Ma WTF?
Una cosa che amavo di quella città?
L’aria,il profumo di fiori a prima mattina, il canto soave degli uccellini, l’assenza di macchine e di autobus, la musica che rimbombava per i corridoi e in ultimo amavo lui, o meglio amavo i suoi occhi che riuscivano a racchiudere quello che adoravo di più in un solo sguardo.
Questi erano i miei assurdi pensieri quando , una volta che mi fui voltata, vidi il proprietario della mano posata sulla mia spalla.
- Ciao Fabiola. – mi disse lui sedendosi al mio fianco.
- Ciao Louis. – dissi svegliandomi da quello stato di trans e girandomi verso gli altri.
- Ma prego accomodatevi pure, non chiedete, fate come volete. – disse Aurora.
- Ehi zuccherino oggi hai mangiato yogurt andato a male per caso? – chiese Harry con un enorme sorriso che faceva evidenziare le sue fossette.
- Non rompere Styles. – disse lei continuando a mangiare.
- Oggi mangiate il cibo della mensa? Niente Nando’s ? – chiesi io.
- E già oggi niente Nando’s. – rispose Liam cominciando a mangiare.
Durante il pranzo con la coda dell’occhio non potevo fare a meno di osservare Louis, era così perfetto ma i suoi modi di fare mi infastidivano e non di poco.
- Fabiola come mai così silenziosa? – mi chiese Liam con un sorriso.
In contemporanea a quella domanda alzai lo sguardo e incrociai gli occhi di Zayn. Lui mi sorrise timidamente prima di calare lo sguardo.
- Nulla, ragazzi vi dispiace se vado in stanza? Sono un po’ stanca e non riesco a tenere gli occhi aperti. – dissi alzandomi.
- No, non preoccuparti Fabiola. Ci vediamo questa sera? – mi chiese Niall.
- Questa sera? – chiesi un po’ confusa.
- Si, quasi tutte le sere ci raduniamo nella stanza di Louis per passare un po’ di tempo insieme, venite anche voi vero? – chiese il biondino con faccia da cucciolo.
- Va bene a che ora? – disse Aurora al mio posto guardandomi con un sorrisino bastardo.
- Alle nove, subito dopo la cena – disse il biondino rivolto alla mia amica.
- Va bene io vado in stanza, ciao. – dissi alzandomi del tutto e andando verso la mia stanza.
Mentre stavo per varcare la porta che mi avrebbe portato in cortile mi senti prendere la mano e un po’ spaventata mi girai.
- Ma che cavolo ci fai tu qui? Non stavi pranzando? – chiesi con il cuore letteralmente in gola.
- Naah mi annoiavo di stare a tavola. E tu perché vai in stanza? Non mi sembra che tu abbia tutto questo sonno. – ma che diavolo ora mi leggeva anche nel pensiero?
- Volevo starmene sola Louis, non scocciare.
- Wow la tua dolcezza mi sorprende sempre di più. – disse sorridendo.
- Comunque sia io me ne torno in stanza e tu ora giri i tacchi e te ne torni dentro e se proprio ti annoi vatti a fare un giro, basta che mi stai lontano. – dissi cercando di essere più acida possibile.
- Calma piccola, puoi inacidirti quando vuoi ma non ti liberi così facilmente di me. Mi piace girarti attorno. – disse mettendosi di fronte a me in modo da fermare la mia “corsa” verso la stanza. – e mi piace il modo in cui mi guardi – disse avvicinando il suo volto pericolosamente al mio.
- Cosa vuoi dire, non capisco? – chiesi con il cuore che ormai aveva deciso di abbandonarmi.
- Mi guardi come incantata, come se dai miei occhi dipenda il tuo mondo. Che credevi che non me ne sarei accorto. – disse con voce bassa ormai a cinque centimetri dalla mia bocca. – ma devo ammetterlo, questa cosa mi piace un casino. – disse sfiorando il suo naso al mio e facendomi percepire il suo respiro delicato.
Mi mancava l’aria mentre la sua mano si spostava sul mio viso e dolcemente mi spostava una ciocca di capelli. Quando ormai riuscivo a percepire il sapore delle sue labbra lo vidi sorridere e allontanarsi bruscamente da me.
Si mise le mani in tasca e comincio a camminare lasciandomi lì come una statua di marmo.
- Beh allora ci vediamo questa sera Fabiola. Mi raccomando riposati. – mi disse girandosi verso di me e facendomi un occhiolino.
Lo guardai ancora sconvolta e solo quando riuscì a riprendermi diventai totalmente rossa dalla rabbia e vedendolo allontanarsi mi venne spontaneo dare uno strillo in modo che lui sentisse chiaro e tondo:
- Ti odio Louis Tomlinson. – lui si fermo di scatto e si giro verso di me con uno dei sui soliti sorrisini stampato sul volto.
- Ne sei convinta? – mi chiese divertito.
- Più della mia stessa vita.
- Beh, allora in questo caso ricordati una cosa: è la convinzione che frega le persone. Di nuovo ciao Fabiola. – disse girando per una strada e sparendo dal mio arco visivo.
Ero un idiota, una vera e colossale idiota. Ma non ero nulla in confronto alla stupidità di quel ragazzo.
Dopo essere rimasta altri cinque minuti ferma in quel punto girai i tacchi e me ne andai verso la mia stanza totalmente scombussolata.
Quando raggiunsi la mia stanza mi buttai a capofitto nel mio letto affondando la mia faccia nel cuscino lanciando un urletto isterico.
La rabbia mi nasceva dentro, non tanto per il comportamento di Louis o per il suo gesto totalmente bastardo , ma per il fatto che non riuscivo a togliermi l’immagine dei suoi occhi così vicini ai miei, non riuscivo a dimenticare il profumo di menta del suo respiro e non riuscivo a dimenticare quanto in quel momento mi sarebbe piaciuto baciarlo.
O insomma quando decidevo di darci un taglio?
Sbuffai sonoramente e mi misi a pancia in su sul letto fissando il soffitto non so per quanto tempo.
- Turnaround, every now and then I get a
little bit lonely and you’re never coming around
Turnaround, Every now and then I get a
little bit tired of listening to the….
- Pronto. – dissi afferrando il cellulare che aveva cominciato a squillare facendo rimbombare nella mia mente quella odiosa suoneria che mi aveva impostato Aurora.
Me l’aveva messa per dispetto, dato che io non sapevo come si cambiava, e aveva scelto proprio quella per due motivi: 1) perché io odiavo quella canzone e 2) perché quella era la versione in qui cantavano i suoi cinque amori.
- Ehi amore mio ho un urgenza .. vieni in stanza? – bene parli del diavolo ed ecco che spuntano le corna.
- Aurora che problema? – chiesi scocciata.
- Non riesco ad aggiustarmi i capelli, sembro un incrocio tra un pavone e una scimmia … ti prego vieni? – chiese con la voce da cucciola.
- Sto arrivando, cinque minuti e sono da te. Ah, a proposito che ore sono? – chiesi alzandomi e infilandomi le scarpe.
- Le sette amore, perché? – cavolo ero stata tutto questo tempo ferma a fissare il soffitto? WOW.
- Nulla, arrivo more. – dissi staccando e prendendo le chiavi della stanza.
Mentre andavo nella sua stanza pensavo al motivo per cui avesse così urgenza di far venire i suoi capelli bene, non è una ragazza che si importa molto di queste cose, almeno che non debba uscire o andare da .. qualche … parte … O CAZZO!
Solo in quel momento mi ricordai “dell’appuntamento” preso con i ragazzi.
Io non potevo andarci, non dopo quello che era successo con Louis.
O mio dio ed ora? Cosa avrei fatto?
Bene c’era una sola soluzione in quel momento, la più drastica e efficace … la fuga.