Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Sibilla Delfica    13/04/2012    1 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giada preparò una cena fantastica: iniziammo con il mangiare antipasti vari, di primo un piatto di penne zucchine, pomodorini e gamberetti, di secondo una fetta di pesce spada al cartoccio condito con pomodori e olio, e infine un po' di gelato, il tutto annaffiato da buon vino bianco e da tante chiacchiere e risa.

-Amore mi sa che hai bevuto troppo vino...- le dissi scherzando, stava ridendo di gusto da una buona mezz'ora come una forsennata per qualcosa che avevo detto io su gli Angeli, e non gli davo affatto torto gli Angeli certe volte fanno e dicono cose alquanto buffe.

-No, io sono lucidissima il problema sono le creature angeliche- Giada parlò continuando a ridacchiare.

Ora che era finita la cena era arrivato il momento di spiegarle un paio di cose, e poi partire verso il Regno.

-Giada- dissi serio, lei smise di ridere all'istante e mi guardò negli occhi aspettando che parlassi -Paride è venuto qui non solo per darmi il permesso, la situazione è peggiorata a causa della mia condotta, ora sei veramente accusata anche tu di sedurre una creatura Angelica nella consapevolezza che non lo potresti fare, per questo volevo partire subito; non te l'ho detto prima per non farti preoccupare- la sua espressione rimase fredda e impassibile, stava metabolizzando il problema.

-E tu ? La tua posizione si è aggravata?- io le dicevo che era stata accusata, e lei si preoccupava per me, io non sarei mai riuscito a capire questa ragazza, dovrebbe essere stata un po' più egoista.

-Giada la mia posizione non conta!- urlai arrabbiato.

-Invece conta! - restai zitto e la guardai, piangeva, riuscivo sempre a rovinare tutto, ero uno stronzo con la s maiuscola.

Le presi le mani appoggiate sul tavolo -Cosa c'è? Tesoro per favore dimmi perché piangi?-

-Perché ti amo stupido -Urlò esasperata, mi alzai e mi avvicinai alla sua sedia, anche Giada si alzò e ci cullammo l'uno nella braccia dell'altro in silenzio, cercando di goderci quel calore e l'armonia che crescevano nel nostro cuore ogni volta che i nostri corpi si ritrovavano legati.

-Bryan ho paura per te, ho paura- Sussurrò nel mio orecchio.

-Ed io non voglio che tu soffra ancora a causa mia- gli dissi io in un sospiro.

Allora mi staccai giusto quel poco per guardarla in viso e continui -Andiamo, se non arriviamo in fretta peggioreremo ancora di più la situazione, tieni questo foglio guardalo per qualche secondo- gli porsi il permesso e misi fine definitivamente a quel abbraccio.

Il permesso in questione non era altro che un foglio di pergamena impregnato di quella luce che costituiva il Regno, essa si andava a infiltrare negli occhi rendendoli come quelli di un Angelo, così da permettere ad un umano di vedere il Regno senza rimanere cieco, la trasformazione degli occhi era permanente.

Giada guardò il foglio.

-Quanto brucia...- Si portò le mani agli occhi e io mi avvicinai a lei preoccupato.

Dopo pochi minuti sbatté le ciglia e con cautela aprì gli occhi.

-Bryan sei stupendo, e le ali sembrano magiche- adesso avrebbe sempre potuto vedere la mia vera natura.

Senza preavviso mi prese il viso e cominciò a baciarmi, avevo compreso che se non l'avessi fermato sarebbe andata ben oltre il bacio, il mio aspetto reale era la cosa più irresistibile per un'umana.

-Giada, amore, dobbiamo andare- dicendolo l'allontanai dolcemente, Giada ritrovò la ragione e annuì.

-Andiamo nel Regno- la mia voce perfetta tremò, in qualche modo questo amore mi stava cambiando non solo interiormente, ma anche esteriormente: la voce vibrava a seconda delle emozioni, la luce che illuminava il mio corpo si era leggermente spenta, poi mi ricordai anche della piuma che avevo perso quando l'avevo incontrata, un segno? Una coincidenza? Stavo cambiando, ma cosa stavo diventando?

Eravamo arrivati, davanti a noi c'era la Grotta delle Meraviglie e Paride che ci avrebbe fatto una bella ramanzina per essere arrivati in ritardo, Giada era affianco a me e continuava fissarmi, ma poi i suoi occhi si spostarono su Paride sbarrandoli stupita.

-Piacere sono Paride- disse il Serafino rivolto verso Giada.

-La luce parla?- chiese sbigottita il mio amore.

-Sì sono un Serafino e sono costituito di luce- Paride manteneva un tono di voce calmo e rilassato, ma potevo capire dal tremare della luce che non si sentiva a suo agio con davanti un'umana.

-Scusa, piacere Giada- e allungò il braccio come per stringergli la mano.

-Mia cara non credo tu possa toccarmi- imbarazzata Giada fece ricadere il braccio sul fianco.

-Bryan dovevi venire subito, cosa ti dice il cervello !- urlò rimproverando me, in realtà la colpa era più di Giada questa volta, ma naturalmente non feci ricadere la colpa su di lei, rimasi zitto e mi presi la sgridata.

-In verità Paride è colpa mia- era la voce di Giada, Paride la guardò incuriosito -Sono stata io a pregarlo di poter cenare con me, e anche a...- il suo viso arrossì, stava pensando alla doccia.

-Giada non sei tu quella che deve essere responsabile, dovrebbe essere Bryan, vero?- incominciai a ridere.

-Paride ci stavi ancora spiando?- chiesi continuando a ridere, anche per Giada la quale era diventata paonazza e mi guardava con faccia interrogativa.

-Sì ti devo controllare in qualità di difensore- quando tentava di celare il suo nervosismo scambiandolo con il lavoro era ancora più divertente. -E comunque...-

Giada lo interruppe bruscamente -Paride, tu hai aiutato Bryan ed io ti ringrazio per questo, ma vorrei dirti che esisto sono qui, io devo capire ciò che posso e ciò che non posso fare, io voglio prendermi le responsabilità che mi spettano!- che coraggio! Interrompere un Serafino, che ora la guardava stupefatto e senza parole, e in più ribatterlo, nessuno osava interrompere un Serafino, neanche io l'avevo mai interrotto!

Il silenzio rimase finché io non lo ruppi -Paride hai trovato pane per i tuoi denti!- scherzai.

-Giada hai ragione, tu sei qui esisti e devo rispettarti, quindi voglio dirti: niente più rapporti intimi! I baci li tollero...- Giada gli sorrise, uno di quei sorrisi luminosi che mi lasciavano di stucco, imbambolato a guardarla come fosse il miglior tramonto della mia vita che non finiva mai.

-Paride grazie- anche Paride parve quasi rispondere con un sorriso, Giada era veramente speciale.

-Giada all'interno di quella cavità c'è Ambra, ti vuole salutare so che siete diventate amiche!- capivo che voleva parlare in privato con me, aveva bisogno di dirmi qualcosa di nuovo.

-Sì la rivedo volentieri- Giada scomparve nella cavità, ma mi guardò e mimò con la bocca:”Dopo mi racconti”.

-Bryan dobbiamo parlare, per favore fai il serio, è importante!- la voce tuonò maestosa e inquietante nelle mie orecchie.

  
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