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Autore: AyrinL    10/04/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se tra l'amore di due ragazzi,tenuto ancora nascosto e al sicuro dal resto del mondo,ci fosse un male troppo forte da sconfiggere? E se l'amore fosse più forte di tutto,anche della morte?
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[dal 2°capitolo]...si ritrovarono subito nudi,abbracciati,intenti a far brillare quell’amore,quasi a farlo bruciare più del sole,più delle stelle. Erano solo loro due quella notte ,spettatrice solamente la Luna,i quali raggi illuminavano i loro corpi;la Luna che oramai portava il segreto di tante notti passate a fare l’amore nel modo più dolce possibile,sussurrandosi ti amo, stringendosi le mani, guardandosi negli occhi,nascondendosi dal mondo. Celando sulle loro labbra tutta quella passione che la paura impediva loro di urlare al mondo intero,forse perché nessuno avrebbe potuto capire,forse perché le gente avrebbe solo parlato ,a vanvera,giudicandoli. Darren si chiedeva spesso perché molti non potessero o volessero capire: l’amore non ha sesso,l’amore è amore,incondizionatamente. Forse nessuno amava nel modo in cui lui amava Chris,nessuno poteva capire.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo. Scusatemi se vi ho fatto aspettare molto. Boh, preparatevi eh… eviterò le note a fine storie, così il dolore dell’autrice rompiballe è già bello che è andato u_u ovviamente rimanderò i ringraziamenti vari nel capitolo successivo, che vi avviso: sarà ben più felice di questo, triste si, ma al quale ci tengo parecchio. La smetto di spoilerare inutilmente. Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il viaggio di ritorno fu un lungo lasso di tempo immerso nel silenzio, dove i pensieri di Chris e di Darren prorompevano in quell’aria decisamente tesa, ma non si decidevano a fuoriuscire dalle loro bocche. Forse perché non c’era bisogno di esprimere con la voce il nervosismo e la paura, l’attesa dell’incontro imminente con le loro famiglie che li aspettavano. Esprimere tutto quel caos con parole vere e concrete avrebbe reso ancora tutto più teso, più palpabile. Eppure sentivano il bisogno di urlare. In particolare Chris, che al solo pensare suo padre Tim infuriato sentiva i brividi pervadergli la schiena.
Avevano cercato di chiudere gli occhi, di addormentarsi almeno per un po’, ma nulla. Come se già non fosse abbastanza tutta quella situazione tesa, Chris dava cattivi segni: si sentiva male. Cominciò a respirare a fatica, la pelle era diventata ancora più bianca, le vene pulsavano sotto la carne e un forte senso di nausea lo opprimeva. Gocce di sudore imperlavano la sua fronte e tutto attorno a lui cominciava a girare.
Darren provò più volte a chiedere aiuto a qualche hostess sull’aereo, ma ogni volta Chris lo fermava, pregandogli di tornare a sedere con lui.
“No, non è niente, tranquillo, sto bene”.
“È normale…saranno le medicine che ho preso.”
“Vieni qui Darren… forse è stato il troppo cibo di questi giorni…non siamo abituati ai grossi pranzi italiani!”
Darren allora non poteva fare altro che prendergli mano e stringerla, guardandolo intensamente negli occhi, con quel luccichio delle iridi dorate che dicevano una sola cosa: “io ci sono”. E Chris ricambiava la stretta, appoggiando la sua testa sulla spalla del riccioluto, chiudendo gli occhi e inebriandosi del profumo della sua pelle, accarezzandone con le guance la sottile consistenza, la morbidezza, si lasciava cullare dal respiro regolare, da quelle braccia che lo avvolgevano facendolo sentire al sicuro, al protetto. Il resto del mondo non c’era più.
Darren non poteva fare altro che abbracciarlo, forse perché tra i due quello più bisognoso di forza e coraggio era lui. La paura di svegliarsi la mattina e non averlo più al suo fianco. La paura che la felicità costruita in tutto quel tempo si sarebbe sgretolata sotto i suoi occhi, lasciando spazio solo ad un cumolo di macerie e di ricordi. E si sa, i ricordi fanno male, fanno male all’anima, al cuore, condizionano tutta la nostra vita e restiamo sempre ancorati ad essi.
Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito, pensò il ragazzo, rafforzando ancora di più la presa di Chris contro il suo petto. Incredibile come Tim si preoccupasse del suo fisico smorto, della sua malattia, dei medici, delle cure, degli ospedali, del sistema. Ma se hai il cuore a pezzi, se sei disperato, non se ne accorge nessuno. Eppure il dolore dell’anima è qualcosa di molto più grave, molto più doloroso, rispetto qualsiasi altra sofferenza fisica e carnale, no? È qualcosa che va oltre una gola infiammata, una gamba rotta, una malattia che ti trascina sul lastrico… le ferite dello spirito di un uomo sono assai più pericolose di una scheggia, di un taglio, di una chemioterapia. Sono ferite che non guariscono, che illusoriamente si richiudono ma poi riprendono a sanguinare appena toccate, appena sfiorate.
-       Dar…?
La voce cristallina di Chris fece tornare alla realtà il ragazzo il quale, accostati quei pensieri, sussultò, per poi lasciare un bacio tra i capelli setosi del fidanzato.
-       Cosa c’è?
-       Credi che mio padre mi ammazzerà?
Darren rise di fronte quell’ingenuità simile a quella di un bambino . Si era innamorato di un bambino di sette anni intrappolato nel corpo di un ventunenne.
-       Vedrai… capirà.
Chris pregò con tutto il cuore affinché sarebbe stato realmente così. Però sapeva anche che suo padre non avrebbe mai potuto tenergli il muso a lungo. Aveva semplicemente seguito il suo cuore. Forse suo padre non era mai stato un tipo troppo sentimentale, ma avrebbe capito. Doveva.
 
 



*   *


 

Chris e Darren scesero dall’aereo col cuore in gola. Entrarono all’aeroporto, e Chris non ebbe paura di prendere per mano Darren. Aveva il cuore in gola e quel senso di nausea che lo aveva tormentato per tutto il viaggio era ancora lì. Sentiva le forze mancare ad ogni passo. Si aggrappò quasi morbosamente al braccio di Darren, prendendo respiri profondi e facendosi forza quanto il più possibile.
Darren si fermò, gi si parò davanti costringendolo a fermarsi.
-       Chris, tu non stai bene.
-       N-no Dar, davvero… ce la faccio, ho solo tanta paura…
Chris non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi: sapeva che al suo fidanzato bastava guardarlo per capire se stesse mentendo. Si sentiva male, davvero male, intorno a lui tutto era annebbiato, ma non voleva dar retta al demone dentro di lui che mai come allora lo consumava. I sintomi della leucemia diventavano mano a mano sempre più sostenibili.
Ripresero a camminare, sotto lo sguardo ansioso e preoccupato di Darren. Lo vedeva che c’era qualcosa che non andava nel suo ragazzo. Lo vedeva quasi barcollare, debole, nei suoi occhi non vi era la solita luce azzurra, quella luce che l’aveva fatto tanto innamorare di Chris, del suo Chris.
Bastò percorrere pochi altri metri e la sua attenzione fu completamente rivolta al gruppo di persone che adesso li guardavano di poco più lontano.
-       Chris!
Hannah si lanciò nelle braccia del fratello.
-       Hannah!
-       Chris, Chris… mi sei mancato, non lo fare mai più!
Chris lasciò un bacio sulla fronte della sua piccola sorellina. Se c’era qualcuno che sicuramente non si meritava tutta la preoccupazione, il dolore, i silenzi, era lei.
Poco dopo, fu avvolto anche dall’abbraccio di sua madre Karyn.
Charles e Cerina s’avvicinarono cauti a Darren. Loro sapevano, sapevano fin dall’inizio della fuga a Roma, e sostenevano quel loro folle, pazzo progetto di scappare per una luna di miele in anticipo nella città più romantica del mondo. Salutarono poi anche Chris, il quale sussurrò un flebile grazie nell’orecchio di Charles, mentre una lacrima cominciava a scendere sul suo viso.
Dietro di loro, Tim era rimasto a guardarli, fermo e stabile, con lo sguardo serrato a terra.
-       Papà?
Chris fece qualche passo in avanti, guardandolo con preoccupazione, mentre gli occhi cominciavano a colmarsi sempre di più di lacrime.
Ma suo padre non dava alcun accenno di risposta. Semplicemente il suo sguardo vagava a terra, la mascella serrata, le mani chiuse in un pugno.
-       Papà… mi dispiace.
Tim alzò di scatto la testa, incatenando i suoi occhi azzurri in quelli del figlio. Una patina d’acqua si era formata sulle iridi celesti di quell’uomo che tutti vedevano sempre freddo e insensibile.
-       No Chris, perdonami tu.
Il ragazzo restò ammutolito di fronte la reazione del padre. Si aspettava urla, schiaffi, ma non quello. Lo guardava con gli occhi spalancati e il labbro leggermente tremolante. Tim gli si avvicinò ancora un po’.
-       Perdonami, perché… io non ti ho mai capito. Ho lasciato che tutta questa situazione abbia preso il sopravvento su di me. Sono stato egoista, perché ho pensato solo ai medici, agli ospedali… e l’ho fatto solo per me stesso. Quando abbiamo scoperto la tua malattia, io ho avuto tanta paura e ce l’ho tutt’ora. La paura mi ha chiuso gli occhi Chris,  mi ha reso cieco, perché non mi sono accorto della cosa più importante: te. Non ho pensato minimamente alla tua felicità. Quando Charles mi ha detto che eri a Roma con Darren per vivere un tuo piccolo sogno, mi sono sentito uno schifo. Perché sono tuo padre, e dovevo essere io regalartelo. Perdonami Chris, perdonami.
Ormai entrambi piangevano, sfogando tutte quelle sensazioni represse dall’orgoglio portato avanti a causa di loro stupidi litigi.
Chris si buttò nelle braccia del padre, il quale lo strinse a sé, piangendo ancora sulla sua spalla.
Chris voleva dirgli che lo aveva già perdonato, che era un padre meraviglioso, che era felice. Poi si limitò a prenderlo per mano, appoggiando una testa sulla sua spalla, e sussurrandogli:
-       Ti voglio bene, papà.
 
 
 
 

* *

 
 
 
 
Passarono tre giorni dal loro rientro dall’Italia. Le giornate trascorrevano tranquillamente, Chris e Darren tornarono subito sul set, riprendendo la vita di tutti i giorni  scandita da ciak, pause, pranzi, cene, sessione di coccole sul divano. C’era una cosa che però Chris cercava di nascondere sempre di più: la sua leucemia. Ormai si sentiva sempre stanco, a pezzi. Sentiva di essere peggiorato ulteriormente, ma non voleva preoccupare nessuno. Non voleva essere un peso ne per la sua famiglia, ne per Darren. A lui bastava poco per andare avanti, in fondo: un abbraccio di sua madre, una parola di conforto di sua sorella, un bacio di Darren, l’affetto dei suoi amici, la passione per il suo lavoro.
Appena la malattia mostrava ferocemente i suoi segni, ingurgitava pillole e antidolorifici. In tre giorni ne assunse una quantità industriale, nascondendosi in bagno per non farsi vedere da nessuno.
Eppure, non poté trattenere il segreto a lungo.
Era un uggioso lunedì, circa una settimana dopo il loro rientro, che le condizioni di Chris divennero molto più gravi di quanto già lo fossero. Era sul set insieme a tutti i suoi compagni del cast da almeno otto ore. Il lavoro era sfiancante, nelle sue condizioni la situazione stava diventando sempre più improponibile.
Tra le urla di Ryan e di tutti i suoi colleghi del cast, attorno a lui tutto cominciò a girare.
 
Tutto divenne più offuscato, sentiva la testa volare dal resto del corpo, le gambe cedere, le forme perdevano colore e consistenza, i suoni diminuivano di intensità. In un attimo, Chris si accasciò a terra, sbattendo prepotentemente sul pavimento freddo. Un urlo, agghiacciante.
Adesso c’era buio, silenzio. L’ultima cosa che Chris sentì, fu il sangue caldo che scivolava lungo le guance dalle sue narici, sentiva il sapore metallico del liquido rosso che bagnava le sue labbra. Quel sangue ammalato che lo stava strappando via dalla vita.
 
 
 

* *


 

 
-       Dottore… come sta mio figlio?
Il dottore se ne stava con l’aria seria di fronte Tim e sua madre. Era alla ricerca delle parole adatta. Ma come puoi dire ad un padre che tuo figlio sta per morire? Che così giovane, così bello e talentuoso, sta per andarsene via per sempre?
-       Suo figlio.. è appena entrato nella fase di metastasi. Mi dispiace, Tim.
-       Cos… cosa.. no, non è possibile, lui non…
-       Tim, dovevamo preparaci a questo. Sapevamo che prima o poi sarebbe avvenuto. Noi non possiamo fare altro che alleviare le sofferenze di queste ore cruciali. Adesso spetta a voi stargli vicino, è importante.
Il medico gli pose una mano sulla spalla, guardando i due genitori con entrambi lo sguardo perso nel vuoto. Poi se ne andò, trascinandosi lungo il corridoio, in quel silenzio innaturale, quel silenzio dove era percepibile l’urlo del dolore. Passò accanto a Darren, il quale era seduto poco più lontano dai genitori di Chris. Bastò osservare il loro sguardo, per capire.
Non c’erano bisogno di parole.
Le lacrime di Tim erano un chiare segnale: Chris, il suo Chris, se ne stava andando.
Lo stava lasciando, senza neanche dargli la possibilità di sposarlo. Stava accadendo tutto troppo in fretta. Attorno a lui il mondo svaniva piano a piano, restava solo lui con la sua sofferenza.
L’unica cosa che Darren vide, fu Tim che percorreva veloce il corridoio, con lo sguardo fermo e deciso.
 


 

* *

 

Qualche ora dopo Darren aprì silenziosamente la maniglia della porta della stanza in cui dormiva Chris. Prese un respiro profondo, prima di entrare . Non sapeva cosa aspettarsi, in quali condizioni sarebbe stato il suo ragazzo, l’unica cosa che si sentiva è che quello sarebbe stato un addio.
Sperava con tutto il cuore che ci fosse una chance, qualsiasi possibilità che si salvasse. Lo desiderava con tutto il cuore e avrebbe dato la sua stessa vita pur di permettere al suo Chris di continuare a vivere. Il suo cuore però aveva un peso talmente grande, un grosso macigno, che non riusciva a dirsi: ‘ce la farà, perché lui è forte’. Dinanzi a lui, solo un profondo baratro. Non esisteva più il futuro, si stava sgretolando sotto i suoi stessi occhi. Quel futuro che aveva sognato insieme alla persona che amava, tutti quei sogni, quei mille progetti trascinati dal vento verso una meta irraggiungibile e sconosciuta.
Quando entrò nella stanza buia, Chris era illuminato da una sola luce bianca sopra il letto. La pelle diafana, le macchie di sangue ancora visibili agli angoli della bocca. Prese una sedia e si sedette accanto al suo letto.
Gli prese una mano, la strinse, mentre la lacrime continuavano a scorrere come lame taglienti.
Portò le nocche alle labbra e cominciò a baciare la mano di Chris, prima piano, poi in modo possessivo, come se stesse cercando di strapparlo dalla morte.
-       Ti prego Chris, non lasciarmi solo. Io non sono niente senza di te. Sei tu che mi hai insegnato ad amare, sei tu che mi hai spinto a sognare. Cosa farò se tu te ne vai? Io non ti dirò addio, mai.
Abbassò il capo, cominciando a singhiozzare più forte. Le lacrime bagnavano il dorso della mano di Chris, il quale si mosse percettibilmente. Poi la sua flebile voce riempì tutta la stanza, facendo sussultare Darren.
-       Questo.. questo non è addio.
A quella voce, Darren alzò di scatto la testa, accennando un sorriso.
Gli accarezzo il viso, guardandolo con adorazione. Poi Chris riprese a parlare, piombando i suoi occhi azzurri nelle iridi dorate del riccioluto.
-       Te lo prometto… sarò sempre con te. Non ti abbandonerò mai. La mia anima è legata a te e così sarà per sempre.
Darren ricominciò a piangere, sentendo il dolore pervadergli completamente. Non aveva nulla da dire, il silenzio, le lacrime, gli sguardi, erano un modo per dirgli tutte quelle cose che sentiva dentro.
“Ti amo”.
“Ti prego, non mi lasciare”.
“Non ti dimenticherò mai”.
Darren era ancora immerso nello sguardo luccicante di Chris, quando la porta si aprì.
Tim entrò nella stanza, cauto, guardando i due ragazzi. Seguito subito dopo da una donna.
-       Ragazzi, scusate… io… ho una sorpresa per voi.
La donna dietro a Tim raggiunse i due ragazzi, guardandoli con fare visibilmente commosso. Aveva la carnagione scura, i capelli ricci neri ed era vestita in modo decisamente elegante.
-       Salve ragazzi. Tim mi ha chiamato poco fa e…
-       Ragazzi, lei è Clarissa. È una funzionaria dello stato di New York City, ed è qui per… sposarvi.
I due ragazzi sussultarono improvvisamente.
Sposarvi? Aveva detto ‘sposarvi’? Darren sentì il suo cuore mancare un battito.
-       Si, io…sapevo che possono essere fatti matrimoni pre-morte.
-       Matrimoni pre-morte? Tim, Chris non sta morendo, è solo…
-       Darren.
Chris riprese la mano del fidanzato, guardandolo intensamente e sorridendo. Il suo sguardo non era mai stato così brillante.
-       Darren, ti prego… facciamolo.
E il ragazzo lasciò che l’ennesima lacrima scivolasse lungo la sua giacca, nel vedere Chris così determinato, così bello.
-       Ok… - quel consenso suonò quasi come una sconfitta.
Subito dopo entrarono tutti: c’erano Charles, Cerina, Karyn, Hannah. Entrarono in silenzio, sorridendo ai due ragazzi.
-       Hannah, tesoro.. ti avevo promesso che saresti stata la mia damigella…
Tutti risero divertiti di fronte quel Chris così divertente e spiccato. Nessuno avrebbe mai potuto esserlo in quella situazione, se non lui.
Clarissa recuperò dei fogli e due scatole di velluto rosso.
Tossicchiò, prima di cominciare a parlare.
-       Oggi  siamo qui riuniti, per unire nel sacro vincolo del matrimonio Darren Criss e Chris Colfer. Il matrimonio è simbolo dell’unione: una volta che avrete unito le vostre vite sarete un corpo solo e un’anima sola. Sarete una famiglia e oggi vi proporrete di mantenere il vostro nucleo sempre fermo e solido, nel nome dell’amore che vi ha fatto incontrare e incrociare le vostre strade.
Durante quelle parole, i due non avevano staccato i loro sguardi. Nonostante tutto, erano felici ed emozionati.
-       È il momento delle promesse. Signor Criss…
Clarissa porse la prima scatoletta a Darren, il quale la aprì, per poi scorgervi la fede dorata. La baciò, poi prese la mano di Chris.
-       Sai la promessa o…?
-       Oh si, la so. Mi sono preparato a questo momento da tutta una vita.
Darren, con la voce rotta dall’emozione, intonò la promessa, cercando di passargli tutto l’amore che sentiva dentro. L’amore quello vero, quello che scoppia e imbratta le pareti del colore dell’arcobaleno, del cielo, delle stelle, del sole.
-       Io, Darren Criss, prendo te Chris Colfer come mio legittimo sposo, e prometto di amarti e adorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non ci separi.
Darren mise l’anello nell’anulare di Chris, il quale, prese la seconda scatoletta, colse la mano del fidanzato e inspirò a fondo, prima di pronunciare la sua promessa.
-       Io, Chris Colfer, prendo te Darren Criss come mio legittimo sposo, e prometto di amarti e adorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non ci separi.
Tutti nella stanza sorridevano commossi, guardando quei due ragazzi innamorati che avevano cercato di ostacolare. Ma nessuno può mettere barriere all’amore vero, quello lo avevano capito. Nessuno può impedire a due anime gemelle di unirsi, se esse sono destinate a stare insieme per sempre.
-       Chris e Darren, io vi dichiaro ufficialmente marito e…marito! Lo sposo può baciare lo sposo!
I due, col viso ormai completamente zuppo dalle lacrime, si unirono in quel bacio, quel bacio che suggellava la loro unione perfetta. Erano sposati.
E quando Darren si staccò, Chris piano a piano chiuse gli occhi, guardandolo per l’ultima volta, intimando per l’ultima volta “ti amo”.
Darren aveva ancora stretta la sua mano, quando essa si accasciò e perse forza, e la macchina emanava un unico suono continuo, segno che Chris, ormai… non c’era più.
Era volato via, accerchiato dalle persone a lui più care. Si era spento dopo aver realizzato il più grande sogno della sua vita.

   
 
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