Telefonate
- << Nahuel Newton >> - disse Nahuel scocciato, rispondendo al cellulare. Perché lo stavano chiamando con l’anonimo?
- << Nahuel >> - sussurrò dolcemente una voce femminile, che lui non aveva mai sentito.
- << Chi sei? >> - chiese lui un po’ sorpreso.
- << Io… ehm… possiamo incontrarci? >> - disse alla fina quella voce, indecisa e quasi terrorizzata.
- << N… non so nemmeno chi sei! >> - esclamò Nahuel. Era assurdo. Cos’era, uno scherzo?
- << Nahuel, sono un’amica. Ti prego, incontriamoci. Puoi portare qualcuno se non ti fidi >> - disse la voce femminile.
- << Io… dove? >> - sussurrò infine lui.
- << Dove vuoi tu >> - rispose lei, cercando di ispirare un po’ più di fiducia con quella frase.
- << Vediamoci… tra un’ora da Doe>> - disse infine lui.
- << Ci sarò >> - rispose l’altra voce infine, riattaccando.
Riattaccando, Nahuel si chiese cosa avesse combinato.
Aveva accettato l’invito di una sconosciuta.
Scorse la rubrica, cercando qualcuno/a da invitare.
Da solo non ci sarebbe andato per nessun motivo. I diciotto anni erano vicini, dopotutto.
E se qualche nemico di sua madre avesse…
“Balle” pensò.
In ogni caso, premette il tasto della cornetta verde.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
- << Jess Done >> - rispose Jess al cellulare.
- << Jess, menomale! Oddio, mi prenderai per pazzo, ma…
- << Pire, lo sai che ci sarò in ogni caso, sempre >> - sussurrò Huilen.
- << Lo so, ma forse ho sbagliato, forse… >> - rispose Pire, divorata dai dubbi.
- << Pire >> -
Huilen le si sedette accanto sul letto. Le afferrò delicatamente i capelli e glieli raccolse per guardarla negli occhi.
- << Huilen, non siamo ancora pronti, ho sbagliato… >> -
- << Pire >> - la interruppe ancora Huilen - << nel mondo devono esserci ancora… diciamo venti streghe o maghi. Un egregio esercito. Non saremo pochi ad affrontare i licantropi >> -
- << Ma non siamo pronti! E poi dove sono, scusa? >> - chiese Pire, ancora sfiduciata.
- << Non preoccuparti, Pire, li troverò >> - disse Huilen col tono di una promessa.
- << Grazie >> - disse semplicemente Pire, grata a sua sorella.
- << Tutto sta andando come avevi previsto, fratello >> - disse il biondo.
- << Mi sottovaluti sempre, Aro >> - sussurrò di rimando Marcus.
Caius li ascoltava attento.
Per la prima volta erano tutti e tre interessati alla stessa cosa.
- << Quando interverremo? >> - chiese Aro, rivelando un’impazienza che solo i suoi fratelli conoscevano.
- << Oh no, noi non interverremo >> - disse Caius, parlando per la prima volta - << saranno loro a venire da noi >> -
Aro sollevò uno dei tre calici pieni di prelibato liquido rosso che una stupida servile – Joanna? Jona? No, Gianna – stava porgendo loro.
Odiava bere sangue dai calici, ma era molto decorativo.
Anche i vampiri millenari erano vittima dell’immagine.
- << Perdonami, Marcus, ma questo brindisi non sarà a te >> - disse ironico.
- << Certo che no! >> - esclamò Caius.
- << Concordo, fratelli. Questo sarà per… >> - Marcus si interruppe e guardò suo fratello negli occhi.
- << A quel buonuomo di Billy Black >> - concluse sarcastico.
Avvicinarono tra loro i calici con scherno.
Poi li portarono alle labbra.
Bravo, Billy Black.
- << Io dovrei raggiungere gli altri >> - disse Leah, alzandosi da terra.
Jacob l’aveva portata dove un giorno di una vita precedente aveva portato Nessie.
Non avrebbe dovuto farlo, però Leah…
Jacob le voleva già bene.
- << Non vuoi rimanere ancora un po’? >> - chiese lui.
Doveva trattenerla.
Un contatto umano, dopotutto, non gli faceva male.
- << Ma … veramente io … >> -
Leah titubava.
Nemmeno lei voleva andar via.
- << Andiamo a bere qualcosa. Andiamo… andiamo da Doe! >> - disse Jacob.
- << Doe? >> - disse Leah, assaporando un nome che non aveva mai sentito.
La sua posizione era ormai compromessa agli occhi di tutto il branco.
Magari Jacob l’avrebbe anche protetta.
- << Vende birre? >> - chiese.
- << Il fatto che abitiamo nella stessa casa e che condividiamo la camera non significa che tra noi sarà tutto come prima >> -
Che freddezza, pensò Alice. Perdere una sorella non ti fa niente, Nessie?
- << Hai bisogno di me, Nessie >> -
Cosa stava dicendo? Si volevano bene, ok, ma erano entrambe molto indipendenti.
- << Non ho bisogno di te, Alice >> - disse Nessie sussurrando.
Poi la voce le si spezzò, e tacque.
Si asciugò gli occhi col polso e voltò gli occhi verso il balcone della loro camera.
Chi è solo non ha bisogno di nessuno.
- << Non ti mentirò mai più >> - disse Alice, sussurrando anche lei.
Perché? si chiese Nessie. Perché si continua a voler bene ad una sorella che ti ha deluso.
Lasciò scorrere le lacrime, stavolta.
Non le bloccò.
- << Promesso >> - sussurrò ancora Alice, abbracciando sua sorella delicatamente.
Chi è solo crede di non aver bisogno di nessuno.
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Angolino dell’autrice.
Ehilà! Vi è piaciuto questo capitolo?
E la storia?
Recensite, per favore, poiché ho intenzione di chiudere questa storia ed aprirne un’altra che sarà il sequel.
Avvertirò tutti voi che avete recensito, aggiunto tra i preferiti, tra le ricordate e le seguite quando comincerò l’altra.
Bacio :* dalla vostra (ex halfblood_vampire) Malandrina1995.