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Autore: HernameisGiuls    10/04/2012    8 recensioni
"Ma ci vedi fratello e sorella?"
"Che cosa?" quasi urlai
"Dicevo, se Kendall e mia madre si dovessero sposare noi due diventeremmo fratelli!"
"Non di sangue."
"Come se lo fossimo! Te lo prometto Hope, anche se loro non si dovessero sposare io mi prenderò cura di te, sempre."
"Non promettere se poi non sai mantenere.." commentai a bassa voce
"Io mantengo sempre le mie promesse, cara mia Hope."
-
"Sai cosa? - tirai su col naso - Sei il mio eroe, Liam. Non sai volare, non spari ragnatele dai polsi, non sposti le montagne con un dito, ma hai avuto la forza di prendermi con te, di tenermi al riparo, di farmi viaggiare con cuore. Sei il mio eroe, Liam.. Il mio eroe.."
-
"...Per la seconda volta vorrei essere morta io."
#Per capire, leggetemi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 1
-Chapter 1

Aprii gli occhi ancora assonnata e spensi frettolosamente la sveglia in modo da non svegliare mio zio. Sono le 7.30. Mi precipitai in bagno senza emettere alcun rumore. Mi lavai più volte il viso, poi passai ai denti. Dal cassetto sotto il lavandino tirai fuori il correttore. Lo passai ripetutamente in volto per nascondere quella macchia viola sulla guancia ancora visibile dopo un mese. Il mio sguardo passò distrattamente alla cicatrice sulla fronte e poi a quella sul collo. Persistevano, non sparivano. Perlustrai l'intero volto: con tutta quella merda in faccia parevo una bambola di porcellana. Che schifo. Tornai in camera mia, mi spogliai e iniziai a mettermi i vestiti preparati la sera precedente. Pantaloni da tuta larga e felpa, così che nessuno potesse notare il mio fisico scheletrico e spaventoso. Lasciai i capelli castani, lunghi, sciolti, infilai le scarpe, presi la cartella e scappai velocemente. Trattenni il fiato per l'intera rampa di scale, una volta fuori sospirai di sollievo; non l'avevo svegliato.
Per strada pensavo all'agonia che stavo per passare. Non tanto le ore di lezione, ma gli studenti. Per quanto odiassero tutti andare a scuola erano tutti fastidiosamente felici. Non parlo da cinica, ma da invidiosa. Invidiosa di loro che hanno una vita perfetta, con alti e bassi e con i loro problemi, ma sempre meglio della mia. Ogni individuo lì dentro era circondato da amici, e questi a loro volta ne avevano altri e così via. Io no, io non avevo amici. Amo la solitudine, il silenzio, il freddo, la semplicità. No, non ho problemi neurologici - così credevo -, ma sono un'essere completamente differente da tutti gli altri. Ero fatta così, ma non me ne vantavo assolutamente. A volte piangevo, non per il male, non per la tristezza, ma per il fatto di non provare sentimenti diversi dal dolore e dal disgusto.
Ero arrivata all'imponente edificio color cemento. Alcune ragazze mi guardarono con disprezzo, forse per il mio abbigliamento "troppo diverso" rispetto al loro, ma passai oltre. Entrai in classe e restai lì, nell'ultimo banco, quello senza compagno, e aspettai zitta, finchè la classe non si riempì fastidiosamente delle voci dei miei compagni.
"Com'è andata quest'estate? Che avete combinato?" chiese Miss Olly con quella sua voce insopportabile e stridula.
Non ero capace di mentire, ma neanche in grado di raccontare ciò che era successo. Sarebbe stata solamente una storia penosa e snervante.
Alzai la mano a metà del giro di racconti e me la svignai velocemente restando in bagno per ben venti minuti. Tanto chi si sarebbe accorto della mia assenza? Fatti due o tre giri dell'istituto - non poi tanto grande - tornai in classe, probabilmente erano già passati a qualcos'altro.
In corridoio urtai qualcuno in modo praticamente violento perchè io ero tra le mie e lui indaffarato con il telefono. Un dolore lancinante alla spalla.

"Oh scusami, non ti avevo vista." sorrise lui. Era un ragazzo alto, con il fisico ben postato, capelli biondo cenere, un po' scompigliati. Non risposi. Annuii e scappai in classe. Disse altro ma non gli diedi importanza. 
Le ore passavano veloci, ma solo dopo mi ricordai di avere anche il pomeriggio. Non potevo chiedere primo giorno migliore: non cinque, ma ben otto ore lontane da casa.
Presi dalla mia cartella un pacchetto di creckers e mi sedetti sulle gradinate fuori da scuola, così da non vedere nessuno. Ne mangiai due pezzi, mi sentivo piena e terribilmente nauseata
.
Vidi una coppia di ragazzi appoggiati al cancello baciandosi. Per un istante desidererai essere al posto di quella ragazza: bella, formosa, con un cuore, con l'amore tra le labbra.

"Ehi ciao, ci si rivede!" presi un colpo. Chi diavolo era? Ah.. il ragazzo di stamattina. Lo guardai per un istante in silenzio, poi mi alzai e feci per andarmene, ma sentii una forte presa sul braccio e delle parole che nemmeno ascoltai.
"Non mi toccare!" urlai scostandomi subito. Scappai via sentendo il cuore rimbombarmi nel petto lasciando quello lì come un idiota. Chi era lui per toccarmi? Mi ero spaventata, nonostante credessi non evesse brutte intenzioni, si capiva dai suoi occhi.
 

Le tre ore del dopo-scuola passarono rapide. Tre ore di matematica, wow.
Tornai a casa rapida, prima che potesse far buio.

Prima di girare la chiave nella serratura presi un respiro profondo sperando che la sera che mi attendeva fosse stata come quella del giorno prima: una sera tranquilla.
"Ciao zio.. sono a casa.." sento dei passi pesanti avvicinarsi. Incoscentemente sentii le ginocchia tremare. Hope, calmati.
"Vatti a prepare, dobbiamo uscire. Sistemati per bene, è una cena importante." mi disse solamente con modo freddo. Annuii frettolosamente e scappai in camera mia.
Cena importante.. ma da chi dovremmo mai andare? E se mi mettessi la tuta? No, sembrerei ridicola. Presi un paio di jeans grigi scuri, e una maglia blu a maniche lunghe. Capelli e trucco andavano bene così, sperai.
Scesi le scale di corsa, rimisi le scarpe e mi piazzai vicino la porta. Kendall si avvicinò. Ed ecco, in quel momento immaginavo già un suo schiaffo.

"Come sei carina" disse con la stessa freddezza di prima, accennando un minuscolo sorriso, accarezzandomi i capelli. Sussultai rimanendo di stucco, non ero abituata a certe sue frasi. Lui cosa? Carina? Io?
Prese le chiavi e salimmo in macchina. Durante il viaggio c'era un silenzio agghiacciante.
Avevo paura, un'inspiegabile paura: guidava rapido e ogni flash delle macchine mi ricordava l'incidente con i miei. Strinsi forte la cintura di sicurezza che mi avvolgeva il busto e abbassai istintivamente lo sguardo chiudendo gli occhi, stretti. Parcheggiò dopo poco. Eravamo davanti una casa, una casa piccolina con un giardino non tanto grande davanti. Mi fece segno di sbrigarmi e ubbidii. Suonò alla porta e aprì una donna alta, abbastanza bella
(forse fin troppo per Kendall), con i capelli ricci e con la pelle olivacea.
"Kendall, che bello siete qui!" sorrise squittendo
"Jonah, questa è mia nipote. Hope, muoviti." disse sottovoce inchiodandomi con la sguardo. Mi avvicinai e sorrisi debolmente verso la bella donna che ci stava davanti.
"Molto carina, molto di più delle descrizioni di tuo zio! Forza entrate" Okay, mi sentii alquanto in imbarazzo alle sue parole. Entrai silenziosamente; era proprio una bella casetta, molto confortevole e ospitale.
"Prego, accomodatevi pure."
Mi sedetti in un angolino del divano a fissarmi le ginocchia tremanti. Kendall e Jonah cominciarono a parlare, dimenticandosi per un momento di me. Poi il suono del microonde riportò tutti e tre sulla Terra.

"Perdonatemi, vado a chiamare per l'ennesima volta mio figlio. Prendete posto a tavola, intanto." disse con tono di rammarico. Kendall non se lo fece ripetere due volte e io lo imitai.
"Non farmi fare brutta figura, per me è importante." disse con il suo solito fare. Annuii ma rimasi spiazzata, non tanto per il modo ma per le parole dette. Era importante? Chi, lei? Lui era..?
"Scusate, ma il pigrone si era addormentato." scherzò la donna, seguita da un ragazzo, un ragazzo dal viso faligliare.
"Buonasera, io sono Liam." disse in generale poi strinse la mano di Kendall, in seguito si girò verso di me.
"Tu? Ma.. si, ci siamo visti oggi!" sorrise colorosamente. Ma che avevano tutti da sorridere?
"Piacere, Hope." mi sforzai anch'io e gli porsi la mano. L'afferrò prontamente con una presa decina ma al tempo stessa delicata.
Jonah portò a tavola del pollo a rosto con patate e verdure per contorno. Col sorriso che aveva ormai da più di un'ora, mi servì un piatto stracolmo. Mi sentii male all'improvviso: mi girava la testa, vedevo tutto quel cibo uscire dal piatto, sentivo che dal un momento all'altro sarei esplosa.

"Scusate, dov'è il bagno?" dissi scattando sull'attenti. Liam me lo indicò turbato. Scappai, mi ci chiusi dentro e vomitai. Dio, mi sentivo una straccio. Avrò fatto una pessima figura, chissà che stavano pensando. Mi guardai allo specchio, solito aspetto orribile. Più cadaverica del solito, con le occhiaie marcate. Che schifo, ero uno schifo. Girai la chiave e tornai in cucina.
"Tutto bene, tesoro? Stai meglio?" mi si rivolse Jonah con tale dolcezza che quasi mi pareva finta.
"Eh.. avrà preso l'influenza intestinale!" intervenne rapido Kendall. Non risposi, annuii e basta risedendomi a tavola.
Si..
influenza intestinale.
"Allora Liam, che scuola fai?" continuò per distogliere l'attenzione da me.
"Beh, la stessa scuola di Hope. Solo che io sono all'ultimo anno." sorrise addentando un pezzo di pollo. Poi guardò me e mi incitò a mangiare, ma feci debolmente segno di no con la testa.
La serata proseguì così, tra una chiacchera e l'altra, parlando di ogni cosa insignificante. Poi tutto si fece più serio e Jonah prese parola. 
"Liam, Hope, vi chiederete per quale motivo siamo qui, ebbene io e Kendall ci frequentiamo da mesi ormai e abbiamo deciso di fare un passo più serio.. Ci siamo fidanzati!"
Come? Il bicchiere che avevo tra le mani cadde sulla tovaglia bagnandola e Liam quasi si soffocò con un pezzo di verdura sentendo quella notizia.

"Cosa? Ma.. mamma, ne sei sicura? Non è un po' presto?" Alle parole di Liam vidi Kendall sbiancare e stringere forte i pugni. Dovevo intervenire.
"Davvero? Oh, che bella notizia! Sono così felice per voi." mi alzai di scatto, diedi una pacca a Kendall e abbracciai Jonah, la quale fu molto contenta della mia - finta - reazione. Lo sguardo di Liam era sempre più sconvolto. Con un'occhiata fugace gli diedi a capire che poi ne avremmo parlato. Lo capì al volo, fortunatamente, infatti finse la mia stessa "scenata". Grazie a Dio, Kendall sembrava calmarsi. Mi stupii di me stessa, avevo appena salvato la prima serata in tutta la mia vita. 
Dopo il dolce salutammo entrambi. Con un'occhiata dispiaciuta guardai Jonah, questa sorrise e fece spallucce cercando di tranquillizzarmi. Liam mi salutò con la mano, forzai un sorriso e uscimmo da quella casa. Nel viaggio di ritorno di nuovo silenzio, fino ad un certo punto. 
"Potevi anche evitare di vomitare."
"Scusa.." risposi a mezza voce. Poi ancora silenzio per un po'.
"E' bella, vero?" annuii distrattamente
"Si, proprio bella."
Tutto lì, per quel giorno avevamo parlato già abbastanza. Arrivati a casa gli diedi una buonanotte veloce e filai in camera mia, rapida. Mi liberai dai vestiti e mi infilai il pigiama. Mi misi sotto le coperte con la speranza di addormentarmi in fretta e dimenticare. Ma il mio tentativo fu inutile, ripensai solo alla figuraccia che avevo fatto.
Vomitare... potevo anche risparmiarmelo, è vero. Da troppo tempo avanti questa storia e dubitavo fosse davvero influenza.
Basta, dissi tra me e me, è inutile piangersi addosso.

Notte mamma, notte papà. Mi mancate tanto.



Spazio autrice

Sera a tutte:D Ecco, vi ho sistemato un po' il capitolo perchè prima ero un po' di fretta. Allora questa è la situazione, Hope respinge in tutti i modi Liam. Forse per il suo troppo entusiasmo o forse per altro. Beh, lascio a voi i commenti. Ribadisco che questa è una storia "tosta" quindi non vi aspettate che vada tutto rose e fiori.
Bene, detto questo vorrei ringraziarvi per le 9 recensioni (più un commento breve) e per tutte le visualizzazioni nello scorso capitolo. Davvero, non so come ringraziarvi. E poi dopo solo un capitolo vorrei ringraziarvi con tutto il cuore per essere tra le preferite di cinque persone, ricordata da tre e seguita da nove. Davvero, per me singnifica molto.**
Vorrei ringraziare quell'amore di Arianna che continua a pubblicizzarmi le storie :3
Dopo questo vi lascio e vi mando una buona notte.
Con affetto, la vostra Giulia





   
 
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