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Autore: Lily_Cams    11/04/2012    3 recensioni
Voldemort era morto.
Era stato sconfitto.
Ucciso dalla sua stessa maledizione.
La battaglia era finita solo da pochi minuti, anche se per Harry sembrava fosse passata un’eternità.
La Rowling ci porta direttamente a 19 anni dopo? Beh io (modestamente certo!non mi paragonerei MAI a lei) vi porto a 10 minuti dopo la morte di Voldemort.
Prefazione: La quiete dopo la tempesta
Capitolo I: I need you now
Capitolo II: I want you around
Capitolo III: Here with me
Capitolo IV: Better Days
Capitolo V: We've still got tonight.
Capitolo VI : Leave and Stay - Part I-
Capitolo VII: Leave and Stay- Part II-
Capitolo VIII: Without You
... continua...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Avevo già pubblicato ieri questo capitolo, ma un mio amico, poco spiritoso, me l'ha cancellato. Lo riposto ora, bacini

Without You
Tutto quello di cui ho bisogno siamo io e te.


Hermione si trovava sul portico di casa Weasley, zaino in spalla e capelli legati in una coda che cercava di domare i suoi capelli ribelli. 

Era una giornata di sole e si alzava una lieve brezza molto piacevole.

Hermione avrebbe tanto desiderato passare quel giorno seduta in veranda, con un bel libro e un’aranciata, ascoltando il canto degli uccellini. Una giornata tranquilla insomma, normale. Si la normalità… era da molto tempo che desiderava una semplice giornata normale, attimi di quotidianità che le persone comuni consideravano noiosi e ripetitivi. Hermione, invece, stanca di tutta questa magia, aveva proprio bisogno di allontanarsi e di vivere una vita babbana. Sì, sembra strano. Lei, la migliore strega della sua generazione, con ottimi potenziali e una capacità sopra la media, voleva dimenticarsi per un po’ tutto quel mondo e anche tutto quello che era collegato ad esso.

In questi giorni, sentiva particolarmente la mancanza dei genitori, coloro che l’avevano sempre viziata, coccolata e, talvolta, aiutata a staccare la spina. Aveva bisogno ora più che mai della sua famiglia e del tepore della sua cosa, doveva allontanare dalla mente le immagini di quella battaglia, del dolore e della morte che la tenevano sveglia la notte.

La famiglia Weasley era stata gentilissima con lei, ma non riusciva a sentirsi leggera quando stava con loro. Sentiva sempre aleggiare nell’aria quel senso di sofferenza e malinconia che si era impossessato della casa.

Forse era egoistico da parte sua, però sapeva che ne avrebbe risentito la sua salute se non si fosse allontanata da quel luogo.

E Ron di certo non la aiutava. Non poteva biasimarlo, aveva appena perso suo fratello, era scosso e distrutto come lei se non di più da quello che era successo. Non si aspettava che la giustificasse per essersene andata.
Non poteva perdonarlo però per non aver capito quanto per lei fosse importante la famiglia e che avesse bisogno di loro più che mai. Forse lui, semplicemente, aveva bisogno di qualcuno su cui sfogare la sua frustrazione. Ma lei non era in forma per litigare con lui. Lo amava certo, ma con lui era sempre una sfida continua, un litigio perenne. Non era il momento, non era il tempo né il luogo. 

Dio quanto era difficile staccarsi da lui. O meglio com’era difficile vederlo e non poter nemmeno incrociare il suo sguarda sapendo che non poteva contare sul suo supporto. 

Per fortuna c’era Harry. Lui l’aveva capita. Anche se credeva che lei non stesse semplicemente allontanandosi, ma stesse piuttosto scappando, l’appoggiava. Capiva che per lei in quel momento fosse necessario ritrovare la sua famiglia, le persone che l’avevano vista crescere.
- Se io avessi ancora una famiglia, ora starei con loro.- aveva risposto Harry in tono malinconico. Anche lui sarebbe dovuto andarsene da casa Weasley, voleva trovare una casa tutta per lui, ma aveva rimandato la partenza per non lasciarla sola.

Non era stato facile prendere la decisone di partire… la paura di trovare qualcosa di diverso da quello che si immaginava la terrorizzava. Magari i suoi genitori si erano rifatti una vita ed erano felici o peggio ancora erano morti. Ma il bisogno di vederli cresceva ogni giorno di più e per questo motivo la sera prima si era alzata in piedi durante la cena annunciando la sua partenza.

- Signori Weasley, vorrei innanzitutto ringraziarvi per la vostra disponibilità e per la vostra accoglienza…-

- Cara non c’è bisogno di ringraziarci, sei una di famiglia ormai…- Aveva risposto serena Molly.

Hermione era arrossita appena.- Il fatto è che adesso… io… dovrei partire. Devo andare a cercare i miei genitori. Saranno chissà dove in Australia, convinti di essere chi non sono…Non so cosa potrei trovare là e nemmeno quanto ci vorrà, ma il momento è arrivato.- Aveva abbozzato un piccolo sorriso, avendo paura di essersi lasciata trasportare dalle emozioni e aver turbato la famiglia.- Sicuramente non sarà un viaggio pericoloso, forse un po’ lungo, ma vi terrò costantemente aggiornati.-

Questa volta era stato Arthur a parlare. – Ti capiamo perfettamente Hermione. La famiglia è la famiglia.- Aveva risposto dando una rapida occhiata ai membri seduti al tavolo.- Quando hai intenzione di partire?-

Hermione aveva abbassato lo sguardo. –Vorrei… ehm…. Vorrei partire domani mattina. Prima è, meglio è. Non voglio più aspettare.-

Sulla tavola era calato il silenzio. Harry e Ginny si erano stretti le mani sotto il tavolo, già a conoscenza della scelta dell’amica. Molly era visibilmente triste ma consapevole che non era affare suo. – Oh suppongo dovrò preparare panini per il viaggio! Mi metto subito all’opera!- E si era alzata frettolosa dal tavolo iniziando i preparativi.

Anche Ron aveva abbandonato la tavola. – Sono stanco vado a letto.- borbottò prima di scomparire al piano superiore.
Hermione aveva sospirato: non avrebbero fatto pace prima della partenza.
 
Quella mattina si era svegliata presto, aveva raccattato tutte le sue cose ed era scesa al piano inferiore. Lì Molly l’aspettava carica di provviste. Hermione l’avea ringraziata di cuore e l’aveva stretta in un abbraccio sincero. In cucina c’erano Harry, Ginny e George intenti a fare colazione. Si era seduta con loro e aveva mangiato qualcosa anche se era difficile con lo stomaco chiuso per l’agitazione.

Harry l’aveva tirata un attimo in disparte e insieme erano usciti in giardino.

- Sei pronta?- aveva chiesto Harry.

Sicuramente non si riferiva ai bagagli. – Vuoi la verità? No. Però so che non c’è alternativa.-

- Potrei accompagnarti.-

- No, ne abbiamo già parlato. Tu devi stare qui, devi iniziare anche tu con la tua nuova vita. Io starò bene. Tornerò presto. Tienimi informata però non voglio perdermi nulla. Vorrei riuscire ad esserci per il tuo compleanno. Io…- 

-Oh Hermione non preoccuparti per me. Vai e trova i tuoi genitori.- L’aveva abbracciata e le aveva stampato un lieve bacio sulla fronte. Tra loro non erano mai servite troppe parole.

-Hai… hai parlato con Ron?- aveva chiesto Hermione timorosa.

- No, o almeno non di te o di voi. Tutte le volte che provo a introdurre l’argomento lui fa finta di non ascoltare o trova scuse per allontanarsi.-

- Un classico.- aveva sospirato Hermione.

Erano rientrati insieme nella tana per poi riuscire poco dopo insieme al resto della famiglia.


Tutta la famiglia si era riunita davanti alla casa per salutare Hermione, tutti anche Ron.

Molly aveva stretto Hermione in un altro abbraccio, questa volta incapace di trattenere le lacrime. Tutti gli altri avevano fatto allo stesso modo e Ginny le aveva scompigliato i capelli ricordandole ancora una volta di scriverle lunghe lettere con qualche foto allegata. Quando fu il turno di
Ron lei lo abbraccio. Lui evidentemente non se lo aspettava.
Aveva mormorato un flebile “Ciao” e aveva proteso la mano, ma lei aveva invece stretto la sua vita e aveva appoggiato la testa nel suo incavo, inalando tutto il suo profumo. Aveva bisogno del calore del suo corpo, adesso si sentiva più forte. Inizialmente lui rimase teso, ma poi, forse per non insospettire la famiglia , aveva ricambiato l’abbraccio. Quando Hermione si staccò le sembrò che il tempo si fosse fermato. Per un momento pensò che tra loro le cose potessero essere cambiate, ma lui, in risposta al suo sorriso, levò lo sguardo. Gli occhi di Hermione si velarono di lacrime e prima che gli altri potessero accorgersene si voltò andando a passo lento verso il cancello della tenuta.
 
Ron era nervoso. Perché l’aveva abbracciato, perché? Lei non lo amava. Era stato facile pensarlo fino ad ora. Ma adesso non ne era più così sicuro. Aveva visto quella piccola lacrima scendere sul suo viso mentre si girava. 

-Vabbè, che pianga quanto le pare. Intanto ora sta partendo. Ha bisogno dei suoi spazi! Perché io non gliene do abbastanza no? Sono anche possessivo adesso. Non rimane, se ne và. I suoi genitori sono solo una scusa per allontanarsi da me.-

Istintivamente si portò le mani nelle tasche dei pantaloni come faceva sempre quando era nervoso. Ma con sua sorpresa, sentì al suo interno un fogliettoAttento che nessuno dei suoi genitori lo stesse osservando, lo tirò fuori: era un pezzetto di pergamena piccola e stropicciata. Lo aprì e riconobbe subito la calligrafia ( come avrebbe potuto non riconoscerla?), anche se era un po’ disordinata forse perché era stato scritto di fretta.

- Caro Ron, scusa. Non sono abbastanza per te a quanto pare non ti merito. In un momento in cui hai bisogno di me io me ne vado. Ma credimi il bisogno di ritrovare i miei genitori è troppo forte. Sono un’egoista. E’ per questo che mi odi, forse hai ragione. Sappi solo che… ti amo, anche se tu pensi di no, ti amo. Ma la mia famiglia ha bisogno di me ora. Se non riesci almeno a capire le mie ragioni forse… forse sei tu a non amarmi abbastanza. Tua, per sempre, H.-

Oh miseriaccia! Cosa aveva fatto? Era stato uno stupido, un troll senza cervello. Hermione aveva detto che lo amava e lui? Lui l’aveva criticata perchè andava a salvare i suoi genitori. Ma cosa gli era passato per la mente? Non capiva nemmeno il motivo per cui si era arrabbiato tanto. Alzò lo sguardo: Hermione era arrivata al cancello, si voltò un’ultima volta per salutare con la mano la famiglia e si preparò a smaterializzarsi. 

- Hermione no!- Ron urlò con tutto il fiato che aveva e cominciò a correre verso di lei. Ma ormai era troppo tardi, lei stava iniziando a scomparire. Lui si tuffò nella speranza di stringere la mano dell’amata che era ancora visibile davanti a lui.

Angolo di Lily

Ok, non uccidetemi! Mi sento in colpa, troppo in colpa! Quanti mesi sono passati? 6, 7? Scusate è tutto quello che posso dirvi, il mio tempo in periodo scolastico è davvero limitato. Spero che con questo capitolo possiate perdonarmi almeno un pochino! :D 
L'unica promessa che posso farvi è che non vi farò più aspettare così tanto per un prossimo capitolo, lo giuro!
Intanto vi abbraccio tutti e vi saluto, mi siete proprio mancati!
Fatevi sentire please,
Cams.

 
  
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