Alza una mano verso il collo, le dita incontrano qualcosa di sbagliato, qualcosa di brutto. Ma quel luogo è misericordioso, ti lascia scordare l’esistenza della parola “ferita”. La luce è diventata calda, rosata, accende quel mare alieno di riflessi gialli, non c’è dolore e non c’è paura, si può respirare piano, a fondo. Si può guardare direttamente il sole. Sente una mano sulla spalla spigolosa, ed è come se fosse un altro pezzo di se stesso – le dita morbide che non riconosce, la striscia fredda di una fede nuziale, il pollice che gli carezza la pelle in cerchi gentili, lenti.