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Autore: Matt2291    16/04/2012    11 recensioni
Un grave incidente coinvolgerà Naruto.
Per un pò di tempo, un letto di ospedale sarà la sua casa.
Tutti i suoi amici si preoccuparanno per lui, mostrando lati che a volte
vengono fuori solo nel momento del bisogno :)
Ma soprattutto, è stato davvero un incidente?
Leggete! ^^
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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***

 

- Naruto, non dovresti prendere il ramen per colazione…

- Perché?

- P-perché fa male, ed è una dieta squilibrata! -  rincarò la parola alzando un po’ più la voce mentre il ragazzo gli faceva segno di abbassarla.

- Hinata, non c’è bisogno di prendersela tanto ho capito, vorrà dire che prenderò qualcos’altro -  prese il menù e cominciò a sfogliarlo curioso. Hinata nel frattempo si era nascosta dietro la frangetta per la figuraccia di poco prima, ma cosa poteva farci se si preoccupava per ogni minima cosa che Naruto faceva, forse il suo era un amore ossessivo.

Ma cosa vado a pensare? Oddio non voglio diventare una maniaca, d’altronde in tutto questo tempo sono stata sempre e solo a guardare, anche se…

Alzò lo sguardo, trovando il ragazzo ancora intento a scegliere cosa prendere da mangiare. In un modo o nell’altro, Naruto manteneva sempre quella linea sulle labbra che ogni tanto si inarcava in un sorriso. Quella era una delle tante situazioni in cui il cuore di Hinata si scioglieva e desiderava più di una semplice occhiata, più di un semplice sorriso e anche più di una carezza. Avrebbe voluto attaccarsi a lui, stringere la sua felpa tra le dita e respirarne il profumo misto a quello del ramen, trovare i suoi due oceani e rimanervi intrappolata, sarebbe anche stata disposta ad affogarvi. Tutto, per poter restare insieme a lui.

- Hinata? Mi senti?

Sbarrò gli occhi dalla sorpresa, quando Naruto si era sporto così tanto verso di lei?

- S-sì? -  Si sentì andare letteralmente a fuoco, sia per essersi fatta soggiogare dai suoi pensieri sia per l’imbarazzo della figuraccia; era con lui e si metteva a pensare ad altre mille cose?

- Ti ho chiamata più volte, sembravi molto assorta dai tuoi pensieri. Comunque ti ho chiesto cosa volevi per colazione, la cameriera aspetta -  disse, indicando la ragazza al suo fianco che faceva finta di niente sulla situazione creatasi tra loro due; riprese dalla tasca penna e blocchetto. Il cuore di Hinata non avrebbe retto un’altra figuraccia, se lo sentiva.

Ancora padrona dell’imbarazzo, prese il menù tra le mani, sfogliandolo un paio di volte.

- P-prendo una colazione all’inglese.

- All’inglese? -  ripeté perplesso Naruto. Poi si rivolse alla cameriera.

- Ne porti due allora -  e consegnò entrambi i menù alla ragazza che sorrise per poi andarsene.

Quando Naruto tornò ad osservare Hinata vi poté cogliere una evidente confusione che giustificò così: - Non l’ho mai provata, com’è? -.

- N-non è male, si tratta di pancetta e uova all’occhio di bue -. Pigolò.

- Allora perfetto, non ho problemi con il cibo.

- In genere cosa mangi la mattina?

- Ti dirò -. Disse, avvicinandosi con aria furtiva.  - Sakura crede che io mangi ramen anche a colazione, ma non è così. Bevo del latte con qualche biscotto, una colazione semplice -. Sussurrò.

- Ah meno male, quando prima hai detto di voler prendere il ramen pensavo facessi sul serio.

- Ma io infatti volevo prendermi del ramen -  disse perplesso. Poi sorrise, poggiando il mento sul palmo della mano.  - Ma tu mi hai fatto cambiare idea, lo hai fatto per il mio bene no? -  aggiunse dolcemente, cosa che infiammò il viso di Hinata che rispose annuendo tremante.

- Dai non essere così rigida, mica sei ad una missione di livello S -  scherzò, cercando di sciogliere la tensione.

Una missione di livello S sarebbe molto più facile, pensò, quasi sarcastica Hinata.

Poco dopo arrivò la cameriera con le loro ordinazioni che depose sul tavolo. Dopodiché sparì di nuovo.

La colazione fu tranquilla, anzi Hinata riuscì persino a rilassarsi e a ridere spensierata, dimenticando l’imbarazzo e l’ansia di combinare qualche guaio, anche se i guai li fece solo Naruto.

Prima le fece notare quanto quella disposizione di uova e pancetta somigliasse ad un volto, poi si dilettò con il ketchup a disegnare su un tuorlo lo sharingan di Kakashi, cosa che gli riuscì anche bene. Hinata rise di quelle sciocchezze così spensierate, nessuna preoccupazione abitava il volto di Naruto, mai se non necessariamente.

Trascorsero un paio d’ore così, a parlare e scherzare come due buoni amici che si conoscono da anni e hanno bisogno di non pensare a nulla; ovviamente fu Naruto a pagare il conto, cosa che mise a disagio Hinata.

- Ma potevamo dividere -  disse a bassa voce e in imbarazzo per quel gesto di cavalleria.

- Non se ne parlava, tu sei stata gentilissima a invitarmi perciò dovevo sdebitarmi, davvero non c’è problema -  la rassicurò con un sorriso che colpì al cuore la ragazza; niente di nuovo quindi.

- Beh, Naruto, sono stata bene con te. A-allora ci vediamo, ciao! -  Detto questo si incamminò in una via secondaria.

- Grazie a te Hinata, ciao! -  le sorride gentilmente. Era davvero una cara ragazza Hinata, di questo Naruto ne era pienamente convinto, solo che c’era un pensiero ricorrente che non sapeva spiegarsi.

Hinata, ma come hai fatto ad innamorarti di me?

Quella volta non gli sembrò neppure di avere la solita Hinata davanti. No, quella che intervenne durante lo scontro con Pain era una Hinata che non aveva più nulla da perdere, era consapevole di non avere chance contro quell’avversario tanto potente eppure non esitò un momento. Era convinta di morire, così non balbettò, non arrossì quando si dichiarò a lui. Era pronta alla fine ma prima doveva svelare una volta per tutte i suoi sentimenti, e lo aveva fatto.

 - Hinata! -  prese a correre nella direzione della ragazza che, sentendosi chiamare, si girò confusa e timorosa in un certo senso. Ora erano uno di fronte all’altro.

- N-Naruto?

- Hinata, hai impegni per pranzo?

 

 

Il viaggio verso il paese dell’erba procedeva tranquillo e senza intoppi. Veloci e silenziosi, la squadra di ninja composta da Shikamaru, Shino e Sakura, rinominata dall’Hokage, la squadra 3S, incaricata per la ricerca e in per ogni evenienza, cattura del sospettato Izuma Momochi, parente e presumibile padre del defunto Zabusa Momochi.

Al centro e un poco più avanti degli altri vi era Sakura, la sua espressione determinata non lasciava trasparire la ben che minima emozione; la concentrazione era massima.

Shino era il solito incappucciato ma la sua dedizione e professionalità non passavano indifferenti nelle sue missioni svolte.

Shikamaru, capitano della squadra, manteneva invece la solita aria di chi è appena sceso dal letto, con tanto di espressione scocciata. Non cambiava mai, neppure quando lavorava.

Dare il nome alla squadra era superfluo, ma l’Hokage, accortasi della coincidenza dei nomi, decise di assegnargli quel bizzarro nome che non fu contestato, anche se, ognuno di loro pensava quanto fosse sciocca una cosa del genere. Ma nessuno obiettò.

- Abbiamo un bel po’ di strada da fare, non è necessario correre, tanto se è vero che è un animatore di fiera lo troveremo quasi sicuramente a fare il suo mestiere -  disse con tono superficiale Shikamaru.

- Qualcosa non va -. Mormorò sovrappensiero Sakura.

- Come? -  gli si affiancò Shikamaru che non aveva capito le parole della ragazza.

- No, niente -. Era meglio tenere per sé quel pensiero per il momento.

 

 

 

Paese dell’erba. I preparativi per la grande fiera tradizionale erano quasi terminati, oramai l’infinita fila di bancarelle si perdeva a vista d’occhio lungo la strada, le attrazioni erano state disposte in zone strategiche che consentissero alle persone di soffermarvi senza interrompere le loro spese. Quell’evento era molto importante e ognuno dava il meglio di sé.

In una modesta locanda lì vicino, diversi lavoratori e commercianti si concedevano del meritato riposo con qualche alcolico freddo e ristoratore mentre tutti chiacchieravano più o meno allegramente.

Una figura però si era staccata dal gruppo e, con rapidità, salì le scale che portavano alle stanze superiori. Un lungo corridoio costeggiato da diverse porte caratterizzate da targhette con il numero, era illuminato da alcune lampade poste ad una distanza regolare l’una dall’altra. La finestra sul fondo, non bastava a provvedere all’illuminazione di quel posto.

La figura fece alcuni passi, c’era una certa insicurezza nei suoi movimenti, ma non accennava a distogliere lo sguardo dalla finestra, se davvero era quella che stava guardando.

Rallentò, per poi fermarsi davanti una porta. La targhetta sulla porta recitava “12”.

Rimase fermo lì per qualche secondo, quasi indeciso se bussare o andarsene, fu però una voce a interrompere i suoi pensieri. Una voce ovattata.

- Entra Izuma, dai non aver paura.

L’uomo strinse i denti, il suo viso invecchiato e caratterizzato da una corta barba incolta sembrò esprimere disprezzo, misto a sofferenza. Si riprese subito e aprì con uno scatto la porta.

La stanza era completamente buia, resa tale dalle tapparelle tirate completamente giù e che lasciavano trasparire solo qualche flebile raggio.

Poco a poco, i suoi occhi si abituarono al quel cambio di illuminazione, fino a scorgere i lineamenti di una figura. Era seduta su una poltrona, le gambe accavallate e le braccia incrociate al petto; di più non riusciva a vedere. Ad ogni modo non aveva bisogno di riconoscere chi fosse, lo sapeva bene, come sapeva che adesso stava sorridendo in quel modo beffardo che non sopportava, ma non lasciò trasparire nessuna emozione se non la durezza del suo sguardo.

- Non essere così rigido, domani inizia il grande evento dovresti esserne entusiasta -. Accentuò l’ironia con un sorriso che sapeva di serpe.

- Poche storie, lasciateci in pace! -  quasi urlò, al limite della sopportazione,  ma resosi conto della sua reazione fece un passo indietro distogliendo lo sguardo. La figura sembrò però non curarsene.

- Sai già cosa fare, vero? -  Izuma strinse i pugni, ferito nell’orgoglio ma consapevole di non avere altra scelta se non fare ciò che gli avevano ordinato; sarebbe stata l’ultima volta. Annuì, cacciando la rabbia e l’angoscia dentro di sé.

- Bene -. La figura avvolta dall’oscurità si alzò in piedi, poi aggiunse: - Puoi andare -  e scomparve in una  nuvola di fumo.

 

 

 

In Villa Hyuuga c’era una piacevole calma. Ognuno aveva la sua occupazione e di consuetudine la svolgeva senza battere ciglio.

Neji era intento ad allenarsi in cortile nel Taijutsu, i suoi movimenti lenti e calcolati gli svuotavano la mente, facendogli ritrovare la calma e l’armonia con la natura. Gesti fluidi e calcolati, resi determinati dalla profonda concentrazione che sempre Neji assumeva.

Poco distante, Hanabi lo osservava attenta. I suoi occhi studiavano ogni singolo movimento del cugino in modo che apprendesse il più possibile. I Katà che stava eseguendo lei li conosceva bene, ma c’era sempre una grande differenza tra lei e lui. Cambiava forse la mentalità o la forza d’animo, ancora non lo capiva, ma osservare e capire era sicuramente la strada giusta per migliorare, oltre alla pratica, seguita poi da una profonda meditazione.

Ancora un movimento, il lascito di un sospiro e la posizione iniziale. Aveva terminato.

Prese un asciugamano e se lo mise al collo. Hanabi si alzò e gli si avvicinò.

- Neji, come posso migliorare al tuo stesso modo? -  Il ragazzo le diede una occhiata di sfuggita mentre ancora si asciugava il viso, poi parlò.

- Non è la domanda giusta, Hanabi -. Disse allontanandosi, per poi aggiungere: - Ricorda che esisti solo tu, nient’altro -. E se ne andò, lasciando la ragazzina più confusa di prima.

Mai una volta che parli chiaro! Pensò adirata Hanabi. Stava per rientrare in casa quando sopraggiunse all’entrata sua sorella. Le andò incontro.

- Buongiorno Onee-chan, si può sapere dove sei stata tutto questo tempo? -  Chiese con una nota di fastidio e curiosità nella voce. Hinata però passò dritta senza neppure vederla ne ascoltarla. Hanabi, confusa, le fu di nuovo di fronte e la osservò perplessa. I suoi occhi sembravano vitrei, quasi come fosse in trance. La ragazzina gli sventolò una mano davanti la faccia ma niente. La scosse per un braccio finché non sembrò improvvisamente ridestarsi.

- Hinata?

La ragazza abbassò lo sguardo, fino ad incontrare l’espressione confusa della sorella che chiedeva una spiegazione con gli occhi.

- Scusa Hanabi, ero sovrappensiero -  detto questo scappò in casa, salì le scale e si rinchiuse in camera, per poi gettarsi sul letto esausta. Non tanto per la corsa, quanto invece per l’emozione vissuta poco prima.

Sorrise, addolcita dal ricordo, confermando a se stessa che quello era proprio il suo giorno fortunato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

 

Salve! ^^

Scusate il ritardo, ma mi avevano di nuovo tolto il pc –“

Allora, la storia sembra volgere al NaruHina, vero?

Ma se mi conoscete almeno un po’, saprete che sono in grado di cambiare in un istante le carte in tavola u.u

In più ci sono delle notizie che fanno riflettere, chissà come se la caverà il Team 3S XD

Ringrazio: TheCristopher94, NaruHina4ever, _sweetygirl_, Ernesto507, JEYMI, Jeo 95, Seby1993 e JunoEFP. Grazie a tutti, la vostra presenza mi fa davvero piacere ^^

Inoltre, ringrazio tutti quelli che leggono e l’hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite!

Vince il premio, “Presenza più Presente”……. TheCristopher94! Complimenti!

Cosa vinci? Nulla! .-.

Alla prossima , ciao!

 

Matt

  
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