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Autore: MidnightShiver    15/04/2012    7 recensioni
Albus Silente, preside della famigerata Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, chiede a una delle sue studentesse più brillanti, Hermione Granger, di portare a termine una missione che ha a che fare men che meno con Draco Malfoy.
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Dal primo capitolo:
- Professore... E' davvero tutto quello che vuole che io faccia? Impedire a Malfoy che... che la uccida?
- Vedo che l'aver scelto lei è stata una buona cosa. La sua perspicacia mi colpisce sempre, Signorina Granger. No, in realtà voglio che lei, sempre se accetterà, faccia in modo che Malfoy si renda conto che la "parte" da cui sta non è... diciamo... vantaggiosa.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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A Joanne Rowling, la regina di un mondo meraviglioso.





Many men would have been
More than happy more content
But I'm at war with myself
Wrap the mirror someone else




Rimase distesa sul letto con gli occhi che fissavano il soffitto scuro.
Cominciava già a controllare il suo respiro, segno che si stava riprendendo dallo shock del sogno.
Si passò una mano sulla fronte: era sudata fradicia e stava ancora tremando.
Era spaventata, sentiva il sangue arrivarle al cervello e anche se aveva la fronte fredda come il ghiaccio aveva caldo, tanto caldo.
Chiuse gli occhi e le passarono davanti le immagini degli ultimi minuti.
Aveva fatto quell'incubo, dove c'era quell'uomo tanto somigliante a Malfoy, solo che aveva gli occhi rossi come il sangue e aveva dei guanti bianchi.
Poi Draco l'aveva sentita urlare e l'aveva svegliata.
Ma perché lo aveva fatto?
Sentì i rumori del cucinotto e si alzò quando sentì la teiera bollire.
Uscì dalla sua stanza e si mise a sedere sul divanetto della Sala Comune.
Non aveva idea di che ora fosse, ma era certa di aver dormito un bel po', dato che fuori si vedeva benissimo che era pomeriggio inoltrato.
Il cielo era coperto dalle nuvole e il sole non si riusciva a vedere perché era coperto da una di esse e stava piovendo copiosamente.
Prima che Hermione si potesse dirstrarre completamente con le nuvole il ragazzo uscì dalla cucina con un vassoio in mano.
Si sedette nel divano di fronte a lei e appoggiò il vassoio sul piccolo tavolino, versando il tè nelle due tazze di porcellana.
Aprì la zuccheriera e aggiunse due cucchiaini di zucchero al suo tè, mescolandolo.
Cominciò a sorseggiarlo in silenzio, con lo sguardo basso, deciso a non aprire la bocca a meno che non lo avesse fatto lei.
Ormai lo aveva ammesso: si era spaventato per la ragazza e adesso cercava di nascondere le mani che tremavano dallo spavento.
Lei si girò e smise di guardare il cielo fuori dalla finestra e mescolò il tè con lo zucchero appena aggiunto.
Poi se lo portò vicino alle labbra, respirando avidamente quell'odore che riusciva sempre a calmarla.
Era arrivata a bere metà della bevanda, quando decise che quel silenzio doveva essere pur rotto da uno dei due.
E sapeva che il ragazzo non lo avrebbe fatto.
- Per quanto ho dormito? - sussurrò, guardandolo negli occhi per qualche secondo.
Quella non era certo una domanda che il ragazzo si era aspettato.
Infatti, aveva creduto che lei gli avesse potuto chiedere "perché mi hai svegliato?", oppure "come ti sei permesso di entrare nella mia stanza?", ma no, il suo tono della voce era pacato e soffocato da respiri spezzati, forse dalla paura.
- Parecchio. Fai tu i conti. Sono le tre del pomeriggio.
Quasi era soffocata per aver ricevuto la notizia.
Era andata a dormire circa alle dieci di sera e si era risvegliata alle tre del pomeriggio del giorno dopo.
Aveva dormito quasi sedici ore e si sentiva appena rilassata.
Era ancora scioccata dalla notizia quando l'orologio accanto al camino trillò per avvertire che la lancetta delle ore si era definitivamente spostata sul "3" e quella dei minuti sul "12".
Era rimasta a guardarlo, ipnotizzata, fino a che il ragazzo si era alzato e aveva raccolto il vassoio, la tazza e la zuccheriera dal tavolino, diretto nella piccola cucina del loro dormitorio.
Appena si era alzato Hermione si era resa conto che era stata a fissare l'orologio senza neanche rendersi conto che le lancette si erano mosse: adesso erano le tre e mezza.
Bevve l'ultimo sorso di té, ormai freddo, e si alzò dal divano, diretta verso la cucina.
Senza dire nulla, passò davanti a Malfoy, posò la tazza all'interno del lavandino ed indugiò per qualche secondo nel fissarlo riordinare tutto con la bacchetta.
Poi se ne andette in camera sua.
Appena prima di chiudere la sua porta sentì Draco urlarle dalla cucina:
- Granger, ricordati che stasera è il nostro turno della ronda. Alle otto in punto in Sala Comune.
La ragazza annuì, dimenticando che lui non la poteva vedere e si chiuse in camera sua.



*****



I clamed to sorrow like I'm claming to you

The only thing that I ever knew

Every beat of my heart is killing me slow
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh


Cosa avrebbe potuto fare adesso?
Doveva trovarsi un impegno per le prossime cinque ore, che non fosse dormire, ovviamente.
Quindi decise di cominciare a fare tutti i compiti per quando sarebbero rientrati dalla settimana di pausa, ma non erano molti, dato che quella non era stata una pausa programmata, quindi in un'ora aveva già finito e doveva trovare un impiego per altre quattro.
Così decise di andare in biblioteca a cercare altre informazioni possibili sul codice, dato che ormai non erano molti i libri che le mancavano dallo scaffale dei codici.
Così, si infilò il bigliettino in tasca e uscì dalla sua stanza, passando per la Sala Comune, dove Malfoy era intento a leggere un libro.



*****


I go down with this ship
If that is madness so be it
We're together, never alone
When I touch you turns to stone



Appena il tempo di percorrere la strada verso la biblioteca che in cinque minuti era circondata da Ginny e Ron che le urlavano contro in maniera agitata, trascinandola da parte del tutto opposta a quella in cui era diretta.
Dai loro discorsi mescolati aveva solo capito poche cose concrete, come "Harry", "l'avevo detto io", "Quidditch" ed "infermeria".
Si rese conto di quel che era successo quando si ritrovò in un luogo dello stesso odore di un ospedale babbano, con lettini da ogni parte, in cui in uno stava men che meno Harry Potter, che si teneva la gamba destra con una faccia addolorata.
Non ebbe tempo di chiedere che cos'era successo che Ginny partì a parlare, rivolta verso Hermione:
- Visto? Lo avevo detto io!
La ragazza la guardò confusa e quando la Weasley le diede l'idea di voler incominciare di nuovo a parlare, la mise a tacere con un gesto.
- C'è qualcuno che mi vuole spiegare che cosa diavolo è successo, con calma?
Evidentemente nessuno aveva capito la parte finale, perché cominciò il solito trambusto e durarono tutti insieme circa dieci minuti per essere zittiti da una voce un po' sforzata.
- Hey - aveva sussurrato Harry, nell'intento di far tacere gli amici davanti a lui.
- Hey! - aveva ripetuto con un tono più alto di voce, ottenendo l'effetto desiderato.
Tutti infatti si zittirono e il ragazzo con la cicatrice si rivolse ad Hermione.
- Herm, mi sono semplicemente fatto male giocando a Quidditch, niente di che...
- Cosa che io ti avevo detto di non fare, con questo tempo - disse Ginny, indicando con un dito la finestra dell'infermeria.
- Su, su, calmatevi! Piuttosto, che ha detto la Chips? - intervenne Ron, intromettendosi nella discussione.
- Niente, che mi ha rimesso a posto l'osso che mi si era rotto e che con un po' di Ossofast domani mattina sarò guarito.
Hermione sedette vicino a lui e il tempo scorse, fino a quando Madama Chips non entrò nell'infermeria e li cacciò tutti perché "il malato doveva riposare per ottenere al meglio i benefici della cura".
Così Hermione, Ginny e Ron se ne andarono, salutando Harry.
Una volta usciti dall'infermeria Ginny le spiegò più accuratamente che cosa era successo ad Harry.
In pratica, il ragazzo voleva allenarsi più duramente per la partita che i Grifondoro avrebbero sostenuto tra una settimana contro i Serpeverde e aveva scelto quel giorno per allenarsi, senza ascoltare le constatazioni di Ginny che in quel giorno avrebbe potuto prendersi un fulmine in testa.
- ...Così, attorno alle due di pomeriggio ha preso scopa e tutto ed è andato in campo, neanche il tempo di avvistare il boccino e gli è caduto vicino un fulmine e dallo spavento quell'idiota è caduto dalla scopa, atterrando sulla gamba che si è quasi spezzata - terminò Ginny infuriata.
- Beh, io glielo avevo detto! - affermò, agitando in aria il dito.
- Dai, su, Ginny, lo conosci Harry... Non rinuncerebbe al Quidditch per nulla - disse Ron, nel tentativo di calmare la sorella.
- Lo so, lo so! Però ci sono delle priorità! Vivere, ad esempio, è una di...
- Dai, su ragazzi, calmatevi! - disse Hermione, che rideva per il fatto che Ron era diventato rosso come un peperone alla risposta pungente della sorella.
- Che ne dite di andare ad Hogsmeade a prenderci una burrobirra e compriamo qualche cosa da Mielandia per Harry? - propose la riccia.
Alla parola "Mielandia" gli occhi di entrambi si illuminarono e decisero che era meglio lasciar stare la litigata.
Così, si avviarono per Hogsmeade e si fermarono ai Tre Manici di Scopa e bevvero una Burrobirra.
- Su, Herm, raccontaci: come va con Malfoy?
La ragazza quasi strozzò alla domanda dell'amica, ma si riprese dopo qualche secondo.
- Tutto bene, non mi ha ancora ucciso... Per ora - aggiunse sorridendo e gli altri risero.
Si era resa conto solo in quel momento che i suoi amici non sapevano nulla del sogno e che Malfoy avrebbe potuto rivelarlo da un momento all'altro, così si affrettò a finire la sua Burrobirra in fretta e  guardò l'orologio: erano le sette e mezza.
Il tempo era volato e non era neanche passata in biblioteca a cercare di risolvere una volta per tutte il codice, ma ormai si disse che sarebbe andata diretta alla Sala Comune per fare la ronda serale con Malfoy.
Si era accorta che aveva anche lasciato il biglietto sulla sua scrivania, dato che non ce l'aveva in tasca, così si congedò e salutò i suoi amici, diretta verso la scuola.



*****


I clamed to sorrow like I'm claming to you
The only thing that I ever knew

Every beat of my heart is killing me slow
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh



Mise piede dentro la sua Sala Comune che l'orologio vicino al camino suonò le otto di sera e in quell'esatto istante Malfoy uscì dalla sua stanza, sorpreso di vederla già lì.
Senza neanche una parola, i due si incamminarono per i corridoi della vecchia scuola, le bacchette rilassate e lo sguardo poco attento, senza fare caso di dove andavano e lasciando fare alle gambe, che compievano movimenti automatici, svoltando dove avrebbero dovuto e scavalcando oggetti su cui sarebbero potuti inciampare.
Fu lui, stranamente, a rompere il silenzio, dopo un'ora e mezza di ronda.
- Che cosa hai sognato l'altra notte? - fece in tono serio e forse, forse, preoccupato.
La ragazza venne presa alla sprovvista, perché sinceramente non si era proprio aspettata questa domanda dal biondino.
Decise di andare sul vago.
- Non ricordo.
Forse il ragazzo prese la risposta come un invito a non spiccicare più parola, cosa che fece fino alla fine della ronda.
Avevano camminato per le loro due ore in giro per la scuola e avevano ispezionato tutte le stanze in cerca di studenti oltre l'orario del coprifuoco.
Naturalmente, nessuno aveva trasgredito le regole.
Rientrarono nella loro Sala Comune e si diressero vero le loro camere quando il ragazzo la richiamò.
- Me n'ero quasi dimenticato. - disse frugandosi in tasca - Quando sei andata via ti è caduto questo.
Le porse il bigliettino dove c'era scritto il codice e impallidì: come aveva potuto perderlo così?
- Grazie - sussurrò, prendendolo dopo qualche istante.
Si mise a fissarlo per qualche secondo, pensando che se l'avrebbe perso avrebbe buttato all'aria l'occasione di dare un valore alla morte di Silente.
Il codice le stava apparendo nella mente:
SePr - G - 2 - 75 - b .
Sollevò gli occhi perché non aveva sentito quello che aveva appena pronuciato il ragazzo.
Emise un sussurro che uscì fuori come un "Cosa?" e lui le ripeté piano le parole:
- Che cosa ci fai con un libro della Sezione Proibita?
La ragazza si mise a correre, sapendo esattamente dove sarebbe potuta andare.


Every beat of my heart is killing me slow

Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh


NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è Love me to Pieces - Erik Hassle.
Come potete ben notare, il capitolo è dedicato a Joanne Rowling, senza la quale io non avrei scritto questa storia.
Lei è il mio idolo, la persona che mi ha invogliato a leggere e che mi ha spinto ad entrare nel mondo della scrittura, facendo diventare mio il suo sogno di diventare scrittrice.
Non ci sono parole con cui descrivere l'apprezzamento che provo per questa donna.
Volevo avvisarvi che è stato aperto di nuovo Pottermore e che ora è accessibile a tutti!
Se mi volete aggiungere, sono SandSkull19363 , Serpeverde.
Voglio fare gli auguri anche ad Emma Watson ed  Emma Thompson (Sibilla Cooman), che oggi compiono rispettivamente 22 e 53 anni!

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Pottermore:   SandSkull19363






  
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