Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Aoimoku_kitsune    11/04/2012    8 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve gente. Scusate per avervi fatto attendere.
L'ho scritto adesso, sul treno, in ritorno da Napoli; quandi vi dico solo che è, più che altro, un capitolo di passaggio che non disturba quelli che ho salvato sul computer a casa..
In tre ore e mezzo non sapevo che capperina fare, perciò mi sono messa a scrivere qualcosa, visto che poi domani non potrò postare, e neanche i giorni successivi, fino a sabato, penso.. non so. Perciò non voglio lasciarvi a bocca asciutta per tutti questi giorni.
Una buona lettura e un bacio a tutti quelli che leggono questa storia. Un abbraccio a chi recensisce.


**********************
Ti sentivo già dentro, e in un secondo mi son perso... 


La mattina seguente, Tsunade, entrando nella stanza dell’ospedale di Naruto, trovò i due ragazzi dormienti, ancora abbracciati teneramente.
Non fermò il sorriso dolce che gli si dipinse il volto, mentre si chiuse la porta alle spalle, entrando nella camera.
Gli dispiaceva svegliarli all’alba, era sicura che fossero stanchi per la giornata precedente.
Perfino lei era distrutta per tutta quella tensione, e dire che lei ne era stata solo la spettatrice. Non voleva vedersi nei panni di Naruto, e neanche in quelli del moro.
Avanzò verso la coppia, con passo leggero sul pavimento chiaro, e si fermò poco prima del bordo del letto, dalla parte di Sasuke, guardando come quest’ultimo abbracciasse possessivamente Naruto.
La testa bionda era nascosta nel petto ampio dell’Uchiha, un braccio appoggiato al fianco coperto dalla maglia nera di cotone, e la stoffa stretta nella presa ferrea delle dita affusolate di Naruto.
Le mani di Sasuke, invece sembravano come avvolgere il giovane ragazzo che gli giaceva a fianco: una avvolgeva i morbidi fianchi di Naruto, e l’altra, invece, sprofondava dietro al capo, facendo perdere le dita chiare nei capelli lunghi e sciolti del biondo.
Rimase interdetta sul da farsi, non sapendo come procedere per svegliarli.
Si sarebbe sentita strana, spezzando quel quadretto che mai più avrebbe rivisto.
Ma forse, non tutti la pensavano come lei.
La porta della camera si aprì di scatto, sbattendo contro il muro, e una trafelata ragazza dai lunghi capelli rosa fece il suo ingresso.
Prima che gli occhi verdi mettessero a fuoco la scena, Sasuke aprì di scatto gli occhi, alzandosi infastidito, guardando malamente chi lo aveva svegliato.
A fianco, Naruto mugugnò, ma non si svegliò, rotolando via dal suo corpo, accucciandosi in posizione fetale, accanto.
-Tsunade Sama.. Hanno visto Sasuke in ospedal… e.. ohh..
Tsunade guardava l’allieva con la testa leggermente piegata verso destra, gli occhi nocciola che la guardavano con rimprovero.
Sakura, poi, rossa in viso per la sua entrata, si accorse di un altro paia di occhi che la guardavano.
Occhi neri come una notte senza stelle.
Le iridi scure di Sasuke.
-.. Sasuke kun?
Tentennò la ragazza, guardando con occhi larghi e sorpresi il moro.
Sapeva che era stato visto all’ospedale, che era entrato in una camera, e mai uscito, ma non pensava di fare una figura del genere, davanti a lui.
Sasuke la guardò indifferente, anche se Sakura poteva vedere che era abbastanza scocciato dalla sua presenza, o dal modo in cui l’aveva svegliato.
Tsunade si schiarì la voce, voltandosi verso il moro.
-Uchiha.. Oggi pomeriggio nel mio ufficio.
Disse e poi oltrepassò la sua allieva, salutandola e chiuse la porta della camera.
Un silenzio imbarazzante scese tra i due. A dir si voglia, Sakura era l’unica imbarazzata in quel momento. Sasuke, semplicemente fissava un punto, a lei imprecisato, accanto a lui.
Si scostò una ciocca di capelli e sorrise imbarazzata.
-Scusami per averti svegliato così..
Ridacchiò, le gote che assunsero un color rosso.
Il moro la guardò indifferente e scosse le spalle.
-Mi cercavi?
Domandò atono, guardandola.
-.. Beh! No. Ho saputo che eri qui e mi sono preoccupata.. Tutto qui!
Rispose, spostando lo sguardo dagli occhi magnetici neri, sul mobilio di quella stanza.
-Umh!
Non si sarebbe aspettata che Sasuke gli raccontasse cosa avesse. Era sempre stato sulle sue, silenzioso e indifferente a tutto.
Però, ci stava male.
Si conoscevano ormai da anni, eppure lei non lo conosceva affatto e lui.. Semplicemente non la considerava.
Aveva sperato, col tutto il cuore, che avrebbe avuto un ruolo un po’ più importanza nella vita del ragazzo.
 Se non come amante, perché ormai aveva capito che quel posto era già di qualcun altro, almeno come amica, confidente.
Ma niente. Non riusciva a superare la barriera invisibile che Sasuke si era costruito in tutti quegli anni.
Solo una persona era riuscita a oltre passarla…
-.. Naruto? Come sta?
Lo sguardo del moro si accese al sentire solo il nome.
Era perché, in testa, aveva ancora la risposta del biondo. Quello era il primo giorno di vita del loro bambino. Perché se prima la vita del figlio oscillava in una sottile lama, tra la vita e la morte, ora, invece, sarebbe sopravvissuto.
Sarebbe nato e cresciuto, e lui sarebbe stato un padre esemplare.
Avrebbe dato al figlio e a Naruto, tutto l’amore che ancora possedeva; quell’amore che negli anni non era mai scomparso, ma che era solo stato protetto.
-Bene.
Rispose,voltandosi appena e fu allora che Sakura notò la fluente chioma bionda di Naruto.
I capelli d’oro, sciolti, cadevano dolcemente e liberamente sul materasso bianco, uscendo dal fagotto di coperte che prima non aveva notato.
-Naruto?
Strillò scioccata, avanzando di un passo per vedere meglio il biondo che si lamentò nel sonno, portandosi una mano sul capo, spostandosi i capelli dal viso.
Le palpebre di Naruto si aprirono, mostrando le iridi ancora velate dalla stanchezza.
Facendo perno sulle braccia, alzò il busto, e voltò il capo verso Sasuke.
-.. Suke?! Che ore sono?
Domandò, appoggiando stancamente il capo sul ventre di Sasuke, chiudendo gli occhi. Il tutto sotto lo sguardo scioccato di Sakura.
-E’ l’alba.
Rispose, accarezzando Naruto sul capo, pettinando lentamente, con le dita, i lunghi capelli biondi.
Naruto annuì stancamente, sbadigliando, ritornando a dormire come se niente fosse, non accorgendosi della ragazza dai capelli rosa.
Sakura spalancò gli occhi quando vide il gesto di estrema tenerezza di Sasuke, e i suoi occhi neri guardarla.
Indietreggiò scossa, abbassando appena lo sguardo, spezzando il contatto visivo, fissando poi Naruto.
-.. Glielo hai detto?
Domandò con voce spezzata.
-Si.
Rispose Sasuke, con una calma quasi surreale.
A Sakura gli tremavano le gambe e le braccia.
Sentiva in gola un blocco che gli smorzava il fiato.
Era già conscia del fatto che Sasuke provasse qualcosa per Naruto, ma che quest’ultimo ricambiasse, non era propriamente nella sua testa.
Si sentiva tradita, e in quel momento aveva una voglia matta di mettersi a strillare, facendo capire che tutto quello era sbagliato. Un amore impuro.
Sgranò gli occhi a quei pensieri, scioccandosi.
-Sakura.
La chiamò Sasuke, guardandola intensamente.
Alzò lo sguardo, cercando di non abbassarlo.
-Per Naruto sei come una sorella. Sei parte della sua famiglia, perciò non fare qualcosa di cui potresti pentirti.
Quella frase, detta con così tanto distacco, aveva tanti di quei significati, che si perse un attimo a riceverli tutti. In essa, scritta tra le righe, ci aveva letto una velata minaccia. Perché se lei avesse fatto soffrire Naruto, Sasuke era già pronto a fargliela pagare cara.
Annuì, afferrandosi con la mano sinistra, il braccio destro.
Sasuke la guardò, annuendo appena e si appoggiò con la schiena alla testata del letto d’ospedale.

Si sentì accarezzare i capelli e, mugugnando, aprì le palpebre, mostrando iridi azzurre assonnate.
Fisso un punto davanti a lui, di color bianco, non capendo cosa fosse.
Era rintontito e per un momento si perse nei suoi pensieri.
-Penso che dobbiamo andarcene.
Alzò lo sguardo, fissando sconcertato Sasuke che, appoggiato al muro bianco dietro di loro, lo guardava tranquillo.
Per la prima volta vide l’espressione serena di Sasuke, il viso rilassato e gli occhi neri che brillavano.
Annuì, sbadigliando, tirandosi a sedere sul letto, mentre scostava le coperte che puzzavano di disinfettante.
Si sentiva stanco e spossato, forse per il dormiveglia che aveva fatto, dopo che si era alzato, per chiedere che ore fossero a Sasuke.
Alzandosi, appoggiando le piante dei piedi sul pavimento freddo, le gambe gli tremarono, e si appoggiò al comodino chiaro.
-Stai bene?
Domandò Sasuke, alzandosi e incamminandosi verso di lui, che annuì, respirando profondamente.
-.. Sono solo rintontito.. Devo aver dormito troppo.
Sasuke lo guardò, annuendo leggermente, indossando le scarpe.
-Hai dormito 12 ore..
Naruto si voltò sconvolto verso le spalle ampie di Sasuke, che indifferente si era seduto sul letto, aspettando che il biondo finisse.
-Così tanto!? Perché non mi hai svegliato prima..
Era sconcertato.
Non aveva mai dormito per così tanto tempo, escludendo gli episodi che seguivano le missioni, quando arrivava in ospedale distrutto.
Dormire così tanto, solo perché era stanco, non era propriamente da lui.
-Tsunade ha detto che è normale..
Sasuke si voltò, guardandolo intensamente si alzò, mentre Naruto si fermava poco davanti a lui.
-Ah..
Rispose, con voce flebile, sorpassandolo.
Era stanco, perché semplicemente era incinta.
Questo era il succo della questione.
Sarebbe stato stanco e fiacco per il resto dei mesi, fino a quando il bambino non sarebbe nato, non sarebbe uscito da lui.
Si fermò mentre era intento ad abbassare la maniglia della porta, con gli occhi larghi e persi in immagini raccapriccianti di un parto.
Come diamine avrebbero fatto a tirarglielo fuori?!
Sentì la presenza di Sasuke accanto a lui, e lo guardò per poco, prima di aprire la porta, e correre letteralmente nel palazzo dell’Hokage.
Voleva sapere, ma allo stesso tempo voleva che Tsunade non gli rispondesse.
Aveva deciso di tenerlo, e per questo si ripromise che avrebbe lottato con i denti e le unghie, proteggendo quel bambino.
Suo figlio.
Sarebbe andato anche contro il villaggio stesso, se era necessario.
Ormai aveva deciso, e nessuno poteva deviare la sua decisione. Era un testardo fatto e finito.
Per i corridoi dell’ospedale, intravide la figura slanciata di Sakura, intenta a medicare un ninja ferito.
-.. Ciao Sakura chan!
Disse, con un sorriso solare ad ornargli il volto.
La ragazza si irrigidì appena, voltandosi verso Naruto, guardandolo con sentimenti che il biondo non capì.
Sembrava risentita su qualcosa, tradita.
Il viso era pallido, e gli occhi verdi, era leggermente arrossati per lo sforzo di non piangere.
Il sorriso che mostrò a Naruto, era tirato, finto. Come se tutto andasse veramente bene. Ma in quel momento Sakura, sentiva solo una gran gelo avvolgerla.
-Ciao nhh..
Non riusciva neanche a pronunciare il nome di quello, che fino a pochi attimi fa, era il suo migliore amico, il suo confidente.
Naruto la guardò interrogativo, inclinando il capo verso destra.
-Tutto bene?
Domandò sconcertato.
Sakura annuì, voltandosi verso il ninja e finì la fasciatura sul braccio.
-.. Tra una settimana sarai come nuovo..
-Grazie mille.
Il ninja sorrise, si inchinò e scomparve per i corridoi bianchi dell’ospedale.
Sakura sospirò, pulendosi le mani sul camice bianco, e si voltò di nuovo verso Naruto, che la guardava, in cerca di una spiegazione.
-Non è niente, davvero. Sono solo stanca..
Stanca di essere tradita. Di essere esclusa.
Ma Naruto ci leggeva solo menzogna i quei occhi chiari.
Annuì, poco convinto, fissando Sakura, che, distrattamente, fissava un punto, oltre il vetro della finestra.
-Ok.. Allora io vado. Ci vediamo in giro.
Disse Naruto, e la ragazza annuì, tirando un altro sorriso falso, mostrandolo a Naruto.
-Ci vediamo..
Sussurrò, e Naruto annuì, incamminandosi, voltandosi verso metà corridoio, giusto il tempo di vedere il pugno di Sakura, contro la superficie del muro.
Aveva avuto l’impressione che Sakura c’è l’avesse con lui, senza un reale motivo.
Sembrava che la sua presenza, infastidisse la ragazza dai capelli color pesca. Ma non sapeva spiegarsi il motivo.
Eppure non aveva fatto niente di male ultimamente, a dir la verità, non vedeva Sakura da quando l’aveva invitata da Sasuke per cena, e se si ricordava bene, la ragazza se ne era andata abbastanza felice.
Sbuffò, infastidito dallo essere all’oscuro delle cose che lo riguardavano.
Almeno voleva sapere perché c’è l’aveva con lui. Non pensava di essersi comportato male con lei. Non apertamente, almeno.

Sasuke guardò Naruto scomparire tra i corridoi dell’ospedale e sospirò. Un po’ di sollievo, e un po’ per la stanchezza.
Adesso si sentiva così leggero, il suo cuore sembrava essere scongelato. Eppure, non riusciva a rimanere tranquillo.
Aveva una strana sensazione, che gli tormentava lo stomaco, come se ci fosse un pericolo dietro l’angolo.
Con certezza, sapeva che ora sarebbe stato tutto in salita, su una strada diroccata.
Il primo ostacolo, sarebbe stato quello di annunciare la nascita del figlio agli amici di Naruto, sperando che non si allontanassero dal biondo.
Naruto avrebbe sofferto, tanto, e lui non voleva questo, ma in qualche modo era inevitabile. Non sarebbe stato facile annunciare la cosa, figurarsi quando la voce si sarebbe sparsa per il villaggio. Adesso che ci pensava, sarebbe stato solo Naruto al centro di tutto. E lui sarebbe stato solo quello egoista, imponendo al ragazzo di sopportare altro dolore, per la sua felicità.
Con questi pensieri, non si accorse di esser arrivato davanti all’ufficio di Tsunade. Guardò la porta blu con uno sguardo indecifrabile, turbato dai pensieri di prima.
Era certo che lui sarebbe stato come l’ombra stessa di Naruto, sempre con lui, sempre a difenderlo come, mai prima, era in grado di fare.
Lo avrebbe protetto dagli sguardi disgustati degli amici, dall’ignoranza del villaggio e, per una volta, si sarebbe fatto carico del dolore del compagno.
Prendendo un grosso respiro, bussò tre volte, prima di aprire la porta, ed entrare.
Tsunade sedeva dietro alla scrivania, la luce chiara del mattino ad illuminargli la schiena e i fogli sparsi sulla superficie legnosa.
La donna alzò lo sguardo, facendo segno a Sasuke di sedersi sulla poltrona davanti a lei.
Lo sguardo della donna era serio, il volto solcato dalla stanchezza della giornata appena iniziata.
Non era un buon segno, quando la donna era seria, orami la conosceva.
Tsunade gli fece segno di avanzare verso di lei, posizionandosi la centro, e lo fece, anche se con passo leggermente lento, lo fece.
Non scostò lo sguardo da quello della donna, ma lo mantenne fermo, tranquillo.
-Ora che Naruto ha deciso di proseguire, lo dovremo tenere sotto controllo..
Iniziò, seria, accavallando le gambe lunghe e snelle, appoggiandosi con tutto il peso sullo schienale della poltrona.
-.. La sua psiche potrebbe risentirne. Ne ho avuto la certezza ieri. Non so quale era il suo problema prima e non voglio saperlo, ma sappi, Uchiha, che ora sarà tutto in salita. Penso che tu ci sia arrivato da solo.
Sasuke annuì grave, tirando i muscoli facciali in espressione torva e seria.
Eccome se c’era arrivato.
Naruto era già di per se imprevedibile, ed emotivamente fragile. Doveva rimanergli attaccato, per sostenerlo, per non farlo cadere nella depressione. Perché sapeva che Naruto ci sarebbe caduto, se fosse rimasto solo.
Quando qualcosa cambiava, nella vita di Naruto, per quest’ultimo era dura setacciare di nuovo la strada, anche se poi ci riusciva sempre.
Soffriva in silenzio, corrodendosi da solo, pensando che potesse farcela.
Il suo compito era quello di tenerlo d’occhio, studiandone ogni cambiamento.
-Di a Naruto che la prossima settimana, viene in ospedale per un’altra ecografia e un prelievo del sangue.
Sasuke annuì, inchinandosi appena e si voltò per uscire dallo studio della donna.
Quella chiacchierata, anche se era stata di poche parole, lo aveva turbato più del dovuto.
Uscendo dal palazzo centrale, si incamminò verso casa, con le mani tra le tanche e gli occhi puntati verso il basso, mentre la mente era invasa di pensieri.
Respirò affondo, sfilando la mano destra dalla stoffa dei pantaloni, portandosela davanti al viso, massaggiandosi stancamente le palpebre.

Quando arrivò a casa, verso mattina inoltrata, e aprì la porta, dei rumori al piano di sopra gli fecero corrugare le sopracciglia nere.
Sfilandosi i sandali, e incamminandosi con i piedi nudi sul tatami freddo, si diresse verso le camere, aprendo lentamente la porta della sua stanza, guardando allibito e sconcertato Naruto, intento a raccattare la sua roba.
-Naruto?!
Domandò, incerto, fermandosi sullo stipite.
Vide come il corpo del biondo si tese appena, e lo sguardo saettare verso il suo.
-Sasuke..
La voce di Naruto era stridula e il biondo se la schiarì, mettendosi dritto.
-Cosa stai facendo?
Lo sguardo di Naruto saettò da lui, alla sacca scura aperta sul letto sfatto, fermandosi lì per pochi secondi.
Naruto voleva andarsene prima che Sasuke entrasse in casa, e invece era stato beccato quasi alla fine.
Maledì la sua lentezza, e fissò le iridi nere del moro.
-Ritorno a casa mia..
Annunciò.
E Sasuke si sentì crollare il mondo addosso.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Aoimoku_kitsune