Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: ReaderNotViewer    15/04/2012    2 recensioni
Dieci scene tratte da un'ipotetica ottava stagione. Dieci gocce, tutte rigorosamente commestibili
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAFFÈ



Lane stava ancora manovrando il doppio passeggino per farlo salire sul marciapiede, quando si vide circondata da una piccola folla.
“Ci sono novità?” le chiese Gipsy, spingendo indietro Kirk con una gomitata. Lane la osservò con curiosità, perché invece della solita tuta da meccanico indossava un vestito a fiori.
“Ma…” disse indicando le gambe che spuntavano da sotto l’orlo della gonna. Lane pensava di non aver mai visto le gambe di Gipsy in tutta la sua vita. E le novità non finivano lì, perché, invece del solito paio di scarpe antinfortunistiche, portava un paio di sandali con il tacco alto.
“È nato il bambino?” incalzò la proprietaria dell’unica officina di autoriparazioni di Stars Hollow. Patty aveva detto qualcosa su Gipsy, ricordò Lane, ma che cosa? Come se fosse stata evocata dal suo pensiero, la corpulenta istruttrice di danza si materializzò davanti al passeggino. Kwan si dimenò, strattonando la cintura di sicurezza che lo tratteneva.
“Questo bambino ha il movimento nel sangue” decretò Patty. “Ne faremo un ballerino.”
“Non credo proprio” tentò di protestare la madre.
“Allora, Lorelai ha partorito o no?” proseguì l’altra, senza starla a sentire.
“Perché lo chiedete a me?” chiese Lane, stupita, rivolgendosi alle facce interrogative che la circondavano. Oltre a Gipsy e a Patty, in prima fila c’erano Kirk, Andrew e Babette.
“Tu sei la migliore amica di Rori. Non ti ha telefonato dall’ospedale?”
Zack uscì dal locale.
“Che cosa state facendo a mia moglie e ai miei figli?” chiese. Spostò rudemente indietro Andrew e Kirk.
“Papà!” gridarono i gemelli all’unisono, mentre lui spingeva il passeggino dentro al locale.
“Luke non ha ancora chiamato dall’ospedale?” incalzò Babette, ansiosa, torcendosi le mani. Si sarebbe detto che il nascituro fosse sangue del suo sangue.
Tutto il gruppo si trasferì all’interno del locale, dove si affollò davanti al bancone.
“Non so niente” disse Zack. “Stamattina presto Luke mi ha telefonato e mi ha chiesto di venire subito, perché doveva portare Lorelai all’ospedale.”
“Ha rotto le acque?” s’interessarono Gipsy, Babette e Patty, nessuna delle quali, che Zack sapesse, aveva mai partorito.
“Sì, aveva rotto le acque” sbuffò Lane, intenta a liberare i bambini dal passeggino, che ondeggiava come una barca nella tempesta, grazie al moto coordinato che i suoi figli gli imprimevano. Erano affiatati come l’equipaggio di un due senza.
Rori glielo aveva detto al telefono: “Luke porta la mamma all’ospedale, perché ha rotto le acque. Sto partendo, li raggiungo direttamente là.”
Mancavano più di due settimane al termine della gravidanza.
“Mia madre non è più una ragazzina” aveva aggiunto Rori.
“Parto secco” dichiarò in quel momento Babette, sempre più preoccupata, scuotendo la testa “e Lorelai non è più una ragazzina.”
Patty le batté una mano sulla spalla, rassicurante.
“Sciocchezze” disse Lane. “Lorelai ha il fisico di una ventenne.”
Tutti gli astanti convennero. Qualcuno ricordò anche la quantità industriale di cioccolato che la partoriente riusciva a ingurgitare.
“Possibile che nessuno sappia niente?” chiese Gipsy.
“Perché sei vestita in quel modo?” le chiese Kirk.
“In quale modo?” rispose lei. “Guarda, c’è Lulù.”
Cesar, uno dei due, si affacciò alla porta della cucina, con il grembiule legato sul ventre prominente.
“Non so niente nemmeno io” dichiarò sorridente, prima di sparire nuovamente alla vista.
“Avete intenzione di stare qui tutto il giorno a guardarmi o prendete qualcosa?” chiese Zack, passando lo straccio umido sul bancone per pulirlo. Non che ce ne fosse bisogno. Questa storia del parto di Lorelai lo innervosiva. In realtà non si era ancora del tutto ripreso da quell’evento sconvolgente, sotto ogni punto di vista, che era stato la nascita dei gemelli.
“Io prendo un caffè” disse Lulù, entrando. La scuola era chiusa per le vacanze estive, perciò anche lei era in ferie. Kirk le andò incontro, guadagnandosi un largo sorriso e un lieve bacio sulle labbra.
“Prendi anche una ciambella” concesse, magnanimo. “Offro io.”
“Oh, ti hanno restituito i soldi del canotto?” ne dedusse lei. Batté le mani in segno di contentezza.
“Hanno ceduto, finalmente” proclamò Kirk. “Una ciambella al cioccolato per la mia fidanzata, Zack. Ti ricordi del mio canotto? Era più corto di un palmo rispetto alla misura scritta sul depliant.”
“Sì, Kirk” risposero tutti in coro, timorosi di dover ascoltare daccapo tutta l’epopea di Kirk contro i malvagi venditori di canotti.
“Io prendo del decaffeinato, sono troppo nervosa per un vero caffè” dichiarò Babette.
“Che cosa c’è, Taylor?” gridò Patty gesticolando, rivolta al proprietario del negozio a fianco, visibile attraverso la vetrata che divideva i due locali, il quale a sua volta si stava sbracciando, mentre articolava con le labbra frasi silenziose, come se stesse parlando a dei sordomuti.
“Chiede se ci sono novità” interpretò Andrew. “Chi l’ha fatto il caffè?” indagò sospettosamente, riportando la sua attenzione verso Zack.
“Non. Sappiamo. Ancora. Niente” scandì Patty in direzione di Taylor, prima di voltarsi e chiedere a sua volta “L’ha fatto Luke il caffè?”
“Avrebbe dovuto fermarsi a fare il caffè per voialtri, prima di portare all’ospedale sua moglie che sta per avere un bambino?” sbottò Zack.
“Allora l’ha fatto Cesar il caffè” ipotizzò Gipsy.
“Sei diversa, oggi” notò Zack. “Mi sembri diversa, anche se non so perché. No che non l’ha fatto Cesar.”
Mentre parlava, aveva versato una tazza di caffè a Lulù, che l’alzò per bere ma, accorgendosi che tutti la stavano osservando, si fermò a metà del gesto.
“Allora lo hai fatto tu, il caffè” concluse Patty. Aveva lo stesso tono dell’investigatore dei vecchi film, quando rivela l’identità dell’assassino ai sospettati, opportunamente radunati in salotto.
“Elementare, Watson” borbottò Lane a mezza voce, mentre impediva a Steve di rovesciarsi addosso tutto il contenuto della saliera.
“Sì, l’ho fatto io. L’ho fatto un mucchio di volte, sapete?”
Tutti lo fissarono, poco convinti.
“Bevi quel caffè, per favore” implorò Zack.
“Non lo fare!” l’avvertì Kirk, ma era troppo tardi, perché Lulù stava già bevendo.
“Non era male” ammise, appoggiando la tazza sul banco.
“Visto?” disse Zack, trionfante.
“Sei sicura di stare bene?” chiese Kirk, preoccupato. “Non era male nel senso che non vomiterai o non era male nel senso…”
“Kirk!” gridò Zack.
“Va bene, va bene: ne prendo una tazza anch’io” si arrese Kirk, imbronciato.
Zack riempì parecchie tazze di caffè e distribuì ciambelle e muffins, a seconda dei gusti. Babette ebbe il suo decaffeinato. I clienti mangiarono, bevvero e pagarono. Poiché non accennavano a muoversi, Zack guardò interrogativamente Lane, che si schiarì la voce e chiese: “Nessuno di voi deve andare a lavorare, oggi?”
Attraverso un coro di dinieghi frettolosamente motivati, la numerosa rappresentanza di cittadini confermò che no, non aveva niente di meglio da fare che restare lì, in attesa dello svolgersi degli eventi. Soltanto Gipsy, dopo aver dato un’occhiata all’orologio, avvertì tutti che l’officina sarebbe stata chiusa per due giorni e si allontanò rapidamente, col suo vestito estivo stampato a grossi fiori colorati che le svolazzava attorno, senza dare tempo ai suoi concittadini di fare domande. La osservarono attraverso la vetrina, senza fare commenti, perché in base al codice non scritto di Stars Hollow, non era lecito spettegolare in gruppo alle sue spalle, mentre non ci sarebbe stato nulla di male a parlare dei fatti suoi in sua presenza. Di sicuro però, i convenuti non avrebbero perso occasione, quando si fossero ritrovati in due o in tre, per interpretare in separata sede il comportamento, privo di precedenti, del loro meccanico di fiducia.
Zack si tolse il grembiule e aiutò Lane a rimettere sul passeggino i bambini, che avrebbe riportato a casa mentre lei gli dava il cambio al locale. Lui doveva provare alcuni pezzi, in vista di un nuovo ingaggio. Ai gemelli sarebbe piaciuto. Quando squillò il telefono, tutti i presenti gridarono “telefono!” come se pensassero che fosse diventato sordo. Zack si scontrò con Cesar, che correva a rispondere provenendo dalla cucina. Si contesero il ricevitore, finché Cesar, che era basso ma tenace, ebbe la meglio.
“Sì. No. Domani.”
Il cuoco riappese la cornetta e si accorse che tutti lo guardavano fisso.
“Sì, avevamo ordinato noi lo sciroppo d’acero. No, non è stato ancora consegnato. Che giorno era fissato per la consegna? Domani” ricapitolò la conversazione appena conclusa. “Non era Luke” chiarì, come se ce ne fosse bisogno, prima di scomparire nuovamente in cucina.
Un rumoroso sospiro collettivo sottolineò la delusione.
“Questa attesa mi uccide” dichiarò Patty melodrammaticamente, riassumendo il sentimento di tutti. “Un po’ forse anche le scarpe strette” ammise, dopo un momento di riflessione.
Lane nascose un sorriso: se è vero che ogni uomo è un isola, allora Stars Hollow doveva essere un arcipelago veramente molto fitto. Gipsy si faceva delle illusioni, se credeva di poter sfuggire a lungo alla curiosità dei suoi concittadini.
Sollevò una nuova brocca del caffè-fatto-da-Zack. “Un altro giro di caffè?”

Le consuete N.d.A:

(1) Lulù è una maestra della scuola elementare di Stars Hollow ed è la ragazza di Kirk. Come ciò sia possibile – Lulù è graziosa e sembra anche relativamente normale – rimane un mistero.

(2) Luke ha sempre avuto un cuoco, e questo cuoco si è sempre chiamato Cesar. Tuttavia, gli spettatori hanno conosciuto due diversi Cesar… probabilmente un problema di casting, ma noi fan del telefilm preferiamo pensare che si tratti di due personaggi diversi, che per pura combinazione hanno lo stesso nome

  
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