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Autore: rora17    11/04/2012    12 recensioni
^^–Buona sera Signorina Granger, vedo che ha deciso di impormi ancora la sua fastidiosa presenza-
la vidi tramutare il suo dolce sorriso in una smorfia e con voce scocciata rispose al suo saluto voltandogli le spalle e presentandolo al gruppo di bambini terrorizzati dalla sua presenza.
L’uomo la fissò mentre si allontanava con un ghigno sadico sulle labbra, era già riuscito a irritarla e le lezioni non erano ancora cominciate!^^
Questa Fanfiction sarà una storia d'amore tra Severus ed Hermione. Sarà una storia con i suoi alti e bassi, fatta di litigi e riappacificamenti e con un po' di mistery che non guasta mai!
Ambientata in un ipotetico settimo anno, subito dopo la seconda guerra magica.
Spero che vogliate approfondire la lettura e farmi sapere il vostro pensiero! A presto
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ehm… Buongiorno! Si presenta in armatura rinforzata
Come state??
Beh… sono tornata e questa volta non lascerò passare quattro decenni prima di pubblicare di nuovo perché… è tornata l’ispirazione per questa storia!! Dio sia lodato!! :) :)
Vi lascio alla lettura del capitolo. Un bacio.

 
 

 L'uomo e la donna si prendono, si riprendono, s'intraprendono, si sorprendono, ma non si comprendono mai.

 
 
Che cosa buffa è il tempo.
Quando dovrebbe accelerare la sua corsa, consentendo alle delusioni di correre con esso, questo rallenta, diventando un peso opprimente.
Lo sa bene Hermione.
Costretta dal tempo e dal suo perverso umorismo a trascinarsi i suoi rimpianti e le sue delusioni con se, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana.
Gennaio scivolò via, tra vento e pioggia, accompagnato da un febbraio leggermente meno nuvoloso ma ancora freddo e rigido.
Hermione era scivolata in questi mesi, come trasportata dagli eventi, fingendo di affrontare la vita con la solita determinazione ma, in fondo, si sentiva un guscio vuoto.
I suoi unici appigli erano gli amici e la volontà di essere la migliore ai M.A.G.O, più per abitudine che per reale interesse.
 
Ginny era la sola a conoscere il motivo del suo stato d’animo e aveva coinvolto, seppur intenzionalmente, i gemelli nel suono nuovo piano: far tornare Hermione la ragazza di prima.
La ragazza, ben consapevole delle intenzioni dei suoi amici, li aveva lasciati fare, cercando di mostrarsi partecipe e interessata alle mille idee che le venivano proposte.
Nessuno, comunque, si azzardava a dire qualcosa della situazione. Aveva instaurato uno strano e tacito accordo di collaborazione, ed Hermione ne era assolutamente grata.
La questione si complicava parecchio durante le lezioni di pozioni, dove non aveva nessuno su cui fare affidamento e si ritrovava sola con il suo cuore a pezzi e l’uomo responsabile del danno.
 
I primi giorni dopo le vacanze di Natale furono i più duri.
Durante le sue lezioni si era auto-rilegata in fondo all’aula, testa bassa e naso infilato nel calderone. Non una sillaba era uscita dalle sue labbra sigillate e neanche da quelle del professore che aveva optato per la tattica “Vedo ma faccio finta di niente.”
Le ore trascorse in suo compagnia non facevo altro che aprire una vecchia ferita che ricominciava a trasudare sofferenza come se non si fosse mai chiusa.
Insomma, una vera tortura.
Poi aveva scoperto Morag.
Lo conosceva già, certo, ma solo come il ragazzo saccente e fastidioso pronto a rovinarle la giornata con le sue lagne e le sue pretese.
Si era molto sorpresa quando Morag aveva dimostrato un grande tatto nei suoi confronti, evitando di chiedere perché dei suoi silenzi, delle alzate di mano mancate e cose simili assolutamente invisibili per persone con cui aveva poca conoscenza.
A quanto sembrava la sua maschera non era così perfetta e impenetrabile come pensava…
Inaspettatamente aveva trovato un compagno con cui affrontare, dal fondo dell’aula, le lezioni di pozione e non solo.
Per Hermione era diventato un compagno di studio con cui condividere i suoi dubbi sulle lezioni.
Per una volta, dovette ammettere a se stessa, che Ginny ci aveva visto lungo…
Ovviamente non glielo avrebbe mai detto!
 
13/02/1999 ore 12.30 p.m
 
-Bene. Mettete ciò che avete prodotto in una provetta e consegnatemela. Poi sparite dalla mia vista.-
La voce piatta e incolore di Piton risvegliò gli studenti che si precipitarono a eseguire i suoi ordini.
Lo stesso fecero Morag e Hermione, muovendosi nella calca verso la cattedra.
-Finalmente è finita…- mormorò il ragazzo nel suo orecchio –non ne potevo più-
Hermione sbuffò appena, sistemandosi i capelli dietro l’orecchio e annuendo con il capo.
-Hai ragione. Vediamo di uscire di qui il più il fretta possibile.-
Il momento di consegna era sempre il peggiore per Hermione che tentava in ogni modo di mollare la provetta, ovviamente evitando accuratamente lo sguardo del professore, e di squagliarsela alla velocità della luce.
Però non sempre ci riusciva a causa dell’ingorgo che si veniva a creare tra i banchi e che non le permetteva di sparire veloce come aveva sperato.
Fortunatamente la fortuna questa volta era da la loro così che furono i primi a uscire dall’aula.
-Fiuu siamo usciti in fretta questa volta…-
Hermione sorrise, risistemando i libri nella borsa, senza commentare. Ogni volta che usciva dai sotterranei, sembrava che un grosso peso, rimasto costantemente sul suo petto, si sciogliesse, consentendole di riprendere a respirare liberamente.
Inspirò con forza, sentendosi più libera. Si sentiva quasi… allegra, ed era già un bel traguardo.
-Allora cosa farai domani?-
La giovane lo guardò perplessa, mentre Morag diventava di un tenue color porpora.
-Domani? Perché cosa succede domani?-
-No, nulla… pensavo avresti… niente!- balbettò, cercando di nascondere l’imbarazzo.
Hermione lo bloccò per un braccio, fermandolo in mezzo al corridoio.
-Cosa c’è Morag?- chiese, cercando il suo sguardo che continuava a fuggirle.
-No… è che domani è San Valentino…-
“Oh davvero?!”
-Volevo chiederti se, nel pomeriggio…-
“No, ti prego ti prego ti prego… non chiedermelo!”
-volevi fare qualcosa con me, in amicizia! Cioè non è un appuntamento, nulla di simile. Giusto per passare il pomeriggio da soli, no, non da soli in quel senso… ecco…-
Aprì la bocca per interrompere il balbettio, ormai fuori controllo del suo amico, quando una voce fuori campo s’inserì nel discorso.
-Mmm davvero interessante! Signorina Granger, la sua vita sentimentale deve essere davvero avvincente, ma le sarei grato se evitasse di parlarne nel bel mezzo del corridoio, ostacolando il passaggio.-
Un brivido gelido le percorse la colonna vertebrale mentre, con una lentezza esasperante, girava il volto verso il professore.
Era da mesi che non fissava più quegli occhi così carichi di disprezzo, da far ghiacciare il sangue.
Eppure Hermione si sentì rinascere. Non riusciva a comprenderlo nemmeno lei, ma non appena i suoi occhi castani aveva incrociato quelli neri del professore, il suo cuore, che era rimasto così tranquillo per mesi, riprese a battere a ritmo sfrenato, facendole male al petto.
La magia finì non appena il mago sollevò il suo sopracciglio…
-Allora Granger? Ha proprio deciso di disturbarmi oggi. Ho notato invece che in classe è diventata improvvisamente muta, oh non pensi che mi dispiaccia, anzi, si è resa conto di essere insopportabile, è un passo avanti!-
Sorrise in modo bastardo senza minimamente calcolare il ragazzo affianco o tutti quelli che si attardavano ad ascoltare. Per lui in quel momento c’era solo la Granger e la sua rabbia che stava, piano piano, prendendo piede sul suo viso.
 
Come osava quell’uomo prendersi gioco di lei.
Era tutta colpa sua se cercava di diventare un tutt’uno con il banco durante le sue lezioni.
Colpa sua se si sentiva un peso per i suoi amici.
Colpa sua degli attacchi, sempre più frequenti, di sonnambulismo.
Solo, esclusivamentecolpa sua.
-Professor Piton…- incominciò, girandosi completamente verso di lui, le braccia conserte e uno sguardo di fuoco.
Se ne sarebbe pentita?! Probabilmente si.
- invece di sproloquiare su quanto io dia fastidio in questo corridoio, parlando della mia vita sentimentale che, peraltro, non le deve interessare…-
S’interruppe a causa di una fitta troppo dolorosa che le bloccò la gola, facendole morire la voce.
Passato il momento riprese senza indugi…
-poteva semplicemente passare sul lato opposto, evitando di creare un ingorgo maggiore di quello che, secondo lei, ho creato io. Per quanto riguarda le lezioni, io non mi sono accorta di essere insopportabile, anzi, ma il mio mutismo è derivato dalla totale indifferenza che riservo a… alla sua materia.- concluse, socchiudendo gli occhi.
Piton era sicuro che si riferisse a lui, riguardo all’indifferenza, ma non disse nulla.
Dopo il discorso della giovane Grifondoro, un silenzio cadde nel corridoio. Tutti conoscevano il carattere di Piton, soprattutto il suo essere tremendamente vendicativo e sospettavano che per la Granger sarebbero stati guai molto seri.
Lo comprese anche la diretta interessata, quando, con orrore si accorse di essersi lasciata trascinare.
Lei che non aveva mai osato dire neanche beh a un professore…
Diavolo di Merlino! Cosa aveva fatto.
-Bene bene signorina. Penso che dovrà cambiare i suoi piani per la serata di domani visto che sarà in punizione con me… per tutta la notte!-
Hermione boccheggiò in cerca d’aria. Con lui, nella stessa stanza…
L’uomo sorrise maligno, sorpassandola, il mantello che, involontariamente, andava a colpirla sul fianco.
Quando se ne fu andato il chiacchiericcio riprese, più forte di prima.
Morag la prese per le spalle. Era bianca come un cencio e non sapeva davvero cosa dire.
-Hermione…- sussurrò – se non volevi uscire con me… bastava dirlo!-
Il quel momento avrebbe davvero preferito.
 
 
14/02/1999 ore 07.00 p.m
 
-Herm ti conviene mangiare qualcosa o poi morirai di fame, te lo dico io!- le consigliò Ginny, mettendosi nel piatto una dose generosa di pasticcio di carne.
La giovane bofonchiò qualcosa di simile a “fatti gli affari tuoi”.
-Sarà una pessima, pessima serata…-
Hermione spostò il piatto, stendendosi sul tavolo, il viso nascosto tra le braccia.
-è stata colpa tua mia cara! Però…-
La giovane alzò il volto, guardando la sua amica, in attesa…
-Però hai fatto davvero bene! Sono fiera di te-
-Per l’amor di Morgana…-
Tornò a distendersi, nascondendo anche un sorriso, sorto spontaneo dopo la frase di Ginny.
Vero, si era liberata di un peso, ma si era anche infilata in un terribile guaio.
-Se vuoi ti accompagno fino alle segrete del pipistrellaccio.-
-Oh non ti preoccupare, ci pensa Morag.-
Ginny smise di mangiare. Sapeva che la sua amica aveva cominciato a vedere quel ragazzo sotto una luce diversa, ma non pensava fosse arrivata a quel punto…
Hermione sollevò di scatto la testa.
-So cosa vuol dire quel silenzio e la risposta è no… non cominciare, avevamo un accordo!-
Ginny sollevò le mani in segno di resa, riprendendo a mangiare senza più dire una parola a riguardo.
 
 
Erano a meno di 200 metri dalla temibile porta.
L’ufficio di Piton.
Fu proprio li che Hermione si bloccò con lo sguardo piantato su quella porta che fino ad ora non aveva mai considerato spaventosa
-Hermione?-
-Non posso farlo Morag.- mormorò con una nota di panico nella voce.
Morag la guardò, dandole piccole pacche affettuose sulla spalla.
-Dai non è così terribile come sembra… molti miei amici sono stati in punizione con Piton e nessuno è mai morto. Forse qualcuno ha passato qualche giorno in infermeria… ma per il resto…-
Scosse la testa.
-Tu non capisci…-
-Aiutami a capire.-
La fissò intensamente negli occhi. Gli sarebbe piaciuto entrare nella vita di quella ragazza e capire cosa la stava facendo soffrire così tanto.
Hermione ricambiò la frase con un dolce sorriso.
Approfittò del momento per cingerle le spalle e farla appoggiare al suo petto. Era molto più bassa di lui così che riuscì a poggiare il mento tra i suoi capelli profumati. Inspirò beandosi di quelle sensazioni più a lungo che poté.
Quando la ragazza si staccò non lo guardò in volto ma si voltò subito verso la porta e, coraggiosamente bussò…
 
 
TOC TOC.
Piton sollevò il viso e guardò l’orologio. Le nove precise.
Era puntale. Non si sarebbe aspettato niente di diverso.
Avanzò a lunghi passi e spalancò la porta, trovandosela lì davanti, meno grintosa di ieri nel corridoio. Sorrise internamente nel vederla.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione…
-Mcdougal cosa ci fa lei qui?- ringhiò inferocito. Si era portata il fidanzatino e non poteva sopportarlo.
Hermione sobbalzò e si voltò. Pensava che se ne fosse andato.
-N-niente… ho accompagnato Hermione…-
-Taci e vattene. Mi disturbi la vista.-
-C-certo arrivederci.-
Lanciò un ultimo sguardo a Hermione prima che la ragazza, a malo modo, fosse invitata a entrare.
Non aprì bocca mentre seguì l’uomo verso un unico banco piazzato a lato della scrivania.
Non poté proprio fare a meno di fissare gli occhi in vari punti della stanza dove erano avvenute cose importanti… il divano, la sua scrivania…
Chiuse gli occhi un secondo, sentendoli pizzicare.
-Hai intenzione di addormentarti in piedi?-
Aprì gli occhi di botto, trovandolo a fissarla, in attesa.
Come faceva a essere così freddo e distaccato dopo quello che era successo. Va bene, con tutta probabilità non era mai stato innamorato di lei. Come avrebbe detto sua mamma “parole al vento.”
Ma sperava che almeno una piccolissima e infinitesimale parte di lui provasse un po’ di nostalgia o qualcosa di simile… e invece nulla. Il nulla più assoluto.
- Prego- disse, indicando la scomoda sedia di legno che l’avrebbe ospitata per le prossime dieci ore a sentire il professore.
Si sedette, tenendo sotto stretto controllo l’uomo. Giusto per sicurezza. Era comunque la sua prima punizione in assoluto ed era parecchio nervosa.
- Allora signorina… visto che ha perso interesse per la mia materia, come si è premurata di dirmi ieri, stasera dovrà ricopiare alcune cose per me… se non è di troppo disturbo.-
Le sue parole trasudavano sarcasmo da ogni lato ed Hermione fu molto tentata di fuggire a gambe levate.
Con un colpo di bacchetta fece lievitare due grossi tomi impolverati insieme al materiale per scrivere che si poggiarono dolcemente davanti a lei.
Erano libri riguardanti le pozioni (ovviamente) e che a prima vista sembravano davvero interessanti.
- Dovrà ricopiarmi tutte le pozioni che trova all’interno.-
- Tutte quante?- chiese, preoccupata. Sarebbe davvero rimasta lì tutta la notte…
Sollevò un sopracciglio senza neanche rispondere.
Si sedette alla sua scrivania, aprendo il libro che aveva davanti.
Hermione rimase a fissarlo, incantata dalla sua eleganza nel muoversi.
Come aveva fatto a non accorgersi prima?!
Quando Piton ricambiò lo sguardo, sussultò spaventata.
-Oh non glielo detto… può iniziare.-
Fu così che cominciarono per Hermione le ore più difficili della sua vita.
 
Alla mattina…
 
Hermione ritornava esausta dalla punizione, trascinando i piedi sulle scale. Era stata una serata strana… molto strana.
Si toccò le labbra pensierosa. Sapevano ancora di lui.
È il problema è che non si ricordava cosa fosse successo.
  
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