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Autore: _LunaRossa_    09/04/2012    2 recensioni
Scavo nella mia mente, tra i ricordi, e ti ritrovo lì, seduta nel box del canile ad aspettarmi... Quante cose sono cambiate da allora... La cosa che mi fa più male è che non capisco perchè anche noi non abbiamo potuto avere il nostro lieto fine...
Storia vera...tutta vera...
Storia mia...solo mia...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pomeriggio in canile: io, ansiosa di vedere quali sorprese mi ha riservato Cristian, il volontario amico di famiglia che mi aggiorna su tutte le novità del canile, e mio padre, che spera solo che la passeggiata duri poco e di poter tornare a casa presto.

Era una giornata nuvolosa e Ray non aveva proprio voglia di camminare … era un cane enorme, nero, ma con due occhi di una dolcezza inimmaginabile, quasi inadeguati per un cagnolone così imponente. Tornammo al cancello presto, Ray venne accompagnato al suo box e mentre io stavo per andarmene sentii la voce di Cristin: “Giulia!!”. Mi voltai: “Ciao Cris, come va?” “Oh, non c’è male. E voi? A casa tutto bene?” Cristian e mio padre cominciarono a chiacchierare del più e del meno, io fingevo di ascoltare ma, come al solito, con la mente ero altrove …

Quando Cristian pronunciò il mio nome tornai alla realtà “Giulia, oggi sono arrivate tre cagnoline bellissime dalla Romania, sono ancora spaventate ma credo che tu le possa vederle. Ti va?” “Certo!!” risposi io curiosa, era una cosa rara poter entrare in canile a quell’ora. Seguii Cristian fino al secondo padiglione, primo box a destra … ed eccole: tre lupotte magre magre tutte tremanti. Erano splendide, una delle tre cagnoline aveva un pelo grigio argentato, sembrava proprio un lupo!

Mi accucciai davanti alla rete del box e porsi dei biscotti alle cucciole. Le prime due si avvicinarono scodinzolando, ma la terza cagnolina … mi guardava indecisa. Io ero sorpresa. D’un tratto si sedette e con un’espressione curiosa e dubbiosa allo stesso tempo inclinò la testa di lato. Io ridacchiai: “Ma cosa sta facendo?!”. “Lei è la più spaventata delle tre, l’abbiamo chiamata Clara” disse Cris sorridendo.

Quella cagnolina non era niente di speciale, se ne stava lì, immobile, senza fare un passo, era magra e spelacchiata, niente in confronto alla lupotta grigia! Eppure …


Clara ...


Ogni volta che ripensavo a quel pomeriggio mi ritornava in mente il suo nome e quegli occhi color nocciola …

Da quel giorno ogni volta che andai in canile chiesi sempre di lei, volevo sapere come stava, se si era ambientata, se usciva in passeggiata … non avevo motivo per farlo, eppure non riuscivo a farne a meno.


“Giulia! Una volontaria è fuori con Clara nel giardinetto interno, vuoi andare a salutarla?” Cris aveva capito dal primo momento che la piccola cagnolina con gli occhi nocciola mi aveva rubato il cuore, forse l’aveva capito ancora prima di me. Sorrisi a Cristian con gratitudine e corsi dentro al canile.

Girai l’angolo ed eccola, sdraiata nell’erba tra le gambe di una signora che la accarezzava sulla pancia. Appena mi accostai a loro Clara posò lo sguardo su di me. Mi guardava spaventatissima, si vedeva subito che se avesse potuto sarebbe scappata via all’istante. Io mi accucciai sulle ginocchia stando sempre distante per evitare di spaventarla. “Vieni, non avere paura!” mi disse la donna. “Posso davvero?” non ero spaventata, solo non volevo mettere la piccolina a disagio. Cercai di essere più lenta che potevo e mi misi davanti a lei. I suoi occhi parlavano: “Cosa mi vuoi fare?? Chi sei?? Perché mi guardi?? Perché ti sei avvicinata??” povera piccola, non sapeva più che fare. Avvicinai la mano perché lei la annusasse e quando ebbe finito di esaminarla la appoggiai sulla sua fronte. Lei si fece piccola piccola mentre guardava la donna per cercare aiuto. Era troppo spaventata, così decisi di andare via e lasciarla tranquilla. “Ciao piccola” dissi sorridendo. Come poteva quella cagnolina sapere che chiedevo sempre di lei, che mi preoccupavo, che speravo di poterla vedere camminare al mio fianco in passeggiata? Non potevo pretendere tanto …

Eppure piano piano, andando in canile tutte le settimane a facendomi vedere sempre, Clara si abituò alla mia presenza e non ebbe più problemi a farsi coccolare. Ma intanto cresceva anche il suo legame con la volontaria che la curava sempre … la invidiavo così tanto … sapevo che quel legame sarebbe stato la mia rovina.

  
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