Capitolo 9: Freden i Kiel
Niels alzò lo sguardo per studiare meglio l’aspetto
del norvegese. Nonostante il suo aspetto giovane, gli occhi di Norge avevano
una profondità che andava ben oltre la ventina d’anni che dimostrava
ma erano quasi completamente nascosti dai lunghi capelli biondi
disordinati. Le sue mani erano sorprendentemente ruvide e callose - proprio come erano state quelle di Niels alla
sua età. Niels stava notando il modo in cui la punta
del naso di Norge si piegava verso le sue labbra quando
vide che Norge lo stava fissando. Danimarca, con il rossore che stava
minacciando le guance, disse seccamente: "Hai i sex hair".
"Sì, è probabile", rispose, senza sorpresa. Sembrava che non avesse
nemmeno tentato di lavarsi i capelli questa mattina.
"Beh", disse Niels mentre allontanava una ciocca di capelli dal viso di Norge.
"Sembrano hot."
"Grazie," rispose Norge distrattamente
mentre socchiudeva gli occhi su Niels.
Un silenzio tranquillo cadde su di loro. Non si mossero né sentirono il bisogno
di farlo. Niels si sentiva a suo agio con Norge,
molto più di quanto non avesse mai provato con qualcuno
altro appena conosciuto. Era quasi come se ...
"Ti ho già incontrato prima?" domandò Niels tranquillamente.
Norge aprì la bocca, ma venne interrotto da una serie
di colpi bussati alla porta. Niels istintivamente
girò la testa a causa del rumore, ma una stretta sulla sua mano gli impedì di
alzarsi. Norge aveva gli occhi fissi sulla porta, col viso che impallidiva a ogni secondo che passava. Una seconda serie di colpi
batterono sulla porta, e malgrado le emozioni che si
agitavano nel suo stomaco, Niels andò ad aprire la
porta. Raggiunse il pomello con la mano destra, ma si bloccò prima di
afferrarlo davvero. Poteva ancora percepire il tocco persistente della mano di
Norge sulla sua.
Niels aprì la porta con la mano sinistra. Fuori dalla porta c'erano due uomini.
Uno era addirittura più alto di lui e aveva un'espressione molto intimidatoria
sotto un paio di occhiali. Pensava forse di nascondere
la faccia così o qualcosa del genere?
L'altro era più piccolo e aveva un viso più rotondo. Niels
aspettò un momento per consentire loro di dire qualcosa, ma l'uomo più piccolo
iniziò solo a sbirciare in giro dietro le spalle di Niels.
Proprio quando Niels stava per chiedere loro chi fossero, l'uomo più piccolo gridò: "Ah! Áskell!" e spinse Niels di
lato per passare.
Niels inarcò il sopracciglio e si voltò a
parlare con il ragazzo bassetto, "Hei -!"
Ma si sentì una grande mano sulla sua spalla. L'uomo con gli occhiali lo fissò
e gli disse burbero, "Sc’salo".
"Oh, Áskell, eravamo così preoccupati per
te!" esclamò l'uomo dalla faccia rotonda, afferrando una mano di Norge.
"Non puoi scappare di casa così quando sei così
malato!"
Norge guardò i due uomini con espressione inorridita. Si umettò le labbra e
deglutì prima di dire con tono tranquillo: "Come avete fatto a trovarmi
così in fretta?"
"Gilbert mi ha chiamato e ha detto
che ti eri cacciato in qualche guaio!" l'uomo strinse la presa sulla mano
Norge.
"Allora è lui il colpevole ..." mormorò
Norge, guardando verso il muro.
Niels tirò via la mano dell'uomo alto dalla sua
spalla.
"Cosa sta succedendo qui? Chi siete?"
chiese. Era casa sua, accidenti, e che stava per mostrare loro chi fosse il
capo.
L'uomo a fianco di Norge si voltò verso Niels e lo
fissò come se lo vedesse per la prima volta.
"Oh, mi dispiace, è stato davvero maleducato da parte mia, eh?"
lasciò la mano di Norge e si avvicinò a scuotere quella di Niels.
"Mi chiamo Tino, e lui è Berwald". indicò l'uomo che sembrava piuttosto costipato. "Siamo
parenti di Áskell, così…"
"Lascia perdere,
Finlandia," disse Norge alzatosi in piedi. "Lui sa già che Norge è
mio nome."
Tino allentò la ferma presa alla mano di Niels, e il colore
cominciò a scivolare via dalle sue guance rosee.
"Se vuoi dare la colpa a qualcuno, dalla a Preussen," Norge spinse indietro la metà della sua frangetta,
che però gli ricadde sulla faccia. "È lui che ha gridato al mondo il mio
nome di Nazione."
"Cos’altro sa?" chiese Tino con un tono che
era poco più di un sussurro. Pensava davvero che Niels
non avesse intenzione di ascoltarlo quando era ancora a
un braccio di distanza da lui?
"Niente" rispose Norge.
"Che cosa sta succedendo?" gli occhi di Niels scrutarono i volti dei tre uomini nella stanza, ma
tutto quello che riusciva a cogliere era che si trattava di una brutta
situazione. Il viso di Norge esprimeva passività aggressiva, la bocca di Tino
era premuta a labbra strette e l'espressione di Berwald
sembrava triste.
"Sono qui per trascinarmi a casa," rispose
Norge incrociando le braccia e guardando il pavimento. "Sono fuggito per
cercare qualcuno in questo Paese".
Aspetta, cosa? Perché non Norge non glielo aveva detto
prima? Niels lo avrebbe aiutato…
"Una persona che non esiste!" Tino implorò Norge. "So che
sei confuso, Norja, ma non puoi continuare a fare
cose come questa! Stai mettendo te stesso e tutti noi in pericolo!"
Niels guardò Norge in tempo per veder muovere la bocca mentre rispondeva “Lui esiste."
Tino si rivolse a Niels ancora una volta, "Mi dispiace per i problemi che ti ha causato. Si è comportato
in maniera così strana ultimamente ..."
"Non mi ha dato alcun problema" Niels
incrociò le braccia, e gettò uno sguardo sospettoso a Tino e Berwald. I suoi occhi indugiarono su Berwald,
però. Non capiva la ragione, ma non gli piaceva quel tipo.
"Ah, è così," rispose Tino con una risata
nervosa. "Beh, questo è un bene ... ma ora
portiamo a casa Norja".
"Io non vengo" disse Norge con fermezza.
"Cosa?" Tino si voltò di nuovo verso Norge
con gli occhi spalancati per lo stupore.
"Io non vengo" Norge guardò Tino con gli occhi socchiusi, "Sono
arrivato troppo vicino per rinunciare adesso".
"Ma non si tratta solo di te!" Tino piangeva
disperatamente. "Islanti è crollato
mentre stava tornando a casa!"
La postura di Norge si irrigidì. Per un breve secondo il silenzio era tale che
si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo. Gli occhi di Norge si fissarono su
un nodo del pavimento in legno. "Cosa è successo?"
Le spalle di Tino si allentarono rilasciando così la tensione "È crollato
per strada mentre stava andando dal suo capo."
Niels guardò i tre ancora una volta solo per scoprire
che Berwald lo stava fissando. Gli occhi socchiusi di
Niels fissavano Berwald.
Una sensazione un odio reciproco, come Niels non aveva mai provato prima stava lentamente ribollendo sotto la
superficie. Il bagliore durò per diversi secondi, interrotto solo
quando Niels sentì Norge tornare a sedersi sul
divano. Teneva una mano sulla fronte e una battaglia sembrava infuriare nella
sua mente.
"Chi è Islanti?" chiese Niels
a Tino.
"Islanda" corresse Norvegia, ruotando leggermente
la testa per guardare Danimarca con la coda dell'occhio. "è mio
fratello".
Aveva un fratello di nome Islanda? E ha chiamato l’altro tizio Finlandia ... Niels si chiese per un momento che razza di genitori devono aver avuto, ma scacciò in fretta quel pensiero dalla
sua mente quando si rese conto della gravità della situazione.
Il fratello di Norge era crollato.
La mente di Niels tornò di nuovo ad un tempo, molto tempo fa, durante sua infanzia. Era piccolo
ma si ricordava molto bene. Aveva salutato un gruppo di persone che
stavano salpando con una nave di grandi dimensioni. Erano i
suoi cugini – stavano partendo per
Ma le loro famiglie persero i contatti per oltre
cinque anni.
Niels aveva viaggiato con i suoi genitori
quando aveva dieci anni a far loro visita. Era così felice di essere su
una barca e di vedere finalmente i suoi cugini che non avevano mai risposto a
nessuna delle sue lettere. Aveva avuto intenzione di assicurarsi che avrebbero risposto a tutte le sue curiosità.
Ma quando raggiunsero
"Dovresti andare" disse Niels, mettendosi
le mani in tasca "se questi ragazzi sono davvero la tua famiglia e tuo fratello è veramente crollato".
Norge sgranò gli occhi e fissò direttamente quelli di Niels.
Niels incontrò il suo sguardo e cercò di
trasmettergli l'importanza di essere vicino alla
famiglia, perché si può perdere la propria famiglia ben più velocemente di
quanto la gente possa pensare…
Norge si morse il labbro e guardò di nuovo il pavimento.
Passarono alcuni secondi prima che il mormorio
"Va bene " giungesse dalla sua direzione.
Tino si lasciò subito sfuggire un sospiro di sollievo
e praticamente saltò verso Norge per tirarlo in piedi. Norge lo assecondò ma un’espressione vuota comparve sul suo volto,
come se si stesse allontanando dalla situazione.
"Islanti sarà così felice!" dichiarò Tino
tirando Norge verso l'uscita. "Si era molto preoccupato
quando ha scoperto che eri scappato ..."
Gli occhi di Norge si incontrarono quelli di Niels quando gli passò accanto, e a Niels
parve di vedere uno sguardo di triste nostalgia negli occhi del norvegese.
Norge aprì appena la bocca, come se volesse dire qualcosa, ma venne trascinato fuori dalla porta prima di poter parlare.
Berwald stava per seguire la coppia,
ma Niels lo afferrò per un braccio.
"Assicurati che non si faccia del male" chiese Niels,
fissandolo negli occhi.
Berwald ebbe difficoltà a restituire lo sguardo e si
lasciò sfuggire un grugnito e un cenno del capo. Si
liberò dalla stretta di Niels e chiuse la porta.
La mano di Niels si chiuse ermeticamente in un pugno
e lo sbatté contro il muro.
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Note di Aseies:
A proposito del titolo Freden i Kiel, ossia il trattato di Kiel,
è il trattato che sanciva la cessione della Norvegia
al re di Svezia al termine delle guerre napoleoniche.
Áskell Ødregard è il nome umano
scelto dall’Autrice Aseies per Norvegia.
I cugini di Niels sono un riferimento ai nordici che
lasciarono
Note mie:
all’inizio ho lasciato sex hair e hot in inglese perché credo rendano di più di qualunque traduzione. Quel collapsed riferito a Islanda invece mi ha fatto dannare. Il dizionario mi dava solo la voce crollare, cadere. Ad ogni modo l’ho collegato a una malattia tipo influenza o simili perché, se ricordate i primi capitoli, in alcuni punti si accennava a uno stato di salute piuttosto precario, tipo la tosse persistente…
E chissà se ci sono altri significati di costipated riferito a Svezia…
Comunque… ho ottenuto il titolo di master. Ora sono felicemente disoccupata…