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Autore: one directioner    15/04/2012    13 recensioni
Loro non mi conoscono. Io, invece, si.
Loro sono la perfezione. Io non mi piaccio.
Loro sono famosi. Io non sono nessuno.
Loro sono lontani. Io sono qui.
Ma, per favore, lasciatemi sognare la mia vita con i One Direction.

*** Era la sensazione più forte che avessi mai provato: come se tutto il resto fosse finito e c’era solo lui, come se non riuscissi più a pensare a niente, come se ci fossero terremoto, pioggia, sole e ghiaccio contemporaneamente. Le nostre labbra si muovevano con armonia e le nostre lingue danzavano il più bello dei valzer. Tutto ciò per cui valeva la pena di vivere io l’avevo appena trovato e non lo avrei mai lasciato andare.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente non si può dire che mi svegliai perché effettivamente ero stata sveglia tutta la notte … mi alzai, andai in bagno, mi vestii e poi prima di scendere per la colazione accessi il cellulare. Appena acceso però fu il panico: avevo 26 chiamate perse da Vane; giusto il tempo di vederle che il cellulare prese a squillare: ovviamente era lei.
 - Dimmi tutto dolcezza!- risposi io.
 - Sere … - mi disse. Dalla voce capii che aveva pianto e la cosa iniziò seriamente a preoccuparmi.
 -  Oddio che succede?- chiesi io.
 -  Succede che non posso partire!- fu come un pugno in faccia, non potevo crederci.
- Cosa vuol dire che non ..?- iniziai.
-  Vuol dire che non posso! – mi interruppe lei.
 -  Vuol dire che non posso partire con te!- e poi iniziò a piangere. Cercai di tranquillizzarla ma non sapevo in che modo perché non avevo afferrato bene la situazione.
-  Dai stai tranquilla: posso parlare io con Betty, vedrai che la convinceremo!- poi lei fece una risatina nervosa e disse:
– No, no! Non hai capito, scusa non ti ho spiegato … Mi hanno operato di appendicite appena due ore fa … - la notizia mi lasciò sconcertata.
– Stanotte mentre dormivo improvvisamente ho sentito un dolore atroce e mi hanno subito portata all’ospedale.- continuò. Ero incredula.
– Cosa? Ma se mi chiamavi potevo venire lì! E adesso come stai? Ti senti bene? Sei sicura di esserti ripresa? – l’assalii io.
- Si, ora mi sento decisamente meglio, ma devo stare a riposo per qualche giorno e non posso praticare attività faticose e stressanti … quindi direi che un viaggio in aereo è totalmente da escludere!- fece lei.
 – Beh dai capita no? Sono piccoli imprevisti che possono succedere! Rinvieremo il viaggio fra qualche settimana!- la tranquillizzai io.
-  Sei pazza? Tu parti cara mia! Esattamente tra 3 ore! Tu intanto arrivi a Londra e io ti raggiungerò tra un paio di settimane, appena troverò un altro volo disponibile.- disse subito lei decisa.
 - No! Non esiste che io parta senza di te, non ce la farei! Senti, io devo essere con te, ho bisogno che ci sia tu Vane altrimenti …  beh mi potrei perdere, potrei essere rapita, potrei … - non mi lasciò finire.
 – Smetti di trovare scuse! Sappiamo entrambe che tu sei quella più attenta, con me potresti solo essere rapita in un posto in cui ti sei persa! Se ti volessi qui con me te lo direi senza problemi e rimanderemo il viaggio, ma io voglio che tu vada. Dopo staremo insieme, certo, ma ora devi vivere il tuo viaggio, da sola! Ti farà bene credimi.- mi rassicurò.
– Io … Beh Vane davvero … sei sicura che ..??- farfugliai.
 - Certo! Dai ora vai a finire di prepararti, sono certa che non hai ancora chiuso la valigia!- mi girai ed effettivamente era ancora aperta sul letto con il filo della piastra e vari vestiti che uscivano fuori.
 - Beh allora io vado … ci vediamo a … Londra! … Quando mi raggiungerai ti verrò a prendere all’aereoporto, mi riconoscerai: sarò quella con in mano un cartello enorme con su scritto il tuo nome. Riprenditi ti voglio un mondo di bene.- .
 
Non ero mai stata su un aereo da sola. Certo, avevo viaggiato spesso, ma non ero mai stata completamente,  totalmente sola! Ed infatti ero un po’, solo un pochino, preoccupata: quando l’aereo decollò per poco non svenni tanta era stata l’ansia prima della partenza. Certo, i miei genitori erano stati davvero speciali e mi avevano incoraggiata, ma quella giornata era già partita male. Mi mancava Vane: se fosse stata lì con me sarei stata molto più rilassata e, invece, mi trovavo seduta vicino ad uno sconosciuto che dormiva beatamente. Io odiavo quando la gente dormiva in aereo perché io non ci riuscivo! E invidiavo profondamente chi ne era capace e si risvegliava solo cinque minuti prima dell’atterraggio. Stare sveglia mi costringeva a pensare che saremo potuti precipitare da un momento all’altro … Decisi di guardare fuori dal finestrino. Era un miscuglio di colori meravigliosi: dal blu elettrico, all’azzurro brillante, fino al bianco candido. Mi rilassai un po’ e cominciai a rendermi davvero conto di quello che stava succedendo: stavo andando a Londra e sarei rimasta là per un anno intero! I miei avevano pensato che così avrei visitato la città e avrei imparato ancora meglio l’inglese tanto da diventare praticamente bilingue:  infatti, oltre ad averla studiata al liceo, mio padre era inglese e fin da piccola avevo parlato questa lingua a casa. Per mia sfortuna però non ero mai stata a Londra e non vedevo l’ora di arrivare …
 
Quando scesi dall’aereo presi un taxi per farmi portare fino al centro della città in un quartiere chiamato Notting Hill dove c’era il mio hotel. Già sentivo che l’aria era cambiata, che c’era un’atmosfera diversa e potevo ammirare dal finestrino il meraviglioso paesaggio londinese! Una volta arrivata a destinazione mi precipitai dentro l’hotel, andai alla reception e diedi la mia prenotazione. La ragazza che stava dietro la scrivania, che inizialmente mi aveva rivolto un sorriso cordiale, all’improvviso si fece più seria e poi corrugò le sopracciglia e mi disse:
 – Mi scusi ma questa prenotazione non è valida! … - cercai di mantenere la calma.
-  Ehm … scusi come è possibile?- chiesi un po’ allarmata.
- Beh vede deve essersi sbagliata: non ha prenotato la camera giusta! Quella che doveva essere la sua stanza è già occupata. C’è stato un errore e credo che non ci siano altre stanze libere. - . Cominciavo ad essere visibilmente preoccupata.
 – Mi scusi ma ora come faccio? Non c’è nessuna stanza libera? Proprio niente?- chiesi speranzosa.
 – Ora vado a controllare mi disse- e si allontanò. Rimasi lì ad aspettare per cinque minuti e intanto speravo che ci potesse essere qualche posto libero … anche solo lo sgabuzzino vuoto: mi sarebbe andato benissimo! Invece quando la ragazza ritornò mi disse dispiaciuta:
 – È tutto al completo. Ci scusiamo davvero molto.- ringraziai e usci dall’ albergo. Quella giornata poteva andare peggio di così? Ero davvero così sfortunata? Prima la mia migliore amica che non poteva partire, poi la stanza … Ero nel panico. Chiamare i miei genitori era escluso perché si sarebbero preoccupati e non potevano aiutarmi, così decisi di lasciare perdere. Mi fermai fuori dalla porta, mi sedetti sulla valigia e comincia a pensare ad una soluzione. Mentre ero tutta concentrata a riflettere sentii una voce che urlava il mio nome.
 – Sere! Serena!- possibile che stessero cercando proprio me? Alzai lo sguardo e vidi dall’altra parte della strada una figura agitare la mano nella mia direzione. Inizialmente non capivo chi potesse essere, poi, mentre lui continuava ad urlare il mio nome, mi resi conto che in quella voce limpida e meravigliosa c’era qualcosa di famigliare. Poi riconobbi i capelli: quei ricci inconfondibili. Possibile che fosse davvero lui? Ma, mentre stava correndo verso di me attraversando la strada, ne ero già assolutamente certa. Era lui, il mio migliore amico: Harry Styles.


  
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