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Autore: Alyx    09/04/2012    4 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Essere unMezzosangue è una faticaccia

                                                         Capitolo 6

                                            L' incubo di Louis


 
 

 
Sperai di non aver capito bene.
-Louis?
Le mie mani si erano fermate a mezz'aria.
Louis mi prese per i polsi e socchiuse gli occhi.
Un'altra ragazza la mio posto sarebbe svenuta o avrebbe lanciato un gridolino eccitato.
Mi chiedo spesso che cosa abbiano alcune al posto del cervello.
E mi rispondo. Ormoni. Ormoni adolescenziali impazziti. 
Comunque quello non mi sembrava il momento più adatto per pensare una cosa del genere.
-Cosa... Cosa...- ansimai.
Lui sospirò.
Mi lasciò i polsi e le mie braccia ricaddero come senza vita lungo il corpo.
Louis mi afferró le spalle e ancora con lo sguardo basso, parlò.
-Ero... Ero in una strana vallata. Poi sono entrato in una grotta.  Era tutto... Tutto più brillante. I colori sembravano dieci volte più nitidi del normale.
Lo interruppi tesa. -Louis, sinceramente, ma non mi sembra un dettaglio rilevante. Sai com'è. Emily è sparita e tu l'hai appena sognata.
Lui ancora evitava il mio sguardo.
-Sì. Certo, scusa. E be', continuavo ad avanzare nella grotta ma... Mi sembrava di essere sempre allo stesso punto. Poi ad un tratto ho sentito uno strano rumore. Un sibilo. Ma sembrava ... una voce femminile.
Rabbrividii. Lui parve accorgersene perché sfregò le sue mani contro le mie braccia.
Stette un attimo in silenzio poi con le dita cominciò a disegnare figure immaginarie sulle mie spalle.
Ma non ci facevo troppo caso.
-Continua. Cosa è successo poi?
-Ecco, dopo poco sono arrivato in una zona più ampia. Illuminata da delle strane torce che riflettevano una luce quasi... azzurra. E li c'era... c'era un mostro terribile.
La presa sulle mie spalle si fece forte e non riuscii a trattenere un gemito.
Lui non parve aver sentito perché premette più forte.
-Era... era una specie di serpente. Enorme. Gigantesco. Gli occhi rossi come il fuoco e la pelle rugosa e verdastra. 
Fece una pausa e cercai il suo sguardo, ma lui mi evitava.
-E in angolo. In un angolo c'era Emily. Era seduta su una roccia, credo. Imbambolata. Come se l'avesse ipnotizzata. Aveva una tunica. Bianca e lunga. I capelli sciolti e intrecciati dietro la schiena. Gli occhi rossastri e vacui. Era lei... che sibilava. Io... Io ho cercato di raggiungerla ma il mostro si è messo tra di noi.
-Cosa ti ha detto, Louis? Cosa ti ha detto?
-Rivoglio quel che mi spetta.
Che mi fu sottratto con la forza.
Apollo mi deve ascoltare.
O sua figlia vedrà perire.- recitò a voce bassa come se avesse provato e riprovato a dire quelle frasi per ore.
Il respiro mi si bloccò in gola.
-Louis...- gracchiai.
Lui mi attirò a sé e mi strinse in un abbraccio.
Chiusi gli occhi per un attimo.
-Tu... Tu sai chi è il mostro, vero?
Ci allontanammo.
La sua testa bionda vacillò in avanti e indietro.
-E?
-Pitone.
 
 
Infilai con rabbia alcune cose nel mio zaino, sotto lo sguardo assente di Louis.
Blateravo e non me ne accorgevo.
-Noi la salveremo. Non le farà niente. Non può farle niente!
Louis mi afferrò il polso e le dracme che avevo in mano ruzzolarono a terra.
-Calmati. Dobbiamo prima parlare con Chirone. Dobbiamo dirlo ad Apollo.
Mi agitai e cercai di liberarmi dalla sua stretta ma lui sembrava non sforzarsi neanche un po', mentre mi teneva ferma.
I miei occhi scintillarono verso i suoi.
Grigi.
Come il mare d'inverno.
Agitati come il mare d'inverno.
Ma riusciva a trattenersi e nessuna emozione traspariva dal suo corpo.
E lo odiai per questo.
La mia migliore amica era in pericolo di vita e lui era maledettamente tranquillo.
-Non ci lascerà mai partire se viene a sapere chi ha preso Emily! Lo sai! Louis! Lo sai! Come fai a startene qui! Tranquillo! Non puoi...
Mi tappò la bocca con la sua mano.
Ammutolii all'istante, ma gli lanciai uno sguardo di fuoco.
Fece per parlare ma Percy si sporse dalla porta.
Poco fuori intravidi la chioma bionda di Annabeth, raccolta nella solita coda.
-Cosa succede qui?
Louis tolse la mano dalla mia bocca e si chinò a prendere il mio zaino.
-Andiamo. Ci aspettano.
Strinsi i pugni e, incrociando le braccia al petto, lo seguii fuori da lì.
Percy mi guardava tra il curioso, il divertito e l'esasperato.
Come facesse a mettere tutte quelle emozione in uno sguardo chiedetelo a lui.
Sbuffai.
Annabeth mi affiancò e mi fece qualche domanda ma mi limitai a starmene zitta, a fissare la tasca esterna aperta del mio zaino, in spalla a Louis, qualche metro davanti a me.
Emily aveva sempre quella tasca aperta, pensai con una morsa al petto.
Le si era rotta la cerniera ma non aveva mai accettato l'aiuto di un figlio di Efesto per ripararla.
Senza accorgermene avevo iniziato a giocare con il suo braccialetto.
Sembrava quasi brillare alla luce del sole.
Emily non se lo toglieva mai.
Neanche per dormire.
Era caduto lì per sbaglio?
O l'aveva lasciato di proposito, per dirmi qualcosa?
Me lo tolsi dal polso e cominciai a rigirarmelo tra le mani.
Febbrilmente.
Come una pazza.
Lo fissavo e lo giravo.
Sperando di cogliere, magari, un dettaglio sfuggitomi prima.
Mi scontrai con qualcuno.
Alzai appena gli occhi.
Louis si era fermato e l'avevo preso in pieno.
Fece un passo avanti, per inerzia.
Ebbi paura che potesse cadere e lo afferrai per il braccio.
Solo dopo realizzai che non sarebbe mai caduto, ma era stato un riflesso spontaneo.
Mi guardò per un attimo accigliato.
Lo lasciai andare mentre mi ringraziava, mi parve, in francese.
Eravamo arrivati al Pino.
Argo era in piedi accanto al furgone, affiancato da Chirone.
Mi sembrò che Louis avesse aperto la bocca, allora lo afferrai ancora per il braccio e le mie unghie gli graffiarono i muscoli.
Nonostante tutto servono a qualcosa gli allenamenti.
-Non dire nulla. Non dire nulla.- ripetei.
Mi guardò esasperato.
-Come farà ad aiutarci?
-Possiamo benissimo farcela da soli. Almeno per un po'.- lo supplicai.
Louis sospirò, scuotendo la testa.
-Camille...- iniziò ma Percy lo interruppe comparendo alle nostre spalle.
-Bene, compagni di avventura. Siete pronti?- chiese raggiante. Forse la prospettiva di uscire da lì gli piaceva molto più di quanto avesse detto.
-Percy!- lo richiamò Annabeth, in piedi di fronte a Chirone.
Lui sbuffò.
-Mettete questi dentro!- borbottò porgendoci i loro zaini.
Poi saltellò da Annabeth, Chirone e Argo.
Io e Louis ci avviammo dietro il furgone e poggiammo gli zaini.
Il figlio di Atena mi guardava.
-Louis. Fallo per Emily.
-Come fai a essere sicura che Emily approverebbe?
-È la mia migliore amica e...
Evidentemente quel giorno non eravamo destinati a parlare in santa pace.
Da dietro Louis arrivò la figlia di Afrodite che rappresentava la sua casa.
Quasi ci raggiunse completamente si sporse per baciare Louis sulla guancia,o almeno sperai che l'angolo della bocca si potesse ritenere ancora guancia, e gli fece scivolare tra le mani un foglio rosato.
Storsi il naso.
La ragazza parve accorgersene.
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Decisi di non fare la brava ragazza e afferrai la mano del figlio di Atena e l'altra gliela poggiai sulla spalla.
-Se volete, me ne vado io.- gracchiai con voce più roca di quanto non fosse in realtà.
-Certo. Così mi muori soffocata prima di riuscire a raggiungere Percy e Annabeth.- ribattè lui poggiandomi le mani sulle spalle.
Mi parve di sentire un -magari- dalla parte della ragazza mentre uno strano desiderio di soddisfazione mi cresceva dentro.
-Louis, per favore...
-Scusami, Alexandra. Ma stiamo partendo e non ho proprio tempo.
Lei si girò stizzita.
-Bene, in bocca al lupo, allora.- sibilò mentre portava quel suo didietro pompato lontano da me, ondeggiando sui tacchi -mi chiesi come pensava di poter combattere con quelle scarpe- con lentezza studiata.
Forse sperava che Louis la fermasse.
Be'.
Non lo fece.
-L'hai fatto apposta, vero?
Lo guardai innocente.
-Io?
Lui scosse la testa.
Poi avvicinò le sue labbra al mio orecchio.
-Bè, grazie. Non mi si scollava più!- sussurrò con voce roca.
O forse me lo immaginai.
Comunque rabbrividii.
Lui se ne accorse e aggrottò le sopracciglia, con un piccolo ghigno.
-Se non ti conoscessi, direi che sei gelosa...
Percy - ho già detto che dovebbre essere santificato, vero?- comparve con Annabeth e fischiò.
-In carrozza!
Annabeth gli tirò una leggera gomitata ma poi si limitò a prendere posto sul sedile anteriore.
Feci per entrare anche io, ma poi mi bloccai, vedendo arrivare verso di me una figura in corsa.
Solo dopo qualche istante mi accorsi che era Harry Bake.
Figlio di Ermes.
Diciamo che in realtà non eravamo amici, ma Emily ne era praticamente cotta da quando aveva tredici anni. 
Forse anche prima.
Aveva meno di un anno in più della figlia di Apollo.
Non era troppo alto, pochi centimetri in più di me, riccio e castano, occhi verdi.
Era più che altro conosciuto in tutto il Campo perché cantava.
Neanche troppo male, devo dire.
Comunque.
Mi raggiunse e mi fissò negli occhi.
Non ci dicemmo niente per qualche secondo.
Poi lui aprì la bocca. 
-Riportala qui.
Io annuii.
Emily sarebbe stata contentissima se avesse saputo che Harry era venuto ad assicurarsi di tornare.
Non gli dissi nient'altro che un debole -Certo.
Poi lui tornò al Campo di corsa.
Rimasi a fissarlo mentre si allontanava sempre di più.
Poi si fermò improvvisamente e fece verso di noi quello strano gesto che facevano spesso i Satiri e Chirone.
Sobbalzai quando Louis mi prese per il braccio.
-Andiamo.
Quando chiusi la portiera, Argo partì sgommando.
Chirone mi fissava da fuori e cercai di sorridergli mentre tentavo disperatamente di non incontrare gli occhi di Louis e di ignorare il pulsare della sua spalla contro la mia.







Angolo dell'Autrice:
Ciao a tutti e anche se in ritardo Buona Pasqua.
Ecco a voi il capitolo.
Mi scuso con tutti quelli che seguono anche la mia storia di Harry Potter.
Volevo aggionare quella ma, ehm, il capitolo è ancora fermo.
Lo so, sono una cosa disgustosa ma spero di fare in fretta.
Mentre invece, alla fine ce l'ho fatta a farli partire questi semidei.
Alla buon'ora (sì, me lo dico da sola :D).
Comunque adesso dovrebbe arrivare il movimento. 
Un bacione e tutti quelli che seguono e uno in particolare a Trich, Soni Sapientona e The Little Lightning che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie mille.
A presto!
Alice

 
   
 
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