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Autore: MiHyeon    10/04/2012    3 recensioni
Da qualche settimana, però, nel suo appartamento stavano accadendo cose davvero strane.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Quasi tutti, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine, forse, l'unico che pensava fosse diventato pazzo, era proprio lui.
 
Dopo due mesi di convivenza aveva iniziato a non far più caso agli strani e quotidiani avvenimenti.
Gli era capitato spesso, mentre cenava, di buttare uno sguardo alla tenda di plastica colorata e di rimanere alcuni minuti incantato a fissarla nel suo incessante dondolìo, sentendosi sempre più assonnato, mentre tutte le preoccupazioni scivolavano via. La trovava quasi rilassante.
A volte, stanco dopo una giornata di stressante lavoro, si gettava a peso morto sul divano con gli occhi fissi su di essa e la guardava fino ad addormentarsi, cullato dal suo movimento.
Non poteva vedere, però, che non appena il suo corpo si rilassava e il respiro si faceva pesante e regolare, questa lentamente smetteva di oscillare, fino a restare immobile.
 
Restava comunque un punto interrogativo nella sua testa, ed era proprio per questo che quel giorno aveva deciso di recarsi alla biblioteca della sua città.
Sperava di trovare qualche informazione e spiegazione riguardo ciò che gli stava accadendo. Ormai, aveva scartato l'idea della spiegazione razionale, e, una volta arrivato, si recò immediatamente al reparto che riguardava il Paranormale.
La scelta di un solo libro fu difficile, così ne scelse tre e cercò un banco vuoto e abbastanza lontano dagli altri studenti intenti a studiare. Decise che forse sarebbe stato meglio consultare i volumi direttamente nell'edificio: chissà, magari se lo avesse fatto nel suo appartamento, si sarebbe verificato qualcosa di altrettanto strano, attirato, magari, dal solo fatto che lui si stesse informando sulla cosa.
La maggior parte dei capitoli trattavano apparizioni dei cosiddetti fantasmi, possessioni, poltergeist e credenze varie.
Lui non aveva mai visto chi era a fargli quegli scherzi ogni giorno- e neanche voleva farlo, se proprio doveva essere sincero-, quindi scartò quella possibilità, insieme alla possessione e alle ormai vecchie storie di vampiri o mostri, che non facevano proprio al caso suo. 
Invece, aprì il libro al capitolo riguardante i Poltergeist, incuriosito; non ne aveva mai sentito parlare, e magari avrebbe potuto aiutarlo.
Sbuffò, invece, quando lesse che questo era un termine derivante dal tedesco, e che significava 'spirito rumoroso', e che esso era capace di, ad esempio, spostare oggetti, provocare suoni terribili, interrompere la corrente elettrica o di far materializzare oggetti.
Fece mente locale, alzando lo sguardo e puntandolo nel vuoto. Nessuno di questi esempi coincideva con quello che lui aveva visto, anche se forse la porta, l'acqua della cucina e la tenda potevano essere considerate come uno spostamento d'oggetti. Non era molto sicuro della cosa, però.
Chiuse con un tonfo sordo il volume che stava leggendo, ignorando gli sguardi delle altre persone che si erano spostati automaticamente su di lui a quel suono, e avvicinò il secondo libro.
Questo era interamente dedicato agli spiriti, e Jonghyun si stupì di leggere quante tipologie di essi esistessero. Questi erano divisi in tre ordini, in base al livello evolutivo dello spirito.
Quelli del terzo ordine erano chiamati Spiriti Imperfetti, a loro volta suddivisi in diverse categorie. Dalle caratteristiche di ogni tipologia emergeva il loro 'carattere' egoista e ignorante, ma quelli che più colpirono il moro furono gli Spiriti Picchiatori e Perturbatori, infatti essi sono in grado di creare effetti fisici come colpi o spostamenti anomali di corpi solidi.
Il secondo ordine riguardava gli Spiriti Buoni, che, come aveva potuto immaginare dal nome, godevano nell'aiutare e proteggere gli uomini; ma da quanto leggeva, nessuno di questi si manifestava, o forse era una caratteristica talmente ovvia degli Spiriti da essere omessa.
L'ultimo ordine era quello degli Spiriti Puri: questi hanno abbandonato ogni tipo di impurità e il loro compito è quello di assistere gli uomini nel superare prove terrene e incitare a operare il bene.
 
Jonghyun si ritrovò a sbuffare nuovamente, mentre un senso d'angoscia mista a delusione si impossessava di lui. Per un attimo aveva creduto di poter trovare una spiegazione a tutto, in uno di quei libri.
Poi il suo sguardo cadde sul terzo volume che aveva scelto e che stava giusto per dimenticare, ma lo prese pensando che gli avrebbe dato un' occhiata veloce prima di tornare a casa e concedersi un po di riposo. Tutta quella storia lo stava facendo sentire sempre più stanco, come se fosse in grado di risucchiargli tutta l'energia.
Il terzo volume riguardava le esperienze di molte persone riguardo il paranormale.
Nell'indice c'erano scritti dei nomi stranieri, e a fianco il tipo di esperienza. Erano di ogni genere, e ad alcune Jonghyun non sapeva se credere o meno, gli sembravano così irreali.
Ne lesse velocemente qualcuno, aprendo una pagina a caso e sentì il battito cardiaco accellerare, mentre scorreva con gli occhi lungo la pagina.
 
 
 
Stava salendo le scale che lo conducevano al suo appartamento, con passo lento e lo sguardo perso nel vuoto. Aveva letto troppe cose nelle ultime due ore, e ne era rimasto letteralmente sconvolto.
Non bastava tutta la storia riguardo cose a cui prima non aveva mai creduto, no, ci si erano andate a mettere anche donne che di notte sentivano sussurrare il loro nome, o si svegliavano e vedevano uomini misteriosi nelle loro camere da letto, che, una volta accesa la luce, sparivano nel nulla.
Aprì piano la porta del suo appartamento, infilando velocemente una mano, facendola scorrere lungo la parete fino ad arrivare all'interruttore. Lo accese, e quando la luce riempì l'appartamento entrò, chiudendosi la porta alle spalle ed appoggiandosi su di essa.
Immediatamente il suo sguardo si posò sulla tenda e si lascio sfuggire un sospiro di sollievo quando la trovò ferma, come dovrebbe sempre essere dopo una giornata fuori casa.
Sorrise, magari era stata davvero tutta una sua immaginazione.
Poi, però, il suo sorriso si spense non appena sentì dalla sua camera il rumore di qualcosa che cadeva. L'istinto lo guidò verso la fonte del rumore e, una volta entrato nella sua stanza- non prima di aver lanciato un ultima occhiata alla tenda ed essersela lasciata poi alle spalle-, vide la sua matita, quella che preferiva usare per disegnare nel tempo libero, a terra. Era una cosa che amava fare fin da bambino, e con il tempo era riuscito a migliorare la sua tecnica anche senza bisogno di corsi.
Lentamente si avvicinò alla sua scrivania e si chinò per raccoglierla, guardandola come se fosse l'oggetto più raro che fosse mai esistito.
Eppure era convinto di averla rimessa nell'apposito portapenne.
Scosse la testa rimettendola al proprio posto, decidendo di non pensarci ulteriormente.
Uscì dalla camera fischiettando forte, pronto ad andarsi a prendere un bel bicchiere d'acqua fresco. Si immobilizzò, però, una volta entrato in cucina, con lo sguardo rivolto verso la tenda.
"Sta.. dondolando." rise nervoso Jonghyun, a metà tra il disperato e l'incredulo.
Non sempre sono spiriti cattivi, aveva letto quel giorno, e a volte cercano solamente un modo per comunicare con gli umani. E in tutte le testimonianze presenti in quel libro, le persone avevano sempre cercato di comunicare con loro, ad esempio attraverso il dialogo. Quindi, perchè non poteva provare anche lui?
.. Ma che cosa avrebbe potuto dirgli, 'Non voglio farti del male'? Che diavolo, era lui a doversi sentir dire certe cose, non lo spirito che era piombato in casa sua!
Sospirando si avvicinò al lavandino, decidendo invece di prepararsi un tè, sperando che almeno quello l'avrebbe rilassato. Lanciò nuovamente un'occhiata alla tenda, e la vide dondolare in modo strano, come quando un ragazzino, al parco giochi, prende in mano una corda e inizia a girarci intorno lentamente. La tenda stava ruotando piano su se stessa, sembrava quasi danzare.
"Senti, è stata una giornata stressante, d'accordo? Non ho voglia di giocare.." parlò piano, quasi con timore. "Quindi ora mi preparo un tè, e poi me ne vado a letto." continuò poi con un tono di voce più normale e sicuro. Prese un pentolino e la tazza, poi andò ad aprire lo sportello della credenza. Scorse con lo sguardo lungo le varie confezioni che aveva, canticchiando piano, senza però trovare ciò che stava cercando. Corrugò la fronte, eppure ricordava di averne comprato una scatola. Alzò lo sguardo sul ripiano più alto e sbuffò, socchiudendo gli occhi. Certo, l'aveva comprata, sì, ma aveva anche ben pensato di metterla nell'ultimo ripiano, quello più alto, perchè tanto sapeva che non lo avrebbe mai usato.
Si maledì mentalmente per aver preso l'altezza di sua madre, in quel momento.
Si stava avvicinando al tavolo per prendere una sedia su cui salire, quando sentì dietro di lui un fruscio, come di una busta di carta che cadeva. Si immobilizzò, trattenendo il fiato per qualche secondo, con gli occhi sgranati fissi di fronte a lui. Si voltò piano, rilasciando il respiro che aveva trattenuto, mentre il suo sguardo si posava sulla bustina di tè caduta sulla credenza.
Deglutì, rimanendo a fissarla per qualche secondo, prima di farsi coraggio ed avvicinarsi. La prese ed alzò lo sguardo verso la confezione aperta del tè. 
E' messa in piano, come può essere caduta?, si chiese, guardando ciò che riusciva a vedere dell'apertura posta sulla parte superiore della scatola.
"L'hai.. l'hai presa tu?" balbettò, voltandosi inconsciamente verso al tenda colorata, vedendola fermarsi piano. "G.. razie." continuò, incredulo.
La sua attenzione fu poi catturata da un ombra che vide passare sulla parete davanti a sè, nello spazio tra gli sportelli alti e la credenza, poi, un' altra bustina di tè cadde sopra la sua testa, facendolo sussultare. "Ehi ehi, ne basta una!" rise, mentre la prendeva e la tirava sull'alto ripiano.
Fece qualche passo avanti il lavandino ed iniziò a riempire d'acqua il pentolino che aveva preso, quando, nuovamente, la bustina cadde.
Jonghyun sospirò,  non riuscendo a trattenere un sorriso. "Lo vuoi anche tu?" chiese al vuoto. "Non credo potrai berlo, sai.." rise di nuovo, mentre immergeva la bustina nell'acqua e andava a cambiarsi in camera, non prima di aver rimesso l'altra nel mobiletto e di aver chiuso l'anta, scuotendo la testa divertito.
   
 
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