persona che lo aveva visto era proprio il suo amico, Motoki Furuhata, con il quale i due agenti dell’FBI avevano avuto un breve colloquio il giorno prima. Serena aveva intenzione di ricontattarlo al più presto: la traduttrice che aveva partecipato all’incontro non se l’era cavata male, ma era sicura che con Natsumi potevano riuscire a sapere qualcosa di più sugli ultimi momenti del chirurgo.Una denuncia di scomparsa era stata sporta anche dalla signora Chiba che però, essendo troppo lontana, non aveva potuto aiutarli in modo esauriente.

La giovane giapponese, dal canto suo, cominciava a provare un grande interesse per quel caso, forse perché la toccava da vicino, trattandosi di un suo connazionale. Si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra: lasciò che il suo sguardo vagasse tra gli enormi palazzi della città e si chiese dove potesse essere Mamoru. La città era grande e lui probabilmente solo: chissà se aveva paura. Chissà cosa stava provando in quel momento. Dove poteva essere? E perché? Si voltò nuovamente e sorrise ai due nuovi colleghi.

“Sono pronta. Diamo una mano a questo ragazzo!”

“Sono contenta che tu la prenda in modo positivo. Non sarà una passeggiata ma se ci mettiamo d’impegno dovremmo farcela. Ti faccio stampare una copia della foto da Karen e ti mostro il tuo ufficio.- Si fermò un secondo dubbiosa poi la guardò e ricominciò a parlare-  A proposito, hai un posto dove stare?”

“Beh, io contavo di rimanere al campus…”

“No, ci serve che tu rimanga il più possibile vicino alla sede. Se ci sono novità o sviluppi, ognuno di noi deve arrivare qua nel minor tempo possibile. Se per te non è un problema, io ho una stanza libera; il mio appartamento non è molto grande ma direi che potremmo starci comodamente tutte e due. Che ne dici?”

“Se lo dici tu va bene. Devo solo andare a prendere la mia roba.”

“Non ti preoccupare, manderemo qualcuno a farlo per te. Ora andiamo da Karen e vediamo se ha qualcosa per noi. Poi dovremmo anche cominciare a lavorare, almeno sarebbe utile provare a pensare da che parte iniziare.”.

“Serena, scusa se mi permetto, ma non sarebbe il caso di contattare la moglie?”

“In questo momento è decisamente impossibile. È su un aereo, sta arrivando qua.”

 

 

 

E anche il secondo capitolo ha visto la luce! Visto che siete tutti così buoni, voglio ringraziarvi uno per uno:

- Kar85: grazie nipotina cara!! Spero che ti si chiariscano un po’ le idee, anche se questo capitolo è un pochino di stasi.

- Wicca: si so chi sei… spero di averti spiegato abbastanza bene ciò che non era chiaro!

- Cassandra14: Ale, tesoro! Il tuo Mamo-chan è scomparso davvero! Ma tornerà (almeno spero…)

- Sissy: i tuoi complimenti sono sempre graditissimi. Lo sai che sei troppo saggia!! XD!

- Lithtys: Spero che l’intro di questo capitolo ti abbia tolto i dubbi. So che ho scelto un mix di nomi  un po’ contorto ma diciamo pure che rispecchia il mio cervellino!

- Semplicementeme: miracolo!! Un’altra persona che vedeva missing… Caspita, sembra che non lo conosca nessuno! Comunque non è legato a nessuna serie e, come vedi, Usagi è già entrata in scena anche se non fisicamente!

- Miki90: visto che non hai mai visto missing, anche per te sarà una sorpresa. Grazie dei complimenti.

- Sailormoon81: Sono contenta che la mia nuova ff ti piaccia. Grazie amica telepatica!!

- Querthe: grazie tesoro! Sai quanto tengo alle tue recensioni!!

- xstellaluna: sono tanto contenta di avere una tua rece. Grazie lau-chan!!

- Dragon85: beh, un tuo commento è qualcosa di cui vado fiera e lo sai. Grazie di cuore Giu!!

 

  
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