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Autore: phoenix_esmeralda    10/04/2012    1 recensioni
Vera è la futura regina di Katathaylon e Allegra non vede l'ora di accompagnarla nel suo mondo, per assistere al matrimonio con il principe Alexen. Ma qualcosa di strano succede nel regno che Allegra ha sempre sognato di visitare, e la ragazza si ritroverà travolta nella grande avventura che ha sempre sognato di vivere... Un libro, un racconto, una favola... questo è "La valle dell'altro mondo", una storia fra l'avventuroso e il fantasy, tra il romantico e l'introspettivo, alla scoperta dei 4 personaggi principali, ciascuno con il suo piccolo mondo interiore da proteggere...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Vera sedeva in silenzio davanti alla finestra, ascoltando il soffio leggero del suo stesso respiro.
Il suo posto sarebbe stato accanto ad Alexen, a congedare la folla e ad arrestare Sasamanka, ma il principe non aveva avuto cuore di allontanarla dall’amica che, nella stanza accanto, si trovava ancora priva di sensi sotto la cura del dottore.
Vedere Allegra crollare fra le braccia del principe come un sacco vuoto, l’aveva scossa in profondità. Quando si era resa conto che non avrebbe ripreso conoscenza, i suoi pensieri si erano cristallizzati in una sequenza d’orrore infinita. Non era riuscita a muoversi, né a parlare, né a decidere alcunché. Aveva lasciato tutto nelle mani di Alexen, paralizzata dallo shock. Vera chiuse gli occhi di fronte ai suoi stessi pensieri.
Perché né lei né Alexen erano stati in grado di identificare il pericolo?
L’unica risposta che le saliva alla mente le era sgradita come un odore nauseabondo. Sapeva che Alexen era stravolto, non riposava da trentasei ore.  Aveva subito l’attacco del Ponte delle Koralle, si era consumato salvando la vita al fratello, aveva vegliato il padre fino all’ultimo minuto, era rimasto provato dalla sua morte, dal processo e dalle minacce di Ad’hera. Una premonizione precisa richiedeva energia e lucidità.
Ma lei…
Lei non aveva altre scusanti se non il turbamento dato dall’invasione di Alexen e dalla sconfitta al Ponte. I suoi poteri non erano paragonabili a quelli del principe, ma se non si fosse trovata così emotivamente provata…
Strinse i pugni.
Sarebbe riuscita, in quel caso, a scoprire l’inganno di Sasamanka? Non ne era sicura. Non aveva mai avuto modo di dubitare di lui, al contrario di Allegra, che in qualche modo era riuscita a sospettare la verità.
Era stato Sasamanka a spezzare il sigillo di Rah, ora se ne rendeva conto. Era stato in combutta con Ad’hera fin dal principio. Non se n’era accorta e ora a pagarne lo scotto era la sua migliore amica, l’irruente, generosa, impulsiva Allegra, che aveva salvato Alexen a un prezzo che rischiava di diventare troppo salato. Vera era certa che l’amica non si fosse soffermata a riflettere sul rischio che stava correndo, si era limitata ad agire il più rapidamente possibile, come ogni volta.
Alzò la testa e gettò un’occhiata a Edhuar, seduto a un tavolino più distante. I capelli gli coprivano completamente il viso chino, nascosto fra le mani. Il suo dolore immobile riusciva ad avere una risonanza così estesa da rimbombare contro i muri. Se ancora le fossero rimasti dei dubbi sui sentimenti che nutriva per Allegra, in quel momento sarebbero rimasti soffocati da un’angoscia che non avrebbe potuto essere più genuina.
La porta si aprì con uno scatto, rivelando sulla soglia un Alexen ancora una volta sfinito, pallido come un foglio di carta. Sembrava che alla sua stanchezza non ci fosse limite, ogni volta che Vera lo vedeva, il principe appariva sempre più spossato.
Ma ugualmente era riuscito a contenere il panico della folla, a congedare i visitatori e a condurre la cattura del traditore.
- Come sta? – domandò per prima cosa.
Vera scosse il capo e indicò la porta ancora chiusa della stanza di Allegra.
- E tu? – sussurrò – Com’è andata?
- Sasamanka è in prigione, l’abbiamo trovato mentre risaliva dai sotterranei. Molti dei presenti hanno sentito le parole di Allegra… il Vanathà non mostrerà più indecisioni riguardo al giudizio finale.
Vera si alzò e gli scostò una sedia.
- Siediti Alexen. Se ora non riposi, avrai un collasso.
Lui obbedì, ma in quell’istante il dottore fece il suo ingresso nella stanza. La sua espressione era tale da far avvizzire le speranze più tenaci.
- È… morta? – chiese Vera, con un fil di voce.
Il dottore fece un cenno di diniego.
- Ha inghiottito una quantità ridottissima di veleno, che non l’ha ancora uccisa – il medico esitò davanti a quella platea disperata – Ma si tratta di Pollutia – gettò un’occhiata ad Alexen – Chi ha messo il veleno nel vino non voleva correre  il rischio che vi salvaste.
Edhuar era immobile, pallido come se nelle sue vene non fosse mai scorso sangue.
- Avete tentato il possibile? – chiese Alexen secco.
- Le ho somministrato tutto ciò che ho ritenuto utile, ma vi suggerisco di non farvi illusioni – fece una pausa, ma poi si decise ad aggiungere – Non arriverà all’alba.
Vera girò il volto per non mostrare il dolore che non riusciva più a controllare.
Se avesse saputo che questo era il destino a cui aveva avviato l’amica… Se l’avesse intuito… Se una premonizione le avesse rivelato che il grande sogno di Allegra l’avrebbe condotta a questo…
- Smettila di incolparti – mormorò Alexen.
Vera alzò il capo e si accorse che il medico era tornato nella stanza adiacente.
Edhuar aveva chiuso gli occhi, come non potesse accettare oltre la realtà in cui si trovava. E chi, fra loro, poteva accettarla? Il medico non aveva dato speranze. Non c’erano più soluzioni, fuorché una.
Restava una sola possibilità di guarire Allegra, ma non poteva essere lei a suggerirla. Non poteva essere lei a imporre una scelta così gravosa, che avrebbe cambiato il destino di Katathaylon.
- Un modo per salvarla esiste – disse Alexen, dando voce al suo stesso pensiero – Lo sai, Edhuar.
Lui non lo guardò, ma non poteva non aver sentito.
- Per me va bene – aggiunse Alexen – Io non ho obiezioni a farlo.
Edhuar alzò lo sguardo e i suoi occhi disperati si incisero nella mente di Vera.
- Sapete che se lo fate… - gli bisbigliò…ma s’interruppe. Era ovvio che lo sapeva.
- Non c’è altra scelta – mormorò Edhuar, con una voce che non era più la sua.
Poi si coprì il volto con una mano e scoppiò in lacrime.
 
 
Il volto di Allegra era grigio e inespressivo come una maschera di gomma priva di una sagoma su cui modellarsi. Senza la consueta vivacità, quel viso sembrava già morto.
Vera avvertiva acutamente il silenzio immobile della camera, paradossale se provava a immaginare ciò che stava avvenendo nella stanza accanto.
Fate presto – pregò Vera silenziosamente.
Sarebbe stato orribile se Allegra fosse morta in quell’istante, prima che potessero fare qualunque cosa per riportarla indietro.
Si accorgeva in quel momento di quanto fosse stato ridicolo il suo tentativo di sigillare il dolore  in fondo all’animo. Niente avrebbe potuto ripararla da quella sofferenza.
Ti prego Allegra, resisti!
Quando la porta scattò, ebbe un sussulto. Il viso di Alexen era pallido e tirato, quello di Edhuar stravolto. Apparentemente non era cambiato nulla, eppure, in quei pochi istanti, il destino di un regno si era modificato.
- Avanti, sbrighiamoci – disse Edhuar, avanzando verso il letto. La sua voce era ancora irriconoscibile.
 
  
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