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Autore: 1rebeccam    15/04/2012    30 recensioni
Spoiler 4x20
"Mi abbandono alle tue labbra, rispondo alla tua bocca, ti prendo il viso tra le mani e ti bacio con frenesia dopo che tu mi hai tolto la giacca, sempre inginocchiata davanti a me, completamente nuda."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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La 4x20 ha compromesso anche le mie facoltà mentali.
Lo so che su questo episodio è stato scritto di tutto e di più, perciò se non avete voglia di leggere, 
vi capisco benissimo... anche perchè come al solito è una shot, non shot
però se lo faceste... ne sarei felice...
Magari la mia visione della puntata vi piace pure...


 

 

Aprimi il tuo Cuore
*

Malato di lei... 

 
 

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La tua voce è armoniosa mentre mi racconti la tua giornata, il sorriso che mi mostri è splendido e mentre gesticoli attorcigli maliziosamente una ciocca di capelli tra le dita. Sei davanti a me, all’altro lato del tavolo, fiori e candele di contorno… è tutto perfetto!
Tranne per un non so che… un qualcosa che stona…  
Non riesco a sentire cosa dici, non riesco a gioire del tuo sorriso, vorrei non essere qui con te… e mi dispiace.
Il caffè segna la fine della cena, ci alziamo e abbracciati usciamo dal locale. Arriviamo a casa tua, scendo dalla macchina, galantemente ti apro lo sportello e tu non mi dai il tempo di richiuderlo. Mi baci. Poi sorridi. Mi prendi per mano e mi trascini verso il portone. Io ti seguo come un cagnolino senza lasciare la tua mano, aggrappandomi a quella sensazione di calore che sto cercando di ritrovare e senza la quale, questa sera, mi sentirei perso.
Eppure c’è ancora quel qualcosa che stona!
Studio il tuo salotto con un bicchiere di whiskey in mano, mentre tu sparisci in camera… hai già lasciato le scarpe vicino al divano, guardo quei tacchi vertiginosi e sorrido, ma dura soltanto un secondo perché subito dopo un groppo alla gola mi impedisce di mandare giù quel buonissimo e costosissimo distillato invecchiato 12 anni. Sospiro, cercando di ricacciare il boccone amaro giù fino a dentro la bile, che sta già traboccando avidamente, sprofondo sul divano e continuo a guardare svogliatamente il mio interessantissimo bicchiere di whiskey. Un fruscio mi fa sollevare lo sguardo. Sgrano gli occhi e resto a bocca aperta. Sei davanti a me, il braccio sollevato sullo stipite della porta che ti sorregge, gli occhi maliziosi e vestita soltanto di… uno splendido sorriso.
-Hai intenzione di restare sul divano? In camera staremmo più comodi!-
Mi dici sussurrando, mentre ti avvicini ancheggiando in un modo che farebbe impazzire chiunque… chiunque sano di mente e di corpo…
Ti inginocchi davanti a me, con lo sguardo pieno di desiderio mi prendi il bicchiere dalle mani e lo poggi sul tavolino accanto al divano.
Una serata come questa è da copione.
Appuntamento, cena, sesso…  
E’ quello che mi aspettavo io quando, preso dalla rabbia ti ho invitata a passare il fine settimana con me, è quello che ti aspetti tu, un’avventura prima di riprendere il volo, piacevole, ma niente di più.
Forse pensi che io sia rimasto inebetito dalla tua bellezza, ma la verità è che stiamo per fare l’amore ed io non ne ho nessuna voglia… e mi dispiace… non so come dirtelo e resto in silenzio.
Mi accarezzi e io ti lascio fare. Mi baci, prima castamente, poi bagni le mie labbra con la lingua e io ti lascio fare, per un momento mi dico che è tutto giusto, tutto normale. Una notte di sano sesso, consenziente e senza complicazioni di alcun genere, soprattutto paranoiche e… ti lascio fare. Mi abbandono alle tue labbra, rispondo alla tua bocca, ti prendo il viso tra le mani e ti bacio con frenesia dopo che tu mi hai tolto la giacca, sempre inginocchiata davanti a me, completamente nuda. Comincio ad accarezzarti lievemente, tu fai lo stesso sfiorandomi la schiena da sopra la camicia. 
Ho bisogno di questo calore, ho bisogno delle tue labbra sulle mie e mi lascio divorare da te.
Ho bisogno delle tue mani su di me e mi slacci la cintura.
Ho bisogno dei tuoi occhi che mi penetrano l’anima… ed ecco ancora quella nota stonata!
Apro gli occhi all’improvviso e mi stacco dalle tue labbra e dalle tue mani.
I tuoi occhi!
Io non sono sano…
I suoi occhi!
Non sono sano di mente…
Io ho bisogno dei suoi occhi!
Non sono sano nel corpo…
Ho bisogno solo dei suoi occhi!
Io sono malato di lei…
Sospiro, pensando che sono un idiota, uno stupido senza riserve. Voglio farle del male, invece è lei che continua a farne a me. Possibile che mi sono rincoglionito e ammalato di lei a tal punto che, con una bella donna pronta a darsi senza problemi, io penso solo che vorrei essere seduto accanto a lei, a lato della sua scrivania, ad osservarla in silenzio mentre compila un rapporto? Possibile che mi basti solo questo, nonostante tutto? Guardo la tua espressione sorpresa e mi sento un verme; hai capito che non stavo baciando te. Ti alzi e ti dirigi in camera, torni  dopo un paio di secondi, avvolta in un’elegante  vestaglia di seta blu e ti siedi accanto a me sul divano, mentre io osservo qualcosa di interessante nel vuoto davanti a me, senza sapere come scusarmi.
-Rick, tu mi piaci e certo non penso che quello che siamo tu ed io in questo momento sia per sempre; mi piace divertirmi, come credo piaccia a te e non è necessario finire per forza a letto insieme, basta dirlo, basta dirsi arrivederci o semplicemente addio… ma se c’è una cosa che non sopporto è essere usata!-
Quel qualcosa di interessante nel vuoto davanti a me, perde all’improvviso la sua importanza e mi volto a guardarti. Non sei arrabbiata, anzi stai sorridendo e questo mi spiazza un po’. Sono imbarazzato, devo darti una spiegazione. Ma quale?
-Anche tu mi piaci e pensavo che avremmo potuto passare una bella avventura insieme, è solo che mi sono reso conto che non funziona, io non funziono stasera, scusami… ma credimi non ho mai avuto intenzione di usarti… usarti per cosa poi?-
Senza guardarmi prendi il bicchiere che mi hai tolto dalle mani qualche minuto prima, sorseggi un goccio di whiskey e sorridi ancora.
-Rick, forse pensi che io sia stupida, ma credimi, non lo sono. Quando mi hai fatto salire al distretto per venirti a prendere, cosa assolutamente non necessaria, perché potevo benissimo aspettarti giù, il mio cervello da ochetta ha fatto due più due. La tua detective è molto bella e ci è rimasta male, mmh… non male, credo sia rimasta più sorpesa… si, era sorpresa, soprattutto dal modo in cui hai lasciato la discussione di lavoro a metà!-
Io continuo a guardarti senza fiatare. Di sicuro non sei stupida e nemmeno ochetta. In 10 secondi hai fatto la radiografia a me e a lei! Ti giri verso di me sedendoti di fianco, alzi le gambe sul divano e ti ci siedi praticamente sopra, appoggi il gomito alla spalliera del divano e con la mano ti tieni la testa e mi pianti gli occhi addosso.
-Allora Rick, cos’è successo tra voi due tanto da volerla fare ingelosire e pensare di potere usare me, la prima bionda a tiro, per questo?-
Io sorrido.
Cos’è successo tra noi due?
Scuoto la testa, ti prendo il bicchiere dalle mani e lo vuoto tutto d’un fiato. Aspetto che il calore pungente arrivi fino allo stomaco e sorrido ancora.
-E’ questo il punto, non è successo niente… non è mai successo niente tra noi due… proprio niente…-
Tu corrucci la fronte.
-Aspetta! Stai cercando di dirmi che non state insieme e non avete litigato?-
Io continuo a scuotere la testa sorridendo.
-Non bisogna per forza essere una coppia per avere una relazione, però… voglio dire, non siete mai andarti a letto insieme voi due? Nemmeno per sbaglio?-
La mia espressione è sempre la stessa e tu ti sollevi sulle ginocchia e mi guardi seria, anche un po’ preoccupata direi.
-Fammi capire. Non state insieme, non avete una storia, però qualcosa ha incrinato il vostro… pseudo rapporto, così tu, arrabbiato, vuoi fargliela pagare, ma nonostante tutto non riesci a tradirla! Non riesci a tradire una donna che non è mai stata… la tua donna?-
Ti guardo serio, meravigliato per l’analisi perfetta che hai fatto con un paio di frasi, sui miei quattro anni passati accanto a lei e mi sento un perfetto idiota, perché riassunta così, la situazione è davvero ridicola.
E la cosa ancora più ridicola è che hai ragione! Non riesco più a pensare a nessun’altra, non riesco più ad avere fantasie strane su altre donne, non riesco a pensare di poter fare l’amore con nessuna che non sia lei… oddio! Sono  proprio messo male! Mi riporti alla realtà quando sento la tua mano sul mio viso, mi guardi con una dolcezza disarmante.
-Va da lei Rick, subito, prima che il biondino prenda il sopravvento sulla sua delusione, quella delusione che le ha fatto pensare che stanotte ti saresti rotolato tra le lenzuola con la solita ochetta bionda, perché è questo che sta pensando al momento.-
Io corruccio la fonte.
Il biondino? Che c’entra Scotland Yard adesso?
Come se avessi sentito la domanda che mi sono posto, ti appoggi allo schienale del divano e sbuffi.
-Oh Rick! Non dirmi che non ti sei accorto di come la guardava?-
-Ma se sei stata al distretto solo un paio di minuti, come hai fatto a…-
Mi fermo quando scuoti la testa e ridi divertita.
-Rick, va da lei e qualunque sia il problema nella vostra storia che ‘non esiste’, cerca di risolverlo… subito!-
Ti guardo con ammirazione, sei davvero una donna in gamba! Se fossimo andati a letto insieme, probabilmente non avremmo parlato di niente e io non avrei mai capito quanto tu sia in gamba. Sembra che tu mi conosca da una vita e sono contento di avere avuto la possibilità di conoscerti a fondo pure io.
-Lei mi ha nascosto una cosa importantissima per me ed io l’ho scoperto per caso. Più che arrabbiato sono deluso, ho anche pensato che non avesse parlato perché non prova gli stessi sentimenti che provo io e invece di prenderla di petto, ho preso la strada più breve. Sono scappato davanti a lei, davanti ai suoi silenzi, per farle del male. Invece sto male io… più di prima, più di lei… e poi…-
Sollevi un sopracciglio.
Perché voi donne in gamba fate tutte la stessa espressione quando capite che c’è l’inghippo in arrivo?!
-E poi… anch’io le sto nascondendo una cosa importante, una cosa che mi pesa dentro come un macigno, ma non posso fare diversamente.-
-Forse anche lei non ha potuto fare diversamente!-
La solidarietà femminile mi ha sempre affascinato. Non la conosci, ti ho praticamente umiliata per lei, non sai di cosa parlo, eppure stai prendendo le sue difese.
-Forse!-
Ti rispondo sollevando le spalle.
-Vedi che ho ragione? Devi andare a parlarle, prima che il biondino faccia la sua mossa, se non l’ha già fatta proprio stasera.-
-No, Colin sarà già su un aereo per Lon…-
Mi alzo all’improvviso con una stretta allo stomaco.
E se non avesse preso l’aereo? Il modo in cui la guardava dentro quell’abito da sera…
Ti prendo per le mani e ti costringo ad alzarti.
-Perdonami, non avercela con me, mi dispiace che tu ti sia sentita usata… quando ti ho chiesto di uscire ero sincero…-
Scuoti la testa, mi zittisci e mentre sorridi, mi baci sulle labbra.
-Non sai quanto mi piacerebbe essere al suo posto! Vorrei poterle dire quanto è fortunata, ma è meglio che io non mi avvicini, il mio cervello da ochetta è sicuro che potrebbe spararmi!-
Mi apri la porta, mentre sorrido pensando che ne sarebbe capace, mi rimetto la giacca, ti lascio un bacio sulla guancia e ti sussurro un timido grazie all’orecchio.
Sono stato un idiota, ma questa non è una novità! Devo parlarle, devo dirle che so tutto e che non me ne importa niente, voglio solo sapere se lei prova la stessa cosa per me… e lei mi ama, lo so, ne sono sicuro!
 
Continuavo a ripeterlo nella mia mente per farmi coraggio, per riuscire ad arrivare davanti a te e chiederti perdono per essere stato così stupido, per avere fatto il tuo stesso gioco, per essermi tenuto tutto dentro, ma quando sono arrivato sotto casa tua, mi sono sentito ancora più stupido.
Jacinda aveva ragione, il biondino ha fatto la sua mossa stasera e tu hai abboccato.
Siete in macchina davanti al portone, lui ti apre galantemente lo sportello con un bellissimo sorriso tra le labbra, ti porge la mano e tu scendi sorridente. Ti dice qualcosa avvicinandosi spaventosamente al tuo orecchio e ridi divertita. Stai ridendo Kate e sei così bella… Ridi per chissà quale battuta che non ho fatto io, poi tenendolo per mano lo segui dentro al portone di casa tua.
Il portone si richiude lentamente e…
La cosa che più mi stupisce è che non sono arrabbiato. Il cuore ha fatto una capriola all’indietro, ha smesso di battere e poi è ripartito e l’unica cosa che riesco a sentire è dolore.
Perché non dovresti stare con lui?
Io non ho voluto ascoltare cosa avevi da dirmi, mi hai visto andare via con la biondina di turno e se lei ha ragione, se ci sei rimasta veramente male, è normale che sia stato io a spingerti a questo.
Non ci posso credere, ti sto perfino giustificando!
Una notte senza complicazioni, una notte di sano sesso per sfogarsi, una notte che ti permette di tenere un piede fuori dalla porta. E’ questo che vuoi, è questo che hai sempre fatto con i tuoi sentimenti, è questo che mi ha fermato fino ad ora, perché io non te lo permetterei. Io vorrei tutti e due i piedi dentro la mia porta, compresi di braccia, corpo, testa, cervello, cuore e anima. Non potrei non esigere che questo da noi due…
Ma se non c’è mai stato un noi due!!!
Stringo il volante serrando le mascelle, inspiro ed espiro più volte, metto in moto e sgommo via.
 
-Il tuo aereo parte tra un’ora e mezza!-
Hai insistito per accompagnarmi alle scale, nonostante ti abbia ripetuto più volte che reggo bene l’alcool, sono appoggiata alla ringhiera e tu continui a tenermi la mano e a sorridere.
Hai un bel sorriso Colin, devo ammetterlo e anche il resto di te è niente male, almeno fin dove ho potuto vedere!
Ma che sto pensando?
Devo essere arrossita di colpo perché il tuo sguardo cambia all’improvviso, poi diventi serio.
-C’è un altro aereo anche domattina e poi uno nel pomeriggio, deve essercene qualcuno anche nei giorni a seguire, credo!-
Io abbasso lo sguardo. Non sarebbe difficile invitarti ad entrare e forse dovrei farlo. Forse dovrei smettere di fare la paranoica e buttarmi a capofitto in quello che mi presenta la vita giorno dopo giorno. Lanie ha ragione, lui si è stancato, ma perché così all’improvviso, perché da un minuto all’altro?!
Ci risiamo! Di nuovo lui nei pensieri, nel mio cervello…
Mi irrigidisco e tu mi lasci le mani, stai pensando che lo abbia fatto per la tua frase, velata… ma esplicita.
-Però posso sempre prendere quello che parte tra un’ora e mezza!-
Mi dici sorridendo di nuovo e senza smettere di fissarmi.
-Colin, è stato davvero bello uscire con te, ne avevo proprio bisogno. Solo…-
-Solo che non sono lui!-
Rispondi sicuro di quello che hai appena detto.
-Lui? Lui… chi?-
-Non so cosa sia successo ultimamente tra voi due, ma qualunque cosa sia, credi davvero che ne valga la pena? Voglio dire, in queste ore si è comportato come un deficiente mettendoti sotto al naso quella biondina, con l’intento di farti del male!-
Il solo pensiero di quella donna accanto a lui che se la rideva mentre uscivano dal distretto, mi dà una stretta allo stomaco. Abbasso ancora lo sguardo.
-Non è successo niente tra noi, non esiste un noi, perché… non… insomma… perché pensi che lui ed io stiamo insieme? Non è così! Castle è solo un amico ed è libero di fare quello che vuole…-
Sento la tua mano sulla mia guancia. E’ un tocco dolce, gentile e quando alzo lo sguardo su di te continui a sorridere, ma i tuoi occhi sono seri.
-Lui sta cercando di farti ingelosire, o qualcosa del genere e tu… guardami dritto negli occhi e dimmi che non lo sei. Dimmi che non sei gelosa.-
Adesso più che rossa, devo avere stampati in faccia tutti i colori dell’arcobaleno, possibile che è così evidente? Lasciamo stare Lanie che mi conosce da una vita e gli altri amici al distretto, ma tu… tu non mi conosci, non ci conosci, eppure…
Mi sollevi il mento costringendomi a guardarti.
-Allora?-
Io non rispondo, nemmeno a te, come ho sempre fatto anche con lui. Non rispondo perché se lo facessi dovrei ammettere con il mio cuore che lo amo alla follia, che ho paura che se ne vada, che ho paura di non riuscire più a respirare senza l’ossigeno che mi dà la sua presenza.
Togli la mano dal mio viso e la sposti sulle mie, le sollevi a mezz’aria e ti chini a sfiorarle con un bacio.
-Ho un aereo da prendere, detective Beckett e se non mi sbrigo, resto a terra.-
Ti giri per aprire il portone, ma io ti fermo prendendoti per il braccio.
-Non so perché si comporti così, la verità è che fino a due giorni fa era diverso, poi è cambiato improvvisamente.-
-Qualcosa deve essere successo Kate! Va a chiederglielo e se non vuole ascoltarti, piazzati a casa sua, fai
sit-in davanti alla sua porta… prima o poi dovrà cedere!-
Sorridi e mi posi un bacio sulla guancia.
-Buona fortuna Kate… non avere paura, non se quello che provi ti fa stare così male.-
Con una mano stringi la mia e con l’altra apri il portone, metti un piede fuori e mentre esco insieme a te, il rombo di un motore ci fa girare dalla stessa parte. Un puntino rosso è appena sfrecciato davanti a noi e il mio cuore ha fatto una capriola all’indietro, ti ho stretto la mano involontariamente e tu sorridi scuotendo la testa.
-Chissà perché era qui, invece che con la bionda?-
Poni la domanda con malizia e anche parecchio divertito, ma io penso che non ci sia niente da ridere. Lui era qui, forse ci ha visti entrare e forse ha pensato quello che ho pensato io tutta la sera su di lui, che ci stiamo rotolando tra le lenzuola. Devi aver letto i miei terribili pensieri, perché mi trascini verso la tua auto e mi costringi a salire, bloccando gli sportelli.
-Si può sapere che stai facendo?-
Ti allacci la cintura di sicurezza, metti in moto e mi guardi serio.
-Ho un aereo da prendere ricordi? Mentre vado all’aeroporto ti deposito a casa sua.-
Io spalanco gli occhi.
-Cosa? Niente affatto, fammi scendere, io non andrò da lui, io non…-
Ma tu sei già partito a razzo e mi ritrovo a guardare il tuo profilo. Serio e attento mentre guidi.
Hai ragione tu. Adesso basta! Devo capire se ne vale veramente la pena. Devo capire perché è arrabbiato.Devo capire se è solo lo stesso ragazzino incosciente che mostrava di essere tempo fa o se è davvero successo qualcosa, perché io proprio non ci arrivo…
 
Sono a casa da venti minuti, mi sono solo slacciato la cravatta e mi sono fiondato sul divano.
Sono stanco… ma di cosa poi? Non ho scalato nessuna montagna, non ho abbattuto nessun muro, non ho nemmeno fatto sesso… eppure sono stanco! Questa storia deve finire, devo smetterla di vivere in funzione della sua vita. Basta! Mia madre ha ragione, devo dimenticarla e posso farlo solo lasciando il distretto. Se riuscissi a capire come continuare a vivere dopo, però, sarebbe anche meglio!
Il trillo del campanello disturba la mia disperazione e se potessi gli sparerei.
Ma chi diavolo è a quest’ora? Se sei tu mamma, che hai dimenticato le chiavi, giuro che ti lascio fuori di casa!
Ma quando apro la porta resto un attimino scioccato.
Kate! Questa proprio non me l’aspettavo.
-Dobbiamo parlare Castle. Adesso!-
Entri in casa risoluta, senza aspettare di essere invitata e ti fermi di spalle davanti al divano, mentre io resto con la mano sulla maniglia della porta senza riuscire a muovermi.
Ti giri a guardarmi, ma lo sguardo sicuro che avevi quando sei entrata, muore nello stesso istante in cui  incontri i miei occhi. Non so se è successo anche a te, ma il mio cuore ha sussultato in maniera irregolare un paio di volte.
Perché sei qui? Che fine ha fatto Scotland Yard?
-Non sei… non sei in compagnia… vero?!-
Cos’è la tua? Una domanda, una speranza o una constatazione?
-Sono solo… Di cosa dovremmo parlare, adesso, Beckett?-
Chiudo la porta, mentre ti togli il cappotto; non credo che tu abbia caldo, sembra più una perdita di tempo, come a volere aspettare un paio di minuti per riuscire a mettere insieme una frase di senso compiuto.
-Castle che succede? Perché tutto questo?-
-Questo cosa?-
-La tua freddezza, il tuo disinteresse al caso, i tuoi appuntamenti… la tua indifferenza con me, anche adesso!-
-Non lo so Beckett… dimmelo tu che succede? Io non sono cambiato, sono l’idiota che ti viene dietro per scrivere degli stupidi libri e che se capita un’oca bionda sotto mano se la porta a letto! Qual è il problema?-
Resti spiazzata dalla mia risposta.
-Se è questo quello che sei, perché eri a casa mia poco fa. Mi stavi spiando?-
Sorrido a me stesso e ti volto le spalle. Voglio assolutamente dire qualcosa di cattivo, voglio che ti arrabbi, voglio che te ne vai, voglio guarire da te.
-Perché dovrei spiarti Beckett, sei grande abbastanza da portarti a letto anche tu chi vuoi e quando ti pare!-
Invece di arrabbiarti ti avvicini e mi prendi il braccio con l’intento di farmi voltare verso di te, ma io non lo faccio, resto di spalle e abbasso la testa.
-Rick!-
Pronunci il mio nome in un dolce sussurro, il mio stomaco si contorce, il solo sentirlo mi fa venire voglia di perdermi tra le tue braccia. Stringo i pugni e mi costringo a non guardarti. Voglio che vai via, ma tu continui a farmi del male e lo ripeti.
-Rick! E’ evidente che è successo qualcosa… ho fatto qualcosa, ma davvero io non capisco che cosa… te lo chiedo per favore… parlami. Dimmelo!-
Va bene Kate, continuiamo a farci del male, ormai peggio di così!!!
-Resta con me Kate… non lasciarmi ti prego… resta con me…-
Sussurro la frase lasciandola a metà e serro le mascelle, non per la rabbia, ma perché la sensazione provata quel giorno, in quell’attimo, mentre tu mi guardavi spaventata con gli occhi sgranati, è tornata prepotentemente dentro di me e mi rendo conto di non avere ancora superato la paura di perderti, nonostante tu sia viva, qui davanti a me.
Finalmente mi volto a guardarti e tu hai la stessa espressione di quel giorno.
Occhi sgranati e pieni di paura… hai capito!
-Eri dietro lo specchio?!-
Sussurri in maniera impercettibile. Più che chiederlo a me, lo stai affermando a te stessa.
-Come sempre!-
Alzi lo sguardo su di me appena senti questa parola e, senza volerlo, mi ritrovo inchiodato ai tuoi occhi.
-Avresti dovuto immaginare che ero lì.-
Resti pietrificata e ti lasci andare sul divano.
-Ora torna tutto!-
Io corruccio la fronte.
-Torna tutto? Tutto cosa Beckett! Adesso sai il motivo del mio comportamento e l’unica cosa che riesci a dire in maniera razionale è… torna tutto?-
Scuoti la testa, ma non mi guardi.
-Per questo hai fatto la sceneggiata con quella donna? Per questo ti sei comportato come un bambino offeso? Non era più maturo e semplice aspettarmi fuori dalla sala interrogatori e dirmelo?-
Sei pure arrabbiata!
-Sei sempre stata brava a dare giudizi, è facile sugli altri vero Kate? Io sono stato un bambino immaturo, tu invece hai fatto una cosa matura?-
Continui a non guardarmi e nemmeno rispondi.
-Hai sempre ricordato tutto Kate! Perché non dirmelo?-
-Ho… avuto paura!-
Paura… Hai avuto paura… Ora si che sono incazzato.
-Paura?! Di cosa? Di me? Sono un uomo così terribile da fare paura, sono così inutile che non merito nemmeno una parola da te? Non mi hai solo mentito Kate, mi hai tenuto fuori dalla tua vita per tre mesi. Lo sai cosa ho provato? Te lo sei mai chiesto? Ti è mai importato, Kate?-
Avevo cominciato urlando, ma le ultime parole mi sono uscite come un soffio. Hai abbassato gli occhi sulle tue mani che hanno cominciato a tremare. Non so perché, ma mi sono ritrovato abbassato davanti a te con le mie mani sulle tue.
-Io so cosa significa morire Kate! Io stavo morendo con te mentre la tua vita scivolava via con quell’orribile scia di sangue. Io ero come morto quando in quei tre mesi non ho avuto tue notizie, sapere che non avevi bisogno di me era un tormento. Io sono morto dietro lo specchio quando hai detto quella frase ad uno sconosciuto qualunque. Avevi paura Kate! Ma di cosa? Di dirmi che non provi lo stesso per me? Almeno saresti stata onesta ed io mi sarei messo il cuore in pace!-
Le tue mani tremano sempre di più dentro le mie, bagnate dalle lacrime che non riesci più a fermare. Finalmente alzi lo sguardo e fissi i miei occhi.
-Non è vero che non provo niente per te, tu sei la persona più importante del mio mondo Castle!-
Lo ha detto? Non l’ho immaginato! L’ha detto davvero? Potrei anche morire all’istante, vi prego non salvatemi, non importa!
-Allora perché?-
-Avevo paura di me. Avevo paura di ammettere di avere bisogno di te. Avevo paura di perdere quella forza e quel coraggio che credevo di avere, ma che in effetti non ho. Avevo paura che potessero farti del male standomi vicino, in un certo senso volevo proteggerti. Avevo paura che un giorno te ne saresti andato… io… io ti amo Rick, ma ammetterlo, accettarlo, dirtelo… significava lasciare andare mia madre per tornare a vivere.-
Mi siedo accanto a te senza lasciarti le mani.
-Sarebbe così terribile tornare a vivere?-
-Sarebbe sbagliato Rick! Mia madre…-
-Tua madre vorrebbe vederti felice!-
Mi metti una mano sul viso e sorridi mestamente.
-Non è successo niente con Colin, abbiamo bevuto un aperitivo e poi mi ha accompagnata a casa. Quando ci hai visti, ci stavamo solo salutando. Pensa che mi ha accompagnata lui qui.-
Non so perché hai sentito il bisogno di giustificarti, non era necessario, non per me, ma sento il bisogno di fare la stessa cosa.
-Ed io ho lasciato Jacinda a casa sua per venire a chiederti scusa per il mio comportamento, volevo dirti che sapevo e che non me ne importava niente. Pensa che è stata lei a dirmi di venire da te a parlarti, non è una stupida ochetta, sai? Anzi è molto intelligente!-
Sorridi…
Quanto sei bella Kate!
-Stai cercando di farmi ingelosire di nuovo?-
-No, sto solo dicendo la verità! Se la conoscessi ti piacerebbe.-
Appoggi la fronte sulla mia.
-Non esageriamo adesso!-
Ti accarezzo i capelli.
-Hai ancora paura Kate?-
-Non immagini nemmeno quanta! Ma tu sei la colla che tiene insieme tutte le mie paure sotto stretto controllo, da tanto tempo ormai.-
Metti la mano sul mio viso, stacchi la fronte dalla mia e mi guardi le labbra. Stai per fare una cosa che ho sognato per mesi, stai per fare una cosa che vorrei da sempre, stai per baciarmi ed io… io sento ancora quella nota stonata che mi ha accompagnato tutta la sera.
Hai praticamente le labbra sopra le mie, gli occhi chiusi, ma io ti fermo.
-No, Kate. Aspetta!-
 
Apro gli occhi e ti guardo stupita.
Aspettare… cosa?!
-Sei ancora arrabbiato?-
Scuoti la testa e mi dai un bacio sulla guancia e io continuo a guardarti stranita.
-La verità è che credo di non essere mai stato veramente arrabbiato, solo… Kate, devo dirti una cosa prima.-
Non mi piace questa frase. Quando qualcuno che stai per baciare ti ferma con una frase del genere non è mai un buon segno.
-Vieni con me, devi vedere qualcosa.-
No. Non è un buon segno, per niente!
Mi trascini nel tuo studio, mi lasci la mano e accendi la lampada sulla tua scrivania. Nella penombra il tuo sguardo è serio, non so perché, ma ho la sensazione che il mio cuore appena incollato, stia per rompersi di nuovo in tanti minuscoli pezzi. Fai segno dietro di me, mi volto e mi trovo davanti ad un mega schermo.
Non hai voluto che ti baciassi per mostrarmi il tuo nuovo televisore a schermo gigante?
-E questo da dove arriva, sembra il maxi schermo dell’agente speciale Shaw.-
Dico sorridendo, ma tu ti avvicini a me con un telecomando in mano, la tua espressione oltre che seria, è anche preoccupata.
-Questo è più all’avanguardia di quello della Shaw!-
-Non è una tv? E’ davvero un computer di alto livello?-
Annuisci, accendi lo schermo con il telecomando e resti a guardarmi, mentre la mia faccia fa capolino al centro del video.
Perché c’è una mia foto al centro dello schermo?
Sfiori la foto con un dito e appaiono altre foto e scritte.
Santo cielo! E’ come la mia finestra, solo computerizzata!
-Perché hai una cosa del genere dentro al tuo studio?-
-C’è dell’altro Kate.-
Tocchi ancora lo schermo e si apre un’altra pagina, con altre scritte, nomi, date, relazioni sui famosi conti bancari e perfino un resoconto sull’incendio al magazzino dove erano conservati i documenti della banca. Notizie che io non ho mai visto, indagini che io non ho mai fatto.
-Che significa Rick?-
Tu guardi lo schermo e non rispondi.
-Rick! Cosa significa tutto questo? Chi ha fatto queste indagini?-
-Io!-
Rispondi in un sussurro, abbassi la testa e ti siedi sulla scrivania.
-Quando sei tornata al lavoro, dopo il tuo ferimento, hai ricominciato ad indagare sul caso di tua madre. Volevi trovare il cecchino ad ogni costo, volevi trovare le tracce del drago ad ogni costo.-
Ti fermi per riprendere fiato, quello che stai per dire sembra difficile, sospiri e finalmente mi guardi negli occhi.
-Ho ricevuto la telefonata di un uomo. Ha detto di essere un amico di Montgomery e di essere in possesso di documenti importanti, che fino alla morte del capitano erano serviti come una specie di assicurazione per tenere al sicuro lui e la sua famiglia e… te. Tu facevi parte del patto di Montgomery. Finchè lui era in possesso di quei documenti nessuno vi avrebbe fatto del male.-
Avevo ragione, i pezzi del mio cuore stanno cominciando a scollarsi piano piano.
-E poi? Dopo la sua morte?-
-Roy sapeva di essere in pericolo ed ha spedito i documenti a questo amico. Lui mi ha detto che poteva continuare a proteggerti, che nessuno avrebbe tentato di nuovo di ucciderti, ma solo ad una condizione: che tu non indagassi più. Si è rivolto a me, pensando che sarei stato l’unico a riuscire a fermarti.-
Il cuore si è ormai rotto. Sento una stretta allo stomaco e cerco di reprimere la rabbia.
-Così lo hai fatto! Sei venuto al distretto e usando delle belle parole, cosa che sai fare bene, mi hai fatto promettere di lasciare perdere, momentaneamente hai detto. Ti sei fidato di uno sconosciuto e mi hai fatto smettere. Allora questo cos’è?-
Ti chiedo alzando la voce e indicando con il dito lo schermo.
-Sapevo che per te era importante, sapevo che prima o poi avresti ripreso ad indagare, così sono andato avanti da solo. Ho pensato che indagando in segreto e senza alzare polveroni, tu saresti stata al sicuro e se avessi trovato qualcosa d’importante, allora te lo avrei detto e avremmo continuato insieme.-
-E non ti è passato per la testa che questo è il mio caso? La mia vita?-
-Ti avrebbero ucciso Kate!-
-Invece è stato più facile mettere in pericolo la tua vita e anche quella della tua famiglia?-
-Noi non siamo in pericolo, nessuno sa delle mie indagini.-
-Sei un incosciente Castle, credi di essere dentro una tua storia? Il drago uccide davvero! IO, sono il poliziotto. IO, so come cavarmela.-
Ti alzi e mi vieni vicino, cerchi di prendermi le mani, ma io non te lo permetto. Sono arrabbiata, davvero arrabbiata, delusa… mi hai tradita… anche tu!
-Non toccarmi Castle!-
-Kate, ti prego. Ascoltami. Volevo solo proteggerti. Il pensiero che potesse succedere ancora…-
Ti blocchi quando alzo gli occhi sui tuoi. Non riesci a guardarmi e continuare.
-Sapevi che era tutta la mia vita e me lo hai tenuto nascosto. Mi hai tradito Castle, anche tu!-
Mi rendo conto di averlo sibilato e tu resti pietrificato dalla mia voce.
-Porta tutto quello che hai scoperto al distretto domani mattina, poi prendi la tua roba e sparisci. Non ti voglio più vedere Rick, non tornare più!-
Sto per uscire ma mi fermi.
-Puoi portarti via tutto adesso.-
Mi metti qualcosa tra le mani.
-E’ tutto qui, è una memory card che puoi vedere anche sul tuo pc. Non ho motivo di venire al distretto, non ho niente da prendere.-
Mi volti le spalle e ti appoggi ancora alla scrivania.
-Non c’è mai stato niente di mio al dodicesimo. Niente! Avevamo un segreto tutti e due Kate e io ci sono passato sopra.-
-Non è la stessa cosa, questo è diverso!-
-Oh… certo Kate… Questo è diverso. Hai detto che volevi proteggermi, per la paura insensata di non so cosa. Anch’io volevo solo proteggerti, volevo che continuassi a vivere, anche lontano da me, anche tra le braccia di un altro, non aveva importanza. La cosa importante era che non fossi in pericolo. Ma a quanto pare i miei perché, sono meno importanti dei tuoi.-
-Tu non capisci Rick…-
M’interrompi ancora una volta con la voce rotta dal dolore.-
-Infatti, non capisco. Qualche idiota ha detto che per amore si è capaci di tutto, evidentemente quello che crediamo di provare l’uno per l’altra non è abbastanza forte Kate, almeno da parte tua. Sai, non so se augurarti o no di trovare l’assassino di tua madre, perché quando lo avrai trovato, se sarai ancora viva, non ti resterà nient’altro che ti costringerà ad alzarti dal letto la mattina. Niente Kate! Sono sicuro che non la prenderai a male se non ti accompagno, chiudi la porta quando esci, per favore.-
Lascio il tuo studio senza guardarti, mentre mi volti ancora le spalle, apro la porta e mi ritrovo sul pianerottolo. Guardo la memory card, la stringo nella mano e chiudo gli occhi lasciando andare le lacrime che sono riuscita a fermare fino a questo momento.
‘Che stai facendo piccola? Vuoi davvero voltarti indietro e chiederti… se solo? Dieci minuti fa ti sentivi viva, vuoi davvero buttare al vento tutto questo per quelle indagini?’
Quelle indagini… quelle indagini, Royce, sono mia madre!
‘Tutti loro avevano dei piani Kate… cose che avrebbero fatto quando ne avessero trovato il tempo… pensavano di avere tutto il tempo del mondo… ma nessuno ce l’ha!’
Royce, Lanie… tutti, compreso chi non ci conosce scommette sul nostro amore… ed io non sono capace di farlo… solo io non voglio farlo! Ho sempre avuto paura di perderlo ed ora sono io che lo sto lasciando andare… perché mamma? Cosa c’è in me che non va?
Torno dentro, appoggio la testa alla porta chiusa e mi asciugo le lacrime. Sei ancora nel tuo studio, la testa bassa, le mani sul viso. Sei così assorto che non mi hai sentita rientrare e sussulti quando ti sfioro la spalla.
-Kate! Cosa… cos’hai dimenticato?-
Sei sorpreso e imbarazzato, cerchi di asciugarti gli occhi, non vuoi farmi vedere che stai piangendo.
Ti accarezzo i capelli e getto la memory card a terra.
-Ho dimenticato questo.-
Guardi per terra confuso, mentre distruggo quel piccolo oggetto schiacciandolo con il tacco della mia scarpa.
Alzi lo sguardo su di me e continui ad essere confuso.
-Ma che fai? Kate era l’unica copia, non ho salvato niente…-
Ti costringo a stare zitto poggiando un dito sulle tue labbra.
-Non sto dicendo che lascerò perdere, sto solo dicendo che ti sbagli. Quello che provo per te è più forte di quelle indagini. Voglio trovare l’assassino di mia madre, ma voglio trovarlo assieme a te, quando e se si ripresenterà l’occasione di continuare ad indagare.-
La tua espressione non cambia, mi guardi come se non mi conoscessi.
-Chiunque abbia a che fare con noi si chiede perché non stiamo insieme… beh! Comincio a chiedermelo anch’io.-
-E… perché… non… non stiamo… insieme?-
Balbetti senza staccare gli occhi dai miei.
-Perché vorremmo un amore perfetto e abbiamo paura che non lo sia? Perché vogliamo difenderci dal dolore?-
Chiudi gli occhi e sospiri, come a volere affermare che ho ragione e io continuo; all’improvviso quello che mi spaventava è diventato inutile davanti alle tue lacrime.
-Forse la nostra storia non durerà per sempre, forse tra qualche settimana o mese ci renderemo conto che non siamo realmente anime gemelle, ma se non ci proviamo, non lo sapremo mai e non voglio guardarmi indietro un giorno e chiedermi come sarebbe stato se solo avessi avuto il coraggio di ricominciare a vivere.-
-Mi stai aprendo il cuore detective?! Mi stai permettendo di entrare?-
-Sei entrato nel mio cuore tanto tempo fa Castle e guai a te se proverai ad uscirne.-
Sfiori il mio profilo con le dita, il tocco è appena percettibile, ma io sento la pelle rabbrividire. Non t’importa più di mostrarmi le tue lacrime, perché continuano a scendere copiose a lato di un immenso sorriso.
-Sono sempre stato ottimista per natura, ma due minuti fa avevo perso le speranze. Pensavo di avere perso l’ultima occasione con te, ho creduto che mi odiassi e non riuscivo a sopportarlo! Io non ti amo Kate, io sono malato di te… il che credo sia peggio, perché non esiste cura per questa malattia… tranne te!-
Mi fa strano vederti piangere, ma non riesci a trattenerti, l’azzurro dei tuoi occhi luccica tra le lacrime e la fioca luce della lampada, mi guardi con una tale dolcezza che potrei fare qualunque cosa mi chiedessi al momento. Sono sicura che se ti mettessi la mano sul cuore, lo sentirei rimbombare come un tuono, perché il mio è questo che sta facendo… tuona!
-Se ora ti baciassi Kate, cosa succerebbe?-
Ti asciugo le lacrime e sorrido.
-Dovrai farlo per scoprirlo!-
Sorridi anche tu, siamo vicini, labbra contro labbra, ma non succede niente.
-C’è qualche altro segreto da svelare prima?-
Mi chiedi sussurrando sulle mie labbra.
-Niente più segreti Castle, mai più… solo noi!-
-Siamo Noi? Sei sicura?-
-Baciami Rick… e vediamo che succede…-



Angolo di Rebecca:

Per me la 4x20 è finita così...
La mandiamo a Marlowe?!
:)))  Lui vuole farci soffrire, ma io sono ottimista, di natura, come Riccardone.
  
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