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Autore: Elpis    15/04/2012    2 recensioni
“A volte pochi giorni possono cambiare una vita e una passione travolgente come un uragano può trasformarsi in amore eterno”
Ginevra Weasley e Draco Malfoy non avrebbero mai detto che questa frase sarebbe stata adatta a descrivere il loro controverso rapporto, né che un giorno sarebbero arrivati a provare l'uno nei confronti dell'altro qualcosa di diverso rispetto all'odio reciproco. Eppure a volte il destino è talmente imprevedibile che neanche il più abile dei centauri riuscirebbe a leggerlo nelle stelle...
La storia ha partecipato al contest “Una frase per sognare” di TheGhostofyou classificandosi prima e vincendo anche il premio Miglior Coppia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Vento

 

 

 

 

 

e una passione travolgente come un
uragano…

 

 

 

 

Di quella sera Ginny ricordava il vento.
Un vento impietoso che si accaniva con i suoi capelli, facendoli turbinare in un vortice rosso. Un vento prepotente e arrogante come la labbra di Draco, ma che per quanto le pungesse la pelle con aghi di ghiaccio non riusciva a procurarle la metà dei brividi delle sue carezze. Un vento che soffiava contro le orecchie, ovattando tutto ciò che la circondava, lasciandola sola lì, con il cuore che batteva a mille e il tremito alle mani.
Ginevra aveva scoperto con una sorta di attonito stupore che le sue compagne di stanza la consideravano un’esperta quando si trattava di ragazzi. Le chiedevano sempre consiglio e la fissavano con uno sguardo invidioso, convinte che lei avesse sperimentato molto più di loro e che questo la rendesse più donna. Si sentiva un po’ lusingata da quelle loro fantasie e si curava di non disilluderle, ma in cuor suo sapeva bene che la realtà era un’altra. Sotto quella risata provocatoria che usava come corazza, Ginevra Weasley rimaneva la bambina timida e impacciata che moriva di vergogna se solo il migliore amico di suo fratello la degnava di un’occhiata. Ancora le gambe le divenivano molli quando Harry passava nei corridoi e se aveva cambiato molti ragazzi nel corso degli anni era solo perché non riusciva a dimenticare quei due penetranti occhi verdi e quel sorriso sghembo. Mai, con nessuno dei ragazzi con cui era uscita, era andata oltre qualche bacio in aule deserte.
Eppure quando la mano di Malfoy si insinuò con naturalezza sotto il suo pesante maglione, sfiorandole la pelle nuda come se si appropriasse di qualcosa che già gli apparteneva, di nuovo Ginny si trovò incapace di urlargli quel “No” che la parte razionale del suo cervello le suggeriva. Il vento portò via le sue flebili proteste, disperdendole nell’aria di Novembre, mentre le dita di Draco le accarezzavano pigramente la schiena liscia, come se volesse studiarne ogni curva e rientranza. Quando sfiorò il gancetto del reggiseno, Ginny non riuscì a impedire che un sospiro tremulo si infrangesse contro le sue labbra.
Draco si scostò per un attimo e lei aprì gli occhi, riacquistando un barlume di lucidità. Senza la sua mano calda che le accarezzava la pelle, sentì freddo e per istante provò il malsano impulso di gettarsi fra le sue braccia e implorarlo di continuare a toccarla ancora.
Lo vide armeggiare con gli alamari del mantello, ancora troppo stordita dall’odore conturbante della sua pelle per intuire il perché dei suoi movimenti. Caffè e cannella, un aroma inconfondibile, che le sue narici bevvero avidamente. Malfoy si tolse il mantello e lo buttò ai suoi piedi. Avrebbe voluto chiedergli cosa diavolo stesse combinando ma lui la avvolse fra le braccia, iniziando a mordicchiarle il labbro e giocare con la sua lingua fino a farla estraniare di nuovo da sé. Le strinse la mano, allacciando saldamente le loro dita, e con un sorriso sornione si mise a sedere sul mantello, tirandola delicatamente verso di sé, in un chiaro invito.
L’indecisione di Ginny durò appena un momento prima che si chinasse al suo fianco. Il freddo del pavimento, non del tutto arginato dal mantello, le aggredì le gambe, facendole incurvare il viso in una smorfia. Draco le si fece più vicino e le sue dita sottili iniziarono ad accarezzarle una coscia, sfiorando appena il contorno della sua gonna in un movimento lento e circolare che la rese smaniosa di ottenere qualcosa di più. Istantaneamente il freddo scomparve, sostituito da uno strano calore in mezzo allo stomaco. Questa volta fu lei a gettarsi sulla sua bocca, inarcando il corpo per avvicinarlo quanto più possibile al suo, infilando le dita fra i suoi capelli fini e morbidi come la seta. Gli si ritrovò in collo senza quasi accorgersene e il gemito che proruppe dalle labbra di Draco la avvertì che lo sfregamento dei loro bacini non era stato un gesto poi tanto innocente.
Lui alzò lo sguardo ad incontrare il suo, la mano che teneva fra le mani il bordo del maglione di lana. C’era una muta richiesta in quegli occhi argento che la fissavano con un misto di arroganza e insicurezza e Ginny si ritrovò senza fiato, rossa per l’emozione.
Una folata di vento sollevò la frangia bionda del Serpeverde, facendola ricadere in ciocche scomposte sulla sua fronte. Ginny rimase imbambolata ancora un secondo, persa nelle sue iridi, in quell’oro e argento fusi insieme. Annuì con un pizzico di esitazione.
Un sorriso strano apparve sul volto di Malfoy mentre le sfilava lentamente il maglione dalla testa. Non era il solito ghigno strafottente, sembrava più il sorriso di un bambino che ottiene finalmente il dolcetto che tanto desiderava: era ingenuo, aperto e per una volta fragile. Ginevra alzò le braccia per aiutarlo, desiderando come mai prima di quel momento sentire il contatto con la sua pelle. Gli allacciò le braccia intorno al collo mentre Draco le sbottonava lentamente la camicetta bianca sottostante, intervallando ogni bottone a un bacio leggero, con appena una punta di lingua. A Ginny sembrava che il vento stesse progressivamente aumentando di intensità, investendola in pieno con la forza di un tornado. Le rintronava le orecchie e le annebbiava i pensieri, lasciandola in balia di sensazioni che non aveva mia provato prima. Le pareva quasi che quel vento si fosse insinuato all’interno del suo corpo e che le turbinasse dentro, un uragano di emozioni che aveva difficoltà a contenere: paura, impazienza, desiderio. Curiosità. Fu con sussulto lieve che si rese conto di non voler essere solo spogliata, voleva vedere il corpo di Draco a sua volta, sfiorare con le dita la sua pelle, immergere il viso nell’incavo della sua spalla. Avvertiva un calore crescente che si concentrava nel basso ventre, la pelle le scottava come se avesse la febbre, ma non voleva di più, voleva molto di più. Voleva lui.
E per quanto strano assurdo ed improponibile fosse, quella passione non accennava a scemare.
Accennò appena il gesto di togliergli il maglione e Draco se la sfilò con un movimento deciso, un gemito di fastidio che gli fuggiva dalle labbra. Ginny gli lisciò il colletto della camicia, scendendo a sbottonargliela lentamente. Si sentiva ancora timida e un po’ impacciata ma sotto il calore delle sue attenzioni si stava sciogliendo, ritrovando l’abituale disinvoltura. Il modo in cui lui la guardava la faceva sentire viva e bella, annullando le sue insicurezze. Draco iniziò a sfiorarle con le labbra la guancia, il naso, la mandibola, una serie di baci leggeri e giocosi, che la fecero sorridere e intenerire. Le strofinò il naso lungo il collo e Ginny si immobilizzò, interamente concentrata sui brividi di piacere le correvano lungo la spina dorsale. Fu Malfoy, di nuovo, a prendere l’iniziativa, finendo di sbottonarsi la camicia al suo posto. Quando Ginevra riaprì gli occhi, questi furono subito attratti dal suo torace glabro, appena illuminato dalla luna. Sfiorò con l’indice i suoi muscoli appena accennati, vedendolo rabbrividire di piacere per quel tocco leggero.
Gli fece scivolare lentamente la camicia dalle spalle, baciando quell’epidermide bianca e liscia come un giglio. L’indumento cadde a terra con un fruscio e Ginny si scostò appena, per poter osservare meglio il suo corpo seminudo.
Fu quando i suoi occhi si soffermarono sul suo braccio sinistro che tutto andò in pezzi. Boccheggiò, guardandolo come se l’avesse appena colpita.
Sulla pelle pallida un intreccio di linee nere creava un teschio dalle orbite scavate, la bocca un'oscura voragine dalla quale un serpente sinuoso sbucava furtivo, fissandola con due piccoli bottoni di onice che parevano quasi veri alla luce della luna. Il Marchio Nero brillava nitido sull'avambraccio di Malfoy, orrendo memento di un destino segnato. Il ghigno del teschio sembrava deriderla, urlarle contro che era stata davvero una sciocca a fidarsi di Draco, di un Malfoy.
Lui si accorse del suo sguardo incredulo e disgustato e si affrettò a rivestirsi, raccattando la camicia che giaceva al suolo e infilandosela rapidamente. Distolse lo sguardo, rifiutandosi di fissarla negli occhi e seppure la luce fosse fievole Ginny pensò di vedere un accenno di rossore che gli colorava le guance.
« Dimmi che è uno scherzo ».
La voce le uscì esile e gracchiante. Aveva un peso consistente nello stomaco, un qualcosa di aguzzo che le pungeva le viscere. Anche se si era rivestito, continuava a fissare il punto del braccio inciso dal Marchio, come se ne fosse ipnotizzata. Il pensiero di aver baciato e sfiorato quella pelle, la pelle di un potenziale assassino, la faceva quasi vomitare.
Draco non rispose ma chinò la testa ancora più verso il basso, in modo che la frangia bionda coprisse i suoi occhi. Quel silenzio si insinuò piano fra loro fino a divenire insopportabile.
Ginevra si alzò in piedi come in trance e fuggì, lasciandosi alle spalle il vento e la Torre, lasciandosi alle spalle il sapore dei loro baci e il rumore dei loro respiri.
Lasciandosi alle spalle lui.

 

***

 

La smorfia di disgusto di Ginevra Weasley fu come un pugno ben calibrato nella bocca dello stomaco. Era stato un pazzo: si era lasciato prendere dall’euforia di poterla stringere nuda fra le braccia, dalla dolcezza della sua pelle lattea e dai suoi capelli profumati, fino a dimenticarsi di quello che era il suo principale segreto. Fino a dimenticarsi della missione.
Se il Signore Oscuro fosse venuto a conoscenza del suo comportamento lo avrebbe torturato personalmente. La cosa peggiore era che non era nemmeno quello ad interessarlo, la cosa peggiore era che avrebbe sopportato volentieri una seduta di Cruciatus pur di non dover vedere quell’espressione ferita che le si era dipinta sul volto, di non dover scorgere il modo in cui quel bel colore rosato defluiva dalle sue guance e i suoi occhi si spalancavano smarriti.
Ginevra lo disprezzava. E se un tempo avrebbe potuto fingere che il suo parere contasse meno di zero, che in quanto Weasley fosse solo spazzatura, adesso nemmeno tutta la sua alterigia da Purosangue avrebbe potuto illuderlo a tal punto.
Abbassò gli occhi, perché era un codardo che non riusciva a sostenere il suo sguardo. Fissò una fessura nel pavimento, cercando disperatamente di trovare da dire qualcosa che lo facesse apparire meno spregevole ai suoi occhi. Avvertì lo scalpiccio dei suoi passi e sollevò la testa giusto in tempo per vedere la sua chioma rossa che si precipitava giù dalle scale.
Si alzò con uno scatto di reni e le corse dietro, maledicendosi mille volte almeno per la sua idiozia.
« Weasley! » urlò a pieni polmoni, assolutamente incurante del rischio di svegliare mezzo castello. Quasi sperava che li mettessero in punizione perché almeno avrebbe potuto trascorrere del tempo insieme e forse sarebbe riuscito a dirle… a spiegarle… Non aveva avuto scelta, maledizione!
Saltò gli scalini a due, imprecando fra sé. Il rumore dei suoi passi si faceva sempre più forte.
« Ginevra! » esalò scorgendo il suo profilo dopo l’ennesima rampa di scale.
Aveva iniziato a correre, la Piattola, ed era anche dannatamente veloce. Aumentò ancora di più l’andatura, incurante della fitta al fianco destro. Era sicuro che il dolore sarebbe passato in secondo piano una volta che avrebbe potuto di nuovo stringere il suo corpo morbido fra le braccia.
Con uno scatto in avanti le afferrò il polso, serrandolo in una presa decisa e costringendola bruscamente a voltarsi. La schiacciò contro il muro di modo che i loro due volti fossero separati solo da pochi centimetri e lei non potesse sfuggirgli ancora.
Per un attimo si fissarono in silenzio, ansanti. Ginevra era rossa per la corsa e i suoi occhi erano lucidi, come febbricitanti.
« Allora non sei veloce solo con la pluffa, Weasley » la derise con un sorriso sghembo.
Un brillio di indignazione comparve nei suoi occhi e per un secondo Draco si illuse che avrebbero iniziato a battibeccare come sempre e come sempre sarebbe bastato un bacio per far pace.
Ma Ginny distolse lo sguardo e con voce soffocata gli chiese:
« Lasciami ».
Malfoy sentì qualcosa di fastidioso all’altezza della gola.
« Che c’è adesso ti faccio così schifo che non sopporti nemmeno la mia vista? » domandò cercando di suonare sprezzante.
Per quale dannato motivo doveva importargli così tanto la sua risposta? Merlino, era una Weasley! Aveva solo da guadagnare dal suo disprezzo, allora perché stava trattenendo persino il respiro?
« Lasciami andare! » ripeté di nuovo, con un tono quasi isterico.
« No, che non ti lascio! » le urlò livido, rinforzando la presa con una mano e sollevandole il mento con l’altra. « Guardami, Ginny! » le ordinò perentorio.
Lei lo fissò con i suoi occhi nocciola, insolitamente scuri e affilati.
« Sono un Mangiamorte » le confessò con riluttanza. La sentì tremare sotto la sua presa e per un attimo il disgusto che provava per se stesso e per il compito che l’Oscuro Signore gli aveva affidato, lo colmò tutto, un veleno amaro che gli bruciò i nervi. « Non ho avuto scelta… » bisbigliò con voce rotta.
« C’è sempre una scelta » replicò lei, recuperando un po’ della sua solita determinazione.
Draco scoppiò a ridere, di una risata fredda e acuta che lo prosciugò di ogni energia.
« Questo è quello che a voi Grifondoro piace credere » ribatté con amarezza. « Non c’è scelta quando sei stato preparato tutta la vita per servirlo. Non c’è scelta quando sai che una risposta negativa potrebbe costarti la pelle, quando lui ha in mano la vita della tua famiglia…Ci sono volte in cui sono altri a decidere per noi e uno può solo adattarsi ».
« Silente potrebbe... » provò a suggerire lei, morendosi il labbro inferiore.
La interruppe, soffocando sul nascere la sua esile speranza. Solo il nome del preside gli fece correre un brivido sottile lungo la pelle, un velato senso di colpa che acuì ancora di più il dolore al petto.
« Silente non può far niente per me. Mio padre è un Mangiamorte, Weasley, ti pare che potremmo andare a cercare la sua protezione? »
Ginny scostò il polso con un gesto secco, inchiodandolo con quello sguardo spavaldo che aveva imparato a conoscere così bene. Si chiese con un sussulto da quanto fosse nata la sua infatuazione per lei, se fosse così recente come voleva illudersi. Si chiese se non fossero mesi che la osservava di nascosto passeggiare per i corridoi, che si voltava nella sua direzione non appena la vedeva entrare nella Sala Comune. Si chiese se non fosse solo un ipocrita che aveva sepolto sentimenti troppo scomodi dietro un vuoto disprezzo per un tempo troppo lungo da essere ammesso ad alta voce.
Il bagliore che le animò gli occhi, il modo in cui sollevò il mento per tenergli testa gli anticipò quella che sarebbe stata la sua risposta. Intuì che l'aveva perduta ma ricacciò quel pensiero in profondità dentro di sé, come qualcosa di troppo difficile da accettare. Segretamente era sempre stato affascinato dalla sua purezza e dalla sua tempra morale, dal coraggio – che a lui decisamente mancava – di fare sempre la cosa giusta. Se solo avesse immaginato che proprio quel candore gliela avrebbe sottratta, forse non l'avrebbe ammirato tanto.
« Non mi importa quali sono le tue scuse, non mi interessano le altre balle che vorrai propinarmi. » lo aggredì quasi, costringendolo ad allontanarsi. « È finita ».
È finita. Draco deglutì, mentre quella frase gli rimbombava nelle orecchie, un orrendo eco che gli spezzava il cuore e rivoltava le viscere. Rimase paralizzato, la bocca spalancata, la mano che le aveva stretto il polso che ancora frizzava per quel contatto.
Ginevra gli rivolse un’ultima occhiata sprezzante prima di incamminarsi per i corridoio deserti. Draco protrasse la mano e digrignò i denti per trattenersi dal richiamarla ancora. Era un Malfoy e non si sarebbe abbassato a pregare una Weasley, maledizione! Si pentì un po’ di quel suo orgoglio quando la vide proseguire a passo deciso, senza mai voltarsi indietro.
Contò il numero dei suoi passi che risuonavano per il corridoio chiedendosi come fosse possibile che la loro relazione fosse nata per gioco e adesso lei gli fosse entrata così in profondità sotto la pelle.

 


 

Ciao a tutti!
come prima cosa volevo scusarmi per il ritardo, purtroppo ho avuto qualche problemino con il computer e non ho potuto essere puntuale come avrei voluto. Il prossimo sarà anche l'ultimo capitolo, essendo una miniserie gli avvenimenti sono abbastanza concentrati. u.u
Volevo ringraziare chi ha messo la storie nelle preferite/ricordate/seguite e a maggior ragione Morgana_D e meryforever91 per aver commentato.
Un bacio e a presto
Ely
 

  
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