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Autore: Autumnsong    10/04/2012    5 recensioni
Collisione.
Urto di due o più corpi in movimento.
Scontro. Scambio di energia fra corpi.
Glielo dissero troppo in fretta, e lui li lasciò fare.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Collision
3.



"Chi sei, che cazzo... Che..." Frank camminava avanti ed indietro per la stanza, urlandogli addosso, prendendo a pugni il muro, con le lacrime che gli scendevano lungo le guance.
Era così bello.
Ed era uguale al ragazzo che Gerard aveva amato dieci anni prima, come uguale era rimasto l'amore che provava per lui.
Si avvicinò e lo bloccò con le spalle al muro, guardandolo negli occhi.
"Frank. Sono io. Gerard."
Frank scosse la testa, chiudendo gli occhi e stringendo i denti. "No, no, non è vero, non puoi, sono pazzo!" ricominciò ad urlare dimenandosi.
Gerard sospirò, non gli piaceva certo vedere l'uomo che amava soffrire così.
Lo scosse. "Frank, ascoltami. Sono io. Giuro" gemette, e si alzò la manica della maglia scoprendo quel tatuaggio che aveva tenuto nascosto persino a sé stesso per tutto quel tempo.
Era una semplice àncora, piccola e nera, tatuata all'interno del polso sinistro, a coprire vecchie cicatrici che Gerard avrebbe voluto dimenticare.
"Guarda" disse stendendo il braccio verso Frank "Toccala. Toccami, sono io. Vedi?" prese la mano tremante del ragazzo e posò il dito sul suo polso, premendo.  
Aveva sempre odiato gli aghi, ma per Frank avrebbe fatto di tutto e quello era stato un modo per incidersi nella pelle il suo amore per lui, che superava anche la paura. 
Frank ritirò la mano ed osservò il proprio polso, dove nello stesso punto era tatuata la stessa àncora.
Si scaraventò addosso a Gerard e lo strinse in un abbraccio fortissimo, scoppiando a piangere a dirotto.
"Spiegami" singhiozzava "che cazzo significa tutto questo, ti prego." Gerard annuì, si sedettero ed iniziò a raccontare.

 
 
"Mi giuri che andrà tutto bene? Mi giuri che funzionerà? Mi giuri che vivrai, stavolta?" Frank tremava, mentre ripeteva per l'ennesima volta quelle domande. Amava Jamia. Gli dispiaceva lasciarla, ma… Gerard.
Gerard era stato tutto, per lui.
Tutto.
E dopo quell'incidente, dopo che il suo mondo era stato infranto, Frank aveva fatto di tutto per cercare di rimettere assieme i pezzi, pensando che, dopotutto, prima o poi avrebbe ritrovato il suo amore e avrebbero potuto vivere assieme, per sempre.
Ma non aveva mai dimenticato, mai.
Aveva sopportato, archiviato, scacciato i pensieri troppo dolorosi per essere contemplati, e soltanto la notte, quando Jamia dormiva, aveva lasciato defluire i ricordi e permesso al suo corpo di soffrire fisicamente: aveva pianto, urlato nella sua testa, si era piantato le unghie nelle braccia e si era graffiato, tagliato, perché sperava di uscire da quell'incubo, ma era rimasto lì.
Da solo.
E poi, dopo dieci fottuti anni di fantasmi e dolore, il suo amore era tornato in qualche modo - non voleva nemmeno sapere come aveva fatto, come potesse essere successo – ed ora lui era lì, indeciso se scegliere la certezza o la follia.
Ma non aveva molti dubbi. "Giuro" disse Gerard annuendo "andrà bene, te lo prometto" gli strinse la mano.
Il moro sapeva cosa fare, anche se nessuno gli aveva dato istruzioni.
Sapeva che gli sarebbe bastato chiudere gli occhi e ordinare a quella strana magia di portarli indietro nel tempo, e sarebbe successo.
Non aveva paura, soltanto dei fremiti di eccitazione: aveva voglia di tornare indietro.
Non sapeva però se avrebbe sofferto fisicamente come aveva sofferto prima di morire.
Ma era pronto anche a quello, per tornare con Frank.
Guardò il ragazzo sorridendo dolcemente.
L'altro annuì, sorridendo a sua volta.
Gerard sospirò.

Chiuse gli occhi.



 
Mentre cercava di riprendere coscienza, Frank vedeva davanti ai suoi occhi chiusi due potenti luci bianche venirgli incontro, poi nulla.
Si concentrò sul suo corpo, cercando di ascoltare; realizzò di poter respirare e di poter muovere le palpebre, che vibrarono quando il cervello intimò loro di socchiudersi. Testò le dita dei piedi, si muovevano tutte e dieci.
Quando provò a muovere quelle della mano destra ebbe una fitta e strinse i denti. Polso rotto.
Deglutì e aprì completamente gli occhi, anche se si rese subito conto che non c’era molto da vedere: il soffitto bianco volteggiava e delle facce sfocate continuavano a muoversi davanti a lui.
Sbattè le palpebre un paio di volte finchè non mise a fuoco la sala di pronto soccorso, poi con la coda dell’occhio seguì un camice bianco che dal suo letto era passato velocemente a quello accanto a lui.
Frank non aveva bisogno di guardare per sapere che di fianco a lui stava steso il suo ragazzo.
Forse la sua vena tragica l’aveva avvisato durante il periodo di incoscienza, forse aveva potuto inevitabilmente cogliere dei capelli neri e delle mani ossute sporgere dal lettino, o forse semplicemente sapeva.
Non ricordava nulla dell’incidente, tranne le maledette luci bianche.
Si passò la mano buona tra i capelli sudaticci e respirò profondamente.
Poi richiuse gli occhi e si lasciò cullare dal finto sollievo di essere vivo – almeno quello.


Si risvegliò in una stanza troppo buia e troppo silenziosa per i suoi gusti.
Tutte le tende erano state tirate, la porta era chiusa e l'unica cosa che si muoveva era la gente in corridoio, che passava senza degnarlo di uno sguardo, concentrata sui più vari compiti da svolgere o pensieri su cui crogiolarsi.
Sentiva freddo, ma non sentiva dolore.
Probabilmente lo avevano imbottito di antidolorifici, e quello spiegava anche il forte mal di testa, l'unico dolore che effettivamente provava. Si chiese dove fosse Gerard, come stesse, se fosse ancora vivo.
Rabbrividì, non ci voleva pensare nemmeno.
Quel ragazzo era troppo forte per morire così.

"E' in coma" disse il dottore, quando Frank gli chiese notizie di Gerard.
"Soffre?" fu l'unica cosa che seppe chiedergli.
Parlarono, e sì, Gerard soffriva.
Staccare la spina? L'unica soluzione.
Stava per dire di sì, ma sentì il suo istinto parlare per lui. "No" esclamò "aspetti ancora un po'" disse.
Qualcosa era cambiato.

Passarono i giorni e Gerard non si svegliava.
Frank trascorreva le giornate tenendogli la mano, accarezzando la pelle diafana e sperando di aver fatto la scelta giusta.
"Scusami" diceva corpo inerte "spero che valga la pena soffrire un po', spero ti risveglierai" e annuiva a sé stesso, ingoiando il groppo che aveva in gola. Fece tanti sogni in quelle notti: sognava Gerard, sognava la sua voce che gli prometteva che si sarebbe risvegliato, prima o poi.
Ma le palpebre del ragazzo non si alzavano e la speranza si stava affievolendo sempre di più.
Frank piangeva.
E sperava.

 
 



too many years later.

 
Frank si alzò dal letto molto presto, come al solito.
Si lavò velocemente, si infilò una maglietta consunta e uscì subito dal piccolo appartamento, rabbrividendo per il freddo.
Oltrepassò il grosso cancello nero e si sedette davanti alla solita pietra bianca come la luna.
Sospirò, e pianse lacrime asciutte.

"Perché mi hai fatto questo, Gerard?" chiese Frank.
Era pienamente consapevole, ormai, di essere in un sogno.
Era notte, stava sognando, ed erano gli unici momenti nei quali poteva incontrare Gerard, quindi cercava di goderseli.
Avrebbe dormito per sempre, per stare con lui.
"Perché, eh?" ripetè, triste.
Il ragazzo davanti a lui si mosse e aggrottò le sopracciglia lanciandogli uno sguardo di puro dolore.
Si mordicchiò un labbro, sospirò. "Scusami, sono stato egoista.

Ti amavo. Ti amo. Sapevo che sarebbe andata male. Sapevo che sarei comunque morto. Ma sono stato egoista, e volevo rivederti un'ultima volta."





Can we pretend to leave and then we'll meet again,
when both our cars collide?






















 

Oddio è finita *piange* ok ci ho messo tanto tempo, ma ci ho anche messo tanto amore e impegno.
Non so, tengo a questa mini-ff anche se non è nulla di particolare. 
Lascio a voi i commenti, spero che abbiate apprezzato. Grazie.


PS: un paio di persone mi hanno detto di non avere capito il finale. A me sembra piuttosto chiaro, ma è perchè ce l'ho nella testa, ovviamente.
Se per caso qualcosa non fosse chiaro fatemi pure delle domande e risponderò.

   
 
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