Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: Saeko Nogami    11/04/2012    2 recensioni
Un giorno, ne sono certa, compiere atti che possono sembrare folli, per l'Amore, sarà considerato un vanto. Ma in un'epoca in cui il Potere vince su ogni ideale, l'amore non è altro che merce di scambio. Qui non v'è spazio per i sentimenti, quelle sciocche emozioni che rendono l'uomo schiavo di se stesso. L'unico vero Dio è il Denaro, e tutto è lecito pur di accaparrarsi il dominio assoluto. Ben ne sono conscia, vittima in un mondo di Uomini. Ma mai perderò la speranza che – un giorno – tutto questo possa cambiare. Il mio nome è Giovanna, e questa è la mia storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tordesillas, 1553

Un giorno, ne sono certa, compiere atti che possono sembrare folli, per l'Amore, sarà considerato un vanto. Ma in un'epoca in cui il Potere vince su ogni ideale, l'amore non è altro che merce di scambio. Qui non v'è spazio per i sentimenti, quelle sciocche emozioni che rendono l'uomo schiavo di se stesso. L'unico vero Dio è il Denaro, e tutto è lecito pur di accaparrarsi il dominio assoluto. Ben ne sono conscia, vittima in un mondo di Uomini. Ma mai perderò la speranza che – un giorno – tutto questo possa cambiare. Il mio nome è Giovanna, e questa è la mia storia.

Terza discendente della corona d'Aragogna, la mia vita era un susseguirsi d'edichetta e preghiera. Ma un giorno, tutto cambiò. Quand'avevo diciassette anni, la Famiglia trovò la maniera più comoda per sbarazzarsi di una figlia che le provocava imbarazzo di fronte alla corte eccessivamente Cattolica. Correva l'agosto del 1496, quando fui adornata come un pacco Natalizio e imbarcata per le Fiandre. Lì, mi avrebbe atteso il mio Futuro. Il suo nome era Filippo, arciduca d'Asburgo. Era l'uomo più bello ch'avessi mai visto, me ne innamorai all'istante. Ci sposammo in un ricevimento sfarzoso, a Lier e tutto in quel momento sembrava perfetto. Passarono i primi anni, in cui mi sentivo protagonista di quelle fiabe che nè mia madre nè le sue servitrici avevano mai trovato il tempo di leggermi. Al fianco di Filippo, tutto sembrava rosa. Eravamo giovani, eravamo innamorati. Poi, la perfezione finì. Presto diedi alla luce una splendida bambina che chiamammo Eleonora. Quella bambina era la luce dei miei occhi, ma era nata femmina. "Non v'è problema", mi ripetevo. "Il nostro amore è forte, nascerà anche un maschio". E così fu, due anni dopo nacque Carlo. Un figlio che non mi avrebbe mai conosciuto come madre. Il mio, però, giudizio era stato colto in fallo. Il nostro amore, di Filippo e mio, non era poi così forte come credevo. Un giorno, nelle mie stanze, filavamo di fronte al camino, assieme alle mie dame e servitrici. Quel giorno, il mio mondo crollò. Era da molto tempo, oramai, che mi sentivo protagonista di beffe. E i miei sospetti trovarono riscontro in una serva dai capelli rossi. Ricordo ch'ella si vantava delle capacità amatoriali e romantiche del mio Filippo. Alle mie spalle, raccontava di come mio marito apprezzasse i suoi capelli, dei mille complimenti che le porgeva. A lei, che non era altro che una subdola serva che per ottenere favori s'infilava senza pudore nel letto di un uomo che mi apparteneva. Quel giorno eravamo sedute attorno al camino. Filavamo e ogni tanto si parlava. Ma non riuscivo a concentrarmi. Vedevo lei che continuava a giocare con quei suoi capelli rossi e la mia mente era tormentata da fantasie disdicevoli. Lei e Filippo. Filippo le accarezzava quegli orribili capelli rossi. Il respiro era divenuto affannoso, tremavo. Non riuscivo più a soffrirla. Con la grazia d'una principessa, mi alzai e poggiai il filato sulla sedia. Mi avvicinai a lei. Sollevò lo sguardo e mi fissò con la beffa negli occhi. Non riuscivo più a controllare la mia mano, quando la schiaffeggiai. La ragazza volò a terra, in una nuvola rossa. Quei capelli. Quei capelli che il mio Filippo tanto amava... Gliel'avrei strappati tutti. Glieli afferrai, tirando con rabbia. «Sgualdrina!» Riuscivo solo ad urlare. Non rammento più cosa accadde poi. Cosa ci separò, se riuscii infine a renderla calva come tanto desideravo. Ma quell'istante di cieca gelosia, mi costò caro. Non era certo un comportamento consono da tenere per una nobile del mio rango. Fui dichiarata incapace di educare a dovere i miei figli. Me li strapparono via. Li portarono da mia madre, in Spagna, dove crebbero ricordandosi a malapena di me. Quello fu solo il prologo della mia disgrazia.

Il trono, per me, sembrava essere quanto di più lontano al mondo. Avevo altri due fratelli maggiori, che mi avrebbero anteceduto. In un certo senso, ne ero sollevata. Avevo già i miei guai a tenere a bada un marito troppo libertino, figurarsi addirittura un intero regno! Ma il Fato spesso agisce alle nostre spalle, incurante dei nostri desideri. Per una sfortunata serie di eventi, in breve tempo perirono in molti: mia madre, mio fratello, mia sorella. Nel 1504, divenni Regina reggente di Castiglia. Mio padre, usurpato da un trono che gli apparteneva solo per diritto di matrimonio, si sentì tradito e provò con ogni mezzo a mantenere il suo titolo. Lui e Filippo si scontrarono ed io fui dichiarata prima folle, poi nuovamente in grado di regnare. Le controversie e gli intrighi per il potere, sembravano cessati per un breve tempo. Tempo che ebbe termine con la morte del mio adorato Filippo. Voci a corte accusavano mio padre di aver avvelenato il mio consorte. "Non è possibile", continuavo a ripetermi. E intanto, ogni notte mi sedevo di fianco la tomba del mio amato. Gli raccontavo come m'era andata la giornata. Il calore del suo corpo sul mio, il suo abbraccio, il suo sorriso che ormai non potevo più scorgere erano causa di un tormento e di un vuoto nell'anima che non riuscivo a sanare. Filippo, il mio amatissimo Filippo, non mi avrebbe più stretta a sè. Come potevo vivere con un simile peso sul cuore? Ma il potere non ha rispetto per una vedova, nè per la morte. Gli intrighi a corte ripresero e ripresero anche le lotte per il trono. Da mio padre, fui accusata di necrofilia e marchiata a vita come "Pazza". Fui rinchiusa nella torre del Castello di Tordesillas, giudicata incapace di regnare e di vivere. I soli con cui potevo avere contatto erano al soldo di mio padre, uomini senz'anima che fingevano di non vedere il mio dolore. Avevo ormai perso la cognizione del tempo, quando fui informata della morte di mio padre e dell'inaspettata visita di mio figlio. Già avevo veduto uno spiraglio di luce, in quell'oblio di dolore e solitudine in cui ero stata relegata. Ma nulla andò come speravo. Questa volta, un altro uomo della mia vita era pronto a tradirmi: il mio secondogenito, Carlo. Era venuto a trovarmi esclusivamente per ottenere da me il permesso di regnare. Mi vendette per una firma, lasciandomi ancora una volta reclusa dal resto del mondo. Egli mi sacrificò risolutamente lla sua missione, come Filippo mi aveva sacrificato alla sua avarizia, come mio padre mi aveva immolato ai suoi piani politici*. Tradita da tutti gli uomini della mia vita, rimasi rinchiusa in quella torre fino alla fine dei miei giorni.

E adesso che la Fine oramai si avvicina, sono consapevole che non provo alcun rancore. Sono stata vittima di un'Era troppo bigotta per accettarmi. Ero troppo moderna per un mondo ancorato ad ideali antichi, dove la Donna deve subire e tacere. Dove gli Uomini detengono il potere, riparandosi dietro gli insegnamenti di un Dio che non sono pronti a seguire. Non ho rimpianti per la mia vita, nè per il regno che non ho mai avuto l'occasione di governare. L'Europa non è ancora pronta a un mondo in cui non vi sono più tradimenti nè intrighi. Ma guardo al futuro con fiducia, nella speranza che un giorno una donna come me possa vivere serena, di fianco all'uomo che ama, circondata dalla famiglia e dal calore di un focolare, senza più temere il Potere. Il mio nome è Giovanna, passerò ai posteri etichettata come Pazza, e questa è la mia storia.


 


*Citazione da Hillebrand.


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Saeko Nogami