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Autore: marmelade    13/04/2012    19 recensioni
Scrollai le spalle, cercando di leggere per l’ennesima volta l’ennesima pagina, ma venni di nuovo interrotta.
"Scommetto che era tutto programmato".
[...]
Due occhi verdi mi stavano fissando e, se pur coperti da una cascata di riccioli castani, riuscivo a scorgere una luce allegra in essi. Inoltre, un sorriso bianchissimo, faceva da protagonista su quel volto dai lineamenti dolci, incorniciato da due adorabili fossette.

"Non avrei mai immaginato di innamorarmi di qualcuno che, inizialmente, avevo odiato.
Eppure quel qualcuno, era l’unico capace di farmi sentire felice semplicemente guardandomi negli occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                           That’s what crazy is
                                                                                                                                                                          When it’s broken, you say there’s nothing to fix
                                                                                                                                                                      And you pray, pray, pray that everything will be okay
                                                                                                                                                                                                 Why you’re making all the same mistakes?
                                                                                                                                                                                                                  {Same Mistakes- One Direction}






Mi svegliai improvvisamente, aprendo gli occhi di scatto, come se avessi fatto un incubo.
Eppure, non ricordavo nulla.
Fissai il soffitto per qualche secondo, abbagliato ed illuminato dai raggi lunari, che filtravano attraverso la finestra.
Decisi di voltarmi sulla mia destra, così che potessi abbracciare Harry e riaddormentarmi, ma lui non c’era.
Sbuffai. Ogni volta che volevo addormentarmi sul suo petto o abbracciarlo, lui non c’era mai.
Mi alzai lentamente dal letto, poggiando i piedi nudi sulla moquette fredda della camera di Harry, e presi una sua felpa dalla sedia, infilandomela sulla canotta.
Scesi le scale evitando di far rumore e svegliare Anne, Robin e Gemma, che dormivano tranquilli nelle loro stanze.
Una volta arrivata in cucina, presi un bicchiere di carta e vi versai dell’acqua da una bottiglia, poggiata su un bancone.
Bevvi lentamente, cercando di ricordare cosa avessi sognato di tanto spaventoso da farmi svegliare, ma nulla.
Il mio inconscio aveva rimosso tutto.
Mi domandai dove fosse andato a finire Harry e, prima di tornarmene di sopra, aprii lentamente la porta finestra per uscire in giardino e prendere una boccata d’aria.
Il venticello era leggero, e non sentivo nemmeno un po’ di freddo con quella felpa calda addosso.
Guardai a destra e a sinistra e, dopo poco, mi accorsi di una testa riccia che si trovava su una grande altalena.
Sorrisi e scossi il capo. Ecco dov’era finito.
Mi avvicinai a lui lentamente, poggiando i piedi nudi sull’erba fresca del giardino.
“Però! Vedo che abbiamo avuto lo stesso pensiero” dissi, una volta che gli fui vicina.
Harry sobbalzò, preso alla sprovvista, e sorrise quando vide che ero io.
“Non volevo svegliarti, scusami” disse, facendomi segno di sedersi accanto a lui.
Scossi il capo, mentre prendevo posto su quella grande altalena.
“Non mi hai svegliata, infatti. Credo di aver fatto un brutto sogno” risposi, poggiando la testa sulla sua spalla, e lui iniziò a toccarmi i capelli dolcemente, arricciandone una ciocca ogni tanto.
“Come credo?! O l’hai fatto, o non l’hai fatto!” disse, ridendo leggermente.
Sbuffai, roteando gli occhi al cielo.
“Come sei pignolo, Styles! Non me lo ricordo, va bene?”.
Harry ridacchiò ancora, dandomi un bacio leggero e morbido sulla nuca, come solo lui sapeva fare.
“Come mai sei qui?” gli chiesi, dopo che smise di ridere.
Lo sentii scrollare le spalle.
“Non riuscivo a dormire così, dopo averti ammirata per un po’ mentre dormivi, non ho voluto più disturbarti e sono venuto a prendere un po’ d’aria”.
Chiusi gli occhi, perdendomi nel suo dolce profumo.
“Sarebbe bello vivere soli io e te, in una casa che magari dia su un prato come questo, o sul mare, senza nessuno che ci disturbi o altro. Passare del tempo insieme sulla veranda, ammirando le onde che s’infrangono contro gli scogli, quel meraviglioso rumore che ci fa da sottofondo mentre ci raccontiamo cose dette e stra dette, solo per il gusto di sentire ognuno la voce dell’altro. Sarebbe bello che tu mi aspettassi sulla soglia della porta, o seduto sulla veranda, magari mentre componi una canzone, ispirandoti alle onde del mare di fronte a te. Io tornerò, a casa trafelata come mio solito, magari arrabbiata per la giornata andata male e ti troverò lì, tutto preso a comporre e rimarrò lontana, sorridendoti e guardandoti mentre ti applichi, con i ricci che ti coprono gli occhi, ma io riuscirò a scrutare il tuo profilo perfetto, e poi mi avvicinerò piano per non disturbarti. Mi siederò accanto a te, continuando a sorridere, toccandoti dolcemente i capelli. Magari rimarremo fino a tardi su quella veranda, fin quando tu non finirai e poi, non essendo ancora abbastanza stanchi, staremo lì, a bearci della luce delle stelle che c’illuminerà i visi. E il giorno dopo sarà lo stesso.
Uscirò presto la mattina, lasciandoti dormire senza disturbarti, ma con il solo desiderio di tornare e trovarti su quella veranda, perché so che ti troverò li. Come so che resterai per la vita”.
Rimanemmo in silenzio per un po’, beandoci solo dei rumori notturni.
Harry mi sfiorò una guancia con le dita e mi fece voltare verso il suo viso, per poi poggiare le sue labbra fresche e morbide sulle mie, che approfondii il contatto.
Gli sfiorai anche io una guancia con la mano, per avvicinarlo di più a me e sentirlo più vicino.
“Quindi, stai dicendo che vorresti vivere con me?” chiese, dopo aver terminato il bacio.
Appoggiai la mia fronte alla sua e annuii lentamente, mordendomi il labbro inferiore.
“Infondo, è già successo. Perché non riprovarci?” risposi, guardandolo negli occhi, che brillavano più che mai.
“E ricominciare tutto daccapo…” sussurrò, spostandomi una ciocca di capelli.
“Non vuoi?” domandai, con il cuore che palpitava e per poco non usciva fuori dalla gabbia toracica.
Magari non desiderava ciò che io volevo da tanto, ma non voleva dirmelo per farmi soffrire.
Ma mi sbagliavo.
Sul suo viso, si dipinse un sorriso a trecentosessanta gradi, ampio e meraviglioso, che non avevo mai visto prima.
“Certo che voglio…” sussurrò ancora una volta, e sorrisi anche io.
Lo abbracciai forte, sentendo il suo cuore battere all’unisono con il mio, come fossero una cosa sola.
Stare tra le sue braccia, era la sensazione più meravigliosa che avessi mai provato in vita mia.
Sapeva d’amore e di affetto, di familiarità e calore, che solo lui poteva donarmi.
Rimasi stretta al suo petto per istanti che sembravano infiniti, e che volevo che durassero per sempre, ma d’un tratto lui si staccò.
Guardai incuriosita il suo volto, divenuto improvvisamente serio.
“Solo che… sai che adesso che torneremo a Londra, torneremo alla realtà di sempre, dove io e te ci ignoriamo ancora, non ci parliamo e non ci amiamo?”.
Sospirai sonoramente. Dopo solo un giorno passato completamente assieme a lui, avevo già dimenticato la nostra ‘reale situazione’.
“Ascolta…” cominciò, prima che io potessi dire qualcosa.
“Io non ce la faccio più a vivere questa situazione, e nascondere la nostra relazione mi uccide. Nonostante i ragazzi abbiano già capito tutto, ma non ci dicono nulla per lasciarci godere questi momenti insieme, io voglio viverla alla luce del sole, portarti con me in sala registrazione, alle feste e da qualunque altra parte presentandoti come la mia fidanzata. Voglio che i paparazzi ci facciano le foto, mentre camminiamo tranquilli per le strade di Londra mano nella mano e non m’importa di tutti i gossip che usciranno sulle copertine di qualche stupido giornale con il titolo ‘Harry Styles e la sua nuova fiamma! Quanto durerà?’, perché l’importante è solo che noi sappiamo che durerà.
Voglio vivere con te ogni momento della nostra vita, voglio convivere in una casa assieme a te, voglio litigare perché abbiamo entrambi dimenticato di comprare il latte, voglio fare pace andando a comprare quel latte tanto desiderato, che poi tu nemmeno bevi…” si fermò per un po’, ridendo leggermente e io feci lo stesso, poi mi guardò ancora negli occhi, continuando il discorso.
“Voglio dormire con te la notte, abbracciandoti per la vita, guardando la tua bocca corrucciarsi per un brutto sogno, così che tu possa stringerti a me ancora di più. Voglio svegliarmi la mattina e averti accanto, passare una giornata intera senza vederci per i nostri impegni, ma tornare a casa la sera e cenare insieme, raccontandoci rispettivamente le nostre giornate, coccolarsi sul divano e guardare la tua espressione trasformarsi da dolce a maliziosa, mentre andiamo in camera e facciamo l’amore, per poi addormentarci l’uno accanto all’altro. Voglio trovarti il giorno dopo accanto a me e ripetere la giornata precedente, ma trasformarla diversamente, scoprendo che cosa ci riserverà. L’unica cosa di cui sarò sempre convinto, è che ti amerò anche il giorno dopo, e il giorno ancora, e quello successivo, senza stancarmi mai”.
I suoi occhi erano lucidi, ma non quanto i miei.
Volevamo entrambi la stessa cosa, e non avevamo paura di ammetterlo.
Poggiai una mano sulla sua guancia e feci un sorrisetto.
“Quindi, stai dicendo che vorresti vivere con me?” dissi, imitando il suo tono di voce e lui parve accorgersene, poiché rise e mi abbracciò.
“Esattamente questo…” sussurrò al mio orecchio destro, provocandomi dei brividi lungo la schiena. Mi posò un dolce bacio sul collo, e continuammo a coccolarci.
Presi le sue braccia e le strinsi ancora di più intorno al mio petto, chiudendo gli occhi.
“Harry…?” sussurrai, richiamando la sua attenzione.
Lui fece un suono con la gola, come se mi stesse domandando cosa volessi.
Feci un sospiro immenso, ancora con gli occhi chiusi.
“Appena torniamo a Londra lascio Robert”.
Lo sentii sorridere sulla mia nuca, mentre mi arricciava una ciocca di capelli.
“Speravo che mi dicessi questo…” sussurrò, per poi alzarsi dall’altalena e tendendo le mani verso di me, che mi alzai, e tornammo in camera.
Finalmente, potevamo dormire tranquilli.
 
                                                                                                                                     *

Il viaggio di ritorno, non fu per niente tranquillo.
Presi dalla felicità e dalla gioia della nostra decisione di dire a tutti che stavamo insieme, passammo quelle quattro ore a scatenarci e a ballare su tutte le canzoni che passavano alla radio o al cd scelto da Harry.
Avevamo promesso ad Anne che saremmo tornati presto, magari anche con il resto della combriccola, dato che lei era curiosa di conoscere anche Elyse ed Helena.
Eravamo talmente felici, che avevamo quasi dimenticato di portare le valigie con noi e, se non fosse stato per Robin, le avremmo tranquillamente dimenticate sul marciapiede di fronte casa di Harry.
Ci faceva ridere ogni cosa, anche quella più stupida ed assurda.
E io, non mi ero mai sentita più completa e gioiosa in vita mia.
Harry era finalmente tutto quello che avevo desiderato per una vita intera, e non potevo chiedere di meglio, se non continuare ad averlo con me per il resto dei miei giorni.
Eravamo una di quelle coppie che si divertivano assieme, che ridevano fino alle lacrime, che sapevano distinguere i momenti divertenti da quelli tristi, da quelli pieni di coccole a quelli pieni di risate e insulti.
Ci completavamo.
Lui completava me, e io completavo lui.
Questa era l’unica cosa che importava.
Arrivammo a Londra la sera tardi, completamente sfiniti da quel lungo viaggio movimentato, durato anche di più di quattro ore a causa del traffico.
Mi lasciò sotto casa, dandomi un lungo bacio e, senza farsi accorgere, se ne andò via, mentre io salivo le scale ed entravo in casa.
Quando aprii la porta, trovai ancora tutte le luci accese, così dedussi che erano tutti svegli e che mi stavano aspettando.
E infatti, pur se con gli occhi stanchi, erano quasi tutti svegli seduti sul divano e sul tappeto.
Infondo, mi erano mancati.
“Maaaaaryy!” urlò Niall, non appena sentì lo scatto della porta che si apriva, e mi corse incontro buttandosi addosso.
“N-Niall! Quanto entusiasmo!” esclamai, quasi soffocando per la sua stretta.
“Si! Ho bisogno di un abbraccio, mi sei mancata!” disse, dandomi dei baci sulle guance.
“Oh, ma anche tu mi sei mancato, Niall!” risposi, stringendolo più forte.
Quando mi lasciò, gli altri si erano quasi tutti svegliati, eccetto Zayn, che ronfava come un ghiro.
“Voleva aspettarti, ma non ce l’ha fatta…!” sussurrò Hel per non farlo svegliare, dato che si trovava accanto a lui. Risposi con un sorrisino, mentre posavo il borsone sul pavimento.
“Allora, Mary…!” iniziò Louis, avvicinandosi a me.
“Com’è andato il weekend con i tuoi genitori?” domandò, con il suo solito fare da investigatore, sottolineando quelle ultime parole.
Ed ecco che iniziavano le innumerevoli domande.
“Bene, benissimo! Non sono mai stata meglio!” risposi con un sorriso, abbastanza sicura di me.
Louis mi girò intorno, scrutandomi dalla testa ai piedi con una mano sul mento.
Se voleva mettermi in soggezione, ci stava riuscendo alla grande!
“Mmmh, e loro… cos’hanno detto quando hanno visto la loro ‘tenera bambina che non dice mai bugie’?” domandò ancora, e storsi il naso a quell’ultima domanda.
C’era qualcosa che non andava.
“Beh, sono stati… contenti…” risposi in tono scettico.
“Contenti…” sussurrò, fermandosi davanti a me, scrutandomi ancora a fondo.
“Si, contenti Lou, contenti! Non capisco perché mi fai questa domanda…” risposi, ma qualcosa dentro di me mi disse che qualcosa non quadrava.
“Sentito, Lou?” s’intromise Elyse, avvicinandosi al suo ragazzo, che mi guardava sorpreso.
“Lei non capisce perché le stai facendo questa domanda!” disse, rivolgendomi un sorrisino beffardo.
“Peccato…” disse Louis, assumendo la stessa espressione della sua ragazza.
Volsi lo sguardo anche verso Helena, Liam e Niall, seduti sul divano, che però sghignazzavano tra di loro.
Scossi il capo, mentre il terrore s’impossessava di me.
“Cosa peccato?” domandai, cercando di tranquillizzarmi, ma era praticamente impossibile.
Quei due erano terribili insieme!
“Peccato che tu stia cercando ancora mille scuse, tutte non credibili!” esclamò Elyse.
Li guardai scettica, ma dentro di me, il terrore cresceva ancora di più.
“Perché dovrei cercare mille scuse? Potreste farmi capire, per piacere?!” chiesi sbuffando, incrociando le braccia.
“Oh si, Mary, sarò tanto buono e clemente da spiegartelo brevemente…” s’intromise nuovamente Louis, facendo un passo verso di noi.
“Ieri pomeriggio, verso le cinque, è squillato il telefono. Pensavamo fosse qualcuno che cercava noi, che ci trovavamo in casa. Quando Elyse ha risposto, però, non cercavano ne lei, ne me, ne Helena o gli altri componenti che vivono qui…” iniziò, poggiando di nuovo la mano sul mento.
“E… c-chi cercavano?” domandai balbettando. Iniziavo a temere sul serio.
“Te” rispose Louis, facendo un sorrisino beffardo “e sai chi ti cercava tanto urgentemente?!”.
Scossi il capo lentamente, chiudendo gli occhi. Avevo la vaga impressione di chi potesse essere, ma speravo non fosse vero.
“Tua madre”.
A quelle parole, mi crollò il mondo addosso.
Adesso ero veramente nella merda!
“Eppure, se non ricordo male, il giorno prima di partire avevi detto che andavi a trovare il tuoi genitori, questo weekend… o sbaglio?!” domandò ancora, mentre sentivo gli altri sghignazzare.
Scossi ancora una volta il capo lentamente, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
“Mi fa piacere che tu l’abbia ammesso. Sai, quando ha chiamato, ho creduto improvvisamente di essere diventato pazzo…”.
“E… voi cosa le avete d-detto?” domandai flebilmente.
“Che eri uscita. Siamo stati ancora una volta buoni e gentili, nonostante tu ci avessi detto una bugia…” s’intromise Elyse, seduta sul bracciolo del divano accanto a Liam.
“Solo che, adesso che ci penso bene, ragazzi… non vi ricordate anche voi che Harry aveva detto che proprio questo weekend, andava a trovare degli amici di famiglia?!” parlò ancora Louis, rivolgendosi agli altri quattro, che annuirono mentre sghignazzavano ancora.
A quel punto, capii davvero di essere fottuta.
“Oh, ma che strana coincidenza, non è vero Mary?!” disse sarcasticamente.
Feci un sorrisino forzato, mentre sentivo le gambe diventare gelatina.
“Già, proprio strana…” risposi con la voce che tremava.
“Avanti, Mary sputa il rospo!” disse Hel, facendo un sorrisetto malizioso.
“Dove sei stata questi due giorni e soprattutto… con chi…!” s’intromise Liam.
“Tanto lo verremo a scoprire, meglio che ce lo dici tu, no?!” esclamò Niall, e gli altri annuirono.
“Già, Mary…” parlò ancora Lou “ti conviene dirci dove sei stata e con chi sei stata questo weekend, sarebbe brutto venirlo a sapere da terze persone!”.
Mi morsi il labbro inferiore, mentre loro aspettavano impazienti una mia risposta in silenzio, interrotto solo da sonoro russare di Zayn.
Feci un gran respiro per far passare quel fastidioso tremolio alle mani, che grondavano di sudore.
“Sentite…” iniziai, mentre mi torturavo le dita “non posso dirvi nulla, almeno non stasera. Se aspettate solo domani mattina, vi giuro che vi spiegherò e racconterò tutto. Adesso sono stanca e poi domani, capirete meglio tutta la situazione. E’ una storia lunga, e io ho bisogno di dormire”.
Quando smisi di parlare, loro mi fissarono per un po’, poi Hel alzò le spalle, scrollandole.
“D’accordo, Mary, hai ragione. E’ tardi adesso, e anche noi dobbiamo andare a dormire…”
“Ma sappi che domani vogliamo sapere tutto!” la interruppe Louis, e lei gli rivolse un’occhiataccia.
Sospirai, finalmente tranquilla e poi gli rivolsi un sorriso.
“Vi giuro che vi dirò tutto, davvero. Buonanotte!” conclusi, avviandomi verso le scale, prendendo il borsone e mettendomelo in spalla, mentre gli altri rispondevano al mio saluto, ma li sentii chiacchierare ancora un po’ su quella strana situazione, una volta che fui salita su.
Sorrisi leggermente mentre entravo in camera e mi buttavo a peso morto sul mio letto.
Accesi il cellulare e mi arrivarono immediatamente più di quaranta chiamate perse da parte di Robert. Lo stavo trattando davvero malissimo, e questa cosa non era da me.
Ma il giorno dopo, sarebbe cambiato tutto.
Mi vennero i brividi lungo la schiena e per il resto del corpo al solo pensiero di quella giornata e della notizia che avremmo dovuto dare, così gli inviai un messaggio.
“Giusto il tempo di mettere il piede in casa, che già hanno fatto domande e capito tutto.
Siamo stati scoperti, cavolo! Accidenti a te e alle tue idee malsane, che si riversano sempre contro di me! Buonanotte, idiota!”
Infilai lentamente il pigiama, guardandomi allo specchio e massaggiandomi tutti i punti della pelle che Harry aveva sfiorato durante quei due giorni. Avevo ancora il suo profumo addosso, e sembrava davvero che fosse lì con me, che quasi non ne sentii la mancanza.
Sfiorai con le dita il ciondolo a forma di stella che mi aveva regalato, quando fui interrotta dal rumore del mio cellulare, che mi avvertii dell’arrivo di un messaggio.
Mi fiondai sul letto, con il sorriso stampato sul volto, che mi rimase quando lessi quelle poche righe e mi fece addormentare, finalmente felice.
“Sei tu che non sai dire nemmeno una bugia senza farti scoprire! Domani mi racconti.
Mi sa che devo farti un corso accelerato di ‘come inventare una bugia e saperla strutturare in poche, semplici mosse!’.
Se proprio decidessi di fare un incubo, stanotte, sappi che ti sognerò! (è un complimento, eh!).
Buonanotte, brutta cretina che non sa nemmeno mantenere in piedi un gioco. Già mi manchi”.
 
                                                                                                                           *
 
La mattina dopo, ero più eccitata e felice che mai.
Avevo ancora il sorriso stampato sulle labbra, come la sera precedente, e non era svanito.
Pensare che da lì a poco, sarei stata la ragazza a tutti gli effetti della persona che amavo di più, mi sembrava quasi un’utopia.
Ballai per tutta la casa e mentre svolgevo le mie solite azioni mattutine.
Ero talmente felice, che tutto il mondo doveva saperlo.
Quando entrai in cucina, saltellando, trovai Elyse ed Helena già sveglie, che mi guardavano stranite.
Si guardarono per un secondo negli occhi, per poi scrollare le spalle e sospirare.
“Ma buongiorno!” esclamai, abbracciandole entrambe nello stesso momento.
“Non è una giornata meravigliosa?” dissi ancora, mentre mi versavo il caffè in una tazza.
“Veramente… c’è il rischio che venga a fare un temporale da qui a poco…” rispose Elyse scettica, guardandomi ancora più stranita.
“Oh…” risposi, guardando fuori dalla finestra e fissando le nuvole che stavano per esplodere.
“Vorrà dire che mi porterò un ombrello!” conclusi, facendo un gran sorriso.
Nemmeno la pioggia avrebbe potuto ostacolare il mio umore e renderlo triste.
“Di solito le brutte giornate ti mettono sempre di cattivo umore…” constatò Hel, affondando il cucchiaio nei cereali “come mai stamattina sprizzi gioia da tutti i pori?”.
Alzai le spalle, ancora con il sorriso sulle labbra.
“Perché la vita è bella!” esclamai, facendo una giravolta su me stessa.
“Mary…” mi chiamò Elyse, posando una mano sul mio braccio, bloccando sul nascere un’altra giravolta.
“Quale strana sostanza hai ingerito, bevuto o fumato per stare così, stamattina?” chiese scettica.
“Sono solo felice!” risposi, mentre ridevo sonoramente.
“No, tu sembri una strafatta!” intervenne Hel, con uno sguardo scioccato sul volto.
Risi ancora di più, poi feci un grande sospiro.
“Lo scoprirete tra qualche ora e vedrete che sarete felici quasi quanto me!” dissi, dando un leggero buffetto sulla guancia di Elyse, che aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Si allontanò da me, e la vidi fare il gesto come per dire ‘è impazzita’ ad Helena, che annuì.
 Sbuffai, uscendo dalla cucina, avviandomi verso il salotto, poi mi fermai sullo stipite della porta, voltandomi verso di loro, che continuarono a fare colazione.
“Per vostra informazione… non sono impazzita!” esclamai, per poi saltellare avviandomi verso la porta.
Presi l’ombrello dal portaombrelli accanto alla porta, fissandolo per un po’.
Feci un sorrisetto e lo rimisi a posto, facendo un rumore assurdo e chiudendomi la porta dietro le spalle.
Non avevo bisogno dell’ombrello per riparami dalla pioggia.
A quello, ci avrebbe pensato la mia felicità.
 
                                                                                                                                *
 
Dopo aver inviato un messaggio a Robert dicendogli che dovevamo vederci, mi riparai dentro un bar, comprando un muffin al cioccolato.
Sarebbe stato difficile spiegargli tutto, ma non potevo continuare a trattarlo in quel modo.
L’avrei fatto solo soffrire, come stavo facendo, e raccontargli tutto sarebbe stata la cosa migliore.
Uscii dal bar dopo aver pagato, aggiustandomi la maglietta a mezze maniche da sotto all’enorme felpa blu che indossavo, infilandomene il cappuccio, che mi copriva il viso.
Decisi di andare da Harry e raggiungerlo all’Hotel per svegliarlo, e ricordargli di non dimenticarsi di venire a casa quel pomeriggio, dato che avremmo finalmente dato quella splendida notizia.
Corsi velocemente quando la pioggia si fece più fitta, fin quando non arrivai all’Hotel dopo un tempo che mi parve interminabile.
La hall era enorme e spaziosa, illuminata dai grandi lampadari che vi si trovavano appesi al soffitto, che mi colpirono immediatamente.
Tolsi il cappuccio dalla testa, mentre ammiravo quei grandi lampadari e mi avvicinavo alla reception.
Un signore sulla quarantina, abbastanza stempiato, dal naso lungo dove vi si trovavano degli occhiali dalla montatura spessa, aveva la testa abbassata verso un qualche foglio che sembrava davvero importante.
Cercai di richiamare la sua attenzione schiarendomi la gola per varie volte, ma nulla.
Lui parve non sentire.
Quando lo ripetei per l’ennesima volta, lui alzò lo sguardo dal bancone sospirando, alzando gli occhi al cielo.
Ci mancava solo che gli desse fastidio!
“Si?” mi domandò, sospirando nuovamente.
“Salve” salutai, facendo un sorrisino cordiale, anche se quel tipo sembrava davvero insopportabile.
Lui sospirò ancora una volta, poggiando sul bancone la penna che aveva tra le mani.
“Serve una mano?” domandò ancora.
Annuii con il capo.
“Avrei bisogno della chiave della stanza di una persona che alloggia qui…” risposi, ma quello storse il naso.
“E chi sarebbe, scusi?” chiese annoiato.
“Harry, Harry Styles”.
Al suono delle mie parole, lui fece una faccia scandalizzata.
“E lei chi è per volere la chiave della stanza del signor Styles?! Una di quelle solite fan che…”
“Sono la sua ragazza” risposi, interrompendolo e guardandolo male.
Lui fece una faccia ancora più scandalizzata e scettica.
“La sua ragazza…” ripeté sussurrando e scrutandomi dalla testa ai piedi.
Di certo, non ero in una condizione presentabile, dato che avevo i vestiti fradici!
“Già” risposi, sostenendo il suo sguardo.
Lui sospirò ancora e mi fece segno di aspettare, mentre si voltava e mi dava le spalle.
Tamburellai sonoramente le dita sul bancone, mentre mi mordevo il labbro inferiore.
Il tipo tornò, posando sul bancone una chiave sotto il mio naso.
“Stanza 315, quarto piano. Si goda il suo ragazzo” disse in tono sarcastico.
Gli rivolsi un occhiataccia, poi decisi di fargli un sorriso falsissimo.
“Lo farò!” risposi di rimando, voltandomi e avviandomi verso l’ascensore, storcendo il naso.
Non vedevo l’ora che Harry tornasse da me, per evitare di vedere di nuovo quel tizio.
Entrai in ascensore e premetti il bottone con su il numero quattro, che mi avrebbe portato direttamente sul piano dove si trovava la stanza di Harry.
Quando si aprirono le porte, mi ritrovai su un immenso e lungo corridoio larghissimo, pieno di enormi porte color panna.
Uscii dall’ascensore e mi avviai verso una di quelle porte, cercando la stanza 315.
Girai per un po’, facendo avanti e indietro per il corridoio, finché non la trovai.
Infilai la chiave nella toppa e la girai lentamente, per non fare rumore.
Aprii piano la porta, stando ben attenta a non farla cigolare così da non svegliare Harry, ma a quanto pare, era già sveglio.
E quello che mi si parò davanti agli occhi, fu come un fulmine a ciel sereno.
 
                                                                                                                          * 

Sentii il cuore andare in frantumi ancora una volta dentro di me, quando vidi la chioma bionda di Cassie avvinghiata a la sua figura maschile, tutti e due in piedi.
Sperai davvero che fosse solo frutto della mia fantasia, che avessi sbagliato stanza, ma purtroppo non era così, e io lo sapevo.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e lasciai cadere la chiave sul pavimento, che fece rumore, facendo voltare di scatto le due figure.
I suoi occhi si spensero ancora una volta appena videro la tristezza imminente sul mio volto.
Non riuscivo a parlare e a muovermi.
Ero come paralizzata.
Fu come rivivere un deja vù, ma stavolta era mille volte peggio.
Cercò di avvicinarsi, ma io corsi fuori da quella stanza che sapeva di tradimento, non lasciando scendere nessuna lacrima.
Sentii i suoi passi veloci dietro di me e la sua presa intorno alla mia vita.
“Lasciami!” urlai, scalciando i piedi in aria.
“Ti giuro che non è stata mia intenzione!” rispose, cercando di tenermi ferma.
“Non me ne frega niente! Ti ho detto che devi lasciarmi, adesso!”.
“Sveglierai tutti se urlerai ancora, ti prego… fammi parlare!”
“Ho detto di no!” urlai ancora più forte, quasi come se volessi farglielo apposta, e riuscii a liberarmi dalla sua presa.
Mi voltai verso il suo viso, pallido e spento, e non ci pensai due volte.
Gli mollai un sonoro ceffone su quella guancia morbida, lasciandogli il segno delle cinque dita, come la prima volta.
Solo che, stavolta, era ancora più pieno di rabbia.
Harry si massaggiò il punto in cui l’avevo colpito, e mi bloccò il polsi per evitare di ricevere altri schiaffi.
“Ti giuro… non sono stato io! Mi si è letteralmente buttata addosso un minuto prima che entrassi tu! Secondo te, ti avrei fatto una cosa del genere?”.
Si, cazzo! L’hai già fatto una volta, non vedo perché non dovresti rifarlo!” urlai, con tutto il fiato che avevo in gola.
Mi aveva illusa di nuovo, e stava riuscendo a spaccarmi sempre di più il cuore.
“Non avrei mai fatto una cosa del genere…!”.
E invece l’hai fatto, guarda un po’! Non trattarmi come un’idiota Harry, non illudermi ancora! Sono stata una cretina a fidarmi di te dopo quello che avevi fatto! Ho deciso di perdonarti, beh… a quanto pare ho sbagliato! Speravo che fossi cambiato e invece sei sempre lo stesso! Hai fatto ancora lo stesso errore, e lo ripeterai sempre!” urlai ancora, lasciando che le lacrime scorressero veloci sul mio viso.
Harry non disse una parola e cercò di asciugarmi le lacrime, ma io lo bloccai violentemente con una mano dopo essermi liberata dalla sua presa, e lo guardai in cagnesco.
“Non devi toccarmi mai più!”.
Il suo viso divenne ancora più pallido, mentre apriva la bocca per cercare di ribattere.
“Mary… ti prego…”
Non pregarmi, Harry, non sono la Madonna e non faccio miracoli!” urlai, sovrastando la sua voce.
“E se li facessi, vorrei che qualcuno per una buona volta mi amasse davvero!” dissi, tra le lacrime e i singhiozzi.
“Io ti amo, perché non mi credi?!” urlò, con la voce rotta dal pianto.
Smettila di dire stronzate! Tu non mi ami, non mi hai mai amata e mai mi amerai! Mi hai voluto solo prendere in giro e io come una deficiente ti ho creduto e mi sono innamorata di te!”
“Perché dici questo…?” sussurrò flebilmente.
“Perché se mi avessi amata sul serio, non l’avresti fatto nemmeno una prima volta….”.
Si avvicinò ancora di più a me dopo vari minuti di quello strano silenzio che si era creato tra di noi, ma io mi allontanai.
“Dimenticati di me, dei nostri progetti futuri, del modo in cui ci baciavamo e ci abbracciavamo, del modo in cui litigavamo e ridevamo, del modo in cui facevamo l’amore e di come dormivamo insieme…” sussurrai decisa “dimenticati del modo in cui ti sei innamorato di me, e dimenticati tutto quello che ci ha legati, che ti ha legato a me fino a questo momento…”.
I miei occhi volevano lacrimare ancora, ma io glielo impedii.
Quella era la decisione più difficile della mia vita, ma anche la più giusta.
“Io… non posso, Mary… non posso…” sussurrò, mentre dai suoi occhi scendeva qualche lacrima.
“Se mi ami davvero, puoi. Ed è questo quello che farò io, perché ti amo, ma non posso più soffrire così, Harry. Ci vorrà del tempo, ma è la cosa migliore per tutti e due…”.
“Non è vero, tu sai che non è vero…!” disse, alzando il tono di voce.
Rimasi immobile davanti a lui. Non avevo più la forza di litigare e alzare la voce per errori che erano già stati commessi in precedenza.
“Forse hai ragione, ma non voglio che continuiamo a farci del male a vicenda. Fidati, è meglio così…”.
Abbassai lo sguardo verso il pavimento. Guardarlo mi faceva male e perdermi nei suoi occhi, in quel momento, avrebbe potuto ferirmi ancora di più.
“Io… io non voglio stare senza te, Mary…”.
Erano le stesse parole che mi aveva detto quando avevamo fatto pace.
Sentire quelle sue parole, intonate dal suo tono di voce, mi fecero scendere alcune lacrime amare.
Nemmeno io volevo stare senza di lui, ma dovevo riuscirci.
“Ci riusciremo entrambi. Sarà difficile trovare qualcuno come te e dimenticarti, ma ci riusciremo…”
Harry scosse il capo, mentre alcune lacrime solcavano il suo viso.
“Io non ci riuscirò mai…”.
Era riuscito a sussurrare una grande verità, ma io ero troppo orgogliosa per ammetterlo, sia a lui che a me stessa.
Mi allontanai ancora di più dalla sua figura, scrutandola attentamente, quasi come se volessi imprimerla ancora meglio nei miei ricordi.
“Ti auguro di trovare qualcuno che ti ami più di quanto ti abbia amato io… anche se sarà impossibile…” sussurrai, mentre le lacrime scendevano senza paura sul mio viso.
Harry si morse il labbro inferiore, piangendo ancora.
Non disse una parola e non mi fermò.
Mi avviai verso le scale e mi voltai ancora una volta, quasi come se non volessi lasciarlo.
Rimasi ferma immobile senza muovere un solo muscolo, poi feci un gran respiro e iniziai a scendere le scale lentamente, infilando di nuovo il cappuccio in testa, quasi come se volessi coprirmi da tutto il male e non farmi vedere mai più.
Uscii fuori dall’Hotel, camminando lentamente e inspirando profondamente l’aria che sapeva di pioggia, con le braccia conserte attaccate al petto, come se volessi ripararmi da qualcosa che potesse procurarmi ancora più male al cuore.
I goccioloni d’acqua scendevano ancora più rapidi e fitti su di me, bagnandomi completamente, ma io non sentivo nulla.
Si posavano sul viso, mischiandosi e mescolandosi di continuo con quelle emozioni tristi e con le lacrime amare, piene di delusione e di mancanza d’amore.
Harry se n’era andato di nuovo, e stavolta per sempre.
Ed ero consapevole che quella, era stata l’ultima volta che l’avrei rivisto. 





Writer's Corner! :)
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In quante vogliono la mia morte, stasera?
Mi sa tante, compresa me...

Bene signorine, questo potrebbe essere il penultimo o terzultimo capitolo di questa FanFiction...
E, a quanto pare, almeno questo capitolo non finisce meravigliosamente.
Lo so che vorreste ammazzarmi per la piega che ha preso questa storia con questo capitolo
si è ribaltata tutta la felicità del precedente e dell'inizio.

Non avete idea di quanto io sia triste in questo momento
e, in effetti, lo sono da giorni perchè sta finendo...
Si, ne scriverò altre, certo, ma questa è stata la mia prima Fan Fiction, la prima che ho pubblicato...
Ed è come se ne andasse un pezzo di me.

Beh, che dirvi?
Il capitolo è un po' una delusione, ma bisogna aspettare il prossimo per vedere come andrà a finire, se bene o male...

Sono di poche parole stasera, dato che sono un po' di giorni che mi sento come se il mondo intero ce l'avesse con me..
non lo so, magari è questo brutto tempo che mi porta ad essere così triste
ma passerà! :)

Un ultima cosa: non so quando pubblicherò il prossimo, vi prometto che inizierò a scriverlo già da stasera, 
ma la settimana prossima sono piena di interrogazioni e ho un turno pomeridiano venerdì! ç_ç
Cercherò di postare il prima possibile, davvero, perchè so che non posso lasciarvi con il fiato sospeso, come stasera!
Quindi, perdonatemi già se non riuscirò a postare con la velocità di quest'ultimo periodo! 

Passiamo ai ringraziamenti, che non sono mai abbastanza:
-Come sempre, a voi, che continuate a seguire questa FF, nonostante sia arrivata alla fine.
Grazie a chi la segue dall'inizio, a chi ha iniziato a seguirla da poco o a metà :)
Grazie per le splendide recensioni e tutti i complimenti, che non merito :)

-A Rebecca, che non si arrende mai e che non deve arrendersi mai, perchè è meravigliosa!
Ti voglio bene <3
-Ad Alessia&Chiara, che hanno seguito questa storia con un entusiasmo che non mi sarei mai aspettata :)
-E ad Agnese&Federica, che sono sempre accanto a me :)

Dopo questo lungo sproloquio, io vado prima che voi mi picchiate!
Sappiate che vi voglio bene! :D

Se volete, qui c'è la mia pagina Facebook! 
http://www.facebook.com/LeiCredeNeiMiracoli


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Mi perdonate con questa gif? *w*

#muchLove.
-YoursM.


 

  
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