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Autore: Aelle Amazon    10/04/2012    5 recensioni
Alla June Academy c'è una ragazza a cui nessuno rivolge la parola. Aelle Amazon è il suo nome. E' dislessica e non riesce a stare ferma.
In un giorno di pioggia, Percy Jackson diventa il suo nuovo compagno di banco. E allora i guai si moltiplicheranno all'infinito.
Questa storia si svolge alla fine del quinto libro, con la sconfitta di Kronos, con nuovi e vecchi semidei.
Dal secondo capitolo:
-Grover!- urlò Percy – Fai qualcosa!-
Alle mie spalle Grover si agitò. –Cosa?!-
-Qualunque cosa!- strillò la signora Jackson mettendosi le mani nei capelli –Il mio bambino … -
Io non dissi nulla: ero in uno stato di afasia assoluta. Anche se avevo gli occhi offuscati, guardai Grover dritto in viso.
-Per favore, non gridare- mi disse lui.
Poi si tirò giù i pantaloni. E io commisi l’errore madornale di abbassare lo sguardo.
Svenni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Campo Mezzosangue
(Parte 1)
 
In testa non avevo altro che confusione. I pensieri si accavallavano l’uno sopra l’altro ed erano tutti improponibili.
L’immagine di Grover che si abbassava i pantaloni era impressa a fuoco nella mia mente. Voglio dire, va bene avere le gambe pelose, ma non così tanto pelose. E i piedi non erano piedi, ma zoccoli. Zoccoli. Come quelli delle capre.
Capii di essere sdraiata quando aprii gli occhi, sbattendoli per abituarmi alla luce. Ero stesa su una branda insolitamente comoda e avevo un panno bagnato sulla fronte. Me lo tolsi con gesto pigro della mano. Mi sentivo il corpo vagamente indolenzito tanto che mugolai mentre provavo a mettermi seduta.
-Ti senti meglio?-
La voce di Percy mi giunse un po’ ovattata, sulla destra. Mi girai verso di lui e lo osservai, mantenendo la bocca sigillata. Aveva lo stesso aspetto di sempre: non era ammaccato e non stringeva nessuna spada. Un punto in più a favore della teoria del sogno. Solo l’abbigliamento era differente: al posto della solita maglietta consunta e dal colore sbiadito ne indossava un’altra. Arancione, con una scritta al centro: CAMPO MEZZOSANGUE.
-Sì, anche se mi sento un po’ confusa- gli dissi –Ho fatto un sogno stranissimo, sai? C’eri tu che combattevi contro una cosa enorme e Grover che … - mi interruppi, senza parole.
In quel preciso istante, infatti, era entrato Grover. Anche lui indossava la stessa maglietta arancione di Percy, ma non portava i pantaloni. Gridai.
Percy si mise davanti a me, coprendomi la vista delle gambe caprine di Grover prima che potessi svenire per la seconda volta.
-Ma dovevi per forza entrare così?- lo sgridò Percy, fulminandolo con un’occhiataccia.
Grover emise una specie di belato dispiaciuto. –Scusa, non sapevo che si fosse svegliata!-
Jackson sospirò. –Fai più attenzione- e poi rivolto a me –Ora puoi guardare: si è rimesso i pantaloni-
Si spostò lentamente e quando non ebbi più la visuale ostruita dal suo corpo vidi un Grover che mi sorrideva nervoso, ma con i jeans.
Percepii le mie labbra inclinarsi in una strana imitazione di un sorriso. Annuii, contenta.
-Visto? Lo dicevo io che era un sogno … -
Percy scosse la testa e mi prese una mano tra le sue. –No, non lo è – mi disse fissandomi con sguardo serio –E’ più reale di quanto immagini-
Per poco non gli scoppiai a ridere in faccia. Voleva veramente che credessi ad una cosa così surreale? Non esisteva proprio.
Percy mi lasciò andare la mano e si alzò in piedi, stiracchiandosi. Si portò al fianco di Grover e gli diede una pacca sulle spalle, spingendolo verso di me.
-Amico, vado da Chirone- gli disse allontanandosi –La lascio nelle tue mani-
Grover fece per rispondergli, ma lui era scomparso. Allora mi guardò teso e io ricambiai l’occhiata.
E ora?
 
Satiro. Grover era un satiro. Faticavo a immagazzinare tutto quello che mi aveva spiegato, ma la verità era proprio sotto il mio naso. Grover mi aveva fatto toccare con mano. Si era tolto ancora i jeans. Io mi ero avvicinata e avevo sfiorato la sua gamba. Dopo quella prova era impossibile persistere nella convinzione che fosse un sogno.
E così Percy era un semidio. Figlio di Poseidone. E aveva seriamente fatto fuori la Chimera. Con una penna.
-In realtà è una spada- prese a dire Grover –Il suo nome è Anaklusmos. In greco significa “vortice”-
Visto che ormai il senso di intorpidimento era passato mi ero messa a sedere sulla brandina. Però, la confusione era ancora lì. Io ero come Percy. Ero una semidea. Molte cose cominciavano ad acquistare un senso. Ecco perché mia madre si rabbuiava sempre quando tiravo fuori l’argomento papà.
-… Mamma!- strillai all’improvviso spaventando Grover –Devo avvisarla!La casa mezza distrutta …!-
Grover mi scompigliò i capelli. –Stai tranquilla. Conoscendolo, Chirone avrà già pensato a tutto con un  messaggio Iride- mi sorrise –E poi tua madre doveva per forza essere a conoscenza della tua natura semidivina, altrimenti non sarebbe stata in grado di proteggerti così bene fino al tuo sedicesimo anno d’età-
Sobbalzai. –Proteggermi?- domandai inclinando la testa.
-Sì, nonostante tua madre sia mortale, finché non raggiungi l’ètà per entrare al Campo sei sotto la sua custodia.-
Mi alzai in piedi. –Quindi mia madre sapeva che sono una … semidea- facevo ancora fatica a dirlo.
Il satiro annuì. Io strinsi i pugni e corrugai la fronte. –Perché non me l’ha detto?!-
-Non poteva. Fino a quando sei all’oscuro della tua natura i mostri non fanno molto caso al tuo odore. Appena diventi consapevole di essere un semidio sprigioni un profumo maggiore, che li attira come il miele con le api-
Mi rilassai leggermente, sbuffando. Era proprio vero il detto secondo il quale il diretto interessato era l’ultimo a sapere le cose.
-L’ha fatto per il tuo bene. Non essere arrabbiata con lei- mi disse Grover.
-Non ce l’ho con lei- gli risposi.
Lo superai con passo veloce e mi avvicinai all’ingresso della tenda, guardando al di fuori di essa. Era tutto così luminoso e splendente … solo vedendolo mi veniva voglia di rotolarmi nel prato e di ridere all’infinito.
-Andiamo?-
Grover inarcò un sopracciglio. –Dove?-
-Fuori. Questo posto è meraviglioso-
Scoppiò a ridere. –Benvenuta al Campo Mezzosangue, Aelle Amazon-
 
 
Note:
Ciao a tutti!
Se siete arrivati fin qui allora vuol dire che siete ancora vivi. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che non ci siano troppi errori. Questa volta non ho proprio controllato perché sono piuttosto di fretta.
Come mi è stato fatto notare nelle recensioni, questi sono capitoli iniziali, in cui spesso si ripetono cose che già si sanno. Perciò, portate pazienza perché l’azione arriverà prossimamente!
Al solito, ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite. Grazie mille!
Al prossimo aggiornamento!
Un bacio,
Aelle
 
P.S. Ho cambiato nick!
  
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