Fanfic su attori > Altri attori/film
Segui la storia  |       
Autore: krisbian_    12/04/2012    2 recensioni
When you try your best but you don't succeed.
When you get what you want, but not what you need.
When you feel so tired, but you can't sleep.
Lights will guide you home and ignite your bones.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano le 19.30 quando finì i compiti di chimica, l'unica materia che mi piaceva davvero. 

La scuola non era mai stata una cosa che odiavo con tutto il cuore, ma era insignificante per me. 

Corsi in salotto a prendere qualcosa da mangiare, quando sentì il campanello e andai ad aprire.

'Disturbo?' , mi sorrise subito mio fratello, che si avvicinò e mi diedi un abbraccio da orso. 

John abitava ancora con noi, anche se spesso dormiva a casa di un suo amico a Staten Island per le ore notturne che faceva al bar dove lavorava, e quando lo vedevo era sempre bello per me. 

'Hey fratellone, come stai?'

'Bene, anche se il lavoro mi distrugge e sono molto lontano dalla mia stupenda sorellina', mi sorrise e si tolse il cappotto. 

'Papà non c'è. Penso sia ancora al negozio'; o forse è in un pub, pensai tra me e me.

'Ah, non importa. Mangiamo qualcosa? Ho una fame assurda!', mi disse mentre si avvicinò alla cucina e accese il fuoco per bollire l'acqua. 

Ero felice di rivedere John e di passare un pò di tempo insieme a lui, anche se avrei preferito ci fosse anche papà. 

'La scuola? Tutto bene?', mi chiese mio fratello.

'Normale, lo sai. Non sono mai stata un asso a scuola!'. 

'Ah, ti manca ancora un anno e poi sei fuori. Hai deciso cosa farai al College?'. 

'Chi ha detto che voglio andare al College?', lo guardai mentre apparecchiai la tavola.

Lui smise di girare la pasta per qualche secondo e mi guardò, 'Ti prego Maggie. Non fare l'errore che ho fatto io. Ho 23 anni e credimi, se potessi tornare indietro, farei il College tutta la vita. Magari in California!'. 

La mamma avrebbe tanto voluto che John facesse medicina, ma John non voleva lasciare me o papà da soli dopo la morte di mamma. 

'Lo so, ma non voglio allontanarmi da te o da papà. Lo sai, papà ha bisogno di una mano!', risposi guardandolo dritto negli occhi e cercando di fargli la situazione dura in quella casa.

'Ci sarei io, Maggie!', mi guardò in modo rassicurante, anche se pure lui sapeva che papà era un caso perso. 

Dopo la morte della mamma, io e John avevamo cercato di andare avanti anche se era difficile. Ma non papà. 

Lui era rimasto intrappolato in quel giorno, dove tutto si era fermato e tutto non aveva più un senso per la famiglia Stewart. Non eravamo neanche più una famiglia. Eravamo tre persone da sole, che cercavano di dare un senso alla loro vita; io e John ci riuscimmo, ma papà no. 

 

Passammo una bella serata, a parlare degli strani clienti che incontrava John al bar o di tutte le ragazze carine che avevo conosciuto, ma che non durarono neanche due giorni.

Mi parlò di una certa Emily Francis, che aveva conosciuto al bar. Era una modella australiana, con tette grandi e cervello piccolo. Poi parlò di Danielle, di Jennifer e di tante altre. 

'Hai un ragazzo tu?', mi chiese curioso e stuzzicandomi il braccio.

'No, sono felicemente single!', risi e mi alzai per mettere a posto la cucina e il tavolo.

Si alzò e guardò l'ora sul cellulare; erano le 22.30 e si accorse che era tardi.

'Cazzo, devo tornare. Ho il turno notturno oggi.', mi disse, prendendo il giubbotto.

'Oh.. va bene. Promettimi che rifaremo una serata ok? Mi è mancato il mio fratello', sorrisi e lo abbracciai.

'Certo, mi fa piacere passare del tempo con te. E tu promettimi di pensarci a proposito del College. Va bene?', mi abbracciò due volte prima di andarsene.

Quando John uscì, mandai un messaggio a papà per sapere dov'era e dopo neanche un minuto entrò in casa.

Non era ubriaco questa volta, era solo triste. Come sempre.

'Vado a letto, tesoro. Buona notte', cercò di fare un sorriso e salì su un camera.

Finito di sistemare i piatti in cucina, salì in camera mia e mi misi il pigiama più comodo che avevo.

 

 

Logan: 

 

Di sabato mattina odiavo uscire con i miei amici, avrei preferito starmene a casa mia o andare dai miei genitori a Brooklyn per il weekend.

I miei si erano trasferiti a Brooklyn perché mio papà aveva trovato un lavoro più soddisfacente là e io non volevo andare in una scuola nuova con nuove persone, così decisi di prendere un piccolo appartamento vicino alla scuola.

Mi misi una camicia grigia a quadretti e un paio di jeans comodi; Luke, il mio migliore amico, mi aspettava con la macchina fuori da casa mia.

'Ma quanto ci metti?! Sembri una donna.', sbuffò e rise dopo che ebbe detto quella stupida frase.

'Si, buon giorno anche a te!', dissi scocciato. 

La destinazione era la stessa di ogni sabato: centro commerciale. 

Luke era il mio migliore amico,sì, ma non mi ero affezionato molto alla sua compagnia di amici; erano simpatici, ma alcune volte sembravano skaters ubriachi e fatti, sempre con un bicchiere di birra in mano e una sigaretta nell'altra.

'Luke, vado a prendere un gelato. Lo vuoi?', gli chiesi.

'No, grazie.', mi rispose bevendo un sorso di birra.

Camminando, incrocia spesso lo sguardo di una ragazza carina; non avevo una ragazza fissa e portare una ragazza diversa un giorno sì e uno no mi aveva stancato. 

Ordinai un frappè al cioccolato e diedi i soldi alla donna robusta dietro al bancone.

Ricevetti un  messaggi. *Logan, siamo usciti. Siamo andati al bar di fianco*.

Finì di leggere il messaggio e di scatto mi voltai per andare verso all'uscita, ma appena dietro di me c'era una ragazza e le versai tutto il frappè addosso, che finì anche addosso a me.

'Oh santo cie..', alzammo tutti e due lo sguardo e io riconobbi la ragazza della scuola, la stessa che avevo fatto cadere a terra nel corridoio. 

'Ehm..', non feci in tempo a chiederle scusa che lei iniziò a urlarmi quasi contro. 

'Sempre tu. Dimmi, hai qualche problema?', mi disse scocciata e arrabbiata; nella mia testa mi chiesi come mai doveva essere proprio lei, avrei fatto una figura di merda con chiunque, ma con lei soprattutto.

'Ascolta, non faccio apposta. Non sapevo che dietro c'eri tu. Davvero, perdonami', la supplicai quasi e la guardai dritto negli occhi. Aveva due occhi verdi e grandi, capelli castani tendenti al biondo e una corporatura esile.

Aveva un vestitino di un colore verde acqua e un paio di converse blu portate goffamente, insieme a molti bracciali sul braccio destro e una collana con l'iniziale 'S'. 

'Ok,fammi perdonare.Esci con me.Solo una sera, per provarti che non sono un..coglione', le disse con non so quale coraggio. 

'Come? Perché dovrei uscire con una persona alla quale piaccio evidentemente con il frappè addosso oppure per terra?', mi rispose guardandomi davvero male.

'Te l'ho detto. Per farmi perdonare. Ti prometto che passerai una bella serata. Andiamo, non sono pazzo.'

Mi guardò con aria perplessa; forse per lei ero davvero un pazzo.

Passarono due minuti prima che mi diede una risposta e fu un sì, sospirando.

'Ok, allora ci vediamo domani sera alle 19.00.Al Grillo, presente?', mi chiese.

'Si, so qual è.', disse scocciata. Mi salutò con un 'ciao' e se ne andò verso l'uscita, imbarazzata per il vestito.

Mi diressi al bar dai ragazzi e appena entrai tutti si girarono verso di me, come se avessero visto chissà che cosa. In effetti sembravo un pazzo con una camicia sporca di chissà che cosa.

'Ehm, hai bevuto il frappè o ci hai fatto il bagno?, fece un'altra battutina Luke.

'Ascolta, io vado a casa. Ci sentiamo.. dopo.'

Salutai i ragazzi e camminai verso casa, pensando a quella ragazza di cui non sapevo neanche il nome.

 

 

 

Maggie:

Tornai a casa con il vestito tutto sporco di frappè.

Durante il tragitto per tornare a casa,tutti si erano girati a guardarmi e sapevo perfettamente cosa stavano pensando; ero così imbarazzata.

'Maggie…tutto ok?', mi chiese mio padre alzandosi dalla poltrona dove stava seduto a leggere il giornale sportivo.

'Tranquillo, non è successo nulla!', gli sorrisi per fargli capire che non era successo nulla, perché in effetti era davvero così.

Salì in camera mia e mi tolsi il vestito per metterlo nei panni sporchi; mentre accessi la lavatrice, pensai al ragazzo che mi aveva invitata a cena.

Era davvero carino, e aveva due occhi incredibilmente blu e belli, forse gli occhi più belli che avevo mai visto. Era moro con un naso quasi simile al mio, molto piccolo e leggermente schiacciato sulla punta.

Non ero più di tanto arrabbiata con lui, anzi mi aveva fatto piacere quel suo invito a cena e mi iniziò a girare la testa, le mani sudate e una strana sensazione allo stomaco. 

Non avevo mai avuto un vero ragazzo, solo due storielle da nulla che erano durate pochi mesi e alle quali non avevo dato troppa importanza. 

Mi sentivo come se stavo scoprendo una cosa nuova, ma in realtà non lo era; lui era un ragazzo come gli altri, sì magari più carino o più gentile, ma era comunque un ragazzo comune.

Eppure c'era qualcosa nella sua voce, nei suoi occhi, nel modo in cui mi invitò a cena che scatenò in me una sensazione di felicità assoluta.

Presi il cellulare e digitai il numero di Savannah. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Altri attori/film / Vai alla pagina dell'autore: krisbian_