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Autore: spacedust    12/04/2012    5 recensioni
Amber, 19 anni. Vive a Londra da sola, da quando i suoi genitori l'hanno lasciata.. Da allora non sembra più la stessa. Ha bisogno di qualcuno che la ami, che la faccia star bene dopo tutto il dolore che ha provato. Riuscirà a trovare la persona giusta?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Un cappuccino e un cornetto.»
«Da portare o al tavolo?»
«Al tavolo, grazie!»
Mi guardo attorno in cerca del tavolino più isolato del bar, ne trovo uno che fa per me, si affaccia sulla strada ancora poco affollata. Tiro fuori un libro a caso dalla borsa della scuola e comincio a leggere. L'odore del fumo mi solletica le narici, non posso passare l'intera giornata al bar, devo trovare qualcosa da fare ed Erin è sempre disponibile a passare del tempo con me.
«Ehi» dico con un tono decisamente stanco.
«Amber, sei tu?» dice quasi sorpresa della mia telefonata, in effetti non ha tutti i torti, non la chiamo mai. 
«Sì, ti ho forse disturbato?»
«No, tranquilla, mi ero appena svegliata, lo sai mi fa sempre piacere sentirti.» dice con un tono felice.
«Sai, sono al bar vicino casa, mi stavo guardando un po' intorno pensando al fatto che non c'è un granché da fare quindi se ti va possiamo passare un po' di tempo insieme.»
Silenzio. Forse sta pensando.
«Oggi? Dovrei sistemare un po' di roba qui in casa, se non ti va di aspettare sola, puoi venire anche qui e magari dopo usciamo. Ok?»
«Sicuro? Non vorrei disturbarti!»
«Stai scherzando?» mi urla nell'orecchio «Non esiste proprio, vieni adesso, immediatamente!»
«Ehm, dammi dieci minuti e sarò da te. Grazie Erin, non mi andava proprio di rimanere sola!» dico contenta.
«Ok, a dopo.»
«A dopo!» dico mentre cerco di uscire dal bar.



Arrivo davanti casa sua, entro nel vialetto della villetta, mi avvicino alla porta, suono il campanello. Dlin, dlon. Accorre subito Erin, che mi fa entrare senza esitare un minuto. La casa è uno splendore e davvero non capisco cosa ci fosse da sistemare.
«Vieni, entra!» mi dice mentre scompare in cucina. 
Sbottono il cappotto e lo appendo all'attaccapanni all'ingresso. Dopo circa cinque minuti la vedo sbucare con in mano un vassoio. 
«Come stai?» chiede mentre lo appoggia; è pieno di biscotti e con due tazzone di thé. Mi sorride.
«Sto bene, molto meglio rispetto a qualche sera però, ecco, ogni tanto penso ai miei e mi chiedo se loro sono fieri di come sto continuando la mia vita; insomma mi sento un po' sola.»
La vedo tintinnare, lo sguardo dritto all'orizzonte come se volesse trovare le parole giuste per consolarmi, poi si gira verso di me e mi accenna un «Mi dispiace!»
«Non ti preoccupare, era un mio modo per sfogarmi.»
«Sai che con me puoi sempre parlarne.»
Stanca delle solite confessioni da depressa, cambio discorso.
«L'altro giorno mi stavi spiegando una cosa, ma ad un certo punto mi sono persa. Cosa stavi dicendo?»
«Cosa? Tu non mi stavi ascoltando?» dice posando la tazza e prendendo un cuscino che pochi secondi dopo mi tira in faccia.
«Stavo cercando di recuperare il sonno perso durante la notte mentre giocavo con il mio amico immaginario!»
«Va be'. Allora, adesso sei pronta ad ascoltarmi o devi recuperare qualcos'altro?» butta lì con un sorriso malizioso.
«Dai, racconta!»
«Conosci Jonathan?»
Mi gratto la nuca come se volessi riportare alla mente quel nome quasi familiare. 
«Adesso non mi dice niente questo nome.»
«E' il capitano della squadra di calcio, alto, muscoloso, bravo ragazzo...»
«Ah!» la interrompo non appena riesco a ricordare la figura. «E allora?» dico curiosa di sapere il seguito.
«Aspetta, aspetta. Ti ho detto che ci sentiamo più o meno da un mesetto?»
«Grazie, vedo che mi tieni sempre informata!' dico facendole la linguaccia.
«Ecco, se non l'ho fatto è solo perchè pensavo che fosse una cosa da niente, insomma, che per lui non fosse niente se non una semplice amicizia.»
«Erin!' le urlo contro. «Non perdere tempo e spiega.»
«La scuola organizza il ballo di primavera e lui mi ha invitato.»
Sorrido, l'ho sempre saputo: qualcuno prima o poi avrebbe notato la stravagante bellezza di Erin che sembravo notare solo io. L'abbraccio.
«Sono contenta per te!» le sussurro. Mentre mi stacco dal suo abbraccio, lancio un'occhiata all'orologio: sono le 10:30.
«Si è fatto tardi, è meglio se vada!»
«No, dai!» dice con un'espressione supplichevole.
«Mi ha fatto bene trascorrere un po' di tempo con te, era da molto che non mi confidavo e a quanto pare la stessa cosa è per te» lancio una frecciatina «ma tu stessa mi hai detto che avevi da fare.»
«E allora? Puoi rimanere quanto vuoi, devo solo sistemare un paio di cose, davvero, non ci vuole molto.»
«No, meglio di no. E' meglio se prendo esempio da te e mi do da fare per sistemare il caos della mia casa.»
Fa spallucce, ormai rassegnata e mi accompagna alla porta.
«Erin, grazie di tutto. Ci sentiamo, anzi, se ti liberi presto stasera potremmo cenare insieme.»
«Ehm, Jonathan mi ha invitato al cinema, ho una scommessa da vincere. Mi dispiace.»
«No tranquilla. A presto, allora.»
«Ciao, Amber!»



Affondo le mani nelle tasche del cappotto, nonostante sia primavera, Londra ancora non si riscalda. Sono davanti casa, entro e senza pensarci due volte mi sdraio sul letto ad ascoltare musica:

'And they say she's in the class A Team. Stuck in her daydream, been this way since eighteen, but lately her face seems slowly sinking, wasting crumbling like pastries and they scream the worst things in life come free to us, cos were just under the hupper hand... It's to cold outside for angels to fly, Angels to fly.'

Quelle incredibili note mi conducono in un'altra realtà. Si è fatto vivo di nuovo, sempre lui, il sogno, lo stesso sogno, è una persecuzione ormai: non appena chiudo gli occhi, compare.
«Non ti voglio più vedere, devi sparire. Sei un bastardo, ti odio. Dio, se ti odio! SPARISCI!»: sono le parole che mi hanno svegliata, l'ennesimo litigio della coppia della porta accanto.
Mi alzo e sento il telefono vibrare.
«Chi potrà mai essere?» mi chiedo.

Ehilà! Scusate del ritardo ma in questo periodo siamo state super impegnate e non abbiamo potuto postare il capitolo in tempo, ma non è mai troppo tardi no?
Allora in questo capitolo viene presentata anche Erin, l'amica di Amber, un personaggio molto importante nella storia. Che ve ne pare?
Nel prossimo ci saranno molti risvolti quindi non ci abbandonate! 
Questa storia ci ha preso davvero tanto e ci farebbe piacere sapere cosa ne pensate anche voi.
Grazie a chi ha letto, da una malaticcia Erin, Giovs ( @GiovannaCorsano ) e Anna ( @HaleyAnneDavis ) 
love ya all, xoxo

  
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