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Autore: Rebychan    10/04/2012    3 recensioni
Una raccolta di storie brevi incentrata su diverse coppie e con diversi rating.
Primo fiore - Brufoli rivelatori. Pairing: Hanaru Genere: Commedia. Indicazioni: Atemporale. Trama: A volte anche un'esperienza spiacevole come può essere un brufolo, può far nascere qualcosa di piacevole.
Secondo fiore - Panico. Pairing: Hanaru Genere: drammatico. Indicazioni: Atemporale. Trama: Un grave pericolo spingerà Hanamichi a "rivalutare" una delle più brutte esperienze della sua vita.
Terzo fiore - Il giorno delle bugie. Pairing: Hanaru + MitKog. Genere: commedia. Indicazioni: Post Manga. Trama: Durante il giorno delle bugie, grazie ad un gioco, Hanamichi e Kaede scopriranno la più grande verità che ancora si tacevano.
Quarto fiore - Un anno per.... Pairing: Maki x Nobu. Genere: generale. Indicazioni: Post Manga. Trama: Una batosta, può spingere a cambiare per diventare più grandi e sentirsi meglio con se stessi.
Quinto fiore - Vicecapitano Pairing: Senkosh. Genere: generale. Indicazioni: Post Manga. Trama: Chi sarà il vicecapitano di Sendo? E come lo sceglierà?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Sendoh, Hiroaki Koshino, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco qui la nuova one shot scritta per questa raccolta.
E’ il mio personale contributo per il MakiNobu day, visto che è oggi, il dieci aprile.
Ringrazio tutte le persone che leggono questa raccolta, che l’hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite, e soprattutto coloro che troveranno il tempo di sostenerla, commentandola.
Un ringraziamento speciale va a: Willow e mamie che hanno commentato la scorsa one shot. Grazie!
I personaggi come al solito non sono miei. Scusate se ci saranno degli errori.
Un bacione.
Rebychan

UN ANNO PER…

Il ragazzo non poteva crederci. Ormai era passata un’ora da quell’infausto evento eppure ancora nessuno era riuscito ad allontanarlo dal posto dove era avvenuta la catastrofe. Continuava a stare lì in mezzo al campo, guardando sconsolato il canestro, mentre il suo cervello si rifiutava di crederci.

Dopo ben diciassette anni il Kainan non avrebbe partecipato ai campionati nazionali.

Dopo aver perso prima contro lo Shohoku e poi quel pomeriggio contro il Ryonan la squadra era stata squalificata.

Lui ed i suoi compagni avevano fallito!

L’onta della sconfitta aleggiava sopra le loro teste e le lacrime inondavano i loro occhi.

Al principio tutti i giocatori si erano guardati l’un l’altro chiedendosi come era potuto accadere. Ed anche per lui era stato lo stesso.

Si erano allenati duramente, avevano sputato sangue, eppure non era bastato.

Avevano combattuto con i denti, e saltato per dieci eppure niente, solo la disfatta li aveva colpiti.

Perché?

Negli occhi di tutti poi all’improvviso si era affacciata la consapevolezza.

Mancava lui.

Il Kainan negli ultimi anni aveva contato troppo sul suo talento, ed aveva finito con il vivere di allori riflessi.

Era stata la fine.

Quella consapevolezza aveva spinto tutti gli altri ad andarsene in cerca di conforto altrove, ma non il ragazzo.

Quella rivelazione lo aveva annichilito, lasciandolo lì amareggiato in mezzo al campo di basket.

Sì, perché il giovane aveva messo in gioco non solo il suo futuro agonistico con quella partita, ma anche il suo destino sentimentale.

E pensare a lui gli aveva fatto capire che non era degno né di farsi chiamare campione come fino a quel momento si era auto dichiarato, né di potersi dichiarare all’altro. Addirittura non era nemmeno più meritevole di trovarsi al suo cospetto.

Quel giorno aveva pensato alla fine della partita di incontrarlo e dirgli che l’ammirazione che aveva sempre provato per lui, si era trasformata in affetto.

Aveva pensato  dopo avergli dimostrato di essere in grado di vincere anche senza di lui di poter finalmente ottenere la sua approvazione.

Pensava di essere maturato abbastanza da poter accettare senza lasciarsi abbattere anche un suo rifiuto. Non aveva infatti ancora capito quali erano i sentimenti dell’altro per lui. Non disdegnava la sua compagnia anche ora che frequentava l’università quello sì, ed era dichiaratamente gay, ma non gli aveva mai fatto capire se lo prendeva in considerazione come un possibile compagno oppure no.

Dopo la vittoria, aveva pensato che avrebbe avuto finalmente abbastanza coraggio per chiedergli la verità.

Ora però si rendeva conto che non poteva più farlo.

La sconfitta aveva cambiato ogni cosa.

Il ragazzo non si sentiva assolutamente in grado di affrontarlo.

E non si sentiva nemmeno degno di lui.

Prima di poterlo incontrare di nuovo, doveva dimostrarsi al suo livello. Non voleva che l’altro decidesse di starci insieme per pietà, a causa della sconfitta, o che lo rifiutasse, perché lo considerava un’incapace. Entrambe le opzioni lo avrebbero straziato emotivamente, più di quanto già non fosse.

Doveva risollevarsi e farlo da solo.

E non aveva che un modo perché ciò diventase realtà.

Fu per quello che quando “lui” preoccupato per la sua mancanza di movimento, di solito infatti era il più esagitato di tutti nella sua squadra, lo raggiunse in palestra sussurrando il suo nome,  il ragazzo continuando a dargli le spalle gli disse di fermarsi e non raggiungerlo.

In quel momento, le sue mani sui suoi capelli in una carezza affettuosa avrebbero solo sortito l’effetto di annientare la sua determinazione.

Si sarebbe lasciato andare. Avrebbe pianto sulle sue forti spalle chiedendogli di consolarlo. Ed era sicuro che l’altro l’avrebbe fatto.

Il ragazzo però non voleva.

Doveva prendersi le proprie responsabilità per la sconfitta e da quelle partire per diventare una persona migliore.

Sapeva che le sue prime parole non avrebbero fermato del tutto l’altro dall’avvicinarsi.

Fu per quello che aggiunse: “Ti prego non venire qui, non ora! Dammi un anno, un anno per cambiare da solo le cose. Voglio dimostrare di essere in grado di fare qualcosa per conto mio, e lo posso fare solo se uscirò dalle tue ali protettive. Quando avrò riportato il Kainan al campionato nazionale, solo allora mi sentirò abbastanza forte per rincontrarti e parlarti.”

L’altro dopo quelle parole si bloccò. Per un attimo sembrò indeciso sul da farsi ma poi si allontanò.

Anche se il giovane non l’aveva visto, sapeva che gli aveva sorriso bonario, e poi se n’era andato per dimostrargli la sua fiducia.

Il prossimo anno sarebbe stato il ragazzo il capitano del Kainan e avrebbe dimostrato di meritarsi la fiducia accordategli. Si ripromise.

Quell’anno sarebbe stato lungo e duro, ma alla fine avrebbe ottenuto un giusto premio. Ne era sicuro.




Era passato l’anno e come nel precedente il ragazzo era fermo al centro del campo di basket a guardare il canestro. Il suo volto però era attraversato da un sorriso radioso, mentre i suoi occhi erano bagnati sì di lacrime, ma quelle della felicità.

C’era riuscito. Dopo un anno di assenza il Kainan era tornato a qualificarsi per i campionati nazionali.

Non erano riusciti a battere lo Shohoku dell’accoppiata Sakuragi e Rukawa e la cosa lo indispettiva, ma avevano fatto furore con tutte le altre squadre.

Finalmente i duri giorni di allenamenti passati avevano dato i loro frutti.

Finalmente tutto il dolore provato nel non poter incontrare “lui” era sparito.

Si era ripromesso infatti che per un anno non l’avrebbe più rivisto e nonostante a volte era stato difficile mantenere le regole che si era auto imposto ci era riuscito.

Sapeva che probabilmente quei mesi di lontananza gli avevano precluso la possibilità di essere ricambiato.

Non vedendosi l’altro poteva averlo dimenticato, ma per il ragazzo non era stato così.

Era stato l’amore che provava per “lui” a spingerlo a migliore, ed a farlo diventare così abile da essere entrato nella top five dei migliori giocatori della prefettura.

Ed ora come ora anche se “lui” gli avesse detto di “no” sentiva il bisogno di dichiararsi.

Lo avrebbe raggiunto e gli avrebbe parlato dei suoi sentimenti. Gli avrebbe fatto capire quanto era stato importante per lui e se l’altro gli avesse detto che era troppo tardi poco importava. Se ne sarebbe fatto una ragione, ed avrebbe trovato la forza di andare avanti, cercando qualcun altro d’amare.

Sarebbe stato difficile  ma sapeva di poterci riuscire.

Non era maturato solo come giocatore, infatti, ma anche come persona.

Non sapeva se “lui” era andato a vedere la partita, si era rifiutato di guardare gli spalti per incontrare i suoi occhi.

Solo alla vittoria il suo voto di non vederlo sarebbe stato annullato.  

E allora il ragazzo sarebbe andato dall’altro, tanto pensava di sapere dove trovarlo ovvero all’università Kainan ad allenarsi con il resto della sua squadra.

Per andare da lui aveva pure rifiutato l’invito dei suoi compagni di squadra ad andare a festeggiare la vittoria.

Li avrebbe raggiunti dopo, prima sentiva impellente il bisogno di risolvere quella questione.

Prima l’avrebbe fatto, prima sarebbe stato pronto a voltare pagina.

Anche se in verità, una piccola parte di lui non faceva che sperare che l’altro si ricordasse di lui e lo ricambiasse.

Se così fosse stato, quel giorno la sua felicità sarebbe stata completa.

E galvanizzato avrebbe portato la squadra ai posti alti della classifica nel  campionato nazionale. Ne era sicuro!

Sospirò.

Stava giusto per dirigersi negli spogliatoi per cambiarsi, quando la porta che portava al campo si aprì.

Quando vide la persona che era entrata il ragazzo si bloccò incredulo.  

Era lui.

Cosa ci faceva lì?

Nel vederlo il volto dell’altro si distese in un sorriso, che però era più simile ad un ghigno.

Al ragazzo, il fiato morì in gola.

E per poco non si strozzò a causa di un nodo dopo aver udito le parole che “lui” gli rivolse.

“E’ passato un anno. Come avevi detto hai riportato il Kainan al campionato nazionale e quindi eccomi qui. Avevi detto che poi mi avresti parlato no?”

Altre lacrime uscirono dagli occhi del ragazzo capendo che “lui” si ricordava della promessa e lo aveva aspettato.

E subito gli fu anche chiaro quale sarebbe stata la risposta di “lui” alla sua dichiarazione.

Glielo dicevano i suoi occhi. Lo guardava con un’espressione che non gli aveva mai visto in viso prima di allora. Era di una dolcezza ed aspettativa incredibile.

Il ragazzo a quel punto prese un profondo respiro e disse tutto d’un fiato: “Sì, volevo vederti e parlarti. Lo desideravo tanto. Mi piaci, capitano. Mi sei sempre piaciuto.”

L’altro sorrise di nuovo e fece quei pochi passi che li separavano per raggiungerlo.

Lo abbracciò per accarezzargli i lunghi capelli con una delle sue grandi mani.

“Ripeti la dichiarazione usando il mio nome se vuoi una risposta. Non sono più il tuo capitano da due anni. Ed oggi sei stato così in gamba con la tua squadra d’avermi fatto capire che  non hai  più bisogno di una guida. Voglio essere chiamato per nome da te d’ora in poi e per sempre.”

Il ragazzo che aveva appoggiato la fronte sul torace dell’altro, in quel momento risollevò il volto.

Le sue gote s’imporporarono mentre ripeteva: “Mi piaci, Shinichi. Mi sei sempre piaciuto.”

“Anche tu mi piaci Nobunaga. E starti distante questo anno è stato difficile. Non sai quanto avrei voluto venire da te per vedere il tuo viso illuminarsi di fronte a me, come facevi sempre. Solo le tue parole dopo quella sconfitta mi hanno trattenuto. Sapevo che avevi bisogno di superare quel brutto momento da solo, perché se ti avessi imposto la mia presenza ti avrei perso lo stesso, perché il dolore ti avrebbe spinto a considerare i miei gesti come atti di pietà.”

Nobunaga Kiyota a quelle parole abbassò lo sguardo.

Maki aveva dimostrato ancora una volta di conoscerlo benissimo.

E aveva accettato i suo sentimenti, anzi non solo li ricambiava.

Inoltre, rispettando le sue decisioni, gli aveva fatto capire che già l’anno prima lo considerava una persona matura, adatta a stare con lui.

Era Kiyota però quello che non si era ritenuto pronto.

Ora però lo era e non c’erano più ombre e motivi che avrebbero potuto tenerli distante.

Finalmente le loro labbra si unirono e si persero l’uno nell’altro.

Si baciarono a lungo e con passione. Avevano dopotutto un anno da recuperare.

FINE UN ANNO PER…

CONSIDERAZIONI + AVVISI:
Era da un po’ che avevo in mente di scrivere questa fic, e finalmente sono riuscita a farlo.
Non è granché, probabilmente la trama avrebbe reso di più se fosse stata una long, ma spero che almeno l’idea sia apprezzata.
Grazie per l’attenzione!

Per il momento non sono previste altre one shot per questa raccolta. Non le ho ancora scritte infatti. Tornerò però a farmi viva il prima possibile. Promesso!
Per quanto riguarda le altre fic su SD che sto gestendo, di Ayako’s Angels ho scritto fino al capitolo 20, di La Notte fino al capitolo 17.
Non so quando però verranno postati i prossimi capitoli su questo sito, spero presto. Rimanete sintonizzati.
Questo è tutto per quanto riguarda il fandom di Slam Dunk.
.
Per quanto riguarda gli altri fandom di cui scrivo, la prossima settimana se tutto va bene dovrei aggiornare un paio di fic su D.Gray man e una di Reborn. E basta, credo!

Altre notizie su di me non mi sembra ci siano.

Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Buon MAKI NOBU DAY gente.

Alla prossima.

Rebychan
   
 
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