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Autore: xtwobananasforapound    11/04/2012    2 recensioni
Alex non pensava che la scelta di suo padre di farle scarrozzare in giro per Los Angeles una band di quelli che lei considerava solo fastidiosi ragazzini, avrebbe portato ad uno stravolgimento di quel calibro nella sua vita.
Doveva studiare - per un esame che non voleva passare - e doveva rendere fiero suo padre - presentandosi in un modo che non era la vera lei. Non aveva tempo per certe cose. Quando poi entrano in gioco i sentimenti, è un gran casino.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

«Ciao, sono Alex» si presentò la ragazza in modo austero e sfoggiando quelle fossette tanto simili a quelle del padre.

La boy band la fissava , dalla testa ai piedi, con aria annoiata.

In effetti la ragazza lasciava anche troppo spazio all'immaginazione, il suo corpo era coperto da un noiosissimo tailleur beige, che copriva, se c'erano, le curve, in più i capelli erano raccolti in un chignon e gli occhi erano contornanti da grandi occhiali neri.

«Ciao» risposero in coro, con tono scocciato, mentre lei si affiancava al padre.

«Bene, dato che è sabato ho pensato che potresti accompagnarli a visitare qualche posto importante di Los Angeles, e si da il caso che sia un pomeriggio meraviglioso e stasera magari potresti portarli in un locale dove potrete divertirvi» guardando la figlia.

«Beh, sai che io quando esco è per andare a casa di Charlie o per andare al club del libro papà, non conosco molti locali dove ci si possa divertire» guardandolo di sottecchi.

«Sicuramente conosci più locali di me, scricciolo» sorridendole. Suo padre era molto orgoglioso di lei, le voleva davvero molto bene e questo si vedeva, si vedeva che era una ragazza seria, responsabile e come si dice nel linguaggio comune si direbbe che sia una secchiona, sì, una ragazza studiosa che farebbe tutto per accontentare suo padre.

«Va bene, credo di sapere già dove portarli papà» riprese lei, guardando i ragazzi con un sorriso malizioso? Sì, era quello che aveva intravisto Harry, che anche se era rimasto deluso dal suo aspetto esteriore, c'era qualcosa in lei che lo attraeva..infondo le apparenze ingannano, no?

«Direi perfetto, tesoro! State tranquilli che non c'è migliore guida di lei in tutta Los Angeles» disse, quando si alzò dalla sedia sovrastando sua figlia di una ventina di centimetri e le baciò la fronte.

«Ho una riunione importante adesso, ci vediamo stasera, va bene?» riprese l'uomo che intanto si trovò davanti l'entrata di quel grandissimo ufficio sorridendo ai ragazzi.

I ragazzi lo salutarono venendosene fuori con un 'Arrivederci David', ormai in quella stanza c'erano solo lei e i ragazzi.

I ragazzi la guardavano come per dire 'bene adesso cosa facciamo?' Accorgendosene, lei prese le redini della situazione dicendo che si sarebbero ritrovati una mezz'ora dopo per una visita turistica.

Loro non vedevano l'ora di ammirare le bellezze di quella città movimentata e perchè no, in quelle "bellezze" erano sopratutto incluse le ragazze, ma le loro speranze si ridussero a quando Alex li portò a visitare il MOCA, cioè il museo delle Arti Contemporanee. Sotto la guida di quella noiosa ragazza che intraprendeva discorsi complicati, nessuno dei componenti di quel gruppo aveva intenzione di ascoltare, tranne Liam che era l'unico a cui interessava questo tipo di cose.

Una volta entrati nella hall dell'hotel, la band era esausta e non vedevano l'ora di andare in camera loro, ma speravano in una serata diversa, come dire, più divertente? Ci speravano, ma dubitavano del fatto che Alex conoscesse qualche locale dove divertirsi.

Lei non era sicuramente una ragazza che sapeva divertirsi; tutto casa e scuola.

Ad un certo punto vedemmo una bambina andare verso Alex che era davanti a noi, urlò il suo nome e le si gettò tra le braccia. Si girò, verso di noi, insieme a quella dolce bambina dai capelli biondicci boccolosi raccolti in buffi codini e gli occhi castani.

«Lei è Rosie, ha 4 anni ed è mia sorella» disse sorridendo e scoccandole un bacio sulla guancia.

«Ciao Rosie! Noi siamo i One Direction!» i ragazzi risposero contemporaneamente, come se fossero davanti ad una telecamera e dovessero fare uno di quei stupidi video diary, almeno così pensò Alex, roteando e alzando gli occhi al cielo; quei ragazzi gli sembravano una massa di scimmioni senza cervello che non trovavano interessante uno dei musei più importanti della città, ASSURDO.

Non voleva assolutamente passare il resto dei giorni facendo da guida a quelli lì, durante la loro permanenza nell'hotel, quell'hotel che era casa sua. E poi aveva meglio da fare quella sera, avrebbe trovato una scappatoia.

«Senti Rosie, stasera papà è a cena con dei suoi amici vero? Potrei farti da baby-sitter, che ne dici?» saltò su la ragazza, la bambina la guardò con un faccino imbronciato, evidentemente non era d'accordo con la sorella maggiore.

«No, papà ha cancellato perchè voleva che tu facessi da guida a loro!» indicandoli col dito, Alex sbuffò sapendo che non avrebbe avuto tempo per se stessa finchè c'erano loro in giro.

«Eh va bene, incontriamoci alle 10 davanti all'ascensore del nostro piano, okay?» rispondendo in modo scorbutico, non le andava a genio tutto questo.

«E se io non volessi?» rispose il riccio, quella alzò un sopracciglio e gli si avvicinò fino ad essere a due centimetri di distanza.

«Tu fai quel che dico io, va bene cespuglio vivente?» con questa affermazione causò una risata di massa, e continuò «Mi sembra che l'unica che conosce Los Angeles fra noi sono io, o no?» Questa girò sui tacchi e si diresse verso l'ascensore con la sorellina che saltellava di qua e di là.

«molto simpatica la ragazza!» sbottò Niall, che guardò gli altri scettico.

***

Harry's POV

Erano le 10 e stavamo aspettando Alex, doveva sempre essere in ritardo quella ragazza? Beh evidentemente, sì. D'altronde avevamo capito che anche lei era scocciata del fatto di doverci scarrozzare dappertutto, non le davo torto, non sarebbe andato a genio nemmeno a noi fare una cosa del genere.

Eccola, che si avvicinò con suo padre che la seguiva, evidentemente per darci qualche avvertimento del tipo 'state attenti ragazzi, non bevete troppo' a proposito..saremo mai riusciti a divertirci e magari ubriacarci con una come Alex? Ma usava sempre quei terribili tailleur? Una volta nell'ascensore il signor David ci salutò dicendoci di non ritornare troppo tardi ma di divertirci, lo salutammo e una volta chiuse le porte il telefono di Alex squillò.

«Sì, sarò lì tra poco Charlie, non preoccuparti! Sto arrivando» con chi stava parlando? Una sua compagna del club del libro? Un'idea terribile ci passò per la mente e a quanto pare era venuta a tutti, dato che ci guardammo nello stesso momento, e se ci avrebbe portato in uno di quei orribili club di secchioni? L'avremo sicuramente lasciata sola dicendole che potevamo farcela benissimo da soli. Una volta chiusa la chiamata buttò il telefono nella borsa, Zayn si mise a fissarla. «Scusa non vorrei essere sgarbato ma..usi sempre quei terribili tailleur?» sbottò il moro, che per un secondo sembrava essersi trasformato nella "FASHION POLICE", causando il risolino di Louis e Niall.

Lei lo guardò alzando un sopracciglio e curvando le sue labbra in un sorriso compiaciuto.

«Scusatemi ragazzi per questo!» All'improvviso la vedemmo sbottonarsi la giacchetta e buttarla a terra, accompagnata dalla camicietta bianca che aveva indosso due secondi fa, eravamo sorpresi e non sapevamo che cosa stava succedendo. Ma che voleva fare? Uno streap-tease nell'ascensore? Ci accorgemmo che sotto aveva una specie di canotta nera, molto stretta, che metteva in risalto le sue forme, e che forme.

Il pavimento fu accompagnato anche da quella gonna, slacciata in modo disordinato, scoprendo le sue gambe, sulle quali erano ripiegati in tanti risvolti un jeans strappato chiaro, se li tirò giù coprendo quelle gambe poco prima delle caviglie. Cercò qualcosa frettolosamente nella borsa, tirando fuori collane e un paio di orecchini che nel giro di due secondi erano già su di lei, tirò fuori tacchi altissimi neri e un gilet con delle borchie; dopo essere pronta, frugò per l'ennesima volta nella borsa tirando fuori una mini trousse, si fece strada separandoci e arrivando allo specchio che era attaccato alla parete di fronte alle porte dell'ascensore, si tolse gli occhiali buttandoli nella borsa e cominciò a truccarsi velocemente, si sciolse quel terribile chignon liberando quei capelli che le arrivavano prima del fondoschiena, erano castani, ondulati ed emanavano un odore di cocco e menta, per un momento quel piccolo spazio era inondato da quel buonissimo odore, posso scommetterci una mano che tutti abbiamo chiuso gli occhi per poter assaporare per bene quell'aroma coinvolgente.

«Hei, state dormendo?» schioccò le dita e aprimmo gli occhi immediatamente «Sentite, andremo in un locale e.. »

«Cosa? In un locale? Con te?» sbottò Louis, aveva un'espressione più che meravigliata.

«Credevate davvero che io..? Oh, emh, sentite dovete darmi i vostri numeri perchè non ho intenzione di starvi appiccicata tutta la sera, quindi quando sarà ora di andare vi chiamerò così non dovrò girare per tutto il locale per cercarvi, tutto chiaro?» mi guardò e mi sorrise, cavoli, ancora quel sorriso malizioso.

Dopo esserci scambiati i numeri si aprirono le porte, quanto tempo siamo stati là dentro? Lei raccattò la sua roba sparsa per quel piccolo spazio e si fece avanti uscendo dall'ascensore, vedemmo che ordinò a uno degli impiegati di portare via i suoi vestiti, si girò verso di noi che eravamo ancora dentro l'elevatore che era stato testimone di quella sua "trasformazione" e chissà di quante altre.

Eravamo a bocca aperta, tutti quanti, ci aveva spiazzati..

«Vogliamo andare oppure no?» disse, girò sui tacchi e uscì da quell'hotel con una camminata davvero molto provocante.

  
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