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Autore: Lena Mason    14/04/2012    3 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo Secondo 

The secret of the Students


La donna, seguita a ruota dai ragazzi, li portò in uno strano emporio, chiamato Urahara, in un luogo remoto della loro città; di fronte al negozio vi erano due strani ragazzini che litigavano. O meglio: il ragazzo sbraitava contro l’altra, la quale rimaneva in silenzio, con gli occhi bassi.

Yoruichi si avvicinò ai due, piantandosi di fronte al ragazzino che, alzando lo sguardo, si paralizzò: infatti la donna, anche se gli studenti ancora non lo sapevano, era famosa per il suo sguardo di ferro e anche il piccoletto esagitato ne era rimasto terrorizzato.

 

«Posso sapere» iniziò Yoruichi, con voce incrinata dalla rabbia «perché la stai trattando in questo modo, di nuovo?».

 

Il ragazzino, riprendendo il controllo, ghignò e rispose: «Non sono affari tuoi, vecchiaccia».

A quelle parole, Yoruichi scattò e afferrò il ragazzino per il collo, iniziando a sfregargli un pugno sulla testa.

 

«Jinta! Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così? Ora ti ucciderò».

 

Mentre i due si scannavano, la ragazzina trattata male, si avvicinò agli ospiti, ancora stupiti dal comportamento dei due contendenti: nessuno di loro era un esperto, ma i due ci sapevano sicuramente fare.

 

«Ohayou, minna-san» disse la ragazzina, attirando su di sé gli sguardi dei ragazzi «nell’attesa che quei due finiscano, volete accomodarvi?».

 

Si ritrovarono seduti su un tatami aspettando che Yoruichi li raggiungesse; la ragazzina, di nome Ururu Tsumugiya, era sparita per preparare un tè, quando un uomo varcò lo shoji.

I ragazzi lo guardarono, trovandolo particolarmente strano: indossava un kimono tradizionale di color verde scuro, un paio di geta e calcava in testa un cappello a strisce bianche e verdi.

Li guardò attentamente, prima di aprire un ventaglio e nascondere dietro di esso il suo ghigno di soddisfazione: questa volta Yoruichi aveva portato con sé qualcosa di molto interessante.

 

L’uomo, che si presentò come Urahara Kisuke, altri non era che il proprietario dell’emporio e amico di vecchia data di Yoruichi.

Dopo che il tè fu servito, Misaka lo guardò e disse: «Urahara-sama, sa che è maleducazione non togliersi il cappello?».

L’uomo le sorrise, assecondando la sua richiesta. Si scoprì così che l’uomo aveva occhi grigi e capelli biondi e, mentre Yoruichi entrava trasportando un Jinta svenuto, facendo baccano, nessuno sentì Misaka sussurrare a Yuna: «Sapevo che era un figo pazzesco» spingendo la corvina a sbuffare e passarsi una mano sul volto, esasperata.

 

Quando tutti, compreso un omaccione con occhiali che rispondeva al nome di Tessai Tsukabishi si furono accomodati sul tatami, Yoruichi si rivolse ai ragazzi:

 

«Bene, ora potete spiegarci come mai siete venuti a cercarmi?».

 

A prendere parola fu, questa volta, Yunalesca, che, dopo aver preso un lungo sospiro, disse: «Noi li vediamo. Riusciamo a distinguerli dai normali esseri umani. Capite cosa intendo?».

 

«Certamente, ragazzina! Anche noi riusciamo a vederli. Quando avete scoperto questa cosa?».

 

«Io l’ho sempre saputo» disse Misaka «mentre il resto di loro lo ha capito recentemente cosa fossero quelle strane auree che circondavano alcune persone; il dono lo hanno dalla nascita come me, solo che avevano bisogno di capirlo. Questo discorso non va applicato a Uryuu, dato che la sua stirpe è cacciatrice di vampiri da generazioni».

 

«Appurato che avete il dono della Vista, possiamo sapere perché siete qui?» chiese Yoruichi.

 

I ragazzi si guardarono tra loro e dopo essersi accordati solo con gli sguardi,Orihime disse:

 

«Noi vogliamo fare qualcosa. Pensiamo sia una grande colpa, nei confronti di chi viene ucciso o trasformato da quegli esseri, non fare nulla e rimanere semplicemente a guardare».

 

«E noi cosa dovremmo fare?».

 

«Avanti, Yoruichi. Ormai non ha più senso tenerli sulle spine: è ovvio che vogliano essere istruiti nella caccia al vampiro» disse Kisuke, sorridendo eccitato.

 

**

 

Una volta raggiunto un accordo con Kisuke e Yoruichi, i ragazzi si incamminarono verso casa: ovviamente nessuno veniva lasciato solo. La prima ad essere accompagnata fu Orihime che invitò tutti a salire; decisero quindi, dopo aver avvisato i genitori, di rimanere a cena, evitando in ogni modo possibile di far cucinare la padrona di casa, dato che era famosa per i suoi strambi abbinamenti culinari.

Seduti a tavola, mentre mangiavano, iniziarono a discutere su quello che era successo nel pomeriggio.

 

«Secondo voi è stata una scelta corretta? Voglio dire: saremo sempre in pericolo, ogni qual volta usciremo per cacciare i vampiri» disse Yunalesca.

 

«Non saremo più in pericolo di quanto non lo siamo già ora. Se uno di noi uscisse da solo, probabilmente l’articolo di domani di Yoruichi parlerebbe di lui, quindi non vedo dove sia la differenza» rispose Misaka, aggiungendo «anzi, se impariamo qualcosa su di loro, possiamo difenderci e, magari, sopravvivere».

 

«Concordo con Misaka» disse Uryuu.

 

«Sai che novità! Lo sanno tutti che l’assecondi solo perché ti piace!» lo prese in giro Ichigo, facendo ridere i presenti e ricevendo uno scappellotto dalla rossa alla sua destra.

 

L’unica che sembrava persa nel suo mondo era Rukia. Il resto del gruppo sapeva bene il perché: il suo fratellastro era un vampiro, lei avrebbe cacciato i suoi simili e non aveva idea di quale sarebbe stata la reazione di Byakuya.

Yunalesca le si avvicinò dicendole: «Rukia, se non te la senti, lo capiremo. Dopotutto anche se non siete legati dal sangue, rimane comunque tuo fratello maggiore».

 

«Grazie mille ragazzi, ma lo voglio fare. Non vedo più nii-san da anni ormai, quindi non penso sia particolarmente interessato né alla sottoscritta né a quello che combino» rispose la ragazza, regalando un sorriso triste.

 

Poiché Yuna e Misaka abitavano a poche abitazioni di distanza, fu facile accompagnare tutti: prima le due ragazze, seguite da Uryuu e Sado e per finire Rukia e Ichigo, poiché la ragazza abitava, da sola, nella casa a fianco a quella del ragazzo dai capelli arancioni.

 

«Rukia, ci conosciamo da anni: dimmi la verità, vuoi davvero combattere contro la razza a cui tuo fratello appartiene?».

 

«Sì, Ichigo. È giusto così! Lui è dalla parte sbagliata, capisci? Quelli della sua specie uccidono quelli come noi. So che è terribile che io pensi a questo, ma forse un giorno lui cercherà di uccidere me» rispose, in modo accorato e sincero, la ragazza spingendo Ichigo ad afferrarla ed abbracciarla.

 

«Ichigo! Lasciami! Non siamo più dei mocciosi!» gli gridò contro, anche se la sua voce, per quanto alta, era ovattata dal petto del ragazzo, nella quale il viso di Rukia era affondato.

Ichigo la lasciò andare, allontanandosi da lei quel tanto che serviva per evitare rappresaglie.

L’unica cosa che ricevette fu uno sguardo omicida e uno sbuffo, prima di vedere Rukia varcare il cancelletto di casa, aprire la porta e richiudersela con foga alle spalle.

Quello che Ichigo non vide fu Rukia che si appoggiava alla porta, scivolando verso il basso, maledicendolo per la sua cecità.

 

Purtroppo i ragazzi e i loro futuri maestri non sapevano di essere tenuti d’occhio da qualcuno che loro conoscevano e ritenevano degno di fiducia, lo stesso che aveva ordinato ad alcuni dei suoi scagnozzi di seguirli da lontano ed eliminarli qualora si fossero rivelati una minaccia.

 

La mattina successiva, lo stesso gruppo che si era riunito per la caccia ai vampiri si ritrovò per la pausa pranzo, così da discutere i piani del pomeriggio.

 

«Bene. Urahara-sama ci ha detto di trovarci al suo emporio dopo la scuola, solo che Uryuu e Orihime ci raggiungeranno una volta finite le attività extra scolastiche: mi raccomando di non venire soli, capito?» disse Misaka, ricevendo un segno di assenso dai due interpellati.

 

«Chissà cosa ci attenderà» sospirò Yunalesca, con una domanda rivolta più a se stessa che ad altri.

 

«Io credo che prima ci istruiranno sulla storia dei vampiri, sulla storia degli Shinigami ed infine ci diranno come possono morire quelle creature» rispose Ichigo, mentre beveva il succo alla fragola, per cui Misaka lo prendeva in giro in continuazione.

 

«Ehi!» una voce femminile li stava chiamando dal cortile, facendo si che tutti si voltassero in perfetta sincronia.

 

Chizuru si avvicinava a loro correndo. Si fermò di fronte al tavolo e dopo aver ripreso fiato, diede loro la notizia: tre nuovi studenti si erano trasferiti nella loro scuola e due di loro sarebbero entrati a far parte della classe di Ichigo.

 

«Meno male che non sono nella nostra: quella stronza di Storia li fa affida sempre a me per fargli fare il giro dell’istituto» disse Misaka, sorseggiando il tè, poco interessata ai nuovi arrivi: la maggior parte degli studenti che frequentavano l’istituto non erano di suo gradimento e lo stesso concetto si applicava a Yunalesca.

 

«Questa volta ti dispiacerà eccome! I due ragazzi sono davvero belli! Anche se sono un po’ strani» disse Chizuru.

 

«Strani?».

 

«Sì. Uno di loro ha gli occhi fin troppo verdi, mentre l’altro ha i capelli azzurri!».

 

«Non avevi detto che erano tre?» chiese Orihime,incuriosita.

 

«La terza è una ragazza che sarà in classe con voi, care!» rispose, indicando Yunalesca e Misaka «ed è bionda con occhi chiari: non è sicuramente giapponese, anche perché è un po’ troppo abbondante in alcuni punti, come Orihime!» concluse, cercando di afferrare la ragazza salvata da Rukia.

 

«Sono sicura che stai esagerando come il tuo solito» le disse Misaka, vedendo che la ragazza sorrideva, prima di dirle: «Guarda con i tuoi stessi occhi, allora».

 

Misaka, insieme a coloro che come lei erano di spalle al cortile, si volsero verso il punto indicato da Chizuru, vedendo un gruppetto di ragazze circondare due figure: una delle due era alta e massiccia, mentre la seconda più minuta e di altezza molto inferiore.

 

«Ehi! Dannate oche! Lasciateli stare!» a gridare era stata Tatsuki che, appena arrivò al gruppetto, fece sciamare lontane le ragazze. Al seguito della ragazza vi era la terza nuova compagna, alle cui spalle vi era un Asano letteralmente sbavante.

 

«L’idiota si è trasformato nuovamente in un San Bernardo, hai visto, Yunalesca?» disse Misaka, ridendo con l’amica.

 

Quando pronunciò il nome dell’amica, Asano, da bravo cane fedele, alzò lo sguardo e incontrando quello rubino di Yunalesca, sorrise serafico e si avvicinò di corsa.

 

«Eccolo che parte all’attacco. Ichigo! Se lo becco in faccia, sono cento punti, d’accordo?» gridò la rossa al compare, che accettò; Asano vide solamente il ghigno di Misaka, prima di ritrovarsi a terra con il naso sanguinante.

 

«Preso!» gridò Misaka, suscitando l’ilarità di tutti e attirando, suo malgrado le attenzioni dei nuovi arrivati.

 

«Chi è?» chiese con voce atona, il più basso.

 

«Quella è Misaka Kawashima. È la ragazza più strana della nostra scuola, ma è anche simpatica! La conosco poco, ma non è male! Ovviamente non chiedetelo a quello per terra: lei ed Ichigo, il ragazzo alle sue spalle con i capelli arancioni, lo stendono ogni giorno con pugni o calci, perché cerca di aggredire la piccoletta che si chiama Yunalesca Harai».

Mentre Tatsuki si allontanava dando le spalle ai due, non vide il ghigno che si dipinse sulle labbra di quello alto.

 

 

 



E via il primo capitolo: penso si capisca chi siano i tre nuovi studenti, vero? Se così non fosse verrà tutto spiegato nel prossimo capitolo! Grazie a chi legge, se volete dare il vostro parere lo leggerò volentieri!
Elena
   
 
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