furiosa e nobile
è qualcosa che somiglia
alla parte migliore di me.
(RENGA, La tua bellezza)
CAPITOLO 1
Rimango
a guardarti
andare via, con la sensazione di non avere mai visto nulla di
più incredibile, mentre finisco di riannodare il
fazzoletto attorno al collo. Continuerò a portarlo, anche se
mi osserverai infastidita... Non mi
dispiace il tuo sguardo su di me...
Sento commentare i ragazzi. Col tuo arrivo hai scatenato una tempesta.
Sento commentare i ragazzi. Col tuo arrivo hai scatenato una tempesta.
"Questa, poi.... Ci
mancava solo una donna a romperci l'anima!".
"Se quella pensa di venire qui a darci ordini, si sbaglia di grosso!".
"Io dico che al Comando devono essersi rimbecilliti, ci credono forse dei bambini bisognosi di una balia?".
"Io dico invece che era ora che in questo posto iniziasse a girare qualche graziosa donzella... Chissà, se facciamo i bravi magari ce ne manderanno delle altre...".
"Già... Una a testa! Così non ce le dovremo litigare!".
"Sì, sognate pure...".
"Allora non è solo una diceria... La leggendaria donna Comandante esiste veramente, non si tratta di un nobile effemminato come qualcuno sosteneva...".
"Se gli uomini effemminati che conosco avessero il suo stesso fondoschiena, allora io avrei già cambiato i miei gusti!".
Mi siedo fra i compagni.
"Non ti ci manca comunque molto, René...".
"Ma taci, Alain! Ha parlato il grande omaccione... Non hai nemmeno reagito quando lei ti ha levato il tuo fazzoletto!".
"E cosa avrei potuto fare? Toglierle di rimando la casacca?".
Iniziano a volare fischi e risate.
"Se tu l'avessi fatto, noi te ne saremmo stati tutti grati!".
"Se io l'avessi fatto, ora non sarei qui a parlare con voi, René... A giudicare dal suo caratterino, quella dama mi avrebbe sicuramente infilzato con la spada!".
"Sempre che sappia usarla... Secondo te, perché è finita a comandare dei militari invece di starsene comodamente a oziare nel suo salotto?".
E' quello che mi domando da quando ti sei presentata.
"Non saprei... Può darsi per capriccio, forse i troppi agi le erano venuti a noia e un bel giorno ha voluto provare la dura vita del soldato...con un nome da uomo... I nobili sono strani".
"Se i de Soisson non fossero decaduti, caro Alain, anche tu saresti un nobile strano: imbellettato, imparruccato e agghindato in abiti sgargianti, che vive nel suo lussuoso palazzo festeggiando fra i bagordi alle spese del popolo".
"E tu saresti il mio tirapiedi più sfruttato e meno pagato!".
"Poco male, almeno avrei a che fare tutti i giorni con tua sorella Diane!".
Sfilo il coltello che tengo celato nella manica e lo faccio oscillare davanti al suo viso.
"Ti ricordo, René...che prima di avvicinarti a mia sorella devi presentarti a lui!".
"Sei impossibile, Alain... Credi che Diane sia ancora la bimbetta che facevi giocare nel cortile anni fa?".
"Credo che tu non sia degno di lei!".
"Ma non mi dire... E chi lo è? Nessuno, per te!".
"Fatela finita con questa storia, voi due... E' ora di uscire per la marcia, non vorrete trascurare l'adempimento del vostro dovere e domattina essere sculacciati dal Comandante in gonnella... Oppure sì?".
Le risate continuano fragorose. Per qualche tempo avremo a disposizione un argomento divertente di cui parlare.
Sdraiato sulla branda, col berretto calato sul volto per ottenere una maggiore oscurità, attendo un sonno che stanotte tarda ad arrivare. Benché io cerchi di distrarlo, il mio pensiero continua a tornare ancora a te e temo che questo mi porterà a una sola cosa... Se almeno non dovessi più incontrarti, eviterei di tormentarmi... Dimenticherei il tuo delicato profumo di rose, percepito mentre oggi mi eri vicina, e l'azzurra profondità dei tuoi occhi, che vivida mi appare quando chiudo i miei; scorderei le onde dei tuoi biondi capelli, dove tufferei le mani, e le curve perfette delle tue labbra, che morderei come ciliegie...
Perché sei venuta qui, a complicare la tua vita e a sconvolgere la mia? Perché mi sei comparsa dinnanzi?... Così fiera e decisa... E così dolcemente bella, Oscar François...
"Se quella pensa di venire qui a darci ordini, si sbaglia di grosso!".
"Io dico che al Comando devono essersi rimbecilliti, ci credono forse dei bambini bisognosi di una balia?".
"Io dico invece che era ora che in questo posto iniziasse a girare qualche graziosa donzella... Chissà, se facciamo i bravi magari ce ne manderanno delle altre...".
"Già... Una a testa! Così non ce le dovremo litigare!".
"Sì, sognate pure...".
"Allora non è solo una diceria... La leggendaria donna Comandante esiste veramente, non si tratta di un nobile effemminato come qualcuno sosteneva...".
"Se gli uomini effemminati che conosco avessero il suo stesso fondoschiena, allora io avrei già cambiato i miei gusti!".
Mi siedo fra i compagni.
"Non ti ci manca comunque molto, René...".
"Ma taci, Alain! Ha parlato il grande omaccione... Non hai nemmeno reagito quando lei ti ha levato il tuo fazzoletto!".
"E cosa avrei potuto fare? Toglierle di rimando la casacca?".
Iniziano a volare fischi e risate.
"Se tu l'avessi fatto, noi te ne saremmo stati tutti grati!".
"Se io l'avessi fatto, ora non sarei qui a parlare con voi, René... A giudicare dal suo caratterino, quella dama mi avrebbe sicuramente infilzato con la spada!".
"Sempre che sappia usarla... Secondo te, perché è finita a comandare dei militari invece di starsene comodamente a oziare nel suo salotto?".
E' quello che mi domando da quando ti sei presentata.
"Non saprei... Può darsi per capriccio, forse i troppi agi le erano venuti a noia e un bel giorno ha voluto provare la dura vita del soldato...con un nome da uomo... I nobili sono strani".
"Se i de Soisson non fossero decaduti, caro Alain, anche tu saresti un nobile strano: imbellettato, imparruccato e agghindato in abiti sgargianti, che vive nel suo lussuoso palazzo festeggiando fra i bagordi alle spese del popolo".
"E tu saresti il mio tirapiedi più sfruttato e meno pagato!".
"Poco male, almeno avrei a che fare tutti i giorni con tua sorella Diane!".
Sfilo il coltello che tengo celato nella manica e lo faccio oscillare davanti al suo viso.
"Ti ricordo, René...che prima di avvicinarti a mia sorella devi presentarti a lui!".
"Sei impossibile, Alain... Credi che Diane sia ancora la bimbetta che facevi giocare nel cortile anni fa?".
"Credo che tu non sia degno di lei!".
"Ma non mi dire... E chi lo è? Nessuno, per te!".
"Fatela finita con questa storia, voi due... E' ora di uscire per la marcia, non vorrete trascurare l'adempimento del vostro dovere e domattina essere sculacciati dal Comandante in gonnella... Oppure sì?".
Le risate continuano fragorose. Per qualche tempo avremo a disposizione un argomento divertente di cui parlare.
Sdraiato sulla branda, col berretto calato sul volto per ottenere una maggiore oscurità, attendo un sonno che stanotte tarda ad arrivare. Benché io cerchi di distrarlo, il mio pensiero continua a tornare ancora a te e temo che questo mi porterà a una sola cosa... Se almeno non dovessi più incontrarti, eviterei di tormentarmi... Dimenticherei il tuo delicato profumo di rose, percepito mentre oggi mi eri vicina, e l'azzurra profondità dei tuoi occhi, che vivida mi appare quando chiudo i miei; scorderei le onde dei tuoi biondi capelli, dove tufferei le mani, e le curve perfette delle tue labbra, che morderei come ciliegie...
Perché sei venuta qui, a complicare la tua vita e a sconvolgere la mia? Perché mi sei comparsa dinnanzi?... Così fiera e decisa... E così dolcemente bella, Oscar François...